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  1. Quando si spengono i semafori rossi sentite una stretta allo stomaco e vi sentite bloccati? Provate a fare del vostro meglio ma siete sempre in ritardo quando è il momento di rilasciare la frizione? Allora la video-guida protagonista di questo articolo è quello che fa per voi: Codemasters, infatti, ha deciso di aiutare i propri fan spiegando per filo e per segno come scattare alla perfezione dalla griglia di partenza del suo F1 2020, sia in modalità Manuale che Assistita. Oltre a ciò, la software house britannica ha anche fornito qualche utile consiglio per uscire indenni dalla famigerata "prima curva del primo giro", spesso luogo di disastri e incidenti fin troppo anticipati. Come al solito, sedetevi comodi e prendete appunti: se volete diventare dei maestri delle partenze, il video qua sotto sarà per voi indispensabile!
  2. Codemasters aggiunge un'altra guida alla sua lista. Protagonista della guida odierna è la personalizzazione dell'auto e del pilota, aspetto che sta diventando sempre più centrale in F1, vista la possibilità di creare il proprio team. Il primo passo è scegliere la propria livrea tra quelle proposte nel gioco. Una volta scelta la livrea si potranno modificare i colori: alcune livree saranno bicolore, mentre altre ne presenteranno tre o addirittura quattro. Una volta scelta la nostra palette cromatica toccherà agli sponsor fare la loro comparsa. Saranno 5 gli slot dedicati, che potremo anche lasciare vuoti. Una volta scelti gli sponsor possiamo modificarne il colore per fare in modo che siano ben visibili. Il passo successivo è quello di creare il proprio pilota. Potremo scegliere tra differenti avatar, basati tutti su persone reali, alcune delle quali sono riconoscibili (come David Tonizza e Michael Schumacher). Scelto il nostro aspetto potremo selezionare la nazionalità, nome, cognome, abbreviazione di 3 lettere, il nome audio che verrà pronunciato dai telecronisti e il numero di gara. Una volta creato il nostro personaggio potremo personalizzarne aspetti come tuta, casco, guanti, pose e emote. La personalizzazione di casco, tuta e guanti segue lo stesso schema della personalizzazione della nostro monoposto, con i colori degli sponsor che saranno gli stessi scelti per l'auto. Le pose sono utilizzate nelle grafiche della Carriera, Il Mio Team e Pilota del Giorno dopo una gara, mentre le emote rappresentano le esultanze che potremo eseguire quando vinceremo un Grand Prix. Ultimo, ma non per importanza, è il logo, che ci accompagnerà nell'avventura con il nostro team. Il logo è formato da due strati, lo Sfondo e l'Emblema, che potranno essere personalizzati nel colore, nella rotazione e nello stile. Si conclude così questa guida alla personalizzazione di Codemasters. Il Podium Pass, giunto alla sua seconda stagione, fornisce sempre nuovi elementi di personalizzazione, sia in maniera gratuita sia a pagamento.
  3. A partire da oggi, i giocatori possono gareggiare e sbloccare 30 nuovi livelli di contenuti VIP e gratuiti con il lancio di F1® 2020 Podium Pass Series Two. Tra gli item sono inclusi celebrazioni e pose esclusive sul podio, nuove livree per le auto, tute da corsa, caschi, guanti e badge. I giocatori che acquisteranno il Podium Pass VIP possono guadagnare 10.000 crediti in valuta virtuale che possono essere utilizzati per acquistare la Series Three o gli item dallo shop in-game. Il trailer di F1® 2020 Podium Pass Series Two può essere visto qui: I giocatori possono sbloccare item aggiuntivi gareggiando nelle loro modalità di gioco preferite. Alla fine di ogni gara, gli XP guadagnati aiuteranno a sbloccare il livello successivo di contenuti. I contenuti estetici, che includono item a sostegno dell'iniziativa We Race As One di Formula 1®, consentono ai giocatori di aggiungere livelli di personalizzazione ancora maggiori sia al loro pilota che alla loro auto. I giocatori con livello VIP hanno anche accesso a ulteriori sfide di gioco che offrono loro un altro modo per sbloccare livelli di contenuti. “La Podium Pass Series One è stata accolta molto bene dai nostri giocatori e siamo entusiasti di aggiungere nuovi item cosmetici per la Series Two ", ha dichiarato Lee Mather, F1® Franchise Game Director di Codemasters. "I giocatori amano guadagnare contenuti grazie ai loro risultati. Sia che utilizzino solo il livello gratuito o che passino a quello VIP, ci sono molti oggetti interessanti da sbloccare che offrono ai giocatori più modi per personalizzare il loro look nel giorno della gara ". All'inizio di questa settimana F1® 2020 ha ricevuto il suo primo Sports Update. Sei delle 10 auto dei team sono state modificate per includere gli ultimi sponsor. Questi vanno dalla messaggistica e il logo #WeRaceAsOne, agli aggiornamenti personalizzati, incluso il brand "50 Years Sauber" di Alfa Romeo. Nell'aggiornamento sono incluse anche correzioni e ottimizzazioni.
  4. Codemasters ha rilasciato da qualche ora la nuova patch ufficiale per aggiornare il suo F1 2020 alla nuova versione 1.09. Qui di seguito i dettagli dell'update, fate riferimento a questo topic per domande e discussioni.
