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Guidare al limite...cosa significa


Dindex

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@Gabe81 sono anche le regoline che ti insegnano i piloti istruttori quando metti le 4 ruote su una pista. La logica c'è ed i risultati anche, poi ci sono tutte le varie eccezioni!

@reeno79 sei riuscito a battermi in ore :D

@effemau la pratica è la miglior maestra per migliorare, ma dio bono se mi fai sudare ad Imola con la BMW GT2 :dente:

La z4? :)))

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Bella discussione, sono contento :)

 

Per quanto riguarda lo stile di guida, secondo voi il volante in curva per andare forte deve essere il più possibile "fermo" e pulito oppure il fatto che è una continua correzione (lo stesso dicasi in uscita) è spesso sintomo di stare andando forte? Io associo le continue correzioni necessarie per non andare per prati all'essere al limite, ma forse sto solo guidando malissimo.  

Edited by Dindex
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Bella discussione, sono contento :)

 

Per quanto riguarda lo stile di guida, secondo voi il volante in curva per andare forte deve essere il più possibile "fermo" e pulito oppure il fatto che è una continua correzione (lo stesso dicasi in uscita) è spesso sintomo di stare andando forte? Io associo le continue correzioni necessarie per non andare per prati all'essere al limite, ma forse sto solo guidando malissimo.  

In generale l'ideale sarebbe che l'apice della sterzata si avesse entrando in curva, e dopo si riducesse sempre di più l'angolo accelerando contemporaneamente!

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Bella discussione, sono contento :)

 

Per quanto riguarda lo stile di guida, secondo voi il volante in curva per andare forte deve essere il più possibile "fermo" e pulito oppure il fatto che è una continua correzione (lo stesso dicasi in uscita) è spesso sintomo di stare andando forte? Io associo le continue correzioni necessarie per non andare per prati all'essere al limite, ma forse sto solo guidando malissimo.  

In generale l'ideale sarebbe che l'apice della sterzata si avesse entrando in curva, e dopo si riducesse sempre di più l'angolo accelerando contemporaneamente!

 

Sì quello è chiaro anche per me :D

 

Mi riferivo ai curvoni veloci (posso dire in appoggio?) tipo la Valvoline o la Michelin del Nurb.

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Ricordo che Zanardi in un'intervista disse che la staccata entrando in curva si alleggeriva sempre di più fino alla corda ed il momento di dare gas coincideva proprio con quel momento. Come a dire che tutta l'operazione avveniva si in tempi diversi ma senza pause tra una e l'altra!!  Praticamente sbaglio tutto!! Mitico Alex!!

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Ricordo che Zanardi in un'intervista disse che la staccata entrando in curva si alleggeriva sempre di più fino alla corda ed il momento di dare gas coincideva proprio con quel momento. Come a dire che tutta l'operazione avveniva si in tempi diversi ma senza pause tra una e l'altra!!  Praticamente sbaglio tutto!! Mitico Alex!!

 

in effetti se riesci a farlo in AC (cosa molto difficile almeno finchè non prendi il ritmo) i tempi migliorano!

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Ricordo che Zanardi in un'intervista disse che la staccata entrando in curva si alleggeriva sempre di più fino alla corda ed il momento di dare gas coincideva proprio con quel momento. Come a dire che tutta l'operazione avveniva si in tempi diversi ma senza pause tra una e l'altra!!  Praticamente sbaglio tutto!! Mitico Alex!!

 

in effetti se riesci a farlo in AC (cosa molto difficile almeno finchè non prendi il ritmo) i tempi migliorano!

 

Soprattutto con la Exos!!!!!!!! :D

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Condivido molti degli interventi che ho letto in questa interessante discussione: l'importanza della tecnica di guida, cioè il sapere cosa fare (la teoria) e il saperlo fare (la pratica); la conoscenza della pista e della macchina (fondamentale, tant'è che si rimane sorpresi di come si riesca continuamente a limare secondi e poi decimi man mano che si accumulano giri di pista, raggiungendo tempi che prima sembravano impossibili); la dimestichezza con il proprio hardware, certamente, in modo da potersi concentrare sulla guida senza consumare tempo macchina (del proprio cervello) a causa di incertezze su come reagiscono le periferiche; una predisposizione naturale (forse questo non è stato detto) nei confronti di certe piste e viceversa una avversione nei confronti di altre (io per esempio mi trovo bene su piste scorrevoli come il Mugello, Spa, Assen, Zolder, e invece soffro su piste tortuose, soprattutto se piene di tornanti, come Magione, Laguna Seca, Anderstorp, Hungaroring).

 

Per quanto mi riguarda, inoltre, un aspetto è estremamente importante: la componente psicologica. Ogni volta che ho voluto ottenere il gran tempo ho commesso un errore, magari piccolo (quando ero già in una fase in cui era difficile migliorare di un decimo), ma comunque sufficiente a impedirmi di battere il mio record; e invece, per un effetto psicologico opposto, ogni volta che ho visto che l'intermedio era da record ho iniziato a guidare in maniera troppo controllata, apparentemente perfetta, ma in realtà priva di quella giusta dose di cattiveria che ti permette di correre quei piccoli rischi (si fa per dire, trattandosi di sim) che consentono di ottenere il tempone. In effetti credo che in tutti gli sport di abilità sia fondamentale liberare il cervello da tutta una serie di "cicli di pensiero" inutili ("devo fare così", "se non lo faccio sbaglio", "e se sbaglio poi chi le sente le critiche dei giornalisti?", e così via...) che impediscono di utilizzare il 100% delle risorse ai fini di una grande prestazione. Per esempio due fra i più grandi fuoriclasse del nostro sport che hanno sempre avuto la capacità di non farsi condizionare da questi sovra-pensieri dannosi, mantenendo un atteggiamento scanzonato anche nei momenti più importanti (e io dico: fuoriclasse anche grazie a questa loro virtù), sono Alberto Tomba e Gianluigi Buffon.

 

I tempi migliori insomma, ritornando a bomba, si ottengono quando si guida sciolti; tranquilli ma contemporaneamente grintosi; divertendosi e senza pensare al cronometro. Tanto, secondo la mia esperienza, mentre si sta percorrendo l'ultimo metro prima del traguardo si sa già, per istinto, se si è fatto un gran tempo o se si è fatto un giro da dimenticare, prima ancora di guardare il tempo fermato dal cronometro.

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