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Quanto conta il setup?

Scopriamo quanto conta davvero un assetto auto ideale e come influisce su vettura e pilota.
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    Intervista a Max Mosley

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    Prima parte dell’incontro di Eurosportnews col presidente della Federazione dell’Automobilismo Internazionale. Con Mosley, presidente della FIA dal 1993, facciamo il punto sull’edizione 2004 del Mondiale di Formula 1.

    Verso il settimo titolo di Schumacher?

    “Penso che sarà molto difficile batterlo in pista prima che si ritiri… anche se dovesse perdere qualcosa rispetto agli avversari, credo che mediterebbe a lungo prima di ritirarsi, ma non vedo ragioni perché questo avvenga prima di 5-6 anni. Di solito quando un corridore perde competitività perde di conseguenza anche entusiasmo. Ma vedo Michael quando corre per divertimento con i go kart o con le auto da rally: ecco in lui c’è una vera passione per le corse, per l’agonismo, per la velocità, una cosa che non avviene con altri piloti di Formula 1. Schumi è un corridore nato, che ama il suo mestiere e lo fa straordinariamente bene. Non vedo ragioni per un suo ritiro prima di 5-6 anni almeno. Per batterlo servirà uno straordinario pilota con un’auto all’altezzaâ€.

    #CONTINUE#

    Nuovi Gran Premi in Bahrein e Cina, cosa ne pensa?

    “E’ una tendenza naturale: tutti prevedono che l’economia cinese nel giro di cinque-quindici anni salirà al livello di quella degli Stati Uniti. Si tratta di un enorme mercato, sul quale tutti coloro che possiedono un marchio riconoscibile a livello internazionale vogliono esserci. E la Formula 1 offre loro la possibilità di farsi vedere. Per noi è naturale investire in Cina, come lo sarà quando presto sbarcheremo in India. Penso che i tempi saranno maturi molto presto, prima della fine del decennio. E’ chiaro che penetrando in Cina e India, ci si rende visibili a metà della popolazione mondiale con soli due Paesi: economicamente è un bel colpo. Mi rendo conto che la situazione svantaggi l’Europa, che perde delle corse e vede al suo posto dei Gran Premi a orari scomodi a livello televisivo. E' chiaro che gli europei preferirebbero magari delle corse in America, che andrebbero in onda in prima serata, ma in sostanza, bisogna andare là dove c’è il mercato, dove c’è interesse, e senza dubbio l’Oriente al momento è un mercato più interessanteâ€.

    L’Europa rischia di perdere dei Gran Premi?

    “E’ un argomento spinoso, è difficile da commentare. Bernie Ecclestone ha il compito di negoziare i contratti per i singoli Gran Premi, di stilare il calendario del Mondiale, e così deve trattare con tutti i circuiti e quindi decidere per la soluzione più vantaggiosa dal nostro punto di vista. E’ evidente che la presenza di certe corse in Europa negli anni futuri è in difficoltà, ma la situazione è in continua evoluzione, quindi non mi sbilancio in previsioni o in giudizi su casi singoli, perché non sarebbe né giusto né serio. Ma non c’è dubbio che di qua a quattro anni almeno un paio di corse in Europa spariranno dal calendario a vantaggio di circuiti in Orienteâ€.

    [Fonte: EuroSport.com]

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