  5. Giulio Scrinzi

    F1 2020 - Guida al circuito: Monza

    Il grande momento è finalmente arrivato: questo fine settimana il Mondiale di F1 2020 farà tappa per la prima volta nel nostro Paese per dare vita al classicissimo Gran Premio d’Italia. Il circuito prescelto? Ebbene sì, il mitico Tempio della Velocità brianzolo: l’Autodromo Nazionale di Monza! Una pista storica entrata nell’immaginario collettivo come una delle più belle al mondo, la terza più antica dopo quella di Indianapolis e quella inglese di Brooklands, oggi in disuso perché chiusa già nel 1945. Una pista che è anche la più veloce del Mondiale, dove nel 2018 il finlandese Kimi Raikkonen ha stabilito il nuovo primato assoluto della massima serie automobilistica, fermando il cronometro sull’1’19’’119 con una media oraria di 263,587 km/h. AUTODROMO DI MONZA: LE ORIGINI La storia dell’Autodromo Nazionale di Monza inizia nel lontano 1922, quando l’Automobile Club di Milano decise di dar vita al progetto di un circuito permanente all’interno del Parco Reale di Monza: una mossa voluta non solo per dar spazio al motorsport in Italia, ma anche per il fatto che le corse portavano tanta pubblicità alle case automobilistiche. Con i lavori iniziati il 15 maggio, il circuito fu completato in soli 110 giorni e il primo giro di pista completo avvenne il 28 luglio da parte di Pietro Bordino e Felice Nazzaro su una Fiat 570. Benchè i disegni originari volevano una pista lunga 14 km a forma di “otto”, l’Autodromo di Monza assunse un layout a doppio anello, con una pista stradale di 5.500 metri a sette curve e un anello ad alta velocità di forma ovale con due sopraelevate lungo 4.500 metri. Il circuito si dimostrò subito estremamente veloce, al punto da mietere vittime già nei primi anni di attività. Per ovviare a questo problema prese vita prima, nel 1935, il “circuito Florio”, che univa i due tracciati originari con una serie di chicanes che rallentavano il ritmo, e poi, nel 1939, una serie di modifiche per rendere più sicuro l’impianto brianzolo. L’anello ad alta velocità fu demolito, mentre la pista stradale ottenne un nuovo “rettifilo centrale” dove si immetteva la curva del Vialone, che poi avrebbe portato a due inedite curve a gomito chiamate “curve di Vedano” e conosciute anche come “curve in porfido”, per via del fondo lastricato che le caratterizzava a livello della “sopraelevata Sud”. AUTODROMO DI MONZA: RITORNA L’ANELLO DI VELOCITÀ Dopo la Seconda Guerra Mondiale la volontà dei proprietari dell’Autodromo di Monza fu quella di ripristinare il decaduto anello ad alta velocità, in modo da supportare i vari tentativi di record effettuati dalle case automobilistiche. Il progetto seguì lo stesso layout del precedente nella parte Nord, mentre in quella a Sud fu necessario arretrare di 300 metri la sopraelevata, oltre a riprogettare le ultime curve della pista stradale. Al posto delle curve di Vedano fu introdotto un unico curvone con sviluppo di 180 gradi, chiamato “Parabolica”, mentre l’ultima curva dell’anello ottenne un’elevata inclinazione trasversale fino all’80% rispetto al piano orizzontale, con 14 torrette di segnalazione disseminate lungo l’intero tracciato destinate ai commissari, ai tecnici Radiotelevisivi, a giornalisti e fotografi. Il nuovo impianto fu inaugurato nel 1955, ma subito ci si rese conto che i due tratti sopraelevati creavano delle sollecitazioni fisiche eccessive ai piloti e diversi guasti meccanici alle vetture. Questo portò in pochi anni alla dismissione definitiva dell’anello ad alta velocità, tolto dal calendario iridato per la precisione nel 1961 dopo la morte del ferrarista Wolfgang von Trips. AUTODROMO DI MONZA: FOCUS SULLA SICUREZZA Il tedesco non fu il solo a perire sul circuito brianzolo: pochi anni prima era toccato al celebre Alberto Ascari, in cui onore la curva del Vialone fu ribattezzata “curva Ascari”, mentre poco tempo dopo fu il turno dell’austriaco Jochen Rindt, poi diventato l’unico Campione del Mondo postumo nella storia del Campionato di Formula 1. Il progressivo aumentare della velocità media sui quasi 6 km di asfalto all’interno del Parco di Monza portò a diverse modifiche strutturali a partire dagli anni ‘70, in modo da rendere meno pericolosi i Gran Premi. Alle prime chicane provvisorie arrivarono, nel 1976, tre distinte varianti a livello della parte finale del rettilineo dei box, della curva della Roggia e della curva Ascari. Ulteriori interventi per migliorare la sicurezza furono attuati nel 1994, nel 1995 e nel 2000: fu rivista innanzitutto la variante Goodyear (la prima al termine del rettilineo principale), seguita da quella della Roggia assieme alla curva Grande e alle due Lesmo. L’ultimo intervento è datato 2014, quando vennero asfaltate le vie di fuga della Parabolica, al fine di dar maggior spazio di manovra ai piloti di Formula 1. AUTODROMO DI MONZA: COME SI AFFRONTA UN GIRO DI PISTA Oggi il Monza Eni Circuit è lungo 5.793 metri e presenta 11 curve, la prima delle quali è la variante Goodyear (o del rettifilo) posizionata al termine del rettilineo principale. Qui le monoposto di Formula 1 raggiungono una velocità massima di 360 km/h, che si riduce a soli 70 km/h quando i piloti arrivano alla staccata in prossimità del cartello dei 100 metri. Una volta affrontata la chicane destra-sinistra, ci si lancia verso il curvone Biassono, conosciuto anche come Curva Grande o Curvone: si tratta di una lunga curva a destra ad ampio raggio, da percorrere in pieno fino alla Seconda Variante, o Variante della Roggia. Qui si arriva a oltre 320 km/h e si deve staccare al cartello dei 100 metri, per affrontare un sinistra-destra molto tecnico che porta nel secondo settore, contraddistinto innanzitutto dalle due curve di Lesmo. La prima, Lesmo 1, è una curva a destra da percorrere in quarta marcia senza quasi toccare i freni, mentre la seconda, Lesmo 2, richiede una leggera frenata al cartello dei 50 metri per indirizzare la vettura verso il Serraglio, curva in discesa con una piccola piega a sinistra che permette l’utilizzo del DRS al fine di tentare il sorpasso in vista della variante Ascari. Qui si arriva a quasi 340 km/h e si deve staccare molto tardi per portare quanta più velocità possibile nella successione di curve sinistra-destra-sinistra, che immettono nel rettilineo opposto a quello dei