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  1. In questo periodo di quarantena forzata a causa dell’emergenza Coronavirus, tutti noi, appassionati di motori e corse, abbiamo passato un po’ di tempo con il nostro simulatore. Su Assetto Corsa, su rFactor 2, su F1 2019… oppure su iRacing, software americano che, ultimamente, sta diventando “di moda” visto che è utilizzato da quasi tutti i piloti professionisti per tenersi in allenamento quando non si trovano realmente in pista. Diverso concettualmente da tutti gli altri, iRacing propone una varietà di competizioni unica nel suo genere, organizzata sulla base di licenze progressive e sul famoso “irating”, con il quale (teoricamente) si può correre assieme a piloti del proprio livello, evitando i tradizionali massacri di vetture che si è soliti assistere su altri simulatori meno professionali. Ma qual è la storia di iRacing? Come funziona e come è possibile diventare dei buoni piloti all’interno della relativa community? IRACING: DALLE COSTOLE DELLA NASCAR iRacing.com Motorsport Simulations, l’azienda che gestisce questo simulatore, è nata nel 2004 in quel di Boston, in Massachusetts, grazie all’impegno di David Kaemmer, sviluppatore proveniente dal Papyrus Design Group e John W. Henry, come finanziatore del progetto. Il progetto originale si basava sul codice di partenza dell’ottimo NASCAR Racing 2003 Season, dal quale ha preso spunto in fatto di presentazione delle piste e di gestione delle vetture. Tutto il resto, dal motore grafico al tyre model, era nuovo di zecca, ma ha richiesto ben quattro anni di lavori prima di vedere definitivamente la luce. iRacing, infatti, è stato lanciato sul mercato solamente nel 2008, ma in poco tempo ha conquistato il cuore degli appassionati: il suo obiettivo, infatti, è quello di fornire una simulazione il più possibile realistica del motorsport a quattro ruote, con circuiti (in laser-scan), vetture e modelli fisici i più accurati possibili. Dal suo debutto ufficiale iRacing si è costantemente migliorato, introducendo nuovi contenuti e nuove features che lo hanno reso ancora più fedele alla realtà. Tra queste la transizione giorno/notte durante le gare endurance, la nuova fisica degli pneumatici (arrivate alla versione V7) che sono diventati molto complicati da portare in temperatura i primi giri e il nuovo sistema visivo dei danni, che ormai lascia ben poco margine di manovra quando, per esempio, si prende un cordolo ad alta velocità. IRACING: GARE OGNI ORA E CAMPIONATI UFFICIALI Oltre a ciò, iRacing si distingue da tutti gli altri simulatori per la sua raffinata struttura multiplayer, che permette a qualsiasi appassionato di poter correre online senza limitazioni di orario o di scelta in fatto di vetture e tracciati. Di base, infatti, iRacing offre la possibilità di gareggiare in formato 24/7, dal momento che i suoi server mettono a disposizione delle serie in cui le competizioni si tengono praticamente ogni ora. Questo vuol dire, per esempio, che se la nostra gara delle 15 non è andato come speravamo, potremo rifarci con quella delle 16, delle 17… e così via per ogni ora della giornata (anche di notte). In aggiunta, iRacing permette anche di allenarsi per conto proprio e di creare delle sessioni online private, facendo da “host” e gestendo in autonomia il proprio evento (al costo di 0,50$ all’ora). Ma non è tutto, perché iRacing viene definito come “The Original eSport Racing Game”, per il fatto che gestisce Campionati ed eventi speciali in cui i piloti partecipanti possono addirittura vincere dei premi in denaro. Il fattore “eSport”, in iRacing, è quindi incentivato, tra l’altro grazie a una vastissima scelta di vetture che si dividono fondamentalmente in quattro categorie principali: Road, Oval, Dirt Road e Dirt Oval. Tra queste troviamo le celebri NASCAR, in omaggio al titolo del 2003 da cui è nato, le mitiche Mazda MX5 Cup Car, le GT e le monoposto, ma anche i mezzi da dirt track e da rallycross. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per ogni livello di abilità alla guida. IRACING: SU ABBONAMENTO E CONTENUTI A PAGAMENTO Tutta questa qualità, come potete immaginare, si paga. E anche parecchio. Rispetto a titoli come Assetto Corsa, che prevede un costo iniziale al quale si aggiungono gli eventuali DLC, o come RaceRoom, che offre gratuitamente solo il software di base, iRacing richiede innanzitutto un abbonamento per poter usufruire dei suoi servizi. In sostanza questo può essere mensile (al prezzo di 13 dollari), trimestrale (33 $), annuale (110 $) o biennale (199 $), anche se durante l’anno i nuovi iscritti possono beneficiare di sconti che arrivano fino al 50% in meno rispetto al costo tradizionale. Con la sottoscrizione di base, tuttavia, si ottengono solamente le piste e le vetture iniziali per cominciare la scalata verso l’olimpo del motorsport virtuale… che, invece, richiede tutt’altro tipo di contenuti. Questi, ovviamente, non sono gratuiti, ma al contrario devono essere acquistati singolarmente. Ogni vettura aggiuntiva costa 11,95 dollari, mentre il prezzo di ogni singolo circuito varia da 11,95 a 14,95 dollari, a seconda della tipologia e del suo livello di utilizzo. Le spese, tuttavia, non sono finite qui, perché oltre al costo di base è necessario aggiungere anche un 22% di tasse per ogni singolo contenuto aggiuntivo. IRACING: LICENZE E SAFETY RATING, ATTENZIONE AI ROOKIE! Una volta sottoscritto un primo abbonamento, quindi, ci troveremo davanti un prodotto fondamentalmente incompleto, ma comunque perfettamente in grado di farci iniziare la nostra carriera di piloti virtuali. Che, per forza di cose, dovrà iniziare dalla categoria “Rookie”, la più temuta soprattutto per coloro che provengono da altri simulatori e hanno già una certa dimestichezza in fatto di guida virtuale. Prendendo come riferimento la categoria Road, dovremo obbligatoriamente scendere in pista con la Mazda MX5 Cup Car su circuiti come Laguna Seca, Okayama, Lime Rock Park e Summit Point. Da buoni piloti virtuali, ci verrà data una prima “patente”, che in questo momento coinciderà con la categoria che stiamo affrontando: Rookie, appunto. In aggiunta avremo anche un indicatore SR, acronimo di “Safety Rating” che evidenzierà la nostra correttezza in pista e la nostra pulizia di guida. Perchè proprio come nella realtà, iRacing privilegia uno stile di gioco il più possibile pulito, rispettoso delle regole e dei propri avversari in pista. Per migliorare, infatti, scordatevi gli “autoscontri” alla prima curva di Assetto Corsa o i “divebomb” di F1 2019: così facendo perderete punti e il vostro avanzamento rallenterà. Dopo la Rookie, infatti, vi aspetta la licenza D, che poi potrà diventare C, B, A… fino a quella professionistica, particolarmente ambita per partecipare ad alcune serie speciali, come quelle ad invito, o ad alcuni Campionati eSport tra i più prestigiosi del settore. IRACING: QUALCHE CONSIGLIO PER FARE CARRIERA Tutto dipenderà da come vi comporterete tra i cordoli in ogni singolo “weekend di gara” che disputerete, composto da 5 minuti di prove libere, 2 giri di qualifica e una gara breve su una distanza limitata. Nella categoria “Rookie”, tuttavia, la vostra vita non sarà così facile… Non tanto per il livello di difficoltà che incontrerete, il quale, invece, sarà appositamente tarato in modo da farvi correre (anche una volta ottenuta un po’ di esperienza e una patente superiore) con avversari del vostro stesso livello, ma semplicemente perché molti “piloti in erba” provano iRacing pensando di trovarsi su Crash Team Racing! Aspettatevi simdriver che vorranno vincere alla prima curva passando sopra a tutto ciò che si muove, oppure altri che, pur avendo pagato un abbonamento, preferiscono schiantarsi e rovinare la gara di altri piloti piuttosto che comportarsi come si deve. L’imperativo, in Rookie class, è quello di qualificarsi nei primi posti e… scappare via, verso il migliore risultato possibile. Così facendo riuscirete ad innalzare il vostro Safety Rating dal valore iniziale di 2.50 fino a quota 3, necessaria per ottenere la licenza D e passare di categoria. Qui sbloccherete diversi Campionati interessanti, come il BMW 12.0 Challenge (sulle M8 GTE a setup fisso) e il Pure Driving School Formula Sprint, il quale vi permetterà di scendere in pista con le Dallara F3 anticipando la relativa serie ufficiale che, invece, troverete con la licenza C. Altre serie molto famose sono la Skip Barber Race Series, la VRS GT Sprint Series, l’IMSA Sportscar Championship e il Radical Racing Challenge C, per accedere alle quali dovrete, in ogni caso, aver maturato un po’ di esperienza alla guida. Più proseguirete nella vostra carriera più incontrerete piloti corretti, ma resta il fatto che, ogni tanto, l’errore in pista ci può stare, anche tra i più navigati. Fortunatamente iRacing pone un limite alle “peripezie” in pista, grazie a un sistema di rilevamento di comportamenti scorretti attraverso le famose “X”. Di cosa stiamo parlando? Ogni volta che usciremo di pista otterremo un ammonimento con 1X, ogni volta che andremo in testacoda ci verrà assegnata una penalità 2X, mentre in caso di contatto con altri piloti la penalizzazione sarà di 4X, quindi molto più severa. Il tetto massimo varia da Campionato a Campionato, ma in ogni caso siamo di fronte a un sistema che premierà la condotta dei guida dei piloti più corretti e puliti. IRACING: NE VALE LA PENA? A conti fatti, sembra proprio che iRacing sia il simulatore più professionale che si possa trovare in circolazione. Un titolo che premia i valori fondamentali del motorsport, limitando tutti quei comportamenti che, in un server tradizionale su Assetto Corsa o F1 2019, porterebbero un simdriver alla disperazione. Il simulatore americano, tra l’altro, sposa la necessità di tutti quei piloti di potersi allenare quando meglio si crede, senza essere costretti a rispettare un orario predefinito (per lo più serale) che in alcuni casi mal si adatta alle esigenze di ogni singolo partecipante. La varietà di vetture, piste, serie ufficiali e Campionati assieme a un sistema con il quale si può partire dal “fondo dello schieramento” con la Rookie class per arrivare ai “piani alti” della guida simulata rende il tutto estremamente intrigante, anche per chi, finora, si è limitato a guidare sempre la stessa tipologia di vetture. Contando su un motore grafico recentemente rivisto con nuove features e una fisica al volante tra le più realistiche attualmente in circolazione (aiutata da vetture e circuiti riprodotti nei minimi dettagli), iRacing può diventare la risposta che tutti i simdriver stavano cercando da tempo. Sempre che si voglia investire una certa somma di denaro per iniziare questa nuova, appassionante, avventura. Una volta individuata la vettura (o le vetture) che si vuole utilizzare durante le quattro stagioni che contraddistinguono un anno di iRacing (ognuna delle quali suddivisa in 12 settimane dove si cambia circuito una volta ogni sette giorni), la grande spesa da effettuare sono i circuiti, necessari per entrare in lizza per un posto di prestigio nel Campionato di nostro interesse. In questo, fortunatamente, la community è arrivata in soccorso grazie ai “track poll”, cioè a dei sistemi di votazione che si tengono sul forum del simulatore americano e che danno la possibilità di scegliere, stagione dopo stagione, quali sono i circuiti che andranno a comporre la nostra serie preferita. Quando la lista in questione sarà definita, si potranno trovare delle tabelle dedicate con le quali confrontare i vari circuiti che sono stati utilizzati durante le stagioni, in modo da capire quali saranno quelli che comporranno i Campionati successivi. Tramite questi “track rotation” potremo facilmente programmare i nostri acquisti, senza per forza comprare i vari circuiti uno alla volta. Ecco, il fatto di affrontare tali spese (assieme all’immancabile abbonamento) può essere l’unico fattore da indurre un appassionato dal non provare l’esperienza offerta da iRacing. Le alternative, tuttavia, sono poche: il “league racing” su altri simulatori… oppure il Sim Racing System di Assetto Corsa, che però pecca in varietà delle competizioni, completezza delle serie organizzate… e professionalità dei piloti che vi corrono. Se volete qualcosa di più del “solito” simracing a cui siete abituati, date una chance ad iRacing: non vi deluderà!
  2. Giulio Scrinzi

    Qual è il miglior simulatore di Formula 1?

    L’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo ormai da due mesi ha fatto emergere il mondo del simracing come mai fatto prima d’ora. Gare online, Campionati, eventi speciali e chi più ne ha, più ne metta: tra le serie ufficiali non possiamo non menzionare quelle organizzate dall’universo della Formula 1, che fin dall’annullamento del Gran Premio d’Australia a marzo si è dato da fare per continuare il proprio show… sul grande e piccolo schermo. Prima ci ha pensato il Veloce eSport team a dar fuoco alle polveri, un ruolo che successivamente è stato incarnato anche dalla serie ufficiale della F1 con le Virtual Grand Prix Series. Ovviamente il software utilizzato per queste gare è il tanto amato/odiato F1 2019, che prossimamente sarà sostituito dal suo successore F1 2020. Un prodotto firmato Codemasters che negli anni ha saputo far divertire migliaia di appassionati, ma che agli occhi di molti piloti professionisti è considerato distante anni luce da alcuni dei più simulativi software attualmente in circolazione. Il dito di tale affermazione è puntato in special modo alla fisica di gioco, troppo arcade e poco incline a soddisfare i puristi del settore. A questo punto la domanda sorge spontanea: esiste un’alternativa concreta a F1 2019 tra tutti i simulatori oggi disponibili? ASSETTO CORSA: RACE SIM STUDIO, QUALITÀ AI MASSIMI LIVELLI Per rispondere a questa domanda iniziamo ad analizzare ciò che propone attualmente il mercato del simracing, cominciando dal sempreverde Assetto Corsa. Il titolo firmato Kunos Simulazioni propone di base alcune monoposto da Formula 1, gran parte targate Ferrari: la mitica F2004 di Schumacher e Barrichello, la 312T di Niki Lauda, ma anche le più recenti F138, SF15-T e SF70H. Assieme a queste trovano spazio altri modelli sapientemente realizzati, tra cui la Tatuus FA01 (o Formula Abarth), le Lotus Exos 125 (replica delle F1 motorizzate V8 del 2012) e la 98T, con livrea John Player Special in onore di Ayrton Senna. Assetto Corsa, tuttavia, è ben conosciuto per la grande quantità di mod con le quali è possibile arricchirlo, un mondo che in fatto di monoposto è dominato dalla qualità dei lavori firmati Race Sim Studio. Tra questi i più importanti sono rappresentati sicuramente dalla famiglia delle Formula Hybrid, oggi capeggiate dall’ultimo modello, quello del 2020, che è accompagnato dalla proposta futuristica per la stagione 2021. A livello di fisica niente è comparabile a queste vetture, capaci di far vivere al pilota che le guida un’esperienza in pista davvero unica. Sempre facendo riferimento al mondo F1 e monoposto, possiamo citare anche la splendida Formula 2000 V10, fedele replica della Ferrari F1-2000 di Michael Schumacher, così come le varie Formula 2 e Formula 3 che rappresentano la porta d’ingresso al Circus iridato. Ognuna di loro ha le sue peculiarità e, su Assetto Corsa, va guidata con rispetto e dedizione, proprio come nella realtà: in questo modo, sapranno regalarvi tanta soddisfazione e ore di divertimento. Tuttavia, il titolo Kunos Simulazioni non è stato studiato appositamente per rappresentare le peculiarità di una gara (o, più in generale, di un Campionato) di Formula 1. I veri problemi, infatti, sorgono quando si vuole tentare di far scendere in pista queste vetture una contro l’altra su un dato circuito e in determinate condizioni. Per quanto riguarda le piste, bisogna affidarsi ancora una volta a componenti di terze parti, che possono variare molto in fatto di qualità e fedeltà nella loro rappresentazione rispetto alle controparti reali. Passando alle condizioni simulate, tutto dipende dalla combinazione di auto-circuito prescelta: Assetto Corsa, purtroppo, tende a non garantire una simulazione davvero consistente quando si aumenta troppo la difficoltà in termini di velocità e aggressività dell’IA, che in tanti, troppi casi, può risultare o troppo lenta… o eccessivamente veloce, al punto da terminare la propria corsa nella ghaia o contro le barriere di protezione. L’unica soluzione in questo senso si può trovare nelle competizioni online: le monoposto su Assetto Corsa, tuttavia, sono utilizzate quasi esclusivamente nel “league racing”, per cui a meno di non impegnarsi seriamente in un Campionato vero e proprio, è molto difficile trovare dei server tradizionali dove scendere in pista con queste splendide, quanto ingiustamente poco apprezzate, vetture… Sempre che non vogliate accontentarvi del contenuto di base. RFACTOR 2: POCHI CONTENUTI MAL IMPLEMENTATI Passiamo a un altro “mostro sacro” della simulazione su quattro ruote: stiamo parlando di rFactor 2, che da sempre è apprezzatissimo per la sua fisica in-game al punto da essere utilizzato, nella sua versione professionale, da alcuni team reali nel mondo del motorsport. Il modo in cui è replicata la dinamica di flessione del telaio di una vettura, assieme al funzionamento delle gomme in ogni parte di un circuito lo rendono estremamente appetibile per tutti i puristi del settore… ma come se la cava in fatto di monoposto di Formula 1? Il contenuto originale messo a disposizione dallo Studio 397, per quanto estremamente curato e vicino alla sua controparte reale, è in realtà piuttosto scarno e ormai in circolazione da troppo tempo. La vettura più recente è la ISI Formula 2012, recentemente utilizzata nella competizione ufficiale “The Race All-Star Esport Battle”, affiancata dai modelli storici della McLaren come la M23 di James Hunt, la MP4/8 di Ayrton Senna e la MP4/13 di Mika Hakkinen. Oltre a queste, ancora una volta bisogna affidarsi ai mod di terze parti, che tuttavia su rFactor 2 sono decisamente meno curati rispetto a quelli che troviamo su Assetto Corsa. Tranne alcune eccezioni, come le F1 del 1991 realizzate dal gruppo ASR Formula, i contenuti third-party per il simulatore dello Studio 397 soffrono di alcuni problemi di implementazione, non tanto a livello di fisica di gioco (in questo, ormai, tutti hanno raggiunto uno standard qualitativo più che buono), ma piuttosto in termini di utilizzo offline. Come su AC, anche su rF2 queste mod difficilmente riescono a funzionare bene quando si tenta di effettuare una gara in singleplayer, per via di un’IA poco curata che sminuisce l’intera esperienza di guida. In questo senso, di nuovo l’unica alternativa è cimentarsi nelle competizioni online, ancora più rivolte verso il “league racing” di quelle disponibili sul rivale prodotto da Kunos. Un open server con delle F1 su rFactor 2? Un miraggio di questi tempi. IRACING: MEGLIO ORIENTARSI SULLE FORMULE MINORI Il terzo simulatore che prendiamo in considerazione è il famosissimo iRacing, apprezzato dalla community e da molti piloti professionisti per la sua consolidata struttura online, che propone gare a cadenza regolare praticamente ogni ora. Non solo, queste competizioni sono regolamentate da un safety rating che permette di correre contro avversari del proprio livello, un punto a favore che premia la correttezza e la pulizia in pista piuttosto che la foga di vincere a tutti i costi. In fatto di monoposto di Formula 1, però, iRacing non riesce ad arrivare al livello dei suoi rivali. Per la cronaca, sul simulatore americano ci sono solo quattro vetture della classe regina: le classiche Lotus 49 e 79 e le più avveniristiche Williams FW31 e McLaren MP4/30. Stop. Ben poca cosa rispetto a quanto offerto, per esempio, da Assetto Corsa. Tra l’altro, ci troviamo di fronte a contenuti (a pagamento) che è possibile utilizzare online solo da aver fatto tutta la gavetta dalla Rookie class fino alle “patenti” più prestigiose. A rincarare la dose, queste vetture sono tutt’altro che semplici da guidare: in particolare le due monoposto più moderne, nervose e poco amichevoli anche dopo aver passato ore a trovare il setup corretto. Insomma, la F1 su iRacing è tutt’altro che popolare, oltre che poco accessibile per chi è abituato a utilizzare una monoposto di questo tipo fin da subito. Al contrario, iRacing propone delle invitanti alternative in fatto di auto a ruote scoperte mettendo a disposizione, per esempio, le più semplici Dallara F3, che da qualche mese sono anche protagoniste di un Campionato dedicato a cui si può partecipare con la licenza di classe D, quella che si ottiene subito dopo aver fatto i conti con gli avversari della categoria Rookie. Si chiama “Pure Driving School Formula Sprint” ed è una serie a setup fissi che, oggigiorno, è molto popolare, nonché divertente. Oltre a ciò, iRacing porta in scena anche le Formula Renault (2.0 e 3.5), le Skip Barber Formula 2000 e le Pro Mazda, tutte monoposto con le quali è possibile correre dopo aver ottenuto la relativa licenza. Certo, le gare organizzate in questi Campionati sono molto distanti da quelle di F1, ma sta il fatto che il divertimento e la competizione in pista di cui sono capaci sono sicuramente di alto livello. RACEROOM E AUTOMOBILISTA: FOCUS SULLE EMOZIONI Gli ultimi due simulatori da noi presi in considerazione sono, da una parte, RaceRoom Racing Experience, e dall’altra il famoso Automobilista, che recentemente si è evoluto nel suo secondo capitolo chiamato AMS 2. Entrambi condividono lo stesso intento nel replicare il mondo della Formula 1: proporre alcuni dei modelli più iconici mettendoli a disposizione dei propri appassionati e facendo leva in special modo sul lato “emozionale” che deriva dalla loro guida. RaceRoom, per l’appunto, propone essenzialmente due tipi di monoposto: la Formula X17, che è una F1 del 2017, e le Formula 1 degli anni ‘90, declinate nelle varie motorizzazioni dell’epoca (V8, V10 e V12). A livello di circuiti, invece, questo simulatore (gratuito di base ma poi a pagamento a seconda dei contenuti che si vuole utilizzare) si basa sulle vetture da turismo, per cui l’ambiente in cui le monoposto disponibili devono interfacciarsi è certamente molto lontano da quello che noi conosciamo attraverso i titoli della Codemasters. Sulla stessa lunghezza d’onda si piazza Automobilista: questo simulatore sud-americano fonda le proprie origini su vetture e circuiti di stampo brasiliano, anche se tra le sue fila possiamo trovare alcune delle monoposto più gloriose della storia del Circus iridato. Tra queste le Formula Vintage e Retro, la Formula Classic degli anni ‘80, la Formula V10 del 2001, la Formula Reiza (replica dei V8 del 2013) e le più recenti Formula Extreme e Formula Ultimate, motorizzate con propulsori turbo-ibridi. Assieme a queste, il nuovo capitolo AMS 2 propone anche altri modelli, come quelli caratteristici dei primi anni ‘90, che rendono l’offerta complessiva davvero appetibile per tutti gli appassionati più nostalgici. Come RaceRoom, tuttavia, l’esperienza in pista è molto, molto diversa da quella che siamo abituati a vedere su F1 2019, che in sostanza replica in tutto e per tutto ciò che succede in un weekend di gara del Circus iridato. Aspettiamoci gare più semplici, ampiamente modificabili a seconda delle proprie preferenze ma comunque meno autentiche di quelle reali. Se però ci brillano gli occhi a vedere e sentire una F1 storica di una certa epoca, questi due simulatori possono diventare ben presto i nostri titoli preferiti. CONCLUSIONE All’inizio dell’articolo eravamo partiti con una domanda: esiste un’alternativa concreta a F1 2019 tra tutti i simulatori oggi disponibili? Credo che la risposta, a questo punto, l’avete già capita. A meno di “accontentarsi” di tutta una serie di compromessi e differenze, il titolo della Codemasters rimane ancora un caposaldo inavvicinabile in termini di fedeltà nella rappresentazione di un weekend, o più in generale, di una stagione del Circus iridato. Assetto Corsa, Automobilista e tutti gli altri riescono esclusivamente ad avvicinarsi a una rappresentazione “verosimile” della Formula 1, tramite vetture generiche che possono essere personalizzate con le apposite skin. Le competizioni che è possibile allestire, inoltre, sono altrettanto vaghe, certamente prive di tutti quegli aspetti regolamentari che solamente F1 2019, da videogioco ufficiale del Grande Circo della Velocità, è in grado di offrire. Più nello specifico, i titoli che abbiamo chiamato in causa in questo articolo sono capaci di replicare bene le sessioni di pratica con una vettura da Formula 1, le quali alla fine si traducono nel tanto amato/odiato hotlapping che, come ben sappiamo, non è vero “racing”. Quindi, a questo punto, non possiamo fare altro che rendere onore a quanto è riuscita a fare Codemasters in questi anni, regalandoci un titolo fedele alla realtà e altamente godibile da una vasta platea di piloti virtuali. I puristi del settore potranno anche storcere il naso, ma in fin dei conti questa è la pura, incontestabile, realtà.
