Sembrava una favola perfetta. Marco Andretti, 19enne nipote di Mario, stava vincendo la 500 Miglia di Indianapolis al debutto. Invece proprio sul traguardo è stato fulminato da Sam Hornish jr, che era partito in pole con la Dallara-Honda del team Penske e in fondo non ha rubato niente. Bellissimo il finale comunque, con il piccolo Marco che ha chiuso 2° e suo padre Michael terzo. Il tutto sotto gli occhi di "nonno" Mario al muretto box.
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Da notare che il distacco tra Hornish e Marco è stato il secondo più ridotto nella storia della corsa, giunta alla novantesima edizione. Buona la gara del nostro Max Papis, che è stato anche ottavo verso metà gara prima di accusare qualche problema alla vettura nel finale e concludere la sua gara al 14° posto. Danica Patrick, che per gran parte della 500 Miglia ha viaggiato insieme a Marco Andretti, ha invece chiuso ottava.
La corsa nel complesso è stata abbastanza regolare con lo stesso Hornish, i due piloti di Ganassi (Dan Wheldon e Scott Dixon) e Tony Kanaan e Dario Franchitti (gli altri piloti del team Andretti-Green oltre a padre e figlio Andretti) sempre protagonisti. Poco felice invece la corsa di Helio Castroneves, l'altro pilota di Penske, finito a muro poco dopo metà gara portando con sè Buddy Rice (team Rahal). Lo stesso Hornish sembrava uscito dai giochi quando, in una sosta a 50 giri dal termine, il bocchettone per il rifornimento restava attaccato al serbatoio travolgendo un meccanico. Il conseguente drive-through gli aveva fatto perdere posizioni ma Sam non si è perso d'animo e ha conquistato una gara che non l'aveva mai visto al traguardo prima di oggi. Bravo. Anche se ha "rovinato" una favola.
"E' un fallimento. In questa corsa sono passato da vorrei a potrei e infine a dovrei vincere. Alla fine arrivare secondo non significa niente". Marco Andretti ha 19 anni, è arrivato a un soffio dal trionfo nella prima 500 Miglia di Indianapolis cui partecipava. Ed è molto arrabbiato. "Buon segno", ha detto suo padre Michael, che sul traguardo ha chiuso terzo. Indianapolis il giorno dopo è la storia di un rimpianto: la vittoria di Marco al primo tentativo sotto gli occhi di nonno Mario sarebbe stata straordinaria. Ma è anche la celebrazione della bellezza di questo sport: Sam Hornish jr, che ha vinto, non si è fatto intenerire e ha fatto il suo dovere. A tavolino non si costruisce niente, anche se sarebbe estremamente popolare. Una boccata d'aria fresca, visti i tempi da altre parti.
"Il ragazzino ha fatto una gara incredibile - ha detto Hornish di Marco -. E ha corso pulito". Il texano si riferisce alla brusca chiusura che il terzo degli Andretti ha messo in atto a due giri dal termine durante un tentativo di sorpasso all'ingresso della curva 3 dell'ovale dell'Indiana. Alla fine è riuscito a passare quasi sotto la bandiera a scacchi, battendo il rivale di soli 63 millesimi. Il secondo finale più serrato nella storia della gara, giunta alla novantesima edizione. A 5 giri dal termine erano al comando Michael e Marco e la gente era in delirio. "Se fossi stato in grado di tener dietro Hornish un giro in più - ha detto papà Andretti - probabilmente Marco avrebbe vinto". Ma nessuno ha messo in atto manovre ostuzionistiche o pericolose, e anche questa è una lezione.
Detto dei primi tre, due parole anche sull'unico italiano al via: Max Papis. Il nostro pilota stava facendo una bellissima gara, sempre intorno al nono-decimo posto e vicino a Danica Patrick (poi ottava sul traguardo) e allo stesso Michael Andretti. Poi, al giro numero 145 su 200, Al Unser jr è finito a muro e un pezzo staccatosi dalla macchina è finito sotto quella di Max, danneggiando il fondo della sua vettura. Da lì è stato un calvario, ma Papis ha tenuto duro riuscendo a vedere il traguardo: 14° a tre giri, ma con la legittima soddisfazione di aver concluso la 500 Miglia di Indy. Per finire una nota sulla situazione in campionato dopo la gara di ieri: in testa rimane Helio Castroneves (ieri a muro) con 156 punti contro i 144 di Hornish e i 139 di Dan Wheldon.
[Fonte Gazzetta]