box. L’ultimo ostacolo da affrontare prima della bandiera a scacchi è la Parabolica: si stacca al cartello dei 100 metri, si scala fino alla quarta marcia e si decelera dai 340 ai 190 km/h, per poi toccare l’apice in entrata e lasciare scorrere in uscita verso l’esterno, in modo da imboccare il rettilineo successivo alla massima velocità. AUTODROMO DI MONZA: LA VELOCITÀ È TUTTO Come è stato per Spa-Francorchamps, anche l’Autodromo di Monza richiede un setup particolarmente scarico a livello di carico aerodinamico, in modo da massimizzare la velocità di punta in ogni settore di pista. Ogni cavallo di motore è fondamentale per centrare il tempo sui 5.793 metri della pista brianzola, visto che 10 cavalli, secondo le simulazioni, equivalgono a circa due decimi di secondo al giro. Gli alettoni delle monoposto di Formula 1, quindi, verranno settati su inclinazioni parecchio scariche in vista della gara di domenica, mentre le Power Unit dovranno generare il massimo potenziale a loro disposizione mantenendo, allo stesso tempo, la massima efficienza possibile. In questo senso la MGU-H dovrà essere in grado di generare gran parte dell’energia elettrica necessaria ad affrontare l’intero GP, visto che la MGU-K è in grado di recuperare solamente 650 kJ al giro contro i 3305 kJ della componente gemella. Il cui contributo equivale a 3,5 secondi per giro con un aumento di velocità fino a 20 km/h. Anche l’impianto frenante dovrà essere parecchio efficiente, viste le diverse staccate da affrontare per decelerazioni davvero... al limite. I tecnici della Brembo, in questo caso, hanno valutato Monza come una pista molto impegnativa con valore 8 su una scala da 1 a 10… il che significa che dischi e pastiglie andranno incontro a sollecitazioni per le quali la loro ventilazione dovrà essere davvero ottimale. Le gomme, infine, dovranno ottenere la giusta temperatura di esercizio senza andare in surriscaldamento, un problema particolarmente difficile da affrontare per Pirelli e per i vari team a causa delle sollecitazioni longitudinali in frenata e laterali in trazione a cui sono sottoposte. Per il Tempio della Velocità, la Casa della P lunga metterà a disposizione le mescole C2, C3 e C4, vale a dire le P Zero White hard, P Zero Yellow medium e P Zero Red soft AUTODROMO DI MONZA: LA HALL OF FAME DEL GRAN PREMIO D’ITALIA Il Monza Eni Circuit è stato la sede privilegiata del Gran Premio d’Italia per 85 edizioni delle 90 totali disputate: le altre cinque sono state disputate a Montichiari (1921), Livorno (1937), Milano (1947), Torino (1948) e Imola (1980). L’albo d’oro della Formula 1 vede attualmente Michael Schumacher come il Re incontrastato del Tempio della Velocità, grazie alle sue cinque vittorie ottenute nel 1996, nel 1998, nel 2000, nel 2003 e nel 2006… a parimerito con Lewis Hamilton, trionfante nel 2012, nel 2014, nel 2015, nel 2017 e nel 2018. Il pilota della Mercedes è anche il più veloce sui 5.793 metri della pista brianzola, grazie alle sue sei pole position e i suoi sei giri veloci in gara con i quali ha battuto nientemeno che Juan Manuel Fangio e Ayrton Senna. Hamilton e Schumacher, inoltre, condividono il numero di podi ottenuti in carriera (otto per ciascuno), mentre la Ferrari è certamente il Costruttore (e il motorista) più vincente e veloce di tutta la storia di Monza, grazie alle sue 20 vittorie, 21 pole position, 70 podi e 19 giri veloci. A questo punto, non ci resta che augurarvi buona visione per il video qua sotto: è arrivato il momento di scoprire tutti i segreti del Tempio della Velocità brianzolo, grazie alla video-guida di Esteban Gutierrez girata al volante della Mercedes W11 EQ Power+ con il videogioco ufficiale della Codemasters F1 2020!
  6. In questo momento F1 2020 è arrivato alla versione 1.08, ma presto Codemasters rilascerà un nuovo aggiornamento che introdurrà, tra i vari fix e ottimizzazioni, anche le ultime livree utilizzate nella realtà dalle monoposto del Circus iridato. A tal proposito la software house britannica ha rilasciato alcune immagini in anteprima, tutte scattate sul circuito di Spa-Francorchamps in occasione del GP del Belgio, che si terrà proprio in questo fine settimana. Codemasters, inoltre, ha confermato l'arrivo di un prossimo hotfix a metà ottobre che migliorerà le performance delle vetture disponibili nel gioco ufficiali, equilibrando quelle della Racing Point e della Ferrari. Ricordiamo che F1 2020, in versione Seventy Edition, è disponibile per PS4, Xbox One e Xbox One X, PC e Google Stadia, con un prezzo su Steam di 38,49 Euro. La Deluxe Schumacher Edition, invece, è attualmente scontata a 48,99 Euro: la potete trovare a questo indirizzo. McLaren Aggiunti vari sponsor, tra i quali Gulf Aggiunta la livrea arcobaleno #WeRaceAsOne Racing Point Aggiunta di logo e sponsor Sostituito il logo sul muso della Racing Point con quello We Race As One Alfa Romeo Aggiunto il logo 50 Years Sauber Aggiunti sponsor, logo di Twitter e quello #WeRaceAsOne sull'Halo Red Bull Logo #WeRaceAsOne aggiunto all'ala anteriore Aggiornato il logo Citrix posizionato sul casco del pilota e sul muso della vettura Renault Aggiunto logo #WeRaceAsOne su Halo e muso della vettura Aggiunti sponsor HP e Vitality Logo “Thank You NHS” logo aggiunto sulla parte superiore dell'Halo Williams Aggiornati gli sponsor sul muso anteriore Aggiornata la pinna a squalo della vettura
  7. A due settimane di distanza dall’appuntamento di Barcellona, il Mondiale di F1 2020 è pronto a tornare in pista e lo farà questo weekend per dare vita al Gran Premio del Belgio, tradizionale tappa che sarà ospitata sul celebre circuito di Spa-Francorchamps. Una pista ricca di storia, che ha incoronato grandi Campioni come Michael Schumacher e Ayrton Senna, senza dimenticare Jim Clark, Kimi Raikkonen e, in tempi più recenti, Lewis Hamilton e il giovane Charles Leclerc. SPA-FRANCORCHAMPS: I PRIMI ANNI Conosciuto con il nome di “Università della Formula 1”, il circuito di Spa-Francorchamps ha iniziato la propria storia negli anni ‘20, quando nella regione delle Ardenne fu ricavato un primo tracciato da 14 km, che univa le tre strade statali delle cittadine circostanti di Malmedy, Stavelot e Francorchamps. Su questa pista la prima gara si svolse nel 1922, mentre nel 1925 è datato il primo Gran Premio del Belgio ufficiale di Formula 1. Già all’epoca si trattava del circuito più lungo del Mondiale, che comprendeva una delle sezioni più famose di tutto l’automobilismo: stiamo parlando della “Eau Rouge-Raidillon”, introdotta artificialmente in seguito alle prime modifiche degli anni ‘30 volute per aggirare la lenta Ancienne Douane con una combinazione di curve molto più veloce, una destra-sinistra in salita che avrebbe dato vita, appunto, al ben conosciuto settore di Spa-Francorchamps. