A pochi giorni dall’inizio del campionato virtuale ufficiale (G1-Virtual Series), è arrivato il momento di conoscere da vicino questa nuova, piccola ma arrembante monoposto. Nella realtà è il frutto di tanta passione e sacrifici; nel mondo virtuale di Assetto Corsa, è il risultato del “solito” ottimo lavoro da parte del celeberrimo team di modders ASR Formula. Ma cos’ha di speciale questa vettura? Sarà all’altezza delle aspettative e saprà farsi valere contro l’amatissima Tatuus Abarth? Non vi resta che scoprirlo continuando a leggere il seguente articolo.
Raccontare e descrivere una mod solitamente è un lavoro che richiede due approcci distinti: da un lato bisogna essere oggettivi e non tralasciare alcun dettaglio, dall’altro si può eccedere in commenti soggettivi (ma solo in determinati punti, magari alla fine). Qui, però, siamo di fronte non solo ad una mod per Assetto Corsa ma anche al frutto di tante ore di lavoro e passione da parte di due ingegneri di origine israeliana che prima di tutto sono appassionati di motorsport. Perché, per chi non lo sapesse, la Griiip G1(nella realtà) non è una semplice, banale monoposto per aspiranti piloti. No, è molto di più. È anzitutto Passione, con la P maiuscola e proprio per questo motivo l’approccio all’odierna recensione sarà più spassionato del solito ma sempre, inevitabilmente dettagliato.
Partiamo allora dalle caratteristiche di questa G1: anzitutto, è equipaggiata da un frizzante motore 4 cilindri Aprilia RSV4, capace di erogare ben 201 cavalli a 13000 giri, che combinato al peso ridicolo (a secco) di soli 390Kg, fanno di questa minuta monoposto una vera e propria bestiolina a quattro ruote scoperte. Se i numeri non vi hanno fatto saltare sulla sedia (o sul divano o qualsiasi altro posto) sappiate che ci sono altre caratteristiche meritevoli di essere citate. Del resto, qui non si tratta di stabilire alcun record, qui si tratta di offrire un’esperienza all’aria aperta più emozionante possibile. Ecco, allora, che accanto a questi dati effimeri, troviamo un sistema per le sospensioni all’avanguardia: sia all’anteriore, che al posteriore, la monoposto “italo-israeliana” monta delle sospensioni push-rod, una soluzione aggressiva e unica nel mondo delle vetture a ruote scoperte di piccola taglia (questa in particolare prende ispirazione dalla Formula 1000). Anche l’aerodinamica sa il fatto suo (ala anteriore a tutta larghezza, diffusore che dalle pance laterali confluisce a due condotti venturi), così come i freni e ancor di più la posizione del motore. Questo, infatti, è il vero fiore all’occhiello della Griiip G1: dove le altre monoposto di categorie simili hanno il motore posizionato trasversalmente, lei lo ha in longitudine, come le monoposto di taglia più grande. E questo non è solo un vezzo, ma un vero e proprio voler avvicinare il più possibile l’esperienza a quella di vetture formula più prestazionali, senza dover spendere una follia in soldi e anni. Dopo avervi dato un’infarinatura su ciò che è la vettura in questione possiamo affrontare il tema principale dell’articolo: come si comporta in pista? Come si traducono tutte queste fantastiche e strabilianti caratteristiche nella suddetta mod?
In una parola sola: Favolosamente.
Basta osservarla per qualche istante, farci un giretto attorno premendo F5 e muovendo il mouse, per accorgersi del lavoro minuzioso e certosino fatto dal team ASR ma soprattutto nella realtà, dai due giovani ingegneri. Il colore originale, un nero opaco molto aggressivo, quasi stealth, calza alla perfezione con le forme semplici ma funzionali della monoposto e quel tocco di rosso laccato sulle ali conferisce sportività e serve da contrasto. Ovviamente nel campionato online ognuno avrà la sua livrea personalizzata con la quale distinguersi, ma già così, la Griiip si presenta bene, come un giovane avvocato alla prima giornata di lavoro in ufficio. E qui si torna alla domanda precedente: saprà fare il suo dovere? Sì. E lo fa non appena si sale a bordo: il rombo e lo scoppiettio del motore Aprilia danno un benvenuto di un certo livello, si capisce subito con chi si ha a che fare, perché è un suono graffiante, birbantello. Dando qualche sgasata si distinguono alla perfezione i bassi, i medi e gli alti: se da ferma la G1 sembra un ranocchio infervorito, dai 2500 ai 12000 giri la voce si fa più acuta fino a sfociare in un urlo impazzito quando si sfiora il limite del contagiri.