  3. Nel mondo del karting virtuale esistono pochi titoli veramente degni di nota: Kart Racing Pro realizzato da PiBoSo, il DLC Kartsim per rFactor 2… ma anche KartKraft, progetto australiano che è stato reso pubblico in early access da novembre 2018. Un simulatore che ancora oggi è in fase di sviluppo ma che gli ultimi aggiornamenti gli hanno donato una componente molto attesa da tutti gli appassionati: il multiplayer. Fino a poco tempo fa, infatti, si potevano effettuare solamente delle prove a tempo su KartKraft, dove al massimo ci si poteva mettere alla prova battendo i propri avversari a suon di giri veloci tramite le leaderboard della modalità “time attack”. Oggi, invece, è possibile sfidarsi attraverso la modalità multigiocatore, che permette a otto piloti di incontrarsi in una singola lobby e di girare insieme come in una giornata di prove libere. KARTKRAFT: PRENDENDO SPUNTO DA IRACING L’aggiornamento che ha portato il multiplayer è arrivato da qualche settimana, dopo oltre quattro mesi di inattività. Un bel po’ per un titolo che vuole aggiudicarsi il premio di miglior simulatore kartistico in circolazione. Sta il fatto, però, che il gioco è valso la candela: una volta effettuata la registrazione “in-game”, è bastato attendere qualche giorno prima di ricevere la mail di conferma che permette di utilizzare la tanto sospirata modalità online. L’intento del Black Delta Team è stato quello di utilizzare come base di partenza il modello di iRacing, con il quale si può partecipare a una sessione in rete preventivamente registrandosi nella lista di lobby a disposizione. Il sistema utilizzato da KartKraft, per quanto molto simile a quello del simulatore americano, è stato implementato alla grande, con sessioni di gioco ogni 20 minuti. Per partecipare a una di esse è sufficiente registrare la propria presenza e attendere di essere automaticamente connessi al server dedicato… o in alternativa continuare il proprio allenamento in solitaria finché il gioco non esegua lo “switch” in questione trasportandoci sulla pista (e con il kart) di riferimento. Quest’ultima è una caratteristica veramente ben fatta, perché permette di programmare la propria attività sul simulatore senza dover attendere apposta che la sessione per la quale è stata effettuata la registrazione cominci. KARTKRAFT: STABILITÀ E FLUIDITÀ… NONOSTANTE IL PING Ovviamente il “teletrasporto” da una sessione offline a quella online non è immediato, ma richiede un certo tempo al motore di KartKraft per processare tutto ciò che è necessario per portare a termine l’operazione. Serve un po’ di pazienza, la stessa di cui ci si deve munire una volta tra i cordoli con gli altri piloti: per il momento non possiamo pretendere che scenderemo in pista con avversari al nostro stesso livello, per cui dovremo adattarci a ciò che ci viene proposto. Fortunatamente le collisioni sono disabilitate, per cui non dobbiamo preoccuparci se, per sbaglio, andremo a centrare un altro kart mentre proviamo a siglare il nostro giro più veloce. I nostri rivali, infatti, diventeranno letteralmente trasparenti quando ci andremo addosso, una scelta che può far storcere il naso ma che, onestamente, al momento rappresenta un toccasana per godersi al meglio questa esperienza. Gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi su rendere stabile e fluida l’intera architettura online, un obiettivo ampiamente centrato… nonostante il ping: i server, ovviamente, sono australiani, per cui dall’Italia aspettiamoci una latenza nell’ordine dei 150 millisecondi, se non di più. Questo, per fortuna, non influisce sulla nostra prestazione al volante, né sul ritardo nel vedere al tempo giusto e nel momento giusto un altro kart in pista. Un gran bel lavoro, non c’è che dire, che tuttavia per il momento è limitato a sessioni di 20 minuti in cui è possibile esclusivamente… girare. Niente gare o Campionati, ma solo prove libere: più o meno quello che si può fare da soli offline, ma in maniera differente. Perchè essere in pista con altre persone rappresenta sicuramente uno stimolo in più per migliorarsi, e magari per capire perché in quella curva perdiamo un decimo dal pilota più veloce. KARTKRAFT: L’X30 ORA È PIÙ REALISTICO L’ultima volta che avevamo commentato gli sviluppi di KartKraft non avevamo speso parole troppo lusinghiere… Ci sembrava molto più vicino a un gioco che a un simulatore, in grado di replicare il vero comportamento di un kart da competizione a due tempi. Gli ultimi aggiornamenti, invece, ci hanno fatto ricredere: l’X30 ora è molto più vicino alla sua controparte reale e si può guidare, finalmente, per quello che è. Se prima, per affrontare le curve, era necessario ruotare energicamente il volante come su un’automobile, oggi il monomarcia di KartKraft si comporta da vero kart, con input allo sterzo ridotti anche senza andare a toccare il setup di base. Anche il grip offerto in pista è convincente: scordatevi le gomme incollate all’asfalto di Kart Racing Pro (una delle poche pecche che ha…), perché ora l’X30 va guidato con la giusta parzializzazione del pedale dell’acceleratore in percorrenza e in uscita di curva. Sempre se non vogliamo finire in testacoda o, peggio, contro le barriere di protezione. La frenata, invece, necessita secondo noi ancora di qualche ritocco: su un kart monomarcia della categoria KF (come l’X30 di KartKraft) si frena a ruote dritte, fintanto che non si sentono le gomme posteriori che bloccano l’assale al retrotreno. Una caratteristica sapientemente riprodotta in KRP, ma che purtroppo manca sul simulatore del Black Delta Team: quando si arriva in staccata, infatti, si sente poco o nulla di quello che sta facendo il posteriore del nostro kart, che è pronto a perdere aderenza se si esagera quel tantino di più sul pedale del freno. Proprio per il fatto che, in sostanza, siamo di fronte a un telaio di tipo KF, lo stile di guida che si dovrebbe tenere su questo X30 è diverso da quello che, invece, permette la fisica di gioco. Per andare forte bisogna far perdere aderenza al retrotreno, facendolo scivolare verso l’interno curva e mantenere alti i giri motore: questo, in realtà, si faceva con i “vecchi” 100cc ad aria. Non che non sia possibile fare lo stesso nella realtà, ma sta il fatto che i piloti professionisti, in pista, guidano la categoria KF (oggi OK) in un altro modo. KARTKRAFT: IL KZ È SEMPRE UN PICCOLO DEMONIO In ogni caso, l’X30 oggi è sicuramente più realistico di quanto non lo fosse qualche mese fa. Un discorso, tuttavia, che non può essere applicato alla seconda categoria disponibile su KartKraft: la KZ2. Sostanzialmente, sembra che il kart a marce di questo simulatore sia rimasto lo stesso da quando è stato rilasciato: il suo comportamento è troppo, veramente troppo nervoso e se lo si utilizza per andare a caccia del tempo può far spazientire in fretta il suo pilota. In curva il pedale dell’acceleratore si può parzializzare ancora troppo, quando in realtà lo stile di guida di un KZ prevede un utilizzo del gas il più possibile “on-off”, mentre in staccata il freno motore che si ottiene scalando le marce è arrivato a un livello tale che, in alcuni casi, si può frenare solo con questo, senza utilizzare il tradizionale pedale che chiama in causa non solo il disco posteriore, ma anche i due anteriori. Su un KZ vero la frenata è sicuramente diversa da un monomarcia, perché i dischi all’avantreno garantiscono un potere decelerante molto superiore rispetto a quello fornito dal solo disco sull’assale posteriore. In staccata, in ogni caso, la frenata è accompagnata allo stesso tempo dalla scalata delle marce, cosa che se si prova a fare in KartKraft dà come risultato… un comportamento strano, in cui il kart si scompone per lo spostamento eccessivo e repentino della distribuzione dei pesi all’anteriore. In sostanza, per riuscire a guidare il KZ su KartKraft bisogna “dividere” le due fasi, prima frenando e poi scalando le marce dopo qualche secondo. Inoltre la stessa frenata deve essere modulata attraverso la riduzione del potere frenante nelle schermate di setup: in caso contrario, otterremo proprio il comportamento che abbiamo appena descritto, con tanto di bloccaggio delle gomme anteriori come se avessimo impresso la forza frenante necessaria sul pedale di una monoposto. Ultimo punto da “rivedere” in un aggiornamento futuro è quello dell’up-shift: per inserire la marcia successiva su un KZ vero è necessario alzare leggermente il piede dal pedale del gas e, contemporaneamente, tirare verso di sé la leva posizionata al fianco del volante. Su KartKraft questo avviene correttamente… sempre che non cominciamo ad aumentare il nostro ritmo. In questo caso, infatti, ci è capitato frequentemente di sentire il motore “impallato” al limitatore, proprio perché non è stata inserita la marcia successiva nonostante avessimo eseguito la procedura correttamente. È come fosse presente un “blocco” o una sorta di "ritardo", che interviene saltuariamente e senza una logica quando il pedale del gas non viene alzato oltre un certo livello. Sta il fatto che nelle gare reali della classe regina del karting, sia organizzate dalla Federazione che dai Campionati WSK o da quelli nazionali, nessun pilota professionista perderebbe tempo a sollevare l’acceleratore oltre il minimo necessario per innestare la marcia successiva. E per minimo intendiamo veramente… il minimo indispensabile. CONCLUSIONE A conti fatti, quindi, qual è lo stato attuale di KartKraft? Sicuramente il titolo del Black Delta Team è migliorato parecchio dall’ultima volta che l’avevamo provato: l’X30 è sicuramente più vicino al comportamento reale di un kart monomarcia, mentre il multiplayer online che è stato introdotto recentemente è un’aggiunta di grande valore. Al momento si può girare solo in regime di prove libere, ma nel prossimo futuro arriveranno sicuramente altre modalità che aumenteranno ancora di più il divertimento che è in grado di offrire questo simulatore. Per quanto riguarda il KZ… Aspettatevi il solito “demonio” a quattro ruote con cui vi eravate abituati: solo ancora più nervoso e “saltellante”. Provate a girare sull’Atlanta Motorsport Park e poi fateci sapere se non abbiamo ragione!
