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    • Giulio Scrinzi
      Giulio Scrinzi

      F1 2020 – Guida al circuito: Yas Marina di Abu Dhabi

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      Anche in questo anno difficile condizionato dall'emergenza Coronavirus, il Mondiale di Formula 1 2020 è ormai vicino alla sua conclusione: questo fine settimana, infatti, andrà in scena l'ultima prova della stagione, quel Gran Premio di Abu Dhabi che dal 2009 definisce il “gran finale” del Campionato destinato alle monoposto più veloci del mondo nella cornice del bellissimo, quanto complicato, circuito Yas Marina.

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      YAS MARINA: L'APOTEOSI DEL LUSSO

      Questa pista è frutto dell'impegno del noto architetto tedesco Hermann Tilke, posizionata sull'Isola Yas a 30 minuti di distanza dalla città di Abu Dhabi: la prima volta che il Circus della Formula 1 è giunto in questa parte del mondo è datata 2007 in occasione del “Formula One Festival”, quando venne annunciato il GP locale grazie a un contratto che avrebbe preso il via a partire dall'edizione 2009.

      Da questo momento cominciarono i lavori per la costruzione del circuito, affidata alla compagnia Aldar Properties che è stata anche protagonista del vicino parco tematico dedicato alle quattro ruote, del Ferrari World, del parco acquatico e di tutte le strutture alberghiere circostanti, contraddistinte da un livello qualitativo di assoluto pregio.

      Tra i vari aiuti stanziati per completare l'opera in tempo per il Gran Premio del 2009 bisogna sottolineare anche la presenza della ditta americana Musco Lighting, la stessa che ha lavorato all'impianto di illuminazione del circuito di Losail in Qatar. Allo stesso modo anche lo Yas Marina di Abu Dhabi ha ricevuto dei potenti fari in grado di far correre le vetture del Circus, attivi dalle 17 in poi in modo da creare una gara in partenza con il sole... ma con il tramonto sotto la bandiera a scacchi.

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      YAS MARINA: ATTENZIONE ALLE TEMPERATURE

      Lungo 5.554 metri, il circuito Yas Marina di Abu Dhabi può contare su 21 curve e tre rettilinei principali, per un layout cittadino caratterizzato da tante pieghe a gomito che lo rendono un tracciato prevalentemente “stop&go”. La grande prevalenza di ripartenze da bassa velocità, inoltre, fanno sì che il grip meccanico offerto dalle gomme Pirelli rivesta un ruolo particolarmente importante, assieme a quello della downforce curata attraverso l'inclinazione degli alettoni anteriori e posteriori (ma non solo).

      In termini di assetto, la pista di Abu Dhabi richiede tanta stabilità in accelerazione, quindi i team dovranno optare su dei setup a carico aerodinamico intermedio in grado di dare il meglio di sé sia in curva... che in rettilineo, dove conta raggiungere allo stesso tempo delle velocità di punta decisamente elevate.

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      Particolare attenzione dovrà essere posta all'evoluzione della pista, dal momento che sia le qualifiche che la gara si terranno all'imbrunire: questo significa che l'asfalto subirà un consistente abbassamento delle temperature, dovuto anche al fatto che il Gran Premio si terrà a metà dicembre anziché a fine novembre come nelle scorse stagioni; questo fattore, di conseguenza, comporterà delle modifiche importanti alle monoposto per raggiungere tempi degni di nota.

      Le temperature più basse abbasseranno il grip a disposizione dei piloti, i quali dovranno stare attenti anche a modulare con precisione le frenate: l'azionamento del pedale del freno per 11 volte al giro ha fatto sì di donare a questa pista il massimo grado di severità da parte dei tecnici Brembo, che hanno individuato ben 970 kg di pressione in un singolo passaggio per una decelerazione media di 4,6 g. La frenata più impegnativa? Sicuramente quella di curva 8, che sancisce la fine del rettilineo più lungo dove si può azionare l'ala mobile: qui si decelera bruscamente da 338 km/h a 83 km/h nell'arco di 125 metri e in un tempo inferiore ai 2,6 secondi, per una pressione sul pedale del freno di 186 kg e un picco di decelerazione negativa di 5,6 g.

      Ultimo punto da considerare è la disponibilità delle gomme P Zero della Pirelli: la Casa della P Lunga metterà a disposizione le C3 White Hard, le C4 Yellow Medium e le C5 Red Soft, le quali saranno fortunatamente soggette a un minor degrado in ottica gara rispetto a quello visto su altre piste del Mondiale. Il motivo? La minor abrasività dell'asfalto e la bassa velocità media in curva, che renderanno meno incisive le forze G laterali impresse sulle monoposto.

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      YAS MARINA: LA HALL OF FAME DI ABU DHABI

      Come abbiamo detto il Gran Premio di Abu Dhabi ha iniziato la sua carriera nel calendario del Circus iridato a partire dall'edizione 2009, vinta da Sebastian Vettel quando ancora correva con i colori della Red Bull. Il pilota tedesco ha poi bissato questo suo primo successo anche l'anno successivo e nel 2013, lasciando spazio a Lewis Hamilton nel 2011 e a Kimi Raikkonen nel 2012.

      Con il cambio di regolamento e l'inizio dell'era turbo-ibrida, tuttavia, è stata la Mercedes a diventare davvero imbattibile sullo Yas Marina di Abu Dhabi, alternando alla vittoria i suoi piloti di punta: Hamilton qui ha vinto nel 2014, nel 2016 e nelle ultime due edizioni, mentre Nico Rosberg e Valtteri Bottas hanno conquistato il gradino più alto del podio rispettivamente nel 2015 e nel 2017.

      C'è da dire che il figlio del grande Keke, ad Abu Dhabi, ha battuto il suo compagno di squadra strappandogli il Mondiale 2016, nonostante un primato di successi (5), pole position (5), podi (8) e punti (211) che vedono il rivale britannico il pilota da battere anche per la gara di questo fine settimana. Lo stesso dominio è firmato dalla sua squadra, il team Mercedes AMG Petronas, con l'unica eccezione per i giri veloci, detenuti da Sebastian Vettel (quattro) e dalla Red Bull (quattro). A questo punto non ci resta che lasciarvi alla visione della guida al circuito di Abu Dhabi, curata nel video dedicato qua sotto: buona visione! 

       

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