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale la pista belga è andata incontro ad altre importanti modifiche, tra le quali vale la pena citare quella che ha sostituito il “tornante di Stavelot” con un unico curvone veloce e sopraelevato posto al termine del destra-sinistra di Holowell, che di fatto ha ridotto la lunghezza originale di circa 600 metri. Con altre curve storiche come la Malmedy, la Masta e la Blanchimont, Spa-Francorchamps divenne ben presto un importante banco di prova per vetture e piloti, molto ben conosciuto per la sua pericolosità… Al punto che, al termine dell’edizione del 1970, i problemi riscontrati dai piloti di F1 circa le percorrenze elevatissime in curva hanno convinto i proprietari del Circus a trasferire il GP del Belgio prima presso il tracciato di Nivelles e poi in quello di Zolder. SPA-FRANCORCHAMPS: NASCE LA NUOVA PISTA In questo periodo la direzione dell’autodromo belga prese la decisione di costruire un nuovo tracciato semi-permanente, che avrebbe continuato ad utilizzare i tratti di viabilità ordinaria dalla Blanchimont fino al termine del rettilineo del Kemmel, passando per il tornantino La Source. Con una lunghezza di poco inferiore ai 7 km, la nuova pista di Spa-Francorchamps fu inaugurata nel 1979, mentre nel 1980 fu introdotta l’ultima doppia chicane denominata “Bus Stop”, per il fatto che in quel settore era inizialmente situata una fermata degli autobus. Con un layout completamente rinnovato, il GP del Belgio tornò stabilmente a Spa-Francorchamps dal 1985, per rimanervi fino ai giorni nostri. Nel frattempo la pista belga è andata incontro ad altri importanti ammodernamenti, come quello del 1994 che portò al rallentamento dell’ingresso nel Raidillon e all’anticipazione dell’ingresso box prima della Bus Stop. Quest’ultima, inoltre, fu ampiamente modificata tra il 2002 e il 2004, un periodo in cui gli organizzatori hanno anche ampliato le vie di fuga e spostato l’uscita dei vecchi box. Nel frattempo la costruzione di una nuova statale esterna al circuito hanno reso Spa-Francorchamps un tracciato permamente, che nel 2007 è stato ulteriormente affinato per quanto riguarda la Bus Stop: ciò ha comportato anche alcune modifiche a La Source, con un conseguente allungamento del rettilineo di partenza e un completo ammodernamento dei box, del paddock e delle tribune per gli spettatori. SPA-FRANCORCHAMPS: IL CIRCUITO AI RAGGI X Lungo 7004 metri con 19 curve in totale, il circuito di Spa-Francorchamps è diventato uno dei più belli di tutto il Mondiale: il giro di pista inizia sul rettilineo di partenza e arrivo, che conduce immediatamente al tornantino La Source. Da questo punto il tracciato picchia in discesa verso la Eau Rouge (“Acqua rossa”, dal nome del fiume che scorre nelle vicinanze), dove le monoposto di F1 vanno a comprimere le loro sospensioni prima di affrontare il successivo Raidillon in salita. L’intera sezione, chiamata Eau Rouge-Raidillon, viene percorsa oggi con l’acceleratore in pieno, mentre in passato richiedeva una certa cautela per uscire indenni verso il successivo rettilineo del Kemmel. Due esempi di quanto sia duro questo settore sulle vetture del Circus sono proposti dal cappottamento della BAR-Honda di Jacques Villeneuve nel 1999 e il piegamento della colonna dello sterzo della monoposto di Nigel Mansell all’inizio degli anni 90. Il settore successivo vede protagonista il rettilineo del Kemmel, che termina con la staccata di Les Combes per poi proseguire con la Bruxelles e la famosissima Pouhon, un lungo curvone sinistrorso ad ampio raggio che oggi le vetture di F1 percorrono praticamente in pieno. A seguire troviamo la Campus e la Stavelot, che conduce verso il settore finale del circuito, contraddistinto dalla Blanchimont e dalla Chicane “Bus Stop”, resa particolarmente insidiosa sia in ingresso che in uscita. SPA-FRANCORCHAMPS: I FATTI STORICI PIÙ IMPORTANTI La storia del circuito di Spa-Francorchamps è contraddistinta da tanti eventi entrati nella Hall of Fame della Formula 1: come dimenticare la prima vittoria di Ayrton Senna su questa pista nel 1985, che ha spianato la strada ad altri quattro successi tra il 1988 e il 1991 prima dell’arrivo del tedesco Michael Schumacher! Il Kaiser di Kerpen, infatti, fece il suo debutto nel Circus iridato proprio su questo tracciato, nell’edizione 1991 del GP del Belgio al volante della mitica Jordan 191 verde sponsorizzata dalla 7Up. Un debutto dolce-amaro per via della rottura della frizione poche centinaia di metri dopo il via, che però ha spianato la sua strada verso il successo nella massima serie automobilistica. L’anno successivo, infatti, Schumi ottenne la sua prima vittoria in assoluto proprio su questo circuito, a cui sono seguiti altri cinque trionfi che lo rendono, ad oggi, il pilota più vincente nella regione di Stavelot. Nella carriera di Schumacher, tuttavia, Spa-Francorchamps viene ricordata anche per l’incidente con David Coulthard nell’edizione del 1998, quando la sua Ferrari diventò un “triciclo”, oltre al sorpasso di Mika Hakkinen del 2000 con la BAR di Ricardo Zonta in funzione di spettatore d’eccezione in mezzo ai due Campioni. L’anno scorso, invece, è stato Charles Leclerc a raggiungere il gradino più alto del podio sul circuito di Spa-Francorchamps, un successo che ha portato in alto l’onore della Scuderia Ferrari in un weekend segnato, purtroppo, anche dalla morte di Anthoine Hubert in Formula 2. La Casa del Cavallino Rampante trionfa in Belgio da due stagioni consecutive contando anche la vittoria di Sebastian Vettel nel 2018, precedute invece da una tripletta firmata Mercedes. Come in ogni nostro appuntamento, ora è il momento di scoprire tutti i segreti del circuito di Spa-Francorchamps, grazie alla video-guida realizzata dal team di Brackley e dal suo test driver Esteban Gutierrez. Siete pronti a scendere in pista con F1 2020?