  4. I primi GP virtuali della MotoGP in questa pandemia scatenata dal Coronavirus si sono rivelati un successo strepitoso, come testimoniato dal numero di appassionati che hanno guardato le gare che hanno preso il via prima al Mugello e poi sul Red Bull Ring austriaco. Per questo motivo Dorna Sports ha deciso di continuare il format, organizzando per il pomeriggio di domenica 3 maggio la terza tappa della serie MotoGP eSports. Questa volta la carovana (virtuale) del Motomondiale si sposterà in Spagna, a Jerez de la Frontera, per dare vita al Red Bull Virtual Grand Prix of Spain. Un appuntamento diverso dai precedenti per due motivi: da una parte per il fatto che i piloti invitati utilizzeranno il nuovo capitolo lanciato il 23 aprile dall'italiana Milestone, vale a dire MotoGP 20, dall'altra perchè la classe regina sarà affiancata dalle due minori, Moto2 e Moto3, per cui a partire dalle 15 di domenica 3 maggio si disputeranno non una, non due... ma ben tre corse virtuali! Stavolta gli highlights delle qualifiche che anticiperanno un pomeriggio all'insegna dell'adrenalina su due ruote saranno trasmessi prima delle gare in questione, che seguiranno lo stesso time-table di un weekend reale. La prima competizione sarà quella della Moto3, seguita dalla Moto2 con cui condividerà la distanza di gara del 35%. A concludere l'evento ci penserà la MotoGP: in griglia ci saranno ben 11 piloti ufficiali, che si daranno battaglia per 13 giri sul circuito Angel Nieto di Jerez. Fan e appassionati potranno seguire le gare direttamente sul sito ufficiale motogp.com oppure sul sito dedicato esport.motogp.com, così come sulle piattaforme social di Dorna Sports relative alla MotoGP (Facebook, Twitter e Instagram). Al termine dell'evento ci sarà una conferenza stampa in cui prenderanno il microfono i protagonisti che sono arrivati per primi al traguardo: alle 17 per quanto riguarda la classe regina, alle 17:30 la Moto2 e alle 18 la Moto3. RED BULL VIRTUAL GRAND PRIX OF SPAIN: LE LINE-UP MOTOGP: Repsol Honda Team: Marc Marquez, Alex Marquez Ducati Team: Danilo Petrucci Monster Energy Yamaha MotoGP: Maverick Vinales Team Suzuki Ecstar: Alex Rins Petronas Yamaha SRT: Fabio Quartararo Pramac Racing: Francesco Bagnaia Reale Avintia Racing: Tito Rabat Red Bull KTM Tech 3: Miguel Oliveira, Iker Lecuona Aprilia Racing Team Gresini: Lorenzo Savadori MOTO2 Red Bull KTM Ajo: Jorge Martin Flexbox HP 40: Lorenzo Baldassarri Italtrans Racing Team: Enea Bastianini American Racing: Marcos Ramirez Beta Tools Speed Up: Jorge Navarro Liqui Moly Intact GP: Marcel Schrotter Aspar Team: Aron Canet Petronas Sprinta Racing: Jake Dixon NTS RW Racing GP: Bo Bendsneyder Sky Racing Team VR46: Luca Marini MOTO3 Aspar Team Gaviota: Albert Arenas Leopard Racing: Dennis Foggia SIC58 Squadra Corse: Niccolò Antonelli Kommerling Gresini Moto3: Gabriel Rodrigo Rivacold Snipers Team: Tony Arbolino Red Bull KTM Ajo: Raul Fernandez Estrella Galicia 0,0: Sergio Garcia Red Bull KTM Tech 3: Deniz Oncu Sterilgarda Max Racing Team: Alonso Lopez BOE Skull Rider Facile Energy: Ricardo Rossi
  5. L'emergenza Covid-19, scoppiata in Italia ed in Europa agli inizi di Marzo, ci ha prima frastornati, poi terrorizzati, infine resi consapevoli che solo con la responsabilità di tutti si sarebbe potuti uscire da quello che, da subito, si è rivelato come un incubo visto fino a quel momento solo nei più classici disaster movie hollywodiani. In questi ultimi giorni, finalmente, dopo quasi due mesi di grandi sacrifici, si incomincia a vedere la luce in fonda al tunnel, anche se bisognerà comunque mantenere ancora alta l'attenzione. Questo Coronavirus sarà ricordato per gli anni a venire e nei libri di storia nei modi più diversi, ma è certo che, per noi appassionati di simulazione di guida, rappresenterà sicuramente quel punto di svolta che si attendeva da un buon decennio. Sarebbe stato certamente meglio se la "svolta" si fosse innescata in modi meno drammatici, ma resta il fatto che le ultime 7 settimane si potranno senza dubbio definire come quelle che hanno cambiato la storia del simracing. Cosa è successo di cosi incredibile nel mezzo di una grande tragedia? La prima conseguenza del Covid-19 è stata quella di chiuderci tutti in casa, non solo quindi noi fans del simracing, ma anche piloti reali, scuderie motorsport ed organizzatori di eventi motoristici reali. Già dopo una settimana di lockdown, intere moltitudini di piloti assatanati ed in crisi di astinenza da pista e velocità, si sono riversati nel mondo della simulazione. In fretta e furia molti si sono dotati di postazione e volante, hanno iniziato a girare online e si sono resi conto sin dai primi giri virtuali che il simracing è si divertimento ed emozione, ma anche e soprattutto passione per il motorsport, realismo e serietà! Come dite ? Lo ripetiamo da anni che il simracing è una cosa seria ? Verissimo, ma l'esperienza negli eventi dal vivo mi ha insegnato che, purtroppo, in tanti casi, fino a quando il pilota non si mette seduto in postazione ed inizia a girare, sfracellandosi immancabilmente al primo giro, gli si possono fare tutte le raccomandazioni del mondo e gli si potranno dare tutte le indicazioni del caso, ma comunque lui penserà più o meno nella sua mente "si dai ok, è pur sempre un giochino...". Ed ogni volta la soddisfazione di vederlo schiantarsi e guardarti un istante dopo con quella faccia come dire " miseria, ma sembra la macchina vera!", non ha prezzo. In queste settimane, molti, tanti (forse tutti?) piloti reali, hanno iniziato a correre al simulatore, forse perchè non avevano altro modo per sfogare la loro passione ed il sim era l'unico modo che avevano per guidare, in tanti casi si sono chiamati fra di loro per sfidarsi ed anche i più scettici non hanno saputo resistere alla sfida lanciata da un collega. Un pilota del resto, reale o virtuale che sia, cerca sempre la competizione, la gara, la sfida e se l'unico modo per riprovare quell'adrenalina è il "volantino" davanti al monitor, sta bene anche quello, devono aver pensato in tanti. Visto poi che di tornare in pista non se ne parla prima dell'estate (se non oltre), mi sta bene anche il sim, devono aver pensato anche i più riottosi della guida virtuale. Molti hanno persino scelto la loro piattaforma preferita, come ha fatto Verstappen con iRacing per esempio e sembra che l'unico che proprio non ne voglia sapere nulla sia un certo Kimi Raikkonen! Negli ultimi 10 giorni si è poi raggiunto il delirio simulativo: dirette streaming affollate di pubblico, come quelle degli amici di Grand Prix TV, piloti di Formula 1 che fondano team esport, con lo scopo di legare reale e virtuale, altri che partecipano a gare e campionati online con delle griglie di partenza che sembrano uscire da un sogno irrazionale, un Charles Leclerc che vive ormai davanti al simulatore trasmettendo in streaming su Twitch da mattina a sera, Lando Norris che, sempre in diretta Twitch, chiama i suoi colleghi invitandoli ad unirsi a lui in pista, fino all'apoteosi raggiunta l'altro ieri... Come potete rivedere da questo divertente video realizzato dall'amico Amos Laurito, ci si trova in pista online con Assetto Corsa Competizione a sfidare un Leclerc, un Pecco Bagnaia, Antonio Fuoco e persino Valentino Rossi, con i simdrivers che danno consigli e fanno persino da coach! Riguardatelo un paio di volte, non è un sogno. I piloti reali sono stati i primi a tuffarsi nel simracing, ma non sono stati gli unici. Gli organizzatori di motorsport hanno infatti capito subito che la simulazione era da sfruttare e non poco, sia per poter dare comunque uno spettacolo "motoristico" ai propri fans e spettatori, a digiuno di motori, ma anche (ed in alcuni casi forse soprattutto...) per accontentare sponsor e partner, che rischiavano di vedere polverizzati gli investimenti fatti ad inizio anno per un motorsport che non poteva accendere i motori. Non importa se virtuale o reale, la pubblicità ragazzi è sempre pubblicità, anzi quella simulata permette persino di andare ad interessare un pubblico totalmente nuovo! I primi a muoversi sono stati gli americani, anche in tandem con iRacing, che in ambito business simulato e pubblicità sono senza dubbio maestri: via quindi a Nascar, Indycar, eventi virtuali trasmessi sui principali network televisivi, gare e campionati in diretta con griglie di partenza da far venire i capelli bianchi... Sognavamo cose del genere da venti anni, le abbiamo avute tutte insieme nelle ultime 4 settimane, tanto da riempire ed ingrassare a dismisura la sezione champs & races di DrivingItalia ! In contemporanea si è mossa persino la Formula 1, all'inizio in modo decisamente maldestro, poi migliorando a poco a poco. La SRO, rinviando anche lei in avanti l'inizio degli spettacolari campionati del GT World Challenge, ha lanciato il campionato virtuale SRO E-Sport con Assetto Corsa Competizione che, tra i piloti reali e virtuali al top che saranno in pista, garantirà sicuramente uno spettacolo almeno pari a quello delle possenti e rombanti GT3 da pista. Il TCR Series ha addirittura deciso di trasformare il suo campionato TCR Europe in una versione totalmente virtuale, mandando in pista tutti i suoi piloti reali e mettendo a disposizione bonus da sfruttare poi nel campionato reale, quando si tornerà in pista! Di fatto oggi non esiste campionato motorsport che non abbia la sua controparte virtuale. Da sottolineare anche il fatto che non solo piloti e promoter si stanno dando terribilmente da fare, anche team, tecnici ed ingegneri sono scesi in pista virtuale: le scuderie premono per far partecipare i propri piloti agli eventi online, i team manager si danno da fare per trovare le migliori sistemazioni possibili, le livree delle vetture vengono realizzate anche in versione virtuale e persino i tecnici e gli ingegneri dei team sono passati dai muretti degli autodromi alle cuffie collegate al PC per sorbirsi le lamentele dei propri piloti ed intervenire a sistemare i setup delle vetture. Anche loro lo hanno dovuto ammettere alla fine: è proprio come la realtà! Sembra poi incredibile che alcuni team, non potendo farlo in pista o in presentazioni stampa super affollate, scelgono proprio il simulatore per presentare la livrea della loro vettura, per di più in anteprima. Come ha fatto per esempio in Assetto Corsa Competizione la scuderia Tempesta Racing: Concludiamo questo sogno simulativo con due parole sul mondo televisivo. Ovviamente tutte le televisioni ed i vari canali, con palinsesti senza più motori da troppo tempo, si sono lanciate come avvoltoi sul simracing. Negli USA sono stati i primi a crederci, trattando il simracing allo stesso modo del motorsport reale, facendo anche investimenti milionari sul settore, per offrire il miglior show possibile. Anche nella vecchia Europa e persino in Italia, hanno iniziato a muoversi ultimamente, con Sky Italia alla quale al momento si può solo contestare di non averci mostrato ancora la Masolin, in una delle tante live da simulatore degli ultimi giorni... Una menzione particolare la merita senza dubbio il progetto Sim-Racing.TV, lanciato da Riccardo Scarlato proprio negli ultimi giorni, che non solo porterà il simracing in prima serata su un canale nazionale in chiaro e seguitissimo come Sportitalia, ma metterà a disposizione dei piloti in pista la possibilità di vincere premi in denaro! Non preoccupiamoci, infine, per quando l'emergenza sarà finalmente finita e si potrà di nuovo uscire di casa, perchè centri di simulazione come i Driving Simulation Center, stanno già lucidando e preparando i simulatori dinamici: la passione per il simracing è ormai esplosa, andremo a sfogarla in compagnia, non solo perchè potremo imparare tanto di più, ma anche perchè avere li di fianco il pilota che batti all'ultima curva è un'emozione più grande della vittoria stessa! Direi che posso chiudere qui, un articolo scritto di getto, di emozione, anche perchè ragazzi sono esattamente 20 anni che io e voi ci CREDIAMO a questo simracing ed in questi giorni vivo costantemente nella paura di svegliarmi.... Nel dubbio mi sono raccomandato con mia moglie: se mi vedi agitarmi nel sonno, girati dall'altra parte!
  6. Non solo competizioni su asfalto: in questo periodo di quarantena forzata il mondo del simracing sta conoscendo il suo momento d’oro, contraddistinto per lo più da competizioni su pista tra Formula 1 e vetture GT. Fortunatamente c’è chi ha pensato anche agli appassionati del tassellato, visto che prossimamente scatterà la controporta “virtuale” della famosissima Targa Florio. Chiamata Targa Florio Rally eSport, si tratta di un’iniziativa nata grazie al Targa Racing Club, in collaborazione con l’Automobil Club Palermo, che prenderà vita dal 3 al 10 maggio su DIRT Rally 2.0, videogioco ufficiale prodotto da Codemasters e disponibile per PC, Xbox-One e PS4. Anche in questo caso, gli organizzatori si sono rimboccati le maniche per garantire agli appassionati e a tutti i piloti interessati di scendere in pista ugualmente, visto che l’evento reale, previsto per il prossimo 7-9 maggio, è stato prontamente rinviato a causa dell’emergenza Coronavirus. Grazie alla Targa Florio Rally eSport, invece, tutti i fan del mondo tassellato potranno rivivere le magiche emozioni della “Cursa”, che avrà un programma di gara basato su due tappe con 15 prove speciali e 130 km competitivi. Come partecipare? Basta accedere alla sezione “Clubs” del sito ufficiale di DIRT Rally 2.0 e cercare il Campionato relativo alla classe in cui si vuole partecipare (R5, R2, R-GT e Gr.A). Di conseguenza si potranno trovare i Campionati "TRGA FLORIO R5" (https://tinyurl.com/Targa-R5), "TRGA FLORIO R2" (https://tinyurl.com/Targa-R2), “TRGA FLORIO RGT” (https://tinyurl.com/Targa-RGT) e “TRGA FLORIO GrA” (https://tinyurl.com/Targa-GrA). Una volta selezionata la categoria dove si vuole correre, la propria richiesta sarà “in attesa di approvazione”, perché l’ultimo passo da effettuare sarà quello di inviare una mail all’organizzazione di questa serie eSport. Per l’appunto, bisognerà scrivere a questo indirizzo indicando il proprio ID (cioè il nome utilizzato in DIRT Rally 2.0), la vettura con cui si intende partecipare, la classe dell’auto e il nome del team in cui si è coinvolti (opzionale). A questo punto sarà sufficiente aspettare la conferma, con la quale si potrà finalmente scendere in pista. La procedura di partecipazione sarà aperta dalle ore 9 del 25 aprile alle ore 18 del 2 maggio: correte a iscrivervi!
  7. Tutti noi ci siamo passati: quando abbiamo iniziato la nostra avventura nel simracing abbiamo scelto la nostra vettura e il nostro circuito preferiti e abbiamo, semplicemente, cominciato a girare. Ci abbiamo preso gusto, non solo per le sensazioni ricevute dalla nostra postazione composta da volante e pedaliera, ma anche per il fatto che, giro dopo giro, i nostri tempi hanno iniziato a scendere progressivamente. Girare così, però, dopo un po’ stufa… Per cui abbiamo provato a fare qualche gara contro l’intelligenza artificiale: a seconda del titolo utilizzato la nostra esperienza è stata più o meno gratificante, passando dai dubbi esistenziali del perché l’IA di Assetto Corsa debba andare nella sabbia o contro il guardrail dopo solo due curve… alla frustrazione più assoluta nei confronti degli avversari con cui abbiamo avuto a che fare su F1 2019, che a tutti gli effetti ci hanno “bastonato” fin dal nostro esordio nella modalità carriera. Quest’ultimo titolo, forse, è il più autentico tra tutti quelli disponibili oggi, non solo per l’esperienza che sa regalare durante le 10 stagioni da pilota di Formula 1, ma anche per un IA convincente, veloce ed aggressiva sotto tutti i punti di vista. Niente, in confronto, tuttavia a quello che si può sperimentare quando si gareggia online contro avversari veri. In questo iRacing è, ad oggi, imbattibile, grazie alla sua struttura multiplayer con gare praticamente ogni ora. Assetto Corsa, tuttavia, rappresenta una valida alternativa, che ci sentiamo di consigliare a tutti quei piloti che vogliono immedesimarsi in un vero pilota da corsa virtuale… senza investire un patrimonio in auto e circuiti. Ma come si fa a gareggiare online sul titolo prodotto da Kunos Simulazioni? Ve lo spieghiamo in questa guida! ASSETTO CORSA: UTILIZZARE IL SOFTWARE PRINCIPALE Il modo più semplice per scendere in pista con avversari in carne ed ossa è quello di utilizzare direttamente il launcher originale di Assetto Corsa. Dalla schermata principale dovremo selezionare “Guida” tra le icone di sinistra e poi “Online” dal menu in alto: in questo modo si aprirà una lista che contiene tutti i server attualmente disponibili sul titolo Kunos Simulazioni. Al primo refresh della lista in questione troverete i server in “ordine sparso”, per cui la prima cosa da fare è quella di ordinarli a seconda del numero di piloti presenti in ciascuno di esso, preferibilmente in ordine decrescente (cioè dal server più “pieno” a tutti quelli vuoti). A questo punto non vi resta altro da fare che scegliere quello che più vi piace: cliccando su di esso si aprirà un piccolo menu contestuale che conterrà i dati del server stesso, tra cui il circuito dove si sta correndo e le vetture disponibili, racchiuse in una piccola lista sulla destra. Qui potrete scegliere la vostra preferita tra quelle ancora lasciate libere dagli altri piloti, in base al numero totale di simdrivers attualmente presenti sul server. Una volta selezionata, vi basterà cliccare sul pulsante “Join” sulla destra… e scendere in pista. Prima di fare ciò, tuttavia, vogliamo darvi alcuni consigli: per trovare il server che più fa per voi potete “filtrare” la lista server con una serie di pulsanti posizionati poco sopra la lista stessa. Potrete includere (o escludere) tutti i server che non richiedono una password per entrarvi, così come quelli attualmente pieni o vuoti. Inoltre potete visualizzare la lista a seconda del nome del server, del circuito o della vettura che volete utilizzare. Se avete già le idee ben chiare su dove volete correre e con quale automobile gareggiare, vi basterà giocare un po’ con le possibilità che vi dà Assetto Corsa per trovare quello che veramente fa per voi. ASSETTO CORSA: CONTENT MANAGER, L’ALTERNATIVA COMODA E VELOCE Se vi sembra troppo “macchinoso” aprire ogni volta Steam e Assetto Corsa per raggiungere la lista dei server online, allora forse potrebbe fare al caso vostro un programmino davvero leggero e interessante, che funziona da “launcher” alternativo per il titolo Kunos Simulazioni. Stiamo parlando del famosissimo Content Manager, un’applicazione scaricabile da questo indirizzo che vi aiuterà a scendere in pista nel più breve tempo possibile. Una volta scaricato il pacchetto e posizionato sul desktop del vostro PC, non dovrete fare altro che eseguirlo, indicare il vostro username e il vostro SteamID, che nella maggior parte dei casi sarà già presente se, nel frattempo, avete mantenuto aperto Steam in background. Questo piccolo software, in sintesi, fa quello che fa Assetto Corsa, ma in maniera più veloce e immediata. Tramite le sue schermate avrete la possibilità di selezionare i vostri circuiti e le vostre piste con un solo click del mouse, riducendo drasticamente i tempi di caricamento e massimizzando la vostra esperienza al volante. Per quanto riguarda l’online, anche in questo caso vi basterà selezionare la relativa scheda dalla schermata principale, che vi darà una lista da “filtrare” a seconda delle vostre preferenze. Rispetto al software originale, il Content Manager è anche in grado di regolare i server da visualizzare a seconda del contenuto attualmente in vostro possesso, DLC compresi. Una grande comodità, non solo per “smaltire” un po’ di server vuoti che possono dare fastidio, ma anche per trovare quel server particolare nel quale mettere alla prova le vostre abilità da pilota. ASSETTO CORSA: IL PORTALE JUSTRACE.NET Sulla falsariga della lista server interna di Assetto Corsa, esiste anche un sito internet dove vedere tutte le gare online disponibili attualmente sul titolo Kunos Simulazioni. Vi basterà collegarvi a questo indirizzo e troverete praticamente la stessa cosa che abbiamo visto in precedenza, solo integrata nel vostro browser internet. Questa, in realtà, è la porta d’accesso a un servizio molto interessante di corse online chiamato, come potete immaginare, Just Race. Inizialmente ideato per rFactor 2, Automobilista e RaceRoom, oggi è arrivato anche per Assetto Corsa e vi offrirà la possibilità di connettervi a server dedicati in base al vostro livello di abilità che avete accumulato in multiplayer. Come fare per utilizzarlo? Innanzitutto dove creare un vostro account a questo indirizzo, dopodichè, una volta effettuato l’accesso al servizio online, dovete collegare il vostro account Steam al portale. Successivamente dovete scaricare e installare il Client dedicato, che fornirà un collegamento tra Assetto Corsa e il servizio in questione. Fatto ciò, siete pronti per correre. A questo punto nella schermata principale dovete scegliere “Smart Match Maker”, selezionare il simulatore Assetto Corsa e, nella lista che si presenterà a schermo, il server che più vi piace. Prima di effettuare la registrazione alla sessione in pista, ricordatevi di selezionare la vettura con cui correrete, oltre a dare un’occhiata al format della gara in questione. Per ogni altro dubbio, date un’occhiata a questo video che, in fatto di registrazione online, vi darà sicuramente una mano in più per effettuare tutto correttamente. ASSETTO CORSA: SIMRACINGSYSTEM, IN STILE iRACING L’ultima alternativa per correre online con Assetto Corsa sfrutta il ben conosciuto SimRacingSystem, un portale che è stato creato ad immagine e somiglianza di quanto offerto da iRacing. Nei server tradizionali, infatti, non sempre si riescono a trovare avversari corretti e pronti a battagliare in pista come si farebbe nella realtà… Per questo motivo è nato l’SRS, che basa la sua attività su una serie di competizioni scelte sulla base di alcuni tra i contenuti più apprezzati dalla community di Assetto Corsa. Ma non è tutto, perché il SimRacingSystem offre tutte le sue gare in base al livello di abilità di ogni singolo pilota, determinato da un sistema di rating che va a comporsi a seconda dei risultati ottenuti in pista. Se siete alle prime armi, gareggerete con simdrivers simili a voi, quindi non abbiate timore di trovare i cosiddetti “alieni della guida simulata” già la prima volta che vi cimenterete in questa nuova avventura! A questo punto, come fare ad utilizzare il SimRacingSystem? Vi basterà collegarvi al sito ufficiale ed effettuare la registrazione. Successivamente dovrete scaricare l’app dedicata, da copiare nella cartella principale di Assetto Corsa e, poi, da attivare nella schermata delle opzioni generali del simulatore. A questo punto comparirà un’ulteriore icona tra quelle tradizionalmente posizionate a sinistra, appunto relativa all’SRS. Cliccandoci sopra, vi comparirà una lista delle competizioni attualmente disponibili, che in alcuni casi si tengono anche a distanza di ogni ora. Come partecipare? Vi basterà effettuare la registrazione alla gara in questione ed aspettare il via all’ora prestabilita. Per il resto, tutto funzionerà proprio come una normale competizione online, con la differenza che sarà tutto molto, ma molto più divertente! ASSETTO CORSA: IL SITO DI RIFERIMENTO PER IL LEAGUE RACING Fino a questo punto vi abbiamo proposto due modi per correre online nei server tradizionali e due modalità per gareggiare in maniera “più seria”, in base alle vostre capacità. Se, invece, siete dei piloti già navigati e volete cimentarvi nel “league racing”, allora ci sentiamo di consigliarvi innanzitutto questo sito web, che in sostanza raccoglie tutti i principali Campionati attualmente attivi su Assetto Corsa. Se questo non vi basta, allora collegatevi a questo indirizzo: si tratta di un sito internet che raccoglie tutte le principali competizioni su base “Campionato” al momento disponibili, non solo per Assetto Corsa ma anche per tanti altri simulatori, come rFactor 2 e Automobilista. Per finire, ecco l’ultimo link che vale la pena da tenere sott’occhio: si tratta del gruppo pubblico “Assetto Corsa & Competizione League Central”, che raccoglie su Facebook tutte le principali novità di Kunos Simulazioni in fatto di Campionati online. Detto questo… non vi resta che far vedere di che pasta siete fatti: ci vediamo in pista!
