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  1. Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile (questo il titolo completo in Italia) è un film diretto da Neill Blomkamp (regista già apprezzato per District 9), adattamento cinematografico della serie di videogiochi Gran Turismo, che percorre la storia vera di Jann Mardenborough, adolescente giocatore del titolo Playstation che diventa un pilota professionista della Nissan. La sostanziale impostazione del film è quella di dimostrare che i giocatori di videogiochi hanno abbastanza talento da diventare piloti reali nel motorsport, sfruttando appunto quanto successo a Jann Mardenborough, interpretato da Archie Madekwe, che nel 2011 ha vinto la competizione GT Academy, che ha portato i piloti di Gran Turismo dalle loro console al vero team automobilistico Nissan. "Questi sono i sim racer più veloci del mondo", afferma il personaggio arrogante di Orlando Bloom chiamato Danny Moore, a cui è attribuita la creazione del programma GT Academy. Una volta che la casa automobilistica è d'accordo con l'idea, Moore cerca di convincere l'ex pilota e attuale meccanico Jack Salter, interpretato da David Harbour, a unirsi al suo progetto. “Pensi davvero di prendere un ragazzo che gioca ai videogiochi nella sua camera da letto e metterlo alla guida di un missile da 200 miglia all'ora: lo farà a pezzi”, lo avverte Salter. Tuttavia, stufo anche lui di supervisionare milionari senza talento, come Nicholas Capa dell'omonima squadra Capa Racing, decide di far parte del "folle" progetto di Orlando Bloom/Danny Moore. Il compito di Salter è naturalmente quello di addestrare gli aspiranti piloti e scegliere un vincitore, prima di guidarli attraverso l'industria senza scrupoli del motorsport. Mardenborough è da subito l'obiettivo principale della sua attenzione, adolescente coraggioso che ascolta il sassofonista Kenny G prima della gara. I momenti nel film dedicati allo sviluppo del personaggio principale, che si tratti di genitori preoccupati o interessi amorosi, sono spesso interrotti da qualcuno che si sforza di spiegare l'importanza delle auto che guidano in pista o primi piani suggestivi di parti della vettura (pubblicità velata per Nissan?). Gli argomenti impegnativi vengono discussi con irriverenza e, nell'ultima parte del film, la giustificazione per tornare a correre dopo un incidente spaventoso è decisamente debole e poco credibile. Nessuno spoiler naturalmente... Chi ha familiarità con la vera storia raccontata nel film, noterà diverse licenze creative e scorciatoie, per rendere il tutto più compatto ed emozionante. Tra l'altro il cattivo Nicholas Capa è un pilota orribilmente scorretto che probabilmente sarebbe cacciato da qualsiasi circuito se guidasse allo stesso modo nella realtà. Una cosa in particolare non ci è piaciuta, riguardo le licenze narrative: lo sfruttamento dell'incidente reale accaduto a Jann Mardenborough, riposizionato in maniera diversa dalla realtà per poterlo utilizzare come elemento della storia del film. Il terribile incidente è accaduto nel marzo del 2015, durante una corsa VLN endurance al Nordschleife Nürburgring, con la Nissan GT3 Nismo di Mardenborough che ha preso letteralmente il volo (foto in basso), andandosi a schiantare contro le barriere protettive a bordo pista. Jann non ha subito gravi ferite, ma nell'incidente sono rimasti coinvolti alcuni spettatori ed uno di questi è morto. L'episodio viene replicato in maniera piuttosto spettacolarizzata nel film, seppur dinamicamente corretta, ma quello che da fastidio è il fatto di essere stato spostato cronologicamente per renderlo un momento di svolta per Mardenborough, che lo spinge a reagire e lo porta a raggiungere il terzo posto alla 24 Ore di Le Mans. In realtà il crash è avvenuto DUE anni DOPO Le Mans, cosa che rende il tutto un'insensibile modifica di un evento grave. "Questo non è un gioco, questa è la realtà", interviene Slater varie volte, in modo quasi ridicolo e ripetitivo. Tuttavia, il senso della velocità e gli angoli di ripresa in stile videogioco sono accattivanti. Mauro Calo, stuntman famoso per Top Gear e The Grand Tour, è stato coinvolto nelle scene di guida più spettacolari e si vede. Le auto si intraversano in modo folle, un gruppo di Nissan GT-R è separato da pochi millimetri a 240 km/h, riprese pazzesche con utilizzo di droni e cosi via, tutto sempre altamente spettacolare. Anche l'interpretazione di Jann Mardenborough/Archie Madekwe è più che convincente e da sempre la netta sensazione che stia realmente... guidando al limite! Non mancano citazioni al franchise di gioco, che si tratti di personaggi, creatori di contenuti di Gran Turismo, o display su schermo e persino sound di menu direttamente da Polyphony Digital. Il modo in cui il protagonista utilizza una creazione CGI di un'auto intorno alla sua postazione di guida è una