  8. Siamo quasi a metà del Campionato del Mondo 2020 di Formula 1 e per Codemasters è giunto il tempo di tirare le prime somme riguardo ai rating dei piloti in griglia (una delle tante novità di questo F1 2020). Ecco i cambiamenti più significativi: Max Verstappen: il suo valore totale sale a 91 e salgono anche le statistiche relative a Ritmo e Riflessi. L'olandese è salito sul podio 5 volte in 6 gare Lando Norris: sale anche il valore dell'alfiere della McLaren, il suo valore è ora 81 Pierre Gasly: il francese in forza all'Alpha Tauri è andato per tre volte a punti questa stagione e ci ha regalato grandi battaglie con Sebastian Vettel e Lance Stroll. Il suo Ritmo sale di 4 punti, i suoi Riflessi di 3, che fanno salire di 2 punti il valore totale, portandolo ad 82 George Russell: per l'inglese della Williams l'Esperienza sale di 2 punti, i Riflessi di 6. Ma non è tutto, le sue prestazioni in qualifica fanno salire di 2 punti il valore del Ritmo portando il totale a 76 Lance Stroll: il suo overall sale di un punto, arrivando a 79 Daniel Ricciardo: come Stroll anche il suo valore totale sale di un singolo punto arrivando a 88 Sebastian Vettel: per il tedesco un inizio di stagione non esaltante se paragonato a quello del suo compagno di squadra. Per questo motivo il suo valore del Ritmo scende di 2 punti, portando il totale da 89 a 88 Charles Leclerc: il monegasco invece vede il suo valore totale salire a 87, guadagnando un punto grazie al +1 sull'Esperienza e a +3 sui Riflessi Nicolas Latifi: scende di due punti il valore totale del canadese, arrivando a 62: salgono i suoi valori di Esperienza, Destrezza e Ritmo rispettivamente di 13, 2 e 1, ma il suo valore relativo ai Riflessi scende di 15 Ecco di seguito la tabella completa con i nuovi valori di tutti i 20 piloti in griglia. Commenti nel topic dedicato
  9. E' disponibile un nuovo aggiornamento per il nuovo titolo dedicato alla Formula 1 targato Codemasters. L'update porta il gioco alla versione 1.08 e introduce molti fix dedicati alla modalità Carriera classica e alla modalità Il Mio Team oltre ad aggiungere il volante Venom Hurricane tra le periferiche compatibili su PS4. L'aggiornamento è già disponibile per PC, Xbox One e PS4 e arriverà molto presto su Google Stadia. Ecco di seguito il changelog completo. Commenti nel topic dedicato F1® 2020 Patch Notes Hello drivers! Patch 1.08 is out now on PC, PS4, Xbox One, and coming soon to Google Stadia. Check out the notes for this patch right here: Xbox One wheels controls will no longer control the car and camera at the same time. In Driver Career players with driver moves set to off can now move teams. In My Team Career the vehicle performance index will correctly update when unprotected upgrades are lost due to a regulation change. Nvidia DLSS anti aliasing is now available on graphics cards that support it. Azerbaijan pit building now has correct collision. Venom Hurricane wheel is now supported on PS4. Team HQ interviews will now trigger in the second season and beyond. F1 Championship winner garage celebration will now correctly play. Championship points are now shown in Classic era. Fixed a crash in Splitscreen when P1 retires from OSQ. Multi Function Display now shows New or Used for tyre compounds. Custom race strategies will no longer under fuel the car in wet weather. Some sponsor bonuses will no longer incorrectly be awarded for multiple practice or qualifying sessions in addition to the race. Results of previous seasons which are shorter than your current season will now be displayed correctly. Fuel Assist will no longer force the player to use Rich mix in the race Strategy Practice Programme.
  10. L'impiego della Safety Car è un momento cruciale in ogni gara di Formula 1, può cambiare completamente le carte in tavola, dando ad alcuni piloti una seconda chance per recuperare una gara che sembrava ormai perduta. In questi momenti è importante rimanere concentrati e fare le migliori scelte possibili dal punto di vista della strategia. Con questa nuova guida Codemasters ci spiega cosa sono la Safety Car e la Virtual Safety Car, le procedure da seguire, quando effettuare un pit stop e la procedura di ripartenza: consigli utili se non avete ancora dimestichezza con la vettura di sicurezza e le sue procedure
  11. Siete in difficoltà a trovare gli ultimi decimi di secondo sulla vostra pista preferita con il videogioco ufficiale della Codemasters F1 2020? Allora il video qua sotto è quello che fa per voi: grazie al contributo di SimRacingSetup.com andrete a scoprire tutti i segreti sull'assetto di una monoposto del Circus per ogni singola pista della stagione in corso, dall'Australia a Monza, da Monaco a Singapore. Si tratta di un aiuto molto importante per incrementare la propria competitività, anche in vista della prossima stagione delle F1 eSports Series. Buona visione!
  12. Nemmeno il momento di respirare dopo il doppio appuntamento di Silverstone che il Mondiale di F1 2020 è pronto a ricominciare la sua corsa con la prossima tappa prevista dal calendario iridato. Questo fine settimana, infatti, tutti gli appassionati della massima serie automobilistica potranno gustarsi il Gran Premio di Spagna, come da tradizione ospitato sullo storico circuito di Barcellona-Catalunya. Chiamata anche “il Montmelò” per la località in cui è stata costruita, questa pista nel tempo ha dato spettacolo grazie ad alcuni dei più grandi piloti del Circus iridato: come dimenticare il duello ruota a ruota tra Senna e Mansell nell’edizione inaugurale del 1991? Così come la vittoria di Michael Schumacher sotto la pioggia del Gran Premio del 1996, quando portò al successo la (poco) competitiva Ferrari F310, oppure quella al debutto di Pastor Maldonado con la Williams nel 2012. Insomma, siamo di fronte a un tracciato ricco di storia… che ora andremo a raccontarvi! BARCELLONA: SEDE PREFERITA PER I TEST Il circuito di Barcellona-Catalunya è stato costruito nel 1991 e ha iniziato ad ospitare il GP di Spagna nello stesso anno: si tratta di un tracciato che, nella configurazione attuale per la Formula 1, è lungo 4.655 metri e presenta 16 curve, molte delle quali da percorrere ad alta velocità. Per questo motivo i team sono costretti ad utilizzare setup ad elevata downforce per rendere competitive le loro vetture, il che impedisce a quest’ultime di raggiungere una top speed particolarmente alta sul rettilineo di partenza e arrivo. Nonostante ciò, i reparti corse del Circus iridato vedono il “Montmelò” come una galleria del vento a cielo aperto, il che lo rende la sede privilegiata per i test pre-stagionali di febbraio. Nei primi anni del suo utilizzo le possibilità di sorpasso su questo tracciato erano davvero elevate, perché le vetture potevano sfrecciare molto vicine l’una alle altre a partire dalle ultime due curve fino a tutto il rettifilo principale. Quando il bilanciamento aerodinamico è diventato una parte fondamentale di una monoposto di