  8. In un momento di grande fermento per il gaming online e per il sim driving, nasce un campionato dedicato a tutti gli appassionati che vogliono cimentarsi con una nuova sfida. Sim-Racing.TV è infatti il campionato ideato ed organizzato da Riccardo Scarlato, che prevede per la prima volta l’assegnazione di un montepremi per i partecipanti. Il presentatore e conduttore televisivo milanese, dopo oltre 16 anni spesi nel mondo del motorsport con i progetti GO-KARTv e ON-RACE TV che sono approdati da un lustro sull’emittente nazionale Sportitalia, pur continuando a mantenere un fitto circuito di distribuzione locale, ha deciso di lanciarsi anche in questo nuovo ambizioso progetto. Online infatti si è riversata la stragrande maggioranza di appassionati ed anche di piloti reali che hanno potuto mettersi a confronto, concetto su cui si basa anche Sim-Racing.TV che offrirà una piattaforma di facile accesso, permettendo di guidare, di sfidarsi e divertirsi in questo lungo periodo di isolamento. Ma non solo, perché l’idea è quella di avere continuità nel tempo anche quando le competizioni tradizionali ripartiranno, costruendosi uno spazio importante nel mondo della guida virtuale, grazie al supporto della messa in onda televisiva nazionale, con un montepremi reale. Tutte le corse del campionato Sim-Racing.TV saranno infatti trasmesse su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre o in streaming, un valore aggiunto che nessun’altra serie può vantare. DrivingItalia.NET partner di Sim-Racing.TV Il gaming online e il sim driving stanno vivendo un momento di grande entusiasmo a livello globale, che ha portato ad una crescita esponenziale delle le corse virtuali durante gli ultimi mesi. È in questo contesto che nasce Sim-Racing.TV, campionato ideato ed organizzato da Riccardo Scarlato in collaborazione con DrivingItalia.NET Nato nel lontano 1999, DrivingItalia.NET è un portale italiano dedicato alla guida virtuale, capace di affermarsi nel corso degli anni come punto di riferimento per tutti gli appassionati di sim racing a livello europeo. Notizie giornaliere, articoli, una ricca sezione di download gratuiti e un forum attivo ed aperto ad ogni genere di discussione hanno contribuito alla crescita del portale, che vanta una delle più attive ed attente redazioni nel proprio settore. DrivingItalia.NET, inoltre, mette a disposizione una moderna infrastruttura di rete con server dedicati a gare e tornei pensati per ogni categoria di giocatori, dai neofiti ai piloti virtuali più esperti. Proprio ai server e all’assistenza di DrivingItalia.NET si appoggerà Sim-Racing.TV. La collaborazione tra ON-RACE TV e DrivingItalia.NET è iniziata con la #iorestoacasa Cup, gara di beneficienza i cui proventi sono stati interamente devoluti all’ospedale San Gerardo di Monza. Riccardo Scarlato ha quindi già potuto constatare la professionalità del proprio partner, che ha messo a disposizione la propria ventennale esperienza nell’ambito delle corse virtuali Sim-Racing.TV è nata per essere una piattaforma di facile accesso, che permetta agli appassionati e ai piloti reali sbarcati online, di guidare e divertirsi in questo lungo periodo di isolamento e non solo. L’obiettivo è quello di crearsi uno spazio importante nel mondo del sim racing, rimanendo attiva anche quando le competizioni tradizionali riapriranno i battenti, grazie alla copertura televisiva su scala nazionale e al montepremi reale. In occasione del tradizionale appuntamento di GO-KARTv e ON-RACE TV, Riccardo Scarlato fornirà ulteriori dettagli ed informazioni, utilizzando la copertura televisiva come canale ufficiale di informazione per Sim-RacingTV. Tutte le corse del campionato Sim-Racing.TV saranno infatti trasmesse su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre o in streaming, un valore aggiunto che nessun’altra serie può vantare. Ulteriori dettagli seguiranno nelle prossime settimane. [Comunicato stampa On-race TV]
  9. Oggi scriverò un articolo diverso. E lo scriverò in prima persona. Nella mia carriera di pilota virtuale non ho fatto tantissime gare: tra le competizioni più importanti ho partecipato alla prima edizione del World’s Fastest Gamer, del McLaren Shadow (qualificandomi per due eventi su tre) e recentemente del Karting eSports Championship. Sono un appassionato di motori e corse, adoro i go-kart e le monoposto. In realtà, nel corso del tempo ho cercato più che altro di sfruttare il simracing per affinare le mie capacità di pilota e la mia concentrazione dietro al volante, in tutte quelle occasioni che non sono realmente in pista. Perchè in garage ho un KZ a marce, acquistato con mille sacrifici e che mi manca tanto, troppo. Almeno finché non guardo il cronometro. Ma torniamo a noi. Di recente ho voluto rimettermi in gioco partecipando al Karting eSports Championship su rF2: partito con l’entusiasmo a mille, ho iniziato a girare a Buckmore Park per passare la prima fase di qualificazione, basata sul famigerato “hotlapping” a suon di millesimi di secondo. E qua ho capito che prima o poi un articolo così l’avrei scritto, per elencare tutti i problemi attuali del mondo eSport a quattro ruote. QUANDO TUTTO SI RIDUCE A UNA PROVA IN STILE “GUITAR HERO”… Il primo problema della guida simulata che ho riscontrato si è manifestato proprio nella prima sfida che ho dovuto affrontare. Quattro giorni di hotlapping per far segnare il miglior tempo in assoluto e qualificarsi nei primi 60 piloti che avrebbe avuto accesso alle Semi-Finali sul circuito di Glan-Y-Gors. Già dopo la prima ora ero stufo da una parte… e indiavolato dall’altra. Tra l’altro, sapete benissimo che un X30 monomarcia ha solamente un freno dietro… quindi per andare il più veloce possibile ho praticamente annullato il fenomeno del bloccaggio dell’assale posteriore, calibrando il pedale del freno con una forza frenante da Formula 1. Il risultato? In curva il mio kart rimaneva molto più stabile e potevo utilizzare il trail braking come niente fosse fino all’apice della curva. Realistico? Neanche per idea: su un monomarcia si frena diversamente. Praticamente ho snaturato il comportamento di un kart, pur di andare veloce. Tra l’altro, passando nella chicane centrale del circuito tagliandola tranquillamente in entrata… perché rFactor 2, non si sa perché, non è stato in grado di rilevare questa traiettoria come un “cut track”. Splendido, vero? Alla fine, con un tempo di 37’’998 mi sono qualificato 48esimo, ma questa prima prova mi ha lasciato un bel po’ di amaro in bocca. Rispetto ai tempi del WFG e del McLaren Shadow, niente è cambiato. Chi ha il miglior hardware, ovviamente, ha quei due-tre decimi di secondo garantiti su tutti coloro che si sono arrangiati con un G29 attaccato alla scrivania, ma in ogni caso una fase di hotlapping spalmata su più giorni si traduce in… continuare a girare in tondo all’infinito sperando che, su 100 giri, almeno uno riesca bene e permetta di migliorare il proprio best lap. Avete presente i giocatori di Guitar Hero che si dilettano nel fare record su record con delle combo pazzesche? Ecco, siamo di fronte più o meno alla stessa cosa. Anche loro passano le ore a provare, provare e provare ancora, sperimentando fasi mentali che vanno dall’entusiasmo iniziale alla noia mortale, per terminare nella frustrazione più assoluta che può sfociare in un odio profondo verso quello che si sta facendo. Tornando a noi… ma la guida virtuale non dovrebbe essere, sulla carta, una simulazione di ciò che si fa in realtà? In una pista vera, quando ci sono le qualifiche, si hanno a disposizione due, tre giri quando va bene, esclusi quelli di in-lap e di out-lap. E quei tre giri si fanno in apnea. Sempre a seconda di quanto le gomme riescono a rendere in termini di massima prestazione possibile. Non si pensa, non si ha il tempo, anche perché così facendo perdi decimi preziosi e, nel caso peggiore, puoi arrivare all’errore. Si diventa un tutt’uno con il proprio mezzo da corsa. Si usano i sensi che ci ha dato Madre Natura, ci si connette con il proprio Io interiore che vuole correre, sempre più veloce. Questo, di fronte a una prova di simracing del genere, ti dà una mano i primi dieci minuti. Poi si stufa anche lui. Ah già, dimenticavo! La fase di hotlapping in questione è stata settata senza il consumo di carburante, così ci è stata data la possibilità di girare con il minimo sindacale senza preoccuparci minimamente di finire la benzina. Il tyre wear, invece, è rimasto attivo, ma con le gomme di questo X30 virtuale si può girare praticamente senza limiti prima di intravedere un minimo di degrado in termini di prestazione. Mah… LE GARE SI VINCONO ALLA PRIMA CURVA. O FORSE NO… Un po’ a sorpresa, quindi, sono riuscito a passare alle Semi-Finali. Sì, perché in realtà ho girato solamente un pomeriggio: quando mi sono accorto di quanto era irrealistico quello che stavo facendo, ho mollato lì. Poi, però, ecco la mail per la gara a Glan-Y-Gors. Va bene, sono in ballo, corriamo. La pista, tuttavia, è una di quelle che non mi piacciono. Comincio a girare sui server dedicati, allungo il rapporto dell’X30 a sfinimento e alla fine, poco prima dell’inizio dell’evento, comincio a intravedere un barlume di speranza di poter essere, finalmente, competitivo. Sono lontano solo mezzo secondo dai più veloci e correrò nella Semi-Finale C. Mi qualifico al settimo posto: se riesco ad arrivare sesto, rientro nei sei posti disponibili per la Finale al Paul Fletcher International. Vale la pena provare, dai. Prima di partire mi faccio il segno della croce. No, non imito Ayrton Senna, ma in quelle poche gare che ho fatto nella mia vita il primo giro è sempre stato un calvario. Questa volta, invece, tutto sembra filare tranquillamente. Trovo il mio ritmo e sono a un passo dal scavalcare il sesto classificato per andare a prendermi la qualificazione. Nella parte finale del circuito il mio avversario mi frena davanti e io lo tocco: perdo terreno, un altro pilota mi scavalca e… volano i Santi. Ora sono ottavo, ma stavolta il destino decide di farmi un regalo: i due davanti a me commettono un errore e vanno a muro, e io mi involo verso il sesto posto assoluto al traguardo. Ce l’ho fatta! In realtà è stata anche una bella gara… chissà come sarà a PFI! L’avessi mai detto… Qui comincio a fare un po’ di setup e, cercando di guidare il più pulito possibile, riesco a centrare costantemente un tempo che, idealmente, mi metterebbe in lizza per la Top 5. Mi sento motivato, sono pronto per le qualifiche. Ma non si sa il perché, rispetto alla gara a Glan-Y-Gors, vengono disputate non in “sede separata”, cioè ogni pilota per conto suo… ma tutti assieme! Venti piloti in un kartodromo che tentano l’assalto al tempo in otto minuti. Non mi è mai successo. Ci provo, ma guido male e partirò dalla nona casella. Il tempo? 56’’810, ma potevo tirare giù almeno un decimo e mezzo. In gara mi gioco il tutto per tutto: si fa per dire perché, onestamente, sul podio non ci sarei comunque arrivato, in ogni caso. Si spengono i semafori rossi e cerco di stare attento agli altri piloti in pista, lasciando il giusto spazio senza cercare il contatto. Ma nelle prime due curve tocco il cordolo e, di rimbalzo, finisco contro il kart rosso alla mia destra. Disastro assoluto. Riesco a proseguire, ma capisco che sono stato io a commettere l’errore. Rallento, mi sento colpevole. Gli altri, intanto, continuano a gareggiare come niente fosse successo. Ovviamente i danni sono disabilitati. Così facendo creo più casino che altro. Mi tocco ancora un paio di volte, passo vicino ai box e mi verrebbe da ritirarmi… Ma perché scusa? Qui entra in gioco il mio ego, che mi fa ripartire incurante di chiunque stia in pista in quel momento. Comincio a battagliare: gestisco il mio ego e rispetto comunque i miei avversari, ma il bello è che sono loro a non rispettare me. Entrano dentro in curva come non ci fosse un domani, mi spingono, mi fanno sbagliare. I miei errori non sono finiti qui e tra escursioni nell’erba e lunghi in staccata, sono solamente 11esimo. Provo qualche attacco, sorpassando nella maniera più corretta possibile, ma la manovra mi viene restituita con una serie di sportellate che a momenti avrebbero potuto porre fine, stavolta definitivamente, alla mia corsa. Ora davanti a me ho un paio di avversari che mi bloccano. Mi prendo due, tre giri per studiarli. Provo ad attaccare il primo quando ormai il mio kart è davanti al suo, ritardo la frenata ma lui, non si sa come, riesce ad entrare più forte, mi chiude la traiettoria e… ci manca poco che mi giro e vado a muro. Recupero ancora, mi rifaccio sotto. Mancano tre giri. Finalmente i due davanti a me commettono degli errori, che mi permettono di scalzarli senza troppi problemi. Sono nono, manca un giro e mezzo. Aumento il ritmo e sotto il traguardo passo a meno di un secondo dall’ottavo classificato. Dalla rabbia, dalla delusione e dallo sconforto chiudo la mia corsa in retromarcia sotto la bandiera a scacchi. Meno male è finita. COSA NON HA FUNZIONATO? Questa è stata la mia esperienza nella prima edizione del Karting eSports Championship, che in fin dei conti ha riproposto tutto quanto avevo già visto nelle gare a cui ho partecipato in questi anni. Tralasciando la parte di hotlapping che abbiamo già affrontato, posso dire che in questa competizione il rispetto dell’avversario è stata una delle gravi mancanze che si sono notate in pista. D’altronde, quando un pilota vuole vincere, ci prova a tutti i costi. Anche a discapito degli altri? Certamente. Nel simracing è concesso. Tanto al limite chiedi scusa e, nei casi più eccezionali, ti danno una squalifica, che vuoi che sia. Io ho corso proprio come avrei fatto nella realtà: ho sbagliato, soprattutto ad inizio gara, non ci sono dubbi. Ma poi ho lasciato sfilare quei piloti che ho danneggiato, tentando infine di ricostruire la mia gara. Ad un certo punto ho dovuto tirare fuori un po’ di coraggio, perché sinceramente le mille sportellate che ho ricevuto mi hanno fatto capire che in questo mondo, come nella vita, “o mangi, o vieni mangiato”. Nel motorsport reale è la stessa cosa, ma almeno lì i piloti hanno un po’ di buonsenso. Capiscono quando c’è la possibilità di effettuare un sorpasso senza rovinare la gara del proprio avversario. Capiscono quando una manovra ha un senso oppure no. Ma soprattutto, non cercano a tutti i costi di ostacolarti speronandoti per farti uscire di pista. Magari a PFI gli avversari contro cui ho corso non l’hanno fatto di proposito, ma questa è un’eventualità a cui ci credo poco. Forse questi comportamenti sono dovuti alla consistenza ancora acerba di questo Campionato? Mah, con il sostegno di Motorsport UK, Motorsport Games e il British Karting Championship, sinceramente non ci sono scuse che tengano. Come nella fase di qualificazione, anche in gara nessun consumo di carburante e danni disattivati. Una gara ideale, insomma. E di nuovo, dover farmi piacere quel comportamento dell’X30 tutt’altro che realistico, pur di farlo correre il più velocemente possibile. Forse per un gamer o per un pilota virtuale che non ha mai provato realmente questi piccoli missili a quattro ruote l’intero Campionato è stato divertente… ma non per me. Tante cose non hanno funzionato, tra le quali anche un sistema di detection dei tagli della pista che si attivava praticamente quando voleva lui. Ciò che mi ha deluso di più, tuttavia, è stata la condotta irrispettosa di coloro con cui ho avuto a che fare, quasi fosse una semplice garetta online in uno dei tanti server pubblici di rFactor 2 o di Assetto Corsa. Già tanto che non si è palesato il solito “fenomeno” impazzito che ti centra di proposito, giusto perché gli va di fare così… CONCLUSIONE L’avevo detto che quest’articolo sarebbe stato diverso. Anche stavolta mi sono messo in gioco e, a momenti, ne sono uscito peggio di come sono partito. Nel mezzo qualche spiraglio di luce l’ho visto, forse dato dal fatto che, con il giusto impegno e determinazione, si può arrivare a competere anche a un livello parecchio elevato nonostante un equipaggiamento tutt’altro che al top. Complessivamente, però, mi sarei aspettato una maggiore professionalità da parte di tutti coloro che hanno partecipato a una competizione di questo tipo. Se volevo fare gli autoscontri, avrei giocato a Wreckfest. Ma sono un pilota, per cui è normale che io abbia cercato di vivere l’intera faccenda nella maniera più seria possibile. Tuttavia, ho avuto a che fare con degli avversari che, forse, sono ben più giovani di me e hanno preferito divertirsi piuttosto che… allenarsi. Sì, perché per me è stato un allenamento, come al solito. Ma forse dovrei ricredermi. Guardare insistentemente la delta bar giro dopo giro durante la fase di hotlapping non esiste nella realtà, così come effettuare una standing start su un kart X30 monomarcia che, di solito, inizia una gara in modalità partenza lanciata (rolling start). Per non parlare del “racecraft”: avessi corso nella realtà come ho fatto a PFI, avrei rotto il telaio almeno 5-6 volte. Per non parlare delle migliaia di danni e di insulti contro i miei avversari che avrei dovuto affrontare una volta tornato ai box. Forse avrei dovuto vivere l’intera faccenda con più spensieratezza, ma non è il mio stile. Probabilmente sarò l’unico a pensare così nel mondo della guida virtuale, ma non mi interessa. Allora mi faccio una domanda: mi è servito il simracing fino a questo momento? Ni. Fare una cosa perché ti serve a farne un’altra va bene fino a un certo punto. Poi ti accorgi che, in realtà, sei solamente davanti a uno schermo che ti arrabbi, insulti tutti e giri un volante da solo nella tua camera… e fondamentalmente sei fermo sulla tua sedia. Non in pista. In ogni caso, con questo articolo mi piacerebbe che il simracing ad alto livello, quello che viene praticato come eSport, cambiasse radicalmente faccia. Un conto è prendere parte a un Campionato amatoriale, un altro è partecipare a una competizione come questa, che certamente ha avuto una discreta importanza visto che ha ricevuto il sostegno della divisione Motorsport Games e del British Karting Championship. Vi sembra un deja vu? Avete fatto centro: quanto accaduto è già successo nella prima gara ufficiale organizzata dalla Formula 1 in Bahrain qualche settimana fa. Chissà adesso cosa succederà...