metafora intelligente di quanto seriamente alcuni piloti virtuali prendano il loro esport. Da notare che - sorprendentemente per Hollywood - tutta la terminologia corretta del mondo della simulazione viene utilizzata ovunque nel film. Peccato per la sceneggiatura ripetitiva: "Ho fatto questa pista mille volte", sostiene Mardenborough. "Ma non nella realtà", ribatte Salter. E lo sentiremo fino allo sfinimento. La lotta in pista con l'antagonista Capa non colpisce, poiché il rivale ha solo una piccola scena per farsi odiare. Del resto i recenti film di successo sugli sport motoristici, come Rush o Le Mans '66, dipendono da uno scontro di personalità. In questo film Gran Turismo, nel quale non vengono sviluppati fino in fondo le personalità e le caratteristiche dei rivali in pista al di fuori del circuito, viene perciò a mancare l'impatto emotivo e scenico che sarebbe stato necessario. Il film non approfondisce nemmeno la relazione tra genitore e figlio, che si sforza di inseguire i propri sogni, né esplora le pressioni delle aspettative sulla sua giovane mente. L'unico messaggio che viene spesso ripetuto è che il motorsport è pericoloso, probabilmente utile per i ragazzini più giovani in sala, ma solo per loro... "L'intera faccenda - riferendosi al GT Academy - è solo una stravaganza di marketing", proclama Moore ad un certo punto e viene da pensare che si riferisca proprio al film stesso, invece che al programma di Polyphony, pieno zeppo di loghi Nissan, Fanatec o Sony. Praticamente per l'intero film, viene ripetuto che Gran Turismo è "un vero simulatore di guida", non è chiaro se per convincere i ragazzini presenti nel cinema a giocare il divertente racing game Polyphony (che certamente simulatore NON è), oppure per opera di auto convincimento degli attori stessi. Altra pecca, che gli appassionati di motorsport e simracing più attenti noteranno sin da subito, sta nell'uso eccessivo del circuito dell'Hungaroring, in pratica quasi l' unico tracciato utilizzato per girare le scene in pista. Del resto la totalità del film è stata girata appunto in Ungheria. Una grande inesattezza del film è poi quella di presentare Jann Mardenborough come il primo vincitore della GT Academy a passare dal sim alla realtà. Jann in realtà stava seguendo le orme del primo campione di GT Academy nel 2008, Lucas Ordonez, che ha ottenuto notevoli successi ed è stato proprio lui a dimostrare che il programma GT Academy poteva funzionare davvero. Il film, tuttavia, presenta Jann come il campione originale di GT Academy, come colui che per primo arriva sul podio a Le Mans, quando invece Lucas era sul podio a Le Mans già nel 2011, prima ancora che Jann mettesse piede nel GT Academy Race Camp! Inoltre l'unico podio di Jann a Le Mans è arrivato proprio con un'auto che ha guidato insieme a Lucas (e Michael Krumm) nel 2013, come potete notare dalla foto qui sotto. Lucas Ordonez viene di fatto totalmente ignorato, stravolgendo la realtà. Per quale motivo la produzione e la Sony abbiano voluto attuare un simile ribaltamento dei fatti resta di certo un mistero e viene da pensare che il povero Lucas non l'abbia presa proprio bene... In conclusione comunque, Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile ci offre un simpatico e convincente personaggio principale, scene di corse sicuramente spettacolari e ben girate, a volte eccessive nella spettacolarizzazione, ma comunque verosimili, il tutto miscelato in un'eccessiva semplificazione e un cast di supporto non sempre all'altezza. Un film quindi neppure lontanamente paragonabile ad un Rush, Le Mans '66 o Grand Prix di John Frankenheimer (se vi è sfuggito, DOVETE guardarlo!), ma godibile, bello da vedere per la sua spettacolarità e che sopratutto ha il grande pregio di accendere i riflettori in modo corretto e chiaro sugli appassionati che guidano con un "volante non reale" e sull'intero mondo del simracing. Da non perdere, per scoprire qualcosa in più sul vero Jann Mardenborough, l'intervista esclusiva pubblicata qualche settimana fa da Motorsport.com. Molto interessante anche l'intervista pubblicata da Traxion. Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile è una colossale operazione di marketing e pubblicità per Sony, Nissan, Polyphony e Gran Turismo? Sicuramente SI ed è più che evidente, basta provare a contare quante volte nel corso del film viene elogiata la GT Academy Nissan o il "vero simulatore" Gran Turismo! E' altrettanto vero però che i tre protagonisti principali lasciano in fin dei conti il segno (personalmente adoro Jack Salter), cosi come le emozionanti scene in pista ed all'uscita della sala sicuramente tante persone saranno molto curiose di provare a casa questa guida virtuale... Starà poi a noi farle migrare dal "vero simulatore" Gran Turismo al nostro VERO ed emozionante mondo SIMRACING
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