F1, questa caratteristica è tuttavia venuta a mancare sempre di più. Le turbolenze generate dalla vettura davanti, infatti, impediscono oggi a quelle che seguono di poter rimanere facilmente in scia, per un’azione di sorpasso ormai limitata esclusivamente all’utilizzo del DRS. Dopo il GP di San Marino del 1994, in cui persero la vita Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, gli organizzatori decisero di rivedere il layout del “Montmelò”, ampliando le vie di fuga e sostituendo la variante Nissan con un tratto rettilineo, disponibile solo dall’edizione del 1995. Per favorire i sorpassi, inoltre, nel 2004 è stata modificata la morfologia delle curve La Caixa e Banc de Sabadell, mentre nel 2007 fu introdotta l’ultima chicane prima del traguardo, contraddistinta dalle curve Europcar e New Holland. L’ultima riasfaltatura, invece, risale al 2018, voluta dal Mondiale di MotoGP per aumentare il grip a disposizione durante il weekend di gara. BARCELLONA: IL CIRCUITO AI RAGGI X La pista di Barcellona-Catalunya inizia con il rettilineo di partenza, che di fatto rappresenta il punto preferito dai piloti per effettuare un sorpasso. Qui si può azionare l’ala mobile, che verrà disattivata automaticamente quando verrà premuto energicamente il pedale del freno in prossimità di curva 1: in questo punto si entra in una chicane da media velocità , in cui l’importante è uscire bene dalla seconda a sinistra a gas spalancato verso il curvone successivo. Dalla Elf si passa alla Renault, una lunga curva ad ampio raggio da percorrere in pieno fino a curva 4, la Repsol: molto simile alla mitica Parabolica di Monza, la traiettoria ideale richiede ai piloti di frenare in maniera ritardata per poi prendere l’apex in anticipo rispetto al solito, in modo da lanciarsi a tutta velocità verso la curva più lenta del circuito, la Seat. A seguire le monoposto di F1 dovranno affrontare un settore che prima si dirige in discesa e poi ritorna in salita con le curve 7 e 8, che formano una piccola chicane in cui bisogna stare attenti ai cordoli in uscita. Il motivo? Questi possono rovinare il fondo e le sospensioni delle vetture a causa della forte compressione, portandole in alcuni casi in testacoda quando si esagera con l’acceleratore. A questo punto è il momento di affrontare la Campsa, una curva a destra velocissima in cui inizialmente non si riesce a vedere il punto di corda. Da percorrere in pieno, questa conduce su un piccolo rettilineo che termina a La Caixa, tornantino a sinistra da seconda marcia che introduce successivamente nell’ultimo settore del circuito. Dopo una prima curva a sinistra i piloti di F1 si dirigono di nuovo in salita, per poi aggredire l’ultima chicane che è stata ridisegnata dal noto ingegnere tedesco Hermann Tilke. Il suo scopo è quello di abbassare la velocità di uscita verso il rettilineo principale, in modo da aumentare l’azione in pista e, possibilmente, le opportunità di sorpasso, di solito limitate alle sole zone predisposte per l’utilizzo del DRS. BARCELLONA: ATTENZIONE ALLE TEMPERATURE La presenza di diverse curve da percorrere ad alta velocità costringe gli ingegneri ad utilizzare assetti da elevato carico aerodinamico sul circuito di Barcellona: i reparti corse con vetture il più possibile efficienti in termini di downforce potranno di conseguenza azzardare degli angoli di incidenza per gli alettoni più estremi, al fine di favorire il più possibile la velocità massima in rettilineo. Benchè questa pista non metta particolarmente alla frusta le power unit, dal momento che l’utilizzo dell’acceleratore è limitato solamente al 50% di un giro completo, i team dovranno prestare attenzione alla temperatura ambientale, nonché all’elevato consumo degli pneumatici sulla distanza di gara. L’asfalto abrasivo del “Montmelò”, infatti, comporta forti sollecitazioni sulle gomme della Pirelli, che in Spagna porterà le tre mescole più dure della gamma P Zero: le C1 (Hard), le C2 (Medium) e le C3 (Soft). I carichi che dovranno sostenere hanno inoltre indotto il fornitore italiano ad alzare le pressioni medie, il che richiederà un’ulteriore attenzione alla gestione delle coperture durante l’intero Gran Premio. BARCELLONA: I FATTI STORICI PIÙ IMPORTANTI Fin dalla sua introduzione nel calendario di Formula 1, il circuito di Barcellona-Catalunya si è distinto per alcuni avvenimenti che sono entrati nella Hall of Fame della massima categoria. Nell’edizione inaugurale del 1991 Ayrton Senna e Nigel Mansell percorsero l’intero rettilineo uno di fianco all’altro alla velocità di oltre 300 km/h, con il pilota britannico alla fine capace di superare all’ultimo il rivale brasiliano. Nel 1994, invece, Michael Schumacher riuscì a raggiungere il secondo gradino del podio nonostante una Benetton bloccata in quinta marcia per oltre metà gara, a cui seguì la vittoria con la Ferrari durante il diluvio dell’edizione del 1996. Nel 2001, invece, la McLaren-Mercedes di Mika Hakkinen lasciò a piedi il finlandese proprio all’ultimo giro per un problema alla frizione, spianando la strada proprio al Kaiser di Kerpen. Da ricordare inoltre l’edizione del 2006, che incoronò Fernando Alonso, all’epoca pilota della Renault, come il primo spagnolo di F1 a trionfare “in casa” sulla pista catalana. In tempi recenti, invece, il “Montmelò” ha incoronato vincitori due debuttanti d’eccezione: nel 2012 il venezuelano Pastor Maldonado (per lui fu il primo, e unico, successo con la Williams), nel 2016 un giovanissimo Max Verstappen alla sua prima gara in assoluto nel Circus iridato con la Red Bull. Passando dalle quattro alle due ruote, la pista di Barcellona è ricordata per lo splendido duello tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo durante l’edizione del 2009, con il “Dottore” capace di beffare il compagno di squadra grazie a quell’incredibile sorpasso effettuato all’ultima curva prima del traguardo. Nel 2016, invece, Luis Salom fu vittima di uno spaventoso incidente in curva 12, che gli costò successivamente la vita: questo convinse la FIM a cambiare il layout utilizzato dal Motomondiale, che passò su quello utilizzato dalla F1 fino al 2006. E ora… le statistiche: il primato assoluto in qualifica del “Montmelò” appartiene a Valtteri Bottas, siglato con la Mercedes nel 2019 in 1’15’’406, mentre quello in gara porta la firma dell’australiano Daniel Ricciardo, ottenuto con la Red Bull in 1’18’’441. Il pilota più vincente su questa pista è ancora Michael Schumacher con ben sei successi all’attivo, seguito da Lewis Hamilton (quattro) e da Mika Hakkinen (tre). La scuderia più prestigiosa, invece, è la Ferrari, con otto trionfi davanti alla Williams (sei) e alla Mercedes (cinque). Ma quali sono i segreti di guida per centrare un ottimo tempo sul circuito di Barcellona? Come negli appuntamenti precedenti ce lo spiega Esteban Gutierrez, con il tradizionale appuntamento del team Mercedes AMG Petronas e il videogioco ufficiale della Codemasters F1 2020: buona visione!