  10. La prossima edizione del World's Fastest Gamer è pronta ad aprire le danze: dopo le prime due iterazioni che hanno incoronato vincitori rispettivamente Rudy van Buren e James Baldwin, il concorso indetto dalla McLaren e creato per scovare i più veloci talenti del simracing sta per accendere i motori ancora una volta, mettendo in palio un'opportunità da 1 milione di dollari per fare il grande salto dal mondo virtuale al motorsport reale. Come è stato per le prime due edizioni, anche il WFG3 sarà composto da più fasi di qualificazione, che toccheranno più software sia su PC che su altri dispositivi. Tra questi il primo che si potrà utilizzare per conquistare la propria chance è Gear.Club, un videogioco sviluppato da Torque Esports in collaborazione con Eden Games - France appositamente per smartphone e tablet. Tutti i giocatori potranno scaricarlo dall'Apple Store o dal Google Play Store e iniziare la prima fase di qualificazione che scatterà oggi e terminerà il 6 maggio: l'obiettivo, come è stato nelle precedenti edizioni del WFG, è quello di segnare il miglior tempo possibile nella sfida in pista che viene proposta. Questa sarà una delle tre sessioni di qualifica che saranno organizzate nel giro dei prossimi tre mesi, alle quali seguiranno altre sette prove dedicate di cui una sul simulatore rFactor 2. Successivamente i migliori 10 piloti che si saranno qualificati in ogni singola prova saranno chiamati alla Finale di Miami, che si terrà nel mese di novembre 2020 quando saranno organizzate delle intense competizioni online per scovare il vincitore del terzo World's Fastest Gamer. TALENTI DA SMARTPHONE "Siamo veramente entusiasti di aprire la prima fase di qualificazione su Gear.Club in modo da scovare il primo finalista della terza edizione del World's Fastest Gamer - ha sottolineato Darren Cox, fondatore, Presidente e CEO di Torque Esports - Con l'attuale situazione del Coronavirus l'unica cosa che noi appassionati di motori e corse possiamo fare è quello di gareggiare virtualmente. Un sacco di piloti hanno delle gaming rigs allo stato dell'arte, ma ciò che amiamo è il fatto che Gear.Club, nonostante la sua semplicità, è in grado di farci scovare nuovi talenti del volante". "I due finalisti che si sono qualificati con Gear.Club nelle precedenti edizioni del WFG erano veramente eccezionali, ma sono sicuro che stavolta alzeremo ancora di più l'asticella - ha continuato Cox - Il grande numero di persone che giocheranno a Gear.Club espanderà esponenzialmente la quantità di talenti che proveranno a qualificarsi. Sono certo che anche quest'anno ne troveremo un altro che saprà combattere in Finale per vincere il nostro premio da 1 milione di dollari". UN GIOCHINO È IN GRADO DI FAR EMERGERE UN PILOTA? Da quando il World's Fastest Gamer è stato istituito, nel 2017, abbiamo sempre apprezzato il format organizzato dalla McLaren, che per lo più ha preferito l'utilizzo di software il più possibile realistici per mettere alla prova i più veloci simdrivers del mondo eSport. Ciò che non ci è mai piaciuto, invece, è l'utilizzo, per quanto limitato, di videogiochi come Gear.Club: in una competizione seria come questa, che senso ha istituire una fase di qualificazione con un "giochino" pensato per smartphone e tablet? Gear.Club, infatti, non ha niente che possa essere considerato "realistico": le sue caratteristiche sono quelle di un videogame immediato, alla portata di tutti, da utilizzare per svagarsi e con una fisica da arcade, non da simulatore. Per sterzare si utilizzano i giroscopi dello smartphone, che va inclinato a sinistra o a destra a seconda della direzione che vogliamo dare alla nostra vettura, mentre i pedali che contraddistinguono l'abitacolo di una vettura da competizione... sono limitati al solo freno, definito da un semplice pulsante per rallentare la corsa automatica della nostra automobile che, di fatto, accelera praticamente da sola. Con questi presupposti, come è possibile che un potenziale gamer che non sia mai andato veramente in pista nè abbia mai provato una postazione da corsa con volante e pedaliera, una volta avuto l'accesso alla Finale del WFG, sia poi in grado di vincere questo concorso, mettersi al volante di una vettura da corsa ed essere capace di andare anche forte, così dal nulla? Siamo d'accordo che il mondo della guida simulata, attraverso software più o meno realistici come Assetto Corsa, rFactor 2 ed iRacing, sia in grado di dare alcune indicazioni sul possibile talento di un pilota, ma che un "giochino" da smartphone, e la relativa prestazione ottenuta attraverso di esso, possa essere preso come metro di giudizio per selezionare un potenziale candidato rispetto a un altro ci sembra un tantino eccessivo... Che ne pensate?
  11. Un altro tassello nel mondo del simracing è stato posizionato: tutti gli appassionati di karting conosceranno sicuramente la ROK Cup, Campionato monomarca di proprietà del gruppo OTK che, in questo periodo di emergenza, ha fatto il passaggio dal reale al virtuale come tante altre serie del motorsport. Un "salto" voluto dalla divisione statunitense della ROK Cup e da RTD Media & Management, che hanno collaborato in partnership con Torque Esports per dare vita... alla ROK Cup Sim Challenge! Si tratta del primo esperimento in assoluto in questo specifico settore, quello del karting a stelle e strisce, sostenuto tra l'altro dall'agenzia assicurativa Conrad Group che, assieme agli altri partner, ha messo in campo un montepremi complessivo di 60.000 dollari da dividere nelle varie classi che prenderanno il via della pista (virtuale) nella giornata del 27 aprile. La volontà è quella di dar vita a una competizione basata su tre distinte gare, da disputarsi sul simulatore Kart Racing Pro che sarà allestito specificamente per ospitare le dieci classi della ROK Cup, dalla Micro ROK alla Junior passando per la Senior, la Masters e la Veteran, opportunamente frazionate a seconda dell'utilizzo di un kart monomarcia o con il cambio. Ciò che differenzierà la ROK Cup Sim Challenge da tutte le altre sarà il suo speciale time-table: rispetto alle più blasonate serie eSport, questa baserà il suo programma di gare in blocchi da quattro ore per giornata, che racchiuderà le varie fasi che solitamente contraddistinguono un "race weekend" nel mondo del karting, vale a dire prove libere, qualifiche, pre-finale e finale. Il primo appuntamento, come già anticipato, scatterà il prossimo 27 aprile sul NOLA Motorsports Park e sarà seguito dalla seconda tappa del 29 aprile sul kartodromo di Sonoma Raceway. Le danze, infine, si chiuderanno il 3 maggio sulla pista di Charlotte Motor Speedway. Come partecipare? Basta compilare il modulo di registrazione a questo indirizzo e versare la quota di partecipazione di 500 dollari, necessari per sostenere i costi di gestione del Campionato e i premi in palio. Per ogni classe, infatti, saranno stanziati 2000 dollari al vincitore, 1500 dollari al vice-campione, 1000 dollari al terzo classificato, 750 dollari al quarto e 500 dollari a chi ha conquistato l'ultimo posto della Top 5. Sicuramente un'occasione da non lasciarsi scappare per chi è appassionato di go-kart e ha mire agonistiche, che tra l'altro potranno trovare uno sbocco futuro dal momento che questa ROK Cup Sim Challenge farà parte del programma della prossima edizione del World's Fastest Gamer. Coloro che hanno centrato, in ogni classe, il gradino più alto del podio e hanno a disposizione una licenza agonistica in corso di validità potranno infatti prender parte alla futura competizione "America's Fastest Gamer", con la quale potranno poi accedere alla serie mondiale. Questa, ormai, si avvicina alla sua terza iterazione, con un montepremi di 1 milione di dollari e la possibilità di fare il passaggio definitivo dal virtuale... al mondo reale delle quattro ruote. Che ne dite, vale la pena tentare?
  12. “Il mondo è bello perché è vario” recita un famoso detto… e niente è più vero quando si parla di contenuti aggiuntivi per i nostri simulatori preferiti! Perchè diciamocelo: il mondo computer, rispetto a quello console, ha sempre avuto il pregio di poter personalizzare un videogioco nel modo che più ci piace. Come? Attraverso le famose “mod”, che appunto vanno a modificare il software di base inserendo nuovi contenuti, oppure alterando le schermate con grafiche più accattivanti, funzionali e belle da vedere. Nel caso dei simulatori di guida, le modifiche che solitamente si effettuano vanno ad apportare corpose aggiunte al database di vetture e tracciati originariamente disponibili. In alcuni casi, inoltre, si possono inserire anche nuove skin per le auto già presenti, oppure nuove interfacce che rendono più funzionale ciò che viene proiettato sullo schermo mentre siamo in pista. La domanda è: “Come si installano correttamente queste mod sui più importanti simulatori del momento?”. La risposta ve la daremo in quest’articolo, dove copriremo le procedure passo dopo passo per due titoli tra i più utilizzati nel mondo del simracing: Assetto Corsa e rFactor 2. ASSETTO CORSA: BASTA UN SEMPLICE COPIA & INCOLLA Iniziamo con il simulatore prodotto dall’italiana Kunos. Una volta installato il software di base, che su Steam può essere arricchito con tutta una serie di DLC che spaziano dal pacchetto dedicato al 70° anniversario della Ferrari a quello che comprende le splendide, e veloci, Porsche 911 RSR, dovremo andare alla ricerca della mod che vogliamo utilizzare. Che si tratti di un circuito, di una vettura o di una app da aggiungere alla lunga lista già disponibile, la procedura è essenzialmente la stessa: basta fare un semplice “copia & incolla” del contenuto aggiuntivo nella cartella principale del gioco. Questa è localizzata solitamente nella directory di Steam che ha il seguente percorso: “C:\Programmi\Steam\steamapps\common\assettocorsa”. Se vogliamo aggiungere un’auto o un circuito, qua dentro ci interesserà esclusivamente la cartella “content”, al cui interno è appunto conservato il contenuto del titolo Kunos simulazioni. Perchè proprio questa cartella? Perchè di solito quando andiamo a scaricare una mod, questa è impacchetta in un archivio compresso al cui interno si trova già predisposta la cartella “content” di cui abbiamo parlato, che appunto contiene la vettura o la pista che vogliamo aggiungere ad Assetto Corsa. A questo punto, quindi, per arricchire questo simulatore ci basterà scompattare l’archivio compresso eseguendo l’estrazione della sua cartella “content” direttamente nella directory principale di Assetto Corsa. In alternativa, è possibile effettuare la stessa procedura con un ancora più semplice “drag&drop”, trascinando la cartella “content” a livello di quella contenuta nel percorso che abbiamo nominato poco fa. In alcuni casi questa operazione può portare Windows a chiedere se vogliamo sostituire alcuni file e/o cartelle: questo è dovuto per lo più alla presenza di versioni obsolete di questi contenuti già presenti nelle sottocartelle della cartella “content”. Tutto ciò che dovremo fare sarà quello di confermare la sostituzione e completare la procedura. E se la cartella “content” della nostra mod non fosse disponibile nell’archivio compresso? In questo caso dovremo andare ad inserire manualmente il contenuto aggiuntivo (auto, circuito o app) all’interno della cartella “content” principale. Questa, infatti, è formata da tante sottocartelle, tra le quali quelle più utilizzate sono: cars, driver, fonts, sfx, templates, texture e tracks. Quello che dovremo fare sarà di effettuare il “copia&incolla” (oppure il drag&drop) delle cartelle che compongono la nostra mod all’interno della cartella “content” di Assetto Corsa, andando ad associare le relative sottocartelle. Vi sembra complesso? In realtà è semplicissimo, perché la procedura che dovrete fare è esattamente la stessa del caso precedente: solo un po’ più specifica a seconda delle cartelle presenti nell’archivio compresso della mod che volete installare. Se in quest’ultima, inoltre, esistono altre cartelle come “extension”, “plugins” o “apps”, dovremo fare lo stesso effettuando il copia&incolla nella directory principale di Assetto Corsa, dove oltre a “content” sono presenti anche queste cartelle specifiche. RFACTOR 2: WORKSHOP DI STEAM O FILE .RFCMP? Se in Assetto Corsa l’aggiunta di nuovi contenuti richiede una certa manualità e dimestichezza con la directory principale del simulatore, con rFactor 2 tutto diventa estremamente più semplice. Il titolo prodotto da Studio 397, infatti, è costantemente connesso con un proprio, dedicato, workshop sulla piattaforma Steam, che permette appunto di aggiungere nuove auto, nuovi tracciati e in generale nuove mod con un semplice clic del mouse. Come? Vi basterà collegarvi a questo indirizzo ed effettuare l’accesso con le credenziali che solitamente utilizzate per avviare Steam. A questo punto si aprirà il vostro account con il contenuto che attualmente avete disponibile su rFactor 2, oltre a una casella di ricerca che vi permette di cercare nell’archivio nuove mod con cui arricchire questo simulatore. Una volta trovata e selezionata, vi basterà cliccare sul pulsante “sottoscrivi”… e il gioco è fatto! Steam riceverà il comando e immediatamente scaricherà per voi il nuovo contenuto, che verrà installato automaticamente da rFactor 2 quando lo avvierete dalla vostra libreria. L’unico difetto di questo workshop sta nel fatto che contiene esclusivamente una parte del contenuto finora prodotto per questo titolo. Buona parte delle mod utilizzate online, infatti, sono in realtà create ad-hoc come contenuti di terze parti, solitamente rese disponibili su siti differenti da quello ufficiale. Nel caso in cui volessimo utilizzarle, una volta scaricate otterremo un unico file con estensione .rfcmp, che contiene appunto il contenuto in questione (auto o circuito). Cosa dobbiamo fare per utilizzarlo? La procedura in questo caso è molto simile a quella che vi abbiamo esposto per Assetto Corsa: una volta aperto l’archivio compresso della mod e individuato il file in questione (probabilmente l’unico presente nell’archivio), dovrete estrarlo nella directory principale di rFactor 2, che corrisponde al percorso C:\Programmi\Steam\steamapps\common\rfactor 2\packages. Anche in questo caso dovremo effettuare il “copia&incolla”, oppure il “drag&drop” se lo trovate più comodo. Quando lo avrete fatto, però, il contenuto non si sarà installato da solo, ma dovrete avviarne l’installazione una volta lanciato il simulatore. Allo start-up di quest’ultimo, infatti, dovrete scegliere nel launcher principale l’icona sulla destra a forma di scatola, che vi proporrà un elenco di tutti i contenuti attualmente installati. Facendo riferimento alla spunta presente nell’ultima colonna sulla destra, scorrete i contenuti finché non trovate quello che avete copiato nella cartella “packages”. Lo individuerete perché avrà lo stesso nome, o comunque si riferirà alla stessa mod. A questo punto selezionatelo con il mouse e premete il pulsante “install” in basso a destra. Detto, fatto… e avrete a disposizione un’altra mod con cui divertirvi tra i cordoli della vostra pista preferita. Semplice no?