Inserita la prima (il cambio è un sequenziale a sei marce-la frizione c’è al bisogno), lascio i box di Magione e mi butto letteralmente in pista, voglio provare questa tanto acclamata vettura. Per prima cosa le marce: sono corte, sviluppate per sfruttare al meglio il piccolo ma possente quattro cilindri della RSV4 Superbike; non si possono cambiare ma si trovano alla grande sui brevi rettilinei e ancor di più sulle strette e incalzanti curve del circuito Umbro. Sembra fatta su misura per questo piccolo ed entusiasmante tracciato. Tale cambio, però, ha un leggero ritardo nell’innesto, una scemenza a dir la verità, che tuttavia aggiunge quel tocco di realismo che ci si aspetterebbe da una mod di così alto livello. In verità, non ho avuto modo di provare la monoposto dal vivo, ma leggendo i commenti di chi ha avuto la fortuna di farlo, sembrerebbe proprio una caratteristica della vettura, quindi, chapeau ad ASR. Se, perciò, cambio e marce fanno il loro dovere e sono una buona base da cui partire nella valutazione oggettiva, il telaio e l’aerodinamica permettono alla mod di fare un deciso salto in alto verso il top di qualità. Nel cambio di direzione si riesce incredibilmente a percepire la rigidità e leggerezza del telaio: volante ben saldo fra le mani, occhi puntati verso l’apice della curva e via... la G1 va esattamente dove voglio io. Scattante come poche, agile ancor di più, la Griiip motorizzata Aprilia è un vero fulmine fra le curve in successione: Zampini, Prima e Seconda Esse scorrono sotto il telaio in tubi di acciaio e cromo-molibdeno in pochi istanti e grazie anche all’aerodinamica molto sviluppata, l’auto è incollatissima a terra. Non solo nei tratti medio-lenti però. Anche in curve più veloci come il Curvone, non accenna a perdere aderenza, nonostante l’asfalto sia riconosciuto per essere alquanto sconnesso e sfavorevole alla tenuta. Sembra quasi sconfiggere una ad una le leggi della fisica per quanto riguarda le piccole monoposto, eppure vi garantisco che è così. E anche con un assetto di default è praticamente neutra, c’è davvero poco sovrasterzo e solo un minimo accenno di sottosterzo quando il raggio della curva è molto stretto (per esempio al Tornantino).
Per provarla meglio cambio location e scelgo una pista semi-sconosciuta, inglese, di quelle piccole ma toste e divertenti; si chiama Croft (la potete trovare qui). In comune con Magione c’è l’asfalto che in parecchi tratti fa fare dei piccoli salterelli alla G1, ma niente che le ottime sospensioni push-rod non siano in grado di attutire. A proposito: se i rapporti delle marce erano fissi, lo stesso non vale per ammortizzatori, molle e tutto il comparto delle sospensioni, così come le ali, il brake bias o i differenziali. Fissa invece è la scelta delle gomme. No, non è una mancanza del team ASR, ma la volontà della Griiip di bilanciare da una parte l’apprendimento alla guida dei piloti cadetti e dall’altra di poter venire incontro agli ingegneri di pista, che così facendo hanno meno peso sulle spalle (o sulla testa, visto che devono ragionare). A differenza di Magione, però, qui posso sfruttare di più la potenza del motore e mantenerlo più spesso vicino ai 13000 giri dove, oltre ad urlare da matti, dà sfogo a tutta la sua potenza. Eh sì, del resto qui non siamo di fronte ad un motore automobilistico ma di origine motociclistica, quindi ci sono delle differenze, soprattutto nell’erogazione della potenza. Nel corso dei giri resto, però, impressionato anche dalla forte decelerazione impressa dai freni: il punto di staccata è veramente profondo, vicino all’inizio della curva, persino dopo un rettilineo di alcune centinaia di metri. Certamente il peso piuma della vettura aiuta, ma non c’è dubbio che questi freni, derivati dalla Formula Ford, sappiano il fatto loro. Che spettacolo di macchina.