  13. Codemasters ha rilasciato la patch 1.07 per F1 2020 e tra le varie correzioni e i vari miglioramenti ha reso disponibile il DLC Keep Fighting Foundation: si tratta di una serie di oggetti in-game (livrea, esultanza, casco, tuta, guanti e badge) che possono essere acquistati, con i guadagni che verranno devoluti interamente alla Fondazione Keep Fighting. Lee Mather, Franchise Game Director di Codemasters, si è detto orgoglioso di supportare la Fondazione ed è certo che questi nuovi oggetti saranno molto popolari. Ecco di seguito il changelog completo. Commenti nel topic dedicato * Keep Fighting Foundation DLC pack is now available (read more here) * Addressed a crash when accessing mail resulting from changes within leagues * Addressed a crash that could be seen when spectating a multiplayer race * Splitscreen resolution has been increased * In splitscreen player two will no longer change the race strategy for player ones when editing their own * Player will no longer be offered an incorrect 0 stop strategy alternative during a race that requires a pit stop * Jeff will now give the correct Championship Standings information during a race * Brake boards are now present at turn 12 at Brazil * F1 cars use the players chosen number in multiplayer * Career modes will now progress correctly when Simulating races with Formation Lap turned on * Fixed a performance issue when running Steam in offline mode * In unranked others players will no longer be seen to be given points after failing to finish a race * Purple fastest lap times are now easier to read on the race results * Improvements to the item preview images so they’re higher resolution * Glove textures have been improved under certain conditions on track where they were previously appearing lower resolution * Players will no longer be penalised for overtaking the safety car in a pit lane entrance or exit * Players can no longer overtake the safety car once it is ready to return to the pit lane * F2 sprint race grid will always correctly reflect the result from the feature race * Updated a number of F2 lap records * F2 Races in Vietnam are now the correct number of laps * If the player is eliminated in qualifying 1 parc ferme rules will now correctly apply * After a formation lap time gaps will now be shown correctly * Addressed an issue where all participants in a weekly event would not be awarded points * Nationality flag is now correctly displayed on Mercedes race suits * Various other stability and bug fixes
  14. Questo fine settimana la Formula 1 festeggerà il suo 70esimo anniversario a Silverstone, e alla celebrazione partecipa anche Codemasters, non solo con un video hotlap dedicato, ma anche con una sorpresa per tutti i videogiocatori: tramite Twitter la casa inglese ha organizzato un giveaway in cui offre tre copie di F1 2020 su una piattaforma a scelta. Tutto quello che bisogna fare per partecipare è retweetare il tweet di Codemasters che trovate in calce alla notizia. Il giveaway si concluderà il 10 Agosto alle 11:00 (ora italiana). Se non avete ancora comprato il gioco, beh, tentare non costa niente. Sarete così fortunati da vincere l'estrazione?
  15. Nel nuovo trailer il campione del mondo in carica - e ora sette volte vincitore del British Grand Prix - Lewis Hamilton, porta la sua Mercedes W11, recentemente ridisegnata, intorno al suo circuito di casa di Silverstone in F1® 2020, la pista dove tutto ha avuto inizio settant'anni fa. Nonostante il design di una delle piste più iconiche della F1 sia stato modificato numerose volte nel corso degli anni, la gara di questo fine settimana segna il settantesimo anniversario ufficiale del primo Gran Premio di Formula 1®. Il 13 maggio 1950 Giuseppe Farina vinse per l'Alfa Romeo su un tracciato più corto di oltre un chilometro e con la metà delle curve rispetto alla configurazione odierna. Silverstone è un punto di riferimento del calendario della F1®. E' stata inclusa 53 volte in 70 anni e ha ospitato tutti i British Grand Prix dal 1987. Puoi gareggiare sul circuito di Silverstone e su tutti i circuiti originali della stagione 2020 in F1® 2020 - ORA DISPONIBILE su PlayStation®4, la famiglia di dispositivi Xbox One tra cui Xbox One X, PC Windows (DVD e tramite Steam), e Google Stadia. Da segnalare anche altri due trailers pubblicati da Codemasters: il primo ci mostra come utilizzare al meglio il sitema ERS, mentre il secondo ci spiega come regolare al meglio il livello di difficoltà della IA. Può essere utile infine la video guida per i principianti.
  16. La prima settimana di pausa per il Mondiale di F1 2020 è terminata ed è giunto il momento di tornare in pista. I protagonisti del Circus iridato, infatti, saranno impegnati in questo fine settimana per il classicissimo Gran Premio di Gran Bretagna, che come ogni anno sarà ospitato sul velocissimo circuito di Silverstone. Una pista che fonda le sue radici nel secondo dopoguerra è che ha permesso a molti piloti britannici di mettersi in mostra: tra questi vogliamo ricordare Nigel Mansell, Damon Hill, David Coulthard e, in tempi più recenti, l’attuale leader della classifica iridata Lewis Hamilton, che anche quest’anno è pronto ad andare ad artigliare il gradino più alto del podio. DA AEROPORTO MILITARE A PISTA DI VELOCITÀ Il circuito di Silverstone nasce ufficialmente nel 1943, quando nell’omonima località la Royal Air Force decide di costruire un aeroporto militare per il decollo dei propri caccia. Il nome prescelto fu quello di RAF Silverstone e la sua configurazione era quella tradizionale di tutte le altre installazioni militari dell’epoca: tre piste disposte a triangolo. Quando la Seconda Guerra Mondiale giunse alla sua conclusione, gli appassionati del luogo, tra i quali un certo Maurice Geoghegan, si resero conto che l’installazione in questione era praticamente deserta e, quindi, rappresentava il luogo ideale per disputare delle gare di velocità. Il tracciato per quest’ultime fu ricavato grazie all’unione di ogni pista di decollo con delle curve gestite con balle di paglia, un layout poi utilizzato anche dal Royal Automobile Club per le proprie corse ufficiali. Dal 1950, tuttavia, le competizioni chiesero un disegno più complesso, che fu ottenuto utilizzando le vie perimetrali dell’ex-installazione militare: così facendo si definì a grandi linee lo schema del circuito di Silverstone che oggi tutti noi conosciamo, il quale rimase invariato per ben 38 anni. PICCOLE MODIFICHE, POI LA RIVOLUZIONE Dal primo Gran Premio ufficiale di Formula 1 del 1950, quindi, il circuito di Silverstone