  13. L'emergenza Covid19 ha portato, in queste settimane, tantissimi piloti reali a divertirsi, allenarsi e competere con i simulatori di guida. Proprio in questi giorni, grazie al suo canale Youtube, abbiamo scoperto fra i simdrivers più appassionati Alex Fontana, che non è sfuggito alle nostre domande! Cominciamo naturalmente dalla presentazione: chi è Alex Fontana? ALEX: Sono un ragazzo di 27 anni con padre svizzero (ticinese) e madre greca. É infatti proprio sull'isola di Rodi, in Grecia, che all'età di tre anni e mezzo ho guidato per la prima volta un Go-Kart. Da quel giorno, non ho mai smesso. Una esperienza notevole sulla pista reale, prima in monoposto e poi negli ultimi anni con le vetture GT. Mi ritengo fortunato del percorso fatto in questi anni. Nelle stagioni in monoposto ci siamo confrontati con entourage appoggiati politicamente, milionari, figli d'arte... Ovviamente tantissimi piloti meritevoli e talentuosi, ma sicuramente anche con un supporto politico e finanziario che io ed i miei piccoli sponsor non potevamo raggiungere. Sono quindi orgoglioso dei traguardi raggiunti perché sono arrivati con le nostre forze. Come mai nel 2016 il passaggio alle GT, correndo persino nel campionato in CIna? Ero arrivato ad un punto della carriera in cui dovevo prendere una decisione. Il Lotus F1 Junior Team non esisteva più e di conseguenza persi il 50% del budget a disposizione. I miei piccoli sponsor non potevano portarmi oltre e quindi in extremis trovai un sedile a basso costo per ripetere la GP3. Il team era in grave difficoltà economica e manageriale e andammo tutti e tre molto male. Non fosse stato per la chiamata a Monte Carlo in World Series 3.5, il debutto in Formula E e i test in GP2 sarebbe stato un anno da dimenticare. A quel punto decisi che se avessi voluto vivere di automobilismo avrei dovuto fare un salto nel vuoto, e così ho fatto. La guida di una monoposto è molto diversa da una GT, hai avuto particolari difficoltà nel passaggio di categoria? Molti, nel 2016, poiché le differenze sono grandi ed ebbi solo 2 giorni di prove dividendo l'auto con altri due piloti. Il trasferimento del peso e l'ABS in frenata richiedono un pò di tempo. Da quanto tempo hai cominciato ad utilizzare il simulatore di guida? Ho iniziato nel 2016, anche se nel 2018-2019 non l'ho usato in quanto fossi spesso in quello del tempo. Solo negli ultimi mesi ho ripreso seriamente, un pò prima dell'inizio della quarantena (per fortuna!). Quando hai iniziato col simulatore, hai avuto particolari difficoltà? Il periodo iniziale di adattamento, che normalmente hanno tutti, è stato faticoso o lungo? Ci vuole sempre del tempo ed ancora non sono arrivato alle performance dei migliori. Credo che per quel tipo di guida ci vogliano almeno 4-5 ore al giorno di pratica. La prima regola é guidare come una macchina vera e concentrarsi sugli oggetti distanti nello schermo, non sui primi metri percorsi davanti al cofano. Lo si fa anche nella realtà, ma nel simulatore la mente si confonde perché gli schermi sono subito davanti a te. Sappiamo che un pilota, sull'auto vera, guida principalmente "con il corpo", sentendo le forze G, gli spostamenti di carico, la perdita di grip delle gomme e cosi via. La forza G al simulatore non c'è: come fa il pilota reale? E' un'osservazione molto corretta e infatti ad oggi questo presenta uno dei principali problemi dei simulatori. Innanzitutto credo bisogna lasciarsi andare ed immedesimarsi dentro la macchina, il momento. Per me questo significa spegnere le luci (le accendo solo per i filmati), avere gli schermi completamente attorno a me, l'audio nelle cuffie e lasciarmi trasportare dalle immagine e i suoni, finché mi sento dentro l'auto quasi per davvero. Poi, un pedale e uno sterzo di alto livello danno più feedback, quindi sebbene sappia che si possa essere veloci anche senza, per me sono indespensabili per sentirmi a mio agio. L'unica cosa a disposizione del simdriver per capire il mondo virtuale e la propria vettura è il famigerato force feedback al volante: ti sei dovuto abituare? Hai avuto difficoltà? Come hai regolato il force feedback? Ho avuto dei consigli da altri amici per le impostazioni di base Fanatac (le trovate sul Fanatac forum, sono disponibili a tutti). Poi, all'interno di iRacing ho applicato il 2.4 di force feedback (prevalentemente GT3/GTE/TCR/Nascar. Bisogna trovare il valore che a livello personale sia sufficientemente forte ma non impedisca la rapidità di movimento per contrastare la perdita di aderenza della vettura. Secondo te è vero che, allenandosi con costanza, il simulatore può dare quel "qualcosa in più" al pilota reale? E che cosa in particolare? Può dare il giusto mindset. La guida in pista é fatta di automatismi e ritmo. Le misure dello spartito sono gli apex delle curve, le note sono le marce e le frenate. Con il Simulatore puoi immergerti all'infinito tra una gara vera e l'altra, per smorzare un pochino la ruggine nelle lunghe attese. Hai mai provato un simulatore dinamico? Si, da Dallara, Lotus F1 e Bhaitech ed Emil Frey. Quello Dallara non ha rivali. Se fatti bene, sono fantastici. Ma quelli più accessibili al pubblico privato sono comunque costosi e non ne valgono ancora la pena. Meglio un ottimo statico che un dinamico da fiera. Ti sei creato una postazione di guida su misura? Con quale periferiche? Da sempre collaboro con Sparco e ho anche un appoggio da fanatec. Il mio set up consiste nel frame Sparco Evolve con sedile Ergo, volante F10 Sparco o versione Nascar a dipendenza, podium DD2 e pedaliera V3 con dumper kit e doppia molla aggiuntiva. La piattaforma e il supporto dei tre schermi é customizzata da una falegnameria, ai tempi mio sponsor, in materiale composito. Gli schermi sono dei Samsung da 55 pollici curvi. Secondo te in quale misura e come delle periferiche di fascia alta sono utili ed aiutano il pilota al simulatore? Aiutano tantissimo i piloti veri, perché cercano qualcosa che conoscono. Chi non ha guidato un auto vera non sa bene cosa aspettarsi e con la pratica può ovviare a queste mancanze. Una postazione e periferiche al top in quale misura secondo te contribuiscono a migliorare le performance in pista virtuale? Dovrei fare delle prove, non posso dirlo per certo. C'é chi dice che aiutino e chi no. Ritengo che se mettessimo lo stesso pilota con le stesse ore di pratica su quella semplice o quella speciale, andrebbe meglio con quella speciale. Se non dovesse andare meglio, il suo feedback sulla macchina e set up sarebbe comunque sicuramente più accurato. Pensi che il talento del pilota sia più importante dell'avere un super simulatore? Assolutamente si. Quanto tempo si allena Alex Fontana al simulatore e quanto, secondo te, l'allenamento influisce sulle performance? Dipende. Mi alleno per me stesso prima degli eventi, specialmente se debba passare da GT a turismo o viceversa. Ultimamente faccio molte gare con altra gente perché mi manca la competizione. Segui un programma specifico per allenarti al simulatore? Dipende dal mio obbiettivo. Ora ho l'obbiettivo di partecipare al campionato Euro Nascar esport su iRacing. Devo capire l'auto e rifarmi i set up da zero, quindi almeno un'ora al giorno testo sulla stessa pista solo set up. Utilizzi la telemetria per analizzare i tuoi giri e le tue prestazioni? No. Sarebbe utile confrontarla con un pilota vero, infatti a volte spio quelli veloci guardando il loro on board. Ma preferisco auto correggermi, é un ottima dote da sviluppare per la realtà quando i test ed il tempo sono pochi. Lavori tu stesso sul setup della vettura o chiedi "aiuto" al tuo ingegnere di pista? Lavoro io stesso, ma di frequento chiedo pareri ad ingegneri per capire la loro visione ed imparare qualcosa. Quanto tempo passi a lavorare sull'assetto? Dipende, ultimamente volevo fare tante gare e andavo con set up già fatti da altri team e mi divertivo. Ora preparandomi per la Nascar faccio solo set up per conto mio. Riesci a sentire il feeling giusto con la macchina dopo aver fatto una modifica al setup? Subito dopo 4-5 curve. Con un'auto con setup standard, allenarsi per ore e con metodo ti può far migliorare anche di mezzo secondo? Anche di più. Al simulatore manca, ovviamente, la paura, sia quella di farsi male che quella di far danno, tu cosa ne pensi? Penso che se vi fosse la paura a quest'ora avrei 6000 punti di irating. Fa parte del gioco. Ci sono molti sim racer molto più bravi di me, ma forse molti di loro neanche dopo dieci anni raggiungerebbero la mia velocità in pista. Non per tecnica o talento, per quel brivido lungo la schiena quando devi tenere giù per fare il giro secco e non sei sicuro che verrai fuori dall'altra parte della curva. Sull'auto vera la paura invece si fa sentire, fa anche alzare il piede dal gas, ma è vero che un pilota pensa di più ai danni che non al proprio pericolo fisico? E' vero. La mia paura é quella di sbagliare, non lo perdonerei a me stesso. Se pensi al dolore fisico hai perso in partenza. Un pilota reale, contro un simdriver, al simulatore, lo si nota spesso a livello di esperienza, più che di tempi sul giro: come difendersi, quando è il momento giusto di attaccare, mettere pressione ecc... E' anche il tuo caso? Confermo. Le gare che ho vinto erano sempre partendo in seconda, terza, quarta fila. L'auto reale è ovviamente molto faticosa a livello fisico, mentre il simulatore assai meno, ma molti dicono che il sim sia molto più faticoso della realtà a livello mentale e di concentrazione: tu cosa ne pensi? Anche la realtà lo é, ma hai più appigli per rimanere li con la testa. Gli odori, la temperatura, l'aria... Ecc. Nel simulatore spesso non riesci più a rimanere lì con la testa. Molti piloti reali dicono che l'auto vera è più semplice del simulatore, tu cosa ne pensi? Per un pilota vero é più difficile il simulatore, per un pilota sim racing sarà più difficile quella vera. Secondo te è vero che è più facile per un simdriver passare alla pista vera, piuttosto che il contrario? Credo che sia molto soggettivo. La risposta é diversa per ognuno di noi. Dai tuoi video, abbiamo notato che utilizzi iRacing, come mai questa scelta specifica? In realtà uso tutto. Ho tutti i software, perché mi piace avere ogni categoria ed ogni pista. I video per ora sono solo su Iracing perché la maggior parte dei piloti e pubblico era li, e lo conoscevo meglio. In futuro mostrerò anche altro. Quali sono secondo te le principali differenze tra iRacing e la realtà? Il più grande difetto di iRacing, ma anche degli altri, é il tyre compound. La scivolata della gomma a volte é imprevedibile e rende l'auto non molto realistica. In cosa eccelle in particolare iRacing? Format delle gare e campionati, danni e licenze. A volte ha bug e crash assurdi, ma la fisica delle gare é molto più realistica. Quando mi esce un bel sorpasso ad un pilota veloce é perché é stato studiato come nella realtà, e rivedendo i replay é un piacere vedere l'endling della vettura. Quali sono invece i grandi difetti o differenze con la realtà di iRacing? Come detto prima, non sono ancora al meglio sul compound della gomma. In iRacing preferisci qualche vettura in particolare? Amo la Corvette, i turismo e stock car. In GT3 la AMG perché la uso nella realtà. Stai costruendoti una carriera simulata, partecipi a dei campionati in iRacing? Ho partecipato al campionato per divertimento Quarantine Cup di Mirco Bortolotti e Robert Van Husen e inizierò l'Euro Nascar. Conosci molto bene il mondo al di fuori della vettura, il paddock reale, cosa ne pensi della community di appassionati che ruota intorno al simracing? Nella realtà non é tutto rose e fiori, ma sono piuttosto perplesso riguardo a dei litigi che vedo nella community italiana (l'unica che conosco). Francamente vedere sim racer che si insultano a vicenda sui social tra un team e l'altro mi lascia veramente perplesso e dispiaciuto. Ti ringraziamo per la disponibilità, ti aspettiamo sul forum di DrivingItalia e, casomai, anche in qualche gara o campionato online! Quando volete! Ci vediamo in pista!
  14. Ultimo giro: stiamo lottando per la vittoria facendo ruota a ruota con il nostro avversario e abbiamo la possibilità di batterlo in quell’ultima staccata prima del traguardo. “Chi non rischia, non rosica” dice il detto, quindi ci proviamo e… ci rimane in mano il volante da quanto forte abbiamo premuto il pedale del freno! La nostra vettura finisce fuori pista e, non contenta, termina la sua corsa contro le barriere di protezione: gara finita, con un bel DNF proprio sul più bello. Vi è già capitata una situazione del genere? Se anche voi avete iniziato la vostra carriera da piloti virtuali investendo in un volante economico installato sulla scrivania, con la pedaliera fermata “alla bell’e meglio” e in balia della classica sedia da ufficio con le rotelle… non disperatevi: non siete soli. Anzi, è tutto assolutamente normale, perché ognuno di noi ha cominciato la propria avventura nel simracing cercando di risparmiare qualcosina al fine di mettere via qualche soldino per tempi migliori. Bè, quei tempi sono arrivati! Se volete portare al livello successivo la vostra esperienza nel mondo della guida simulata, ecco ciò che stavate cercando: oggi andremo ad analizzare le postazioni, anche chiamate “sim rig”, più efficaci e convenienti sul mercato, che con la loro solidità hanno il compito di farvi ritornare, finalmente, il sorriso quando vi mettete dietro al volante. Iniziamo? SE LO SPAZIO È UN PROBLEMA: LA SOLUZIONE RICHIUDIBILE Scegliere di posizionare volante e pedaliera su una scrivania, il più delle volte, non è solo una questione economica, ma anche di necessità. Non tutti i piloti virtuali possono permettersi di dedicare uno spazio intero della propria cameretta (o della propria casa) a una postazione seria, per cui l’alternativa è quella di “adattare” lo spazio di fronte al proprio PC o alla propria console. Questa soluzione, a prima vista, comporta il vantaggio di un ingombro e di un costo da sostenere praticamente pari a zero… ma che nel corso del tempo può portare il pilota a provare fastidio e frustrazione durante le situazioni di gara più concitate, dove la solidità di una postazione fa sicuramente la differenza. Come risolvere questo dilemma? La risposta sta nelle postazioni richiudibili: stiamo parlando di strutture compatte, ben realizzate e sufficientemente stabili da sostenere lunghe sessioni di guida, che è possibile “chiudere” al termine di quest’ultime per ridurne le dimensioni in modo da riporle in un altro angolo della casa, liberando quindi lo spazio di fronte alla propria postazione di gioco/lavoro. Gli stand più diffusi in commercio di questa categoria sono il Wheel Stand Pro e il GT Omega, disponibili entrambi in molteplici versioni per adattarsi praticamente a qualsiasi tipo di volante all’interessante prezzo che difficilmente supera i 150 Euro. Tra i due, onestamente, ci sentiremmo di consigliare il secondo, soprattutto per la sua qualità costruttiva: è in grado di sopportare meglio le vibrazioni dovute al force feedback del volante, inoltre permette di regolare al meglio la posizione della propria periferica su di esso. Il Wheel Stand Pro, invece, a nostra parere è fin troppo basico e rischia di essere un semplice surrogato della vostra scrivania. Certo, sempre meglio di niente, ma per un costo leggermente superiore potete portare a casa un prodotto, quale il GT Omega, decisamente migliore sotto ogni aspetto. Senza contare il fatto che il Wheel Stand Pro è costruito con il concetto di avere in mezzo alle gambe il piantone di sostegno del volante: tutti gli amanti del “punta-tacco”, quindi, devono necessariamente guardare altrove. RICHIUDIBILE CON SEDUTA: IL PLAYSEAT CHALLENGE Dove? Magari alla terza soluzione di questa categoria: si chiama Playseat Challenge ed è una postazione richiudibile che offre non solo il sostegno dedicato a volante e pedaliera, ma anche la seduta per il pilota in stile “amaca”. Il simdriver che la acquisterà, per un prezzo che si aggira sui 200 Euro, si troverà in posizione leggermente distesa durante il suo utilizzo, il che replica sicuramente meglio quello che è in grado di offrire una sedia tradizionale o, ancora peggio, una sedia da ufficio con le rotelle. Quante volte vi è capitato di premere con forza il pedale del freno per poi scivolare indietro a causa della scarsa solidità e fermezza della classica “office chair”? Ecco, questo è ciò che ogni simdriver vuole evitare quando arriva il momento della gara, oppure della qualifica dove è necessario dare il meglio di sé stessi. Per questo motivo, se volete investire un budget tutto sommato contenuto senza rinunciare alla professionalità di una postazione che si rispetti, ci sentiamo di consigliarvi proprio il Playseat Challenge: una volta installata correttamente, tra l’altro, vi permetterà di impostare l’altezza del volante a vostro piacimento, in modo che sia perfettamente in linea con le vostre braccia. Stare comodi durante la guida, in questo caso, fa la differenza tra un’ottima esperienza al volante e un calvario infinito in cui non riusciamo a trovare in nessun modo la nostra dimensione. LE POSTAZIONI FISSE: DALLE PIÙ ECONOMICHE… Se invece avete lo spazio da dedicare a una postazione seria per la vostra avventura nel simracing, sul mercato esistono svariate soluzioni che possono fare al caso vostro. Tra le più economiche oggi disponibili dobbiamo citare quelle prodotte dalla FK Automotive: siamo di fronte a strutture in alluminio di buona qualità e a un prezzo assolutamente interessante, che al momento si assesta attorno ai 150 Euro. Qualche riserva, in questo caso, sta nella loro solidità ad assorbire le vibrazioni dei force feedback più elevati, prodotti in particolare da periferiche di alto livello come i volanti direct drive. Per questo tipo di volanti, infatti, vi consigliamo di orientarvi su postazioni più costose, ma in grado di offrirvi quella consistenza in più che, come potete immaginare, fa la differenza. In questo settore Playseat è una garanzia: le più interessanti sono la Evolution e quella che la sta progressivamente sostituendo, la Revolution, con posizionamento del volante più alto rispetto alla prima. Siamo di fronte a due postazioni di medio-alto livello, che offrono una solidità davvero elevata in ogni condizione di guida: la Evolution, tra l’altro, è disponibile anche in diverse varianti, per esempio con sedile in Alcantara e con colorazioni particolari, così come in edizioni speciali che richiamano i titoli più importanti del mondo del simracing. Il loro prezzo? A partire da 300 Euro per la Evolution, da 350 Euro per la Revolution. Aumentando il budget troviamo invece i prodotti dell’italianissima Inside Race, che propone soluzioni tutto sommato economiche, come lo Sport Mini che essenzialmente richiama il GT Omega della categoria che abbiamo analizzato in precedenza, ma anche alternative ben più interessanti. La base si chiama Inside Race Sport ed è una postazione dotata di sedile e un ampio alloggiamento per volante e pedaliera, ulteriormente espandibile con i kit aggiuntivi chiamati Sport Big e Sport Triplo. Il loro prezzo parte da poco meno di 500 Euro per arrivare sui 600, una fascia dove troviamo anche due soluzioni per tutti coloro che amano le monoposto chiamate Inside Race Formula e Inside Race Aton, la più costosa e pregiata. Qui il budget ha sforato la quota degli 800 Euro, mentre con qualcosa di meno si può anche prendere in considerazione l’offerta proposta da RS Seat: quest’azienda propone come postazione di base la RS1, solida e allo stesso tempo provvista di un’ampia serie di regolazioni per qualsiasi tipo di volante. Il punto a favore della RS1 sta nel fatto della sua vasta personalizzazione, sia in termini di seduta (da GT, Rally e anche Formula) che a livello di componentistica, che può comprendere la staffa per il monitor, il supporto per il cambio ad H e, addirittura, un kit di attuatori di movimento che è in grado di farla diventare una postazione dinamica, capace di simulare le asperità dell’asfalto e il comportamento della vettura in pista. Il suo prezzo? Parte da 600 Euro. … A QUELLE PROFESSIONALI Rimanendo sempre in casa RS Seat, la gamma a questo punto sale di prezzo e punta sui modelli S1, N1 e sulla punta di diamante, chiamata RS Formula V2. Il primo, con un prezzo di 800 Euro, può anche essere utilizzato come postazione per i simulatori di volo, mentre il secondo (con un costo di quasi 1000 Euro) è la sua diretta evoluzione e si distingue per materiali più pregiati e un focus maggiormente improntato sul simracing. Entrambi sono votati per una guida da GT o da Rally, mentre per chi ha il pallino delle Formula deve necessariamente tenere in considerazione la terza postazione che abbiamo nominato. La RS Formula V2 è tra le più avanzate attualmente in circolazione: introdotta nel 2012, nella sua ultima incarnazione presenta una base di appoggio ancora più solida e una possibilità di regolazione in grado di accontentare anche il pilota più esigente. Il suo prezzo? Quasi 1200 Euro, poco di più della tanto blasonata Playseat F1, oggi disponibile anche nella colorazione FIA, Red Bull e Mercedes AMG Petronas con licenza del Circus iridato. In questo caso, tuttavia, si paga molto il marchio, anche se la qualità costruttiva è ineccepibile. D’altronde stiamo parlando di prodotti professionali utilizzati anche da piloti professionisti, che si allenano quotidianamente per affinare le loro capacità di guida al volante. Tuttavia, considerata la loro seduta da monoposto, il loro utilizzo è circoscritto esclusivamente alle vetture con ruote scoperte, il che li limita quando arriva il momento di provare qualcosa di nuovo. In questo caso arriva in nostro aiuto la proposta della Monkeydriver, azienda Made in Italy che ha avuto l’intuizione di creare una postazione modulare capace di adattarsi sia alla seduta delle Formula che a quella delle GT, “switchando” tra una e l’altra in pochi minuti attraverso determinate regolazioni della struttura e del sedile. Realizzata in alluminio, è perfettamente compatibile con tutti i volanti in commercio, così come ampiamente personalizzabile con i vari supporti per monitor, tastiera, mouse e addirittura le casse audio. Il prezzo? Circa 700 Euro. Sulla stesso budget si assesta la proposta della Sim Racing Components, azienda anch’essa italiana che porta in scena due prodotti davvero interessanti: da una parte la SRC Pro V2, dall’altra la SRC FX. Entrambe sono realizzate interamente con profilati in alluminio anodizzato (a scelta in grigio o nero opaco), utilizzati per la realizzazione della base di appoggio e dei supporti per il volante, al fine di garantire la massima solidità e rigidità. Ciò che le distingue da tutte le altre? Non solo l’estrema solidità della loro struttura, ma anche l’elevatissima personalizzazione di ogni loro componente, al fine di adattarsi alle esigenze del pilota: dai kit per mouse e tastiera alle “button box”, dal kit per monitor e PC al supporto frontale per i volanti direct drive, che permette di non disperdere il force feedback nella struttura ma di direzionarlo direttamente verso le braccia del simdriver. La Pro V2 è dedicata a tutti i piloti GT e Rally, mentre la FX per gli amanti delle monoposto. Il loro prezzo? Per le versioni di base si parte rispettivamente dai 750 e dai 1300 Euro, ma una cosa è certa: se vi fate prendere la mano con tutti gli accessori disponibili, il conto finale sarà molto, molto più salato. Ne vale la pena? La risposta la dovete trovare voi: sappiate però che la qualità, quella vera, non è mai scontata.
  15. Emanuele Pirro ha vinto meritatamente la gara del Legends Trophy nel quinto round della The Race All-Star Series ed ha cambiato la sua opinione sugli esports dopo aver fatto il suo debutto nel mondo delle corse virtuali. Il cinque volte vincitore di Le Mans e il doppio vincitore della 12 Ore di Sebring, è partito dalla pole fino alla bandiera a scacchi per diventare il quinto vincitore diverso in altrettante gare. Il campione italiano ha partecipato con un simulatore decisamente di fortuna: "Ho hardware di base rispetto ad alcuni altri e mi siedo su una sedia normale con una scrivania", ha detto Pirro a The Race. “Ed il volante non ancora trasferisce tutti i contraccolpi della pista. Non ero un grande giocatore di queste cose prima che tu [The Race] mi contattassi e non mi ero mai reso conto di quanto fosse vicino alla realtà. Devi conoscere la fisica della guida di una macchina da corsa per essere veloce qui. OK, non ci sono forze sul tuo corpo ma questa è l'unica grande differenza, penso. È una grande sfida tecnica e ho decisamente cambiato il mio punto di vista su queste simulazioni ora e ne ho più rispetto". L'ex pilota Audi ha recentemente lavorato a lungo con la FIA come steward e anche come consulente di circuito per garantire la manutenzione sicura delle piste. “Sebring è stato davvero complicato per queste auto in cui il trasferimento di peso è molto evidente, quindi devi stare molto attento. Ma è davvero una pista meravigliosa dove correre anche se non ci sei davvero ”, ha detto. “Sai, sono stato nella commissione del circuito FIA da tre anni e provo a convincere il più possibile le persone a non levigare le superfici al massimo per non rimuovere alcune difficoltà. Emerson [Fittipaldi] non era molto felice quando ha scoperto la pista perché non la conosceva e ha detto 'ahh, ora so chi l'ha scelta' quando ha visto uno dei miei trofei di Sebring", ha ricordato Pirro . "Così sono tornato da lui e gli ho detto "ora so chi ha scelto la [McLaren] M23 "e lui "questo deve aver avuto il setup di James Hunt per l'auto!"