Sarà la bontà della mod, sarà la genialità della monoposto in sé, ma inanellare una lunga serie di giri su questo ostico circuito inglese non è mai stato così gratificante e godurioso. Una delle caratteristiche che più mi colpiscono di questa mod è, inoltre, l’ottima riproduzione del grip (manco a farlo apposta visto il nome dell’auto). Gomme e asfalto si baciano alla perfezione, che sia una pista ufficiale Kunos o una moddata; l’aderenza e la perdita di essa stessa, sono riprodotte egregiamente e si ha quella sensazione di controllo sull’auto, che dovrebbe esserci visto il mezzo in questione. È davvero pazzesca, non ci sono molte parole per descriverla. Pecca solo un po’ di velocità massima ma se devo essere sincero, basta non correre su piste eternamente lunghe come Spa o Monza e il problema si risolve da sé. Ha la giusta dose di cattiveria, grazie soprattutto all’imbarazzante rapporto peso/potenza, ed è rapida nei cambi di direzione, come un gatto selvatico alla caccia di una lepre nei sottoboschi della Maremma. La pista è la sua preda, l’aerodinamica e le soluzioni tecniche avanzate il suo artiglio più affilato; il volante, è il tramite che permette di indirizzare dove noi vogliamo il muso, alla ricerca della linea perfetta. Non pensavo sinceramente di trovarmi qui, alla fine della recensione a parlarvi di felini; ma questa Griiip G1 mi ricorda proprio il loro modus operandi: è sobria nei lineamenti, quieta quando deve preparare una curva... ma poi sfodera tutto il suo vigore in un lampo, non appena serve affrontare il circuito il più velocemente possibile. Eppure dovrebbe essere una monoposto per principianti, infatti sulla carta è così. Tuttavia ha già tutto quel che serve per divertire e far provare emozioni di una categoria superiore.
Come ultima prova, perché sarà spassionata quanto volete ma pur sempre una recensione resta, è tempo di sfidare in pista la IA, a Zandvoort per la precisione. Imposto il grado di difficoltà massimo, aggressività pure e via: gara veloce di 4 giri, giusto per vedere come si comporta la mod nelle mani del computer. Parto quinto e grazie alla ormai proverbiale caparbietà o attitudine alla “verstappen” dell’intelligenza artificiale di AC, mi ritrovo nella ghiaia alla prima curva ma nulla di irrimediabile. La cosa più importante è che nel corso dei giri non noto alcun bug, non avviene alcun ritiro strano, né ci sono auto che si bloccano o quant’altro. Bene.
Arrivato alla fine di questa recensione mi sento di riassumere accennando due concetti: per prima cosa, spero di aver fatto trasparire quella passione che hanno messo i due ragazzi a capo del progetto. Il lavoro che hanno fatto ha dato vita ad una monoposto che, senza dubbio, saprà regalare grandissime soddisfazioni ai piloti veri che la guideranno. E grazie alla collaborazione diretta con il team ASR Formula anche noi, seduti su una poltrona in casa, possiamo godere delle prodezze della piccola furbetta G1. In realtà furbetta non è, perché salvo rari casi (quando si è al limite soprattutto) non si scompone molto, è sempre stabile e fedele alle manovre imposte da noi piloti virtuali. Tende giusto a scivolare un pochino il posteriore in uscita di curvoni veloci ma una volta trovato il feeling, si alza leggermente il gas lì e lo si preme di più in altri momenti meno critici. Insomma, è davvero una gran bella vettura e, quindi, una gran bella mod. Secondo punto conclusivo riguarda appunto, l’eccellente lavoro fatto dai modders: sembrerà la solita solfa ma il fatto è che in questo caso, i dati raccolti e poi trasformati in codici e algoritmi virtuali, sono quelli ufficiali dati dalla Griiip. Siamo, quindi, a dei livelli molto alti di riproduzione e fedeltà e lo si nota dal force feedback solido ma non eccessivo e dalla mole di dettagli, fisici e computazionali. Lavorando in sintonia con la casa produttrice i ragazzi dietro la mod hanno potuto creare una vettura che rispecchia quasi alla perfezione la controparte reale. Davvero un gran bel lavoro.
Ah, dimenticavo... quanto è meglio o peggio della celebre Tatuus Abarth? Difficile dare una risposta, tutto si basa molto sui gusti. La Formula Abarth è tra le auto più apprezzate dell’intero sim italiano, è intuitiva, relativamente semplice da imparare e spingere ma offre, nonostante ciò, tante ore di divertimento e soddisfazione. Questa Griiip G1 dal canto suo, offre un pizzico di pepe in più, non tanto dal punto di vista dei cavalli quanto grazie alla sua spregiudicatezza e agilità, al suo motore frizzante, alla sua predominante neutralità che però sfocia in emozione, e non in noia. Anche lei, come la Abarth, è una valida monoposto per muovere i primi passi nel mondo delle ruote scoperte su Assetto Corsa. E’ vero, la Tatuus è di una categoria superiore, ma ho fatto questo paragone proprio per farvi capire quanto sia proiettata in avanti la Griiip, e quanto sia ambiziosa. Ad ogni modo, entrambe sono belle da guidare; entrambe sanno il fatto loro, punto.
A cura di Mauro Stefanoni