rimase pressochè lo stesso per quasi quattro decenni, durante i quali i gestori apportarono solamente delle piccole modifiche funzionali. Nel 1975 venne introdotta una chicane per cercare di limitare la velocità di ingresso e percorrenza della curva Woodcote, mentre nel 1987 venne ridefinita la curva Bridge. I principali lavori di ristrutturazione, tuttavia, sono da far risalire all’inizio degli anni ‘90: la volontà fu quella di rivoluzionare il layout facendolo diventare molto più lento, privandolo delle velocità che si potevano raggiungere nelle sue storiche curve Stowe, Club e Woodcote. Ad eccezione della Copse, della Abbey e di gran parte dei rettilinei, tutta la pista fu rivoluzionata, a partire dal complesso delle Maggots & Becketts assieme alla Chapel, il quale fu rivisto con una forma a serpente che avrebbe reso la vita difficile ai piloti. Al posto del Farm Straight e della curva Bridge, inoltre, fu introdotto un settore particolarmente tecnico chiamato Luffield, composto da un tornante che lanciava successivamente verso il rettilineo di partenza e arrivo. Nonostante tutto, però, l’identità di Silverstone come pista velocissima non fu persa del tutto, e questo fu uno dei pregi che sicuramente piacque a tutti i piloti del Circus iridato. La morte di Senna e Ratzenberger nel 1994, tuttavia, costrinse a rivedere l’ingresso della curva Stowe dall’Hangar Straight, al fine di aumentare lo spazio delle vie di fuga. Lo stesso accadde per la Abbey, ridotta a una chicane in soli 19 giorni con lo scopo di ospitare il GP del 1994. Nel 1997 l’ammodernamento toccò invece all’asfalto, che fu ripristinato, mentre l’uscita della pitlane fu allungata e i cordoli colorati diversamente: da bianchi diventarono blu-bianchi nel 1998, mentre dal 2011 hanno ottenuto una tonalità bianco-rossa. SILVERSTONE CEDE IL TRONO A DONINGTON… O FORSE NO? La storia del circuito di Silverstone prosegue successivamente fino al 2004, quando i gestori dell’impianto trovarono un accordo con Bernie Ecclestone per mantenere la pista nel calendario di Formula 1 fino al 2009. Da quel momento in poi, infatti, si annunciò che il GP di Gran Bretagna sarebbe stato ospitato sul tracciato di Donington Park, già utilizzato per molte stagioni dal Motomondiale e dal Mondiale Superbike. La difficile situazione economica di Donington, tuttavia, non permise di farvi traslocare l’intera carovana del Circus iridato: in quest'occasione, quindi, intervennero nuovamente i gestori di Silverstone, che riuscirono a strappare ad Ecclestone l’esclusiva del British Grand Prix per altri 17 anni. GLI ULTIMI LAVORI E IL 70° ANNIVERSARIO Fino all’edizione 2009 la Formula 1 ha sempre utilizzato un proprio layout per i suoi Gran Premi, con il rettilineo di partenza e arrivo posizionato tra la curva Woodcote e la Copse. Nel 2010, tuttavia, il circuito di Silverstone fu sottoposto ad altri lavori di ammodernamento, che hanno previsto l’allungamento del layout complessivo di 750 metri. In quell’edizione le monoposto del Circus iridato hanno utilizzato il percorso solitamente riservato ai prototipi della MotoGP, mentre dal 2011 la griglia di partenza è stata definitivamente spostata tra le curve Club e Abbey, dove è stata costruita anche la nuova pitlane, i nuovi box e il paddock retrostante. Il vecchio rettifilo tra la Woodcote e la Copse, invece fu rinominato “rettilineo internazionale”. Questo fu riasfaltato nel 2012 perché troppo sconnesso, mentre nel 2018 l’operazione è toccata all’intera pista. Il nuovo asfalto, tuttavia, ha creato non pochi problemi ai piloti di F1, così come a quelli della MotoGP, che hanno dovuto accettare l’annullamento del loro Gran Premio per dei vistosi problemi di drenaggio dell’acqua in caso di pioggia. La riasfaltatura dell’estate 2019 ha risolto praticamente tutti i disagi, permettendo al ritorno in pista di segnare nuovi primati sul giro in tutte le classi. Quest’anno il calendario della Formula 1 si fermerà a Silverstone per due weekend consecutivi: quello del 31 luglio – 2 agosto, in cui prenderà vita il tradizionale GP di Gran Bretagna, e quello successivo del 7 – 9 agosto, quando scatterà il Gran Premio del 70° Anniversario in onore dei 70 anni dalla prima edizione della massima serie automobilistica, organizzata nel 1950 proprio su questa pista. SILVERSTONE: IL CIRCUITO AI RAGGI X Nella configurazione attuale la pista di Silverstone è lunga 5.891 metri e presenta in totale 18 curve, delle quali 10 a destra e 8 a sinistra, da percorrere per 52 giri nell’arco di un Gran Premio. Si tratta di un circuito da medio-alto carico aerodinamico, che consente alle monoposto del Circus di raggiungere la velocità media di 249 km/h. I piloti mantengono il gas spalancato per il 76% del giro, in special modo nella curva Copse e nel tratto che connette la Luffield alla sezione delle Maggots & Becketts insieme alla Chapel. Come è evidente, questo comporta un notevole stress a livello della power unit, che tuttavia gioca un ruolo importantissimo nella ricerca della massima prestazione. Il sistema ibrido delle attuali vetture da F1 permette di abbassare i tempi sul giro di circa 2 secondi, mentre l’incremento di velocità massima è pari a 19 km/h; la vera sfida, tuttavia, sarà quella di gestire al meglio l’energia a disposizione, così come di trovare il miglior bilanciamento possibile in fatto di efficienza aerodinamica, cioè di generare il livello massimo di downforce senza intaccare la velocità di percorrenza in rettilineo dovuta alla resistenza dell’aria. Le monoposto dovranno essere reattive e precise in ingresso curva, così come sufficientemente stabili in percorrenza; sarà cruciale, inoltre, avere la trazione necessaria per poter uscire efficacemente dai tornanti più stretti, come quelli del primo settore (dalla curva 3 alla 5) e del complesso Brooklands-Luffield-Woodcote, senza dimenticare la staccata della Vale e della Club che introduce verso il rettilineo d’arrivo. Per quanto riguarda gli pneumatici, Silverstone sarà una grande sfida per le P Zero fornite dalla Pirelli, messe a disposizione nelle mescole C1, C2 e C3 per il GP di Gran Bretagna e in quelle C2, C3 e C4 (più morbide) per il successivo GP del 70° Anniversario. Ultimo punto da considerare è l’impianto frenante: rispetto all’Hungaroring, il circuito di Silverstone non è particolarmente impegnativo per i freni delle Formula 1, visto che sono utilizzati solamente per il 15% del tempo, equivalente a 12,6 secondi in ogni giro e 11 minuti sulla distanza di gara. A tal proposito, il numero di frenate richieste per affrontare un hotlap a