  16. Visto il successo, anche se di nicchia, del suo predecessore, moltissimi appassionati lo stavamo aspettando con trepidazione… e da ormai qualche settimana, finalmente, è arrivato tra noi! Stiamo parlando di Automobilista 2, nuovo capitolo del titolo prodotto da Reiza Studios tra i più completi in circolazione. Ma anche tra i più simulativi. Il vecchio Automobilista, infatti, poteva e può tuttora essere considerato come una piccola perla del simracing: ciò che lo contraddistingue è il suo immediato feeling alla guida, assolutamente naturale e molto consistente, associato a una fisica di gioco di primo livello che, se sfruttata senza aiuti alla guida, può combattere ad armi pari con quella di titoli ben più blasonati dal calibro di Assetto Corsa o iRacing. Per non parlare dei suoi contenuti, capaci di accontentare praticamente chiunque abbia la passione per i motori e le quattro ruote: dalle Formula 1 ai kart, dalle stock car alle Gran Turismo arrivando addirittura ai camion da corsa! Insomma, un “must have” per ogni simdriver che si rispetti. Oggi la sua eredità è pronta per essere raccolta dal suo successore, quell’Automobilista 2 che, a prima vista, sembra anteporre una grafica più bella di ultima generazione e una fisica più “permissiva” a quelli che sono sempre stati i capisaldi del titolo firmato Reiza Studios. È veramente così? AUTOMOBILISTA 2: VISIVAMENTE PIU’ CURATO E GRADEVOLE Iniziamo la nostra recensione del nuovo Automobilista 2 analizzando ciò che salta subito all’occhio: l’impatto grafico. Anche se la release attuale è ancora una Beta (il titolo, infatti, è in Early Access), AMS 2 mette subito i suoi muscoli in bella mostra, spingendo al massimo il suo nuovo motore che è direttamente mutuato da quello utilizzato in Project Cars 2. Rispetto al vecchio Automobilista, il salto evolutivo è netto: impostando tutti i settaggi al massimo, la pulizia di quanto si vede a schermo è notevole e appaga l’occhio come non aveva mai fatto nel precedente capitolo. Tutto è molto più curato, dai dettagli delle varie vetture (sia a livello di carrozzeria che quando si scende nell’abitacolo) a quelli dei circuiti, dove si può anche notare il grandioso lavoro svolto in termini di illuminazione, ombre… e riflessi quando si impostano le condizioni da bagnato. Anche l’aspetto e il layout dei menu sono cambiati in meglio: sul vecchio AMS, infatti, i novizi del simracing potevano sentirsi spaesati quando dovevano trovare un’impostazione del setup di un’auto piuttosto che uno dei settaggi generali nelle varie schede messe a disposizione. Ora, invece, tutto è estremamente immediato e di facile utilizzo: le schermate sono ben organizzate e scorrono con un’estrema fluidità, segno che il passo avanti è stato fatto anche in termini di ottimizzazione con il sistema operativo sul quale Automobilista 2 è stato installato. AUTOMOBILISTA 2: DA SIMULATORE A SIM-CADE? Visto che il precedente AMS è sempre stato considerato un simulatore vero e proprio, ci aspettavamo che il successore Automobilista 2 non sarebbe stato da meno. E invece… Iniziamo dal feeling alla guida, vero piatto forte di ogni titolo realizzato da Reiza Studios. Per questa prova abbiamo utilizzato un semplice Logitech G29, certamente non una periferica di alto livello ma in ogni caso capace di donare quella consistenza necessaria per apprezzare un titolo di questo tipo senza particolari problemi. Una volta effettuate le impostazioni di base senza inoltrarci in regolazioni particolari, le sensazioni del precedente AMS rispetto a quelle di cui è capace il nuovo AMS 2 sono semplicemente… un lontano ricordo. La sensazione è di avere tra le mani un volante con un force feedback troppo leggero, inconsistente, nonostante il gain al massimo e gli effetti ben oltre il 50% (anche la forza minima). Questo si traduce in un controllo del mezzo in pista poco efficace: in poche parole, è come se con Automobilista 2 non sentissimo di avere “in mano” la nostra vettura come, al contrario, faceva il precedente titolo firmato Reiza Studios. Quell’indurimento del volante che si percepiva all’aumentare della velocità e in percorrenza di curva è praticamente sparito e questo, purtroppo, ha sempre fatto la differenza tra un titolo di alto livello e un semplice sim-cade. Ciò non toglie, ovviamente, di potersi godere quanto è in grado di offrire attualmente Automobilista 2, dai testing day alle gare singole fino ai Campionati! Tuttavia, il nostro pensiero è quello che l’intera esperienza di guida sia stata modificata “al ribasso”, in modo da accontentare tutta quella schiera di piloti virtuali che vogliono un titolo più immediato e di più facile utilizzo. Insomma, un bel passo indietro rispetto a quanto ci ricordavamo sul precedente Automobilista, che farà sicuramente storcere il naso ai puristi del settore. AUTOMOBILISTA 2: TUTTO PIU’ DIFFICILE? Paradossalmente, regolando le impostazioni sulla massima autenticità possibile Automobilista 2 è diventato ancora più difficile da utilizzare rispetto al suo predecessore. Qualche esempio? Il grande feedback alla guida che il primo AMS trasmetteva ci consentiva di danzare senza grossi problemi tra i cordoli di Imola con la mitica Formula V10, che al contrario in AMS2 ha ottenuto un fastidioso pattinamento al posteriore quando il motore arriva, nelle marce basse, ai suoi più alti regimi di rotazione. Ricordiamolo, questa monoposto è una replica 2001, quando la FIA aveva introdotto il traction control e l’ABS che, sul nuovo titolo Reiza Studios, sembrano inesistenti. Passando a una single-seater meno potente, come la Dallara Formula 3, le differenze si fanno ancora più consistenti: sul vecchio AMS il feeling con la F309 era assoluto e permetteva di spingersi al limite cercando di limare ogni singolo centesimo di secondo. Ora, invece, questa monoposto ha ottenuto “out-of-the-box” un fastidiosissimo sottosterzo in entrata che prima non c’era e che limita considerevolmente la possibilità di ottenere una buona (e veloce) prestazione in pista. Insomma, sembra (più che altro, speriamo…) che questa Early Access di Automobilista 2 sia stata rilasciata in uno stadio di sviluppo ancora piuttosto acerbo, che richiede numerosi affinamenti sulla fisica delle vetture garantita dal nuovo motore Madness Engine. Tra le delusioni più grandi che abbiamo avuto occupano un posto importante i go-kart: rispetto al primo Automobilista possiamo dire che è stato migliorato il feeling con il posteriore quando si va a bloccare l’assale in frenata, ma per il resto… c’è ancora molto da lavorare. Non si può nemmeno modificare lo steering lock e sembra di guidare una normale automobile: così non va! AUTOMOBILISTA 2: L’IA E’ ANCORA UNA GARANZIA Tra gli aspetti che funzionano, invece, dobbiamo citare sicuramente il livello dell’intelligenza artificiale: questa è, fortunatamente, ancora una garanzia e permette di realizzare delle gare davvero entusiasmanti. Gli avversari si sono dimostrati ancora più aggressivi rispetto al vecchio Automobilista, dove erano sì veloci… ma anche poco propensi ad affondare l’attacco nel momento decisivo. Ora, invece, i piloti controllati dal computer difendono meglio la posizione, attaccano e cercano di ostacolarci nella nostra scalata alla prima posizione. Certo, bisogna in ogni caso impostare valori piuttosto alti di forza e aggressività nelle impostazioni, ma per chi ha una certa esperienza nel mondo del simracing questo non rappresenta sicuramente un problema. AUTOMOBILISTA 2: IL NOSTRO VERDETTO Quindi, a conti fatti, com’è il nuovo Automobilista 2? Vale il suo prezzo di acquisto? Rispetto al precedente capitolo, siamo rimasti impressionati dal salto qualitativo della sua grafica, decisamente più curata, bella da vedere e al passo con i tempi. Per il resto, invece, AMS2 ci ha deluso parecchio: da simulatore duro e crudo è diventato un titolo più alla portata di tutti, perdendo quello smalto che lo distingueva tra altri titoli simili nel mondo del simracing. In un certo senso ha perso parecchio del suo carattere, così come del suo feeling alla guida che lo rendeva davvero speciale. La nostra speranza è quella che la release finale sia molto più vicina a quello che era il primo Automobilista, almeno sotto il lato del motore fisico e delle regolazioni del force feedback. Altrimenti, e ci dispiace ammetterlo, può essere considerato come una semplice evoluzione di Project Cars 2, e questo non è sicuramente un bene...
  17. Seguendo la stessa linea intrapresa dalla Formula 1, dalla MotoGP e dalle più importanti serie internazionali del motorsport, anche il mondo del karting si sta adeguando a quanto sta accadendo nel mondo con la dilagante pandemia del Coronavirus. Dopo l'introduzione del Karting eSports Championship su rFactor 2, presto tutti gli appassionati delle ruote piccole potranno mettersi alla prova nel tentativo di conquistare un premio davvero prestigioso: un ticket di partecipazione alle Grand Finals 2020 in Bahrain della Rotax MAX Challenge, serie che porterà in pista il nuovissimo kart elettrico E20. Da sempre al vertice grazie alla qualità dei suoi prodotti, Rotax è pronta a fare il grande salto nel mondo del simracing e lo farà passando direttamente dalla porta principale... con la Rotax Simracing Challenge! Si tratta di un Campionato che prenderà il via il 27 aprile e si prolungherà fino al 3 maggio, utilizzando il noto simulatore americano iRacing. E dal momento che su quest'ultimo non sono stati ancora implementati i kart, la sfida che è stata organizzata richiederà una certa dose di abilità alla guida, perchè tutti coloro che vorranno partecipare dovranno scendere nell'abitacolo della difficile, quanto estremamente divertente, Skip Barber Formula 2000. Il format è il seguente: dal 27 aprile tutti i piloti partecipanti scenderanno sulla pista di Okayama con la "Skippy" in una tre giorni di qualificazioni dove si avranno 10 minuti di tempo per firmare il proprio giro più veloce. I 72 piloti più rapidi procederanno alla fase successiva con le Pre-Finali A e B, le quali saranno organizzate in una sessione di qualifica che precederà la gara vera e propria, sulla base di 14 giri. A questo punto i migliori 18 concorrenti avranno accesso alla finale, dove si dovrà disputare di nuovo una sessione di qualifica prima dell'ultima gara in programma, stavolta sulla distanza di 20 giri. Rispetto al Karting eSports Championship su rFactor 2, i premi messi in palio dalla Rotax Simracing Challenge sono davvero succulenti: il vincitore della competizione, come già detto, otterrà un ticket sul eKart E20 Made in Rotax nelle Grand Finals 2020 in Bahrain, mentre dal secondo al quinto posto sono previsti dei riconoscimenti in denaro a partire da 500 Euro. Come partecipare? Innanzitutto bisogna registrarsi sul sito ufficiale della Rotax Simracing Challenge, pagando la quota d'iscrizione di 15 Euro. Una volta ultimata l'operazione, si riceverà sulla propria mail un codice promozionale per riscattare una sottoscrizione di 3 mesi per iRacing, che includerà anche la Skip Barber Formula 2000. A questo punto rimarrà solo una cosa da fare: scendere in pista e firmare il proprio giro più veloce!
  18. Con i suoi piloti fermi ai box, la MotoGP ha deciso di proseguire la sua corsa virtuale negli eSports con un secondo appuntamento che si preannuncia ancora più entusiasmante della prima tappa, andata in scena il 29 marzo sull'Autodromo del Mugello che ha incoronato Alex Marquez come vincitore assoluto. Stavolta sarà il Red Bull Ring austriaco ad ospitare i "big" della classe regina, i quali si schiereranno in griglia di partenza questa domenica, 12 aprile, sempre sul videogioco ufficiale MotoGP 19. Tra i protagonisti che si daranno battaglia si sono confermati quasi tutti quelli del primo round, ai quali si aggiungeranno due top rider d'eccezione: da una parte il ducatista Danilo Petrucci, che affiancherà in sella alle Ducati virtuali i connazionali Pecco Bagnaia e Michele Pirro, dall'altra il mitico Valentino Rossi, che dopo il "forfait" del Mugello si giocherà il tutto per tutto assieme al suo compagno di squadra Maverick Vinales. Rispetto alla prima tappa, tuttavia, non saranno presenti i due piloti del team Tech 3, Miguel Oliveira e Iker Lecuona, così come il duo della Suzuki, formato da Alex Rins e Joan Mir, e il portabandiera dell'Aprilia Aleix Espargarò. Saranno della partita, invece, Takaaki Nakagami (Honda LCR) e Tito Rabat (Ducati Avintia). Per quanto riguarda il format, questo secondo appuntamento sarà composto da una sessione di qualifica di cinque minuti, alla quale seguirà una gara della durata di 10 giri. L'intero evento godrà ovviamente della copertura live streaming sul sito ufficiale della MotoGP e su tutti i relativi canali social, mentre in Italia sarà trasmesso in diretta sul canale Sky Sport MotoGP HD a partire dalle ore 15. MOTOGP 2nd VIRTUAL RACE: LA LINE-UP Repsol Honda Team: Marc Marquez, Alex Marquez Ducati Team: Danilo Petrucci, Michele Pirro Monster Energy Yamaha MotoGP: Valentino Rossi, Maverick Vinales Petronas Yamaha SRT: Fabio Quartararo Pramac Racing: Francesco Bagnaia Honda LCR: Takaaki Nakagami Reale Avintia Racing: Tito Rabat
  19. Qualche giorno fa il team di modding Race Sim Studio ha rilasciato la sua ultima creazione… no, non è la Formula Hybrid X 2021, ma piuttosto la diretta evoluzione della precedente Hybrid 2019! Stiamo parlando della Formula Hybrid 2020, replica delle monoposto attuali che, finora, abbiamo visto in pista solamente durante i test pre-stagionali di Barcellona. Stando a quanto anticipato prima della release, la nuova F1 2020 by RSS è stata annunciata come un’evoluzione netta rispetto alla precedente generazione, con una fisica rivista in ogni sua parte e un modello 3D ancora più accurato. Le promesse sono state mantenute? L’abbiamo testata sull’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola e i risultati… ci hanno lasciato senza fiato! FORMULA HYBRID 2020: ANCORA PIU’ DETTAGLIATA A prima vista la nuova Hybrid 2020 sembra essenzialmente identica al precedente modello: le sue forme sono simili alla 2019, come in realtà devono essere visto che il regolamento del Campionato attuale non si è discostato troppo da quello della passata stagione. Le differenze, tuttavia, sono tutte nei dettagli: la proverbiale cura maniacale di cui sono capaci i ragazzi di Race Sim Studio è ben presente anche stavolta e nulla è lasciato al caso. Dalle appendici aerodinamiche sull’ala anteriore ai bargeboard situati vicino alle prese d’aria, per arrivare al diffusore posteriore in carbonio. Qui si notano le differenze con la Hybrid 2019, certamente un ottimo prodotto ma qualitativamente realizzata con un livello di dettaglio non così elevato. Vi ricordate la Formula RSS 2000 rilasciata a Natale 2018? Ecco, l’asticella della Hybrid 2020 è stata alzata allo stesso livello del mitico V10 che replica la F1-2000 utilizzata dalla Scuderia Ferrari: insomma, uno spettacolo per gli occhi! FORMULA HYBRID 2020: VELOCE E STABILE COME NON MAI Il vero piatto forte portato in dote dalla nuova Formula Hybrid 2020, tuttavia, sta ben nascosto sotto il suo cofano motore. Fondamentalmente i valori di potenza e coppia di cui è capace il suo V6 turbo-ibrido sono rimasti invariati rispetto al modello 2019… da cui, però, si discosta per un livello di grip e un carico aerodinamico ancora più elevati in ogni condizione di guida. Se vi ricordate bene, nella nostra recensione della Hybrid 2019 avevamo messo in evidenza quella certa tendenza al sovrasterzo in uscita di curva a causa di un retrotreno forse fin troppo leggero e nervoso. Ebbene, sembra che le nostre parole siano giunte alle orecchie del team Race Sim Studio, perché la loro nuova creazione… ha recuperato quella stabilità al posteriore che tanto avevamo apprezzato nelle prime due versioni del 2017 e del 2018. Niente più sbandate involontarie anche in caso di “piedino pesante”, niente più perdite di aderenza proprio sul più bello. Ora la nuova Hybrid 2020 rimane ancora di più incollata all’asfalto, senza perdere un colpo nemmeno nelle situazioni più difficili: in rettilineo, in realtà, non è cambiata granchè, mentre in curva ha ottenuto una stabilità aerodinamica… fuori da ogni logica! Ad Imola, per esempio, sulla 2019 facevamo parecchia attenzione alla Tosa e alla Rivazza, dove quel tantino di gas in più poteva mandare in fumo tutto il nostro impegno durante un giro lanciato. Con la 2020, invece, possiamo entrare forte, tenere il gas puntato in percorrenza e riaprire senza alcun timore in uscita… perché la monoposto rimane lì, senza incertezze. In un certo senso, i settori di Imola dove parzializzavamo l’acceleratore oppure alzavamo il piede ora li possiamo fare “in pieno”: le curve a medio-alta velocità sono diventati rettilinei e l’unica eccezione la fanno i tornantini, dove per forza di cose bisogna attaccarsi ai freni. Ecco, rispetto alla precedente versione, la nuova Formula Hybrid 2020 si è rivelata un pochino più sensibile sul pedale del freno: in alcune occasioni, infatti, siamo arrivati lunghi in staccata e le gomme sono arrivate al bloccaggio, facendoci andare dritti nella ghiaia, cosa che, sulla 2019, non avevamo notato in maniera così evidente. Un “problema” che si può risolvere massimizzando la pressione sul pedale per qualche istante per poi utilizzare la tecnica del trail braking, ora più che mai efficace visto il potenziale di questa vettura. FORMULA HYBRID 2020: E’ UN’ESAGERAZIONE? La nostra esperienza al volante della Formula Hybrid 2020 ci ha mostrato una monoposto in grado di sorprendere ogni volta che si scende in pista. Una volta entrati nell’abitacolo abbiamo impiegato giusto un giro di pista per capire che il lavoro svolto dal team Race Sim Studio è stato eccezionale. La loro nuova creazione dà subito fiducia e invita il pilota ad andare sempre più veloce, a spingersi sempre un po’ oltre, a frenare sempre un po’ più tardi e a “tenere giù” l’acceleratore sempre di più passaggio dopo passaggio. E quando si pensa di aver estrapolato il massimo potenziale offerto… il giro dopo si scopre che si può trovare ancora qualcosa, e forse anche di più. Una sensazione che non ci è mai capitata con nessun’altra vettura da noi provata nel mondo del simracing. Di solito un’auto da corsa virtuale, a un certo punto, qualche segno di cedimento lo dà… mentre la nuova Hybrid 2020 continua imperterrita nella sua corsa infinita a recuperare ogni singolo centesimo di secondo. Una volta provata e trovato il giusto ritmo, difficilmente tornerete indietro ad utilizzare un’altra vettura. Perchè non è stata creata prima? Perchè abbiamo dovuto prima abituarci a macchine difficili da controllare e da portare al limite, gestendo acceleratore, freno e input allo sterzo come i chirurghi nel bel mezzo di un intervento? Quando ora tutto è diventato così semplice e intuitivo? Alcune monoposto da noi provate ci hanno mostrato una loro forte tendenza “suicida” quando arriva il momento di andare veramente forte, mentre la nuova Hybrid 2020, fondamentalmente, asseconda il volere del pilota… e la prestazione arriva in maniera fluida e scorrevole, quasi senza sforzo. Volete qualche esempio cronometrico? Nel nostro primo test ad Imola, con setup di base e gomme C3 Medie, abbiamo abbattuto il muro dell’1’20’’ al secondo giro, per poi scendere di un secondo netto nei successivi due passaggi fino a un 1’17’’ netto. E dopo aver preso le misure con il potenziale a nostra disposizione, abbiamo impiegato giusto una decina di giri per arrivare sull’1’15’’722, senza cambiare di una virgola l’assetto né i settaggi della power unit... ed anche senza DRS! In una parola? Impressionante. Quasi ridicolo! A conti fatti, la nuova Formula Hybrid 2020 sembra quasi un’esagerazione, un’esasperazione di ciò che è diventata la Formula 1 oggi. E il bello è che l’anno prossimo questa vettura sarà nuovamente in griglia di partenza, dal momento che l’emergenza Coronavirus ha costretto FIA e Liberty Media a posticipare l’avvento delle nuove monoposto 2021 “ad effetto suolo” alla stagione 2022. Sinceramente, dopo aver utilizzato l’ultima creazione firmata RSS, la precedente Hybrid X 2021 non ha nemmeno senso di esistere: è sì stabile, ma anche infinitamente più lenta. Forse agevolerà lo spettacolo in pista, aumentando i sorpassi e la bagarre tra i piloti, ma in ogni caso rappresenta un passo indietro rispetto a quello che è in grado di offrire la Hybrid 2020. Con quest’ultima in circolazione, chi mai dovrebbe ancora guidare qualcosa di diverso se si vuole puntare a correre e alla prestazione pura?
  20. Il mese scorso, senza gare NASCAR da mostrare in televisione, il canale televisivo FOX e iRacing si sono uniti per trasmettere una gara virtuale in diretta con veri piloti NASCAR. Inutile sottolineare che l'evento è stato un grande successo, con il vincitore della Daytona 500 di quest'anno Denny Hamlin che ha vinto anche la gara virtuale di Homestead, direttamente da casa sua ovviamente, con sua figlia che lo incoraggiava. Dopo il successo della prima gara, la FOX ha deciso di replicare domenica scorsa, con la gara al Texas Motor Speedway, che avrebbe ospitato la vera gara NASCAR di quel fine settimana. Domenica prossima invece ci sarà la gara di Bristol. NBC Sports ha seguito la FOX, annunciando che trasmetterà una gara iRacing IndyCar sabato su NBCSN. Ancora una volta, iRacing si dimostra andare oltre il semplice discorso della simulazione: sta aprendo una strada che potrà essere percorsa da tutti gli altri software (ed alcuni lo stanno già facendo), da altre realtà ed in ambiti diversi. E' sicuramente vero che il mercato USA è immenso, ha potenzialità economiche vastissime, a cominciare dagli sponsor ed iRacing ha una base economica propria unica nel suo genere, visto che il simulatore americano è sostenuto dal proprietario dei Boston Red Sox John Henry (che è anche comproprietario di Roush Fenway Racing), ma è altresi vero che quanto sta facendo iRacing con i suoi partners dimostra ancora una volta che il simracing e l'esport ad esso connesso possono rappresentare una concreta e reale opportunità di "motorsport alternativo", spettacolo, business ed emozione. Motorsport "alternativo" che in queste settimane sta approfittando dell'emergenza virus che ha costretto a spegnere i motori reali, ma sta dimostrando in misura assoluta tutto il suo valore e le sue possibilità, cosi da poter restare al centro della scena, ritagliandosi naturalmente un proprio spazio, anche quando il motorsport reale potrà tornare in azione! Gli americani stanno dimostrando con i fatti in questi giorni a quale altissimo livello può e deve essere tenuto in considerazione il simracing: Kyle Long è un famoso giocatore di football della squadra dei Chicago Bears, ma al tempo stesso è proprietario del team Mode Motorsports, che ha due auto che corrono nella serie iRacing eNASCAR Coca-Cola. Una delle due vetture è la "Kyle Long Ford Mustang" con il n. 75 dipinto sul lato, lo stesso numero che indossa Long per i Chicago Bears! Ogni dettaglio è preso sul serio, comprese le vernici delle auto! "Queste sono circostanze sfortunate in cui iRacing e il mondo della simulazione stanno riscuotendo tanto successo in questo momento che gli sport si stanno arrestando bruscamente - ha spiegato Long alla NBC Sport - ma penso che ci sia un enorme valore in esso e i team stanno iniziando a vederlo. Inizierai a vedere grandi sponsor reali molto presto." Ed è anche questo che serve al simracing! "Se sei davvero interessato alle corse, ma non hai il tempo e non vuoi salire in macchina per 150 miglia, puoi andare a correre in iRacing, che è quello che ho fatto io."
  21. Con le monoposto ferme ai box, il mondo della Formula 1 è pronto a tornare in pista questo fine settimana con il secondo appuntamento delle F1 eSports Virtual Grand Prix series. Dopo la prima tappa del Bahrain, vinta da Guanyu Xhou (pilota Academy Renault) tra critiche e polemiche, il Mondiale virtuale del Circus iridato proseguirà il proprio impegno... tornando in Australia, sull'Albert Park di Melbourne. Nel weekend che avrebbe dovuto vedere il debutto ufficiale del GP del Vietnam sull'inedita pista di Hanoi, tutti gli occhi saranno puntati sui migliori interpreti del simracing, tra i quali si schiereranno in griglia anche cinque piloti ufficiali della massima serie iridata. Al fianco dei già confermati Lando Norris, George Russell e Nicholas Latifi, questa volta saranno presenti anche Alexander Albon e Charles Leclerc, un "quintetto" a cui si aggiungeranno Johnny Herbert, il pilota di Supercar Andre Heimgartner e il campione di cricket Ben Stokes. Tutti i piloti andranno online da remoto, mentre la gara sarà commentata in diretta dalla Gfinity Esports Arena alle ore 21 di domenica 5 aprile. Lo streaming sarà disponibile sul canale ufficiale YouTube della Formula 1, così come su Twitch e sulla pagina Facebook e darà vita a una competizione della lunghezza di 1 ora e mezza per 28 giri, con tanto di sessione di qualifica che determinerà le posizioni in griglia di partenza. Dal momento che saranno nuovamente presenti piloti con differenti capacità al volante, la configurazione dell'evento sarà tale da incoraggiare una competizione in pista divertente e, allo stesso tempo, scalabile. Questo includerà vetture tutte uguali nelle performance con setup fissi, danni ridotti ed, eventualmente, la presenza di aiuti alla guida come l'ABS e il traction control. Dopo la gara prenderà inoltre vita la F1 eSports Pro Exhibition, un'ulteriore corsa di 1 ora dedicata esclusivamente ai gamers. L'appuntamento è fissato per le 22:30 e sarà trasmesso in diretta sia sui canali ufficiali della Formula 1, sia su canali TV selezionati. E proprio oggi la Ferrari ha confermato che, se nella gara virtuale di Melbourne saranno i fratelli Leclerc a scendere in pista, nella seconda gara dedicata agli specialisti del simracing esport, potremo invece ammirare in azione il nuovo duo composto da David Tonizza e Enzo Bonito! F1 eSPORTS VIRTUAL GRAND PRIX: IL CALENDARIO Dopo questa tappa, la serie ufficiale della Formula 1 virtuale proseguirà la sua corsa con altri cinque appuntamenti, nella speranza che, successivamente, il vero Mondiale 2020 possa finalmente accendere i motori. L'unica incognita è quella del round del 3 maggio: in quel weekend le monoposto più veloci del mondo avrebbero dovuto inaugurare il nuovo circuito olandese di Zandvoort, ma dal momento che F1 2019 non ha inclusa questa pista nel suo calendario... gli organizzatori dovranno trovare ben presto un'alternativa. 5 aprile: Virtual GP d'Australia, Melbourne 19 aprile: Virtual GP di Cina, Shanghai 3 maggio: da definire 10 maggio: Virtual GP di Spagna, Barcellona 24 maggio: Virtual GP di Monaco, Montecarlo 7 giugno: Virtual GP d'Azerbaijan, Baku
  22. Una delle serie in ambito motorsport fra le più spettacolari e combattute, ovvero quella TCR Series che fa capo a WSC Ltd, annuncia oggi in via ufficiale il lancio di un intero programma SIM Racing globale targato TCR, che consentirà a tutti i promotori dei campionati e serie TCR di organizzare gare virtuali con tutte le auto omologate TCR. "Le misure di emergenza innescate dal coronavirus stanno interessando eventi sportivi su scala globale e hanno costretto tutti i nostri promotori autorizzati a rivedere i loro programmi, cancellando o rimandando eventi che avrebbero dovuto avvenire nella prima metà dell'anno. Al fine di mantenere impegnati sia i piloti che i fan fino a quando non sarà possibile tornare nuovamente in pista, il passo logico è stato quello di organizzare eventi di e-sport", ha spiegato il presidente della WSC Marcello Lotti. "Abbiamo quindi deciso di lanciare il programma ufficiale TCR SIM Racing, l'unico che presenterà tutte le auto omologate TCR. Attualmente stiamo negoziando con i promotori interessati per estendere il nostro accordo alle corse virtuali. La diffusione del coronavirus sta influenzando la vita e le attività di tutti noi. Dobbiamo mantenere le distanze per rimanere al sicuro, e quindi TCR SIM Racing servirà a mantenere unita la comunità TCR durante questi periodi di separazione sociale. Per il momento, corriamo a casa! " Per i poco esperti del settore, specifichiamo che il TCR non ha nulla a che fare con il WTCR, la cui licenza fra l'altro, in ambito simulativo, è di proprietà di Sector3 su RaceRoom Racing Experience. Restati sintonizzati per ulteriori dettagli, che arriveranno a breve.
  23. Mentre il motorsport è fermo ai box per il Coronavirus, il mondo del simracing non si ferma... anzi, cambia marcia e aumenta ancora di più la propria velocità! In questo periodo la guida virtuale sta catalizzando l'attenzione di migliaia, se non addirittura milioni, di appassionati: non solo piloti, ma anche spettatori, che amano guardare le corse online con le tradizionali dirette web sulle piattaforme più famose del momento, come YouTube e Twitch. Ora, però, questo fenomeno è pronto a fare il salto definitivo anche sul grande schermo: dopo aver assicurato la copertura televisiva della eNASCAR iRacing Pro Invitational Series, questo canale inizierà a trasmettere anche le competizioni della serie World of Outlaws, che propone corse in stile dirt track a quelle tradizionali su asfalto, ovviamente sempre sul simulatore a stelle e strisce. L'inizio delle dirette è previsto nella giornata di oggi, 1 aprile, per un totale di un'ora di gare in cui prenderanno parte diversi piloti che corrono nelle serie reali, tra le quali la NASCAR, l'NHRA drag racing e proprio la World of Outlaws. La prima sfida che dovranno affrontare sarà una corsa da 35 giri, chiamata World of Outlaws NOS Energy Sprint Car, seguita da una da 50 giri che prenderà il nome di Morton Buildings Late Model. "I nostri piloti sono determinati e metteranno in piedi un grande show", queste le parole di Ben Geisler, Chief Marketing Officer della serie World of Outlaws, che preannunciano un'altro, importante, successo per il canale FOX Sports. Il quale, con la trasmissione del secondo round della eNASCAR iRacing Pro Invitational, è diventato il canale dedicato agli eSports più seguito nella storia della televisione, con ben 1,3 milioni di spettatori. "Gli americani sono resilienti, così come i fan dei circuiti da dirt track - ha continuato Ben Geisler - Non vedo l'ora di sentirli commentare a proposito di questo evento, mentre FOX Sports preparerà un altro appuntamento con i fiocchi". "La piattaforma di iRacing è quella che si avvicina di più al racing vero e proprio: le gare saranno anche virtuali, ma la competizione e il divertimento sono assolutamente reali. Useremo le serate del mercoledì per esplorare una certa varietà di gare", questo, invece, il punto di vista di Brad Zager, Executive Producer di FOX Sports: che ne dite, questo è solo l'inizio per il mondo del simracing?
  24. L'abbiamo annunciata giusto una settimana fa e oggi è finalmente tra noi! Sì, stiamo parlando della nuovissima Formula Hybrid 2020, fedele replica per Assetto Corsa delle monoposto di F1 2020, che finora abbiamo visto girare solamente nei test pre-stagionali di Barcellona. Creata dall'apprezzato team di modding Race Sim Studio, si tratta della diretta evoluzione della precedente Hybrid 2019, da cui si differenzia per una serie di miglioramenti davvero interessanti. Come annunciato dal post ufficiale, la nuova Formula Hybrid 2020 è una vettura a ruote scoperte completamente nuova, che può vantare un modello 3D tra i più dettagliati mai creati per la serie Formula Hybrid. Ma non è tutto, perchè i ragazzi del team Race Sim Studio hanno dotato la loro nuova creatura di un motore V6 turbo-ibrido capace di un sound del tutto inedito, oltre a una fisica rivista che si adatta ai cambiamenti previsti dal regolamento tecnico del Mondiale di F1 2020. Per il secondo anno consecutivo, in aggiunta, Race Sim Studio porta in dote la propria partnership con Precision Sim Engineering, che fornirà il volante top di gamma GPX Steering Wheel. Insomma, un bel regalo per tutti gli amanti delle monoposto e del simracing, che ci permetterà di trascorrere qualche bella ora di divertimento mentre combattiamo tutti assieme l'epidemia del Coronavirus... rigorosamente da casa! Come ottenere questa bellezza? Può essere acquistata al prezzo di 3,99 Euro a questo link.
  25. Oltre a causare forti disagi sociali e gravi complicazioni economiche, l’emergenza scatenata dal Coronavirus ha letteralmente bloccato tutto il mondo del motorsport. La Formula 1 è stata costretta ad annullare il GP inaugurale d’Australia e a rinviare le successive tappe fino a giugno, la MotoGP ha cancellato tutto fino al Gran Premio di Francia di inizio maggio… e così via tutte le altre serie a due e quattro ruote, nessuna esclusa. Un periodo difficilissimo, nel quale il simracing si sta delineando come l’unica alternativa per tutti i piloti (professionisti e non) per scendere in pista, anche se solo virtualmente. Tutto è iniziato con il “Not the Aus GP” ideato dal team britannico Veloce Esports, che essenzialmente ha proposto la tappa dell’Albert Park di Melbourne attraverso il videogioco ufficiale della serie iridata, F1 2019. Un’iniziativa alla quale ne sono seguite esponenzialmente altre, dalla “THE RACE All-Stars Esports Battle” su rFactor 2 alla serie ufficiale creata da FIA e Liberty Media, che nello scorso fine settimana ha dato vita al “F1 Esports Virtual Bahrain Grand Prix”. Competizioni a cui hanno partecipato diversi piloti professionisti, tra i quali quel Phillip Eng che, quest’anno, avrebbe dovuto correre nell’edizione 2020 dello SportsCar Championship americano con la sua BMW M8 GTE. Come tanti altri, invece, il pilota austriaco ha dovuto momentaneamente appendere il casco al chiodo, dedicandosi a tempo pieno alla guida simulata. “E’ la mia droga da corsa sostitutiva” - ha dichiarato il top driver BMW che ha partecipato al DTM tedesco - “Le gare virtuali mi aiutano a rimanere in modalità gara, soprattutto mentalmente, oltre a migliorare come pilota professionista”. Volete saperne di più? Continuate a leggere! BMW MOTORSPORT: NEL SIMRACING PER COLTIVARE TALENTI Rispetto a tanti anni fa, le corse al computer stanno diventando sempre più un concreto ausilio per i reparti corse di tutto il mondo: un’opportunità che BMW Motorsport ha saputo cogliere facendola diventare un vero e proprio pilastro aggiuntivo al proprio programma di sport motoristici. L’attenzione del team tedesco attualmente si concentra su due piattaforme: iRacing e rFactor 2. Sul simulatore a stelle e strisce i piloti BMW, tra cui Bruno Spengler (CAN), Nick Catsburg (NED) e Jesse Krohn (FIN), sono impegnati al volante della M8 GTE, che ha conquistato tutti e tre i gradini del podio nell’IMSA Super Sebring Satuday di sabato scorso, ma anche a bordo della Z4 GT3, che corre sul Nordschleife nel Digital Nürburgring Endurance. Su rFactor 2, invece, il nuovo BMW Junior Team partecipa regolarmente alla BMW SIM M2 CS Racing Cup, una serie dove si danno battaglia i più talentuosi piloti del simracing internazionale. Un impegno, quello di BMW Motorsport, che sta dando “un ulteriore impulso alle corse simulate – precisa Phillip Eng - Quando un grande produttore come la BMW viene coinvolto a tal punto, il grande pubblico lo prende in considerazione e la percezione del sim racing cambia in modo positivo. La mia opinione? In futuro questa disciplina diventerà un vero e proprio sport motoristico dove coltivare nuovi talenti”. LA PRATICA RENDE PERFETTI… MA LA REALTA’ E’ DIFFERENTE Ma com’è iniziata l’avventura nel simracing di Phillip Eng? “Avevo 17 anni, credo, e il mio simulatore era tale che ho dovuto spostare i miei quaderni su un lato, bloccare il volante sulla scrivania e fissare i pedali sul pavimento usando del nastro adesivo”, ha dichiarato il pilota austriaco, che tuttavia ha notato alcune differenze con la sua reale attività in pista. “Le sensazioni che provo durante una gara virtuale sono le stesse che provo su una pista reale, così come i miei istinti – ha continuato Eng – Il simulatore, tuttavia, non è esattamente uguale a ciò che si percepisce nella realtà. Noi piloti professionisti non possiamo ancora competere ad armi pari con i migliori simdriver del mondo: ciò è dovuto alla quantità di tempo che questi ragazzi trascorrono giornalmente davanti allo schermo”. “Mi piace confrontarlo con l'allenamento fitness – ha precisato Phillip Eng - Se mi alleno regolarmente e faccio, diciamo, 350 chilometri a settimana sulla mia bici, allora sarò abbastanza in forma. Se, tuttavia, ho due settimane di pausa perché sono da qualche parte a correre, allora il mio livello di preparazione atletica scende di nuovo. Questa differenza è la stessa tra me e un simdriver professionista”. Insomma, la pratica rende perfetti, ma serve anche una buona dose di talento naturale. Che però, nella realtà, forse non è abbastanza per rendere un simdriver anche un buon pilota di auto da corsa. “Sono sicuro che i migliori abbiano il know-how tecnico e il potenziale di guida necessari – ha commentato il pilota BMW - Tuttavia, in una vera macchina da corsa, devono prima imparare a gestire il fatto che potrebbero ferirsi se commettono un errore. Lo noto con me stesso. Prendo sempre più rischi nel simulatore rispetto a una vera macchina da corsa”. REALTA’ VS SIMULAZIONE: COSA PUO’ FARE UN SIMULATORE PROFESSIONALE? Rispetto alla guida di una vera auto da corsa, un simulatore offre l'opportunità di fare molti test e acquisire esperienza senza rischi, in un ambiente controllato e senza costi eccessivi. Caratteristiche che garantiscono alla guida simulata un posto molto importante nei progetti del team BMW Motorsport, che dispone in quel di Monaco di un simulatore professionale utilizzato intensamente per lo sviluppo dei veicoli e per le preparazioni in vista delle competizioni. Qualche esempio? Il team BMW i Andretti Motorsport trascorre diversi giorni in Germania al fine di preparare al meglio i propri piloti per le gare di Formula E, analogamente agli ufficiali che prendono parte al DTM. Tutto è dovuto, ovviamente, alle sue caratteristiche costruttive: “Il simulatore che ho a casa è abbastanza buono, per essere un oggetto in commercio. Tuttavia, è a miglia di distanza da ciò che può fare il simulatore BMW Motorsport” ha affermato Phillip Eng. “Dato che questo si muove su una piattaforma flessibile, tu, il pilota, senti ogni ostacolo e urto, proprio come faresti su una pista reale. Per me, il modo in cui l'auto mantiene la strada è appena diverso dalla realtà: è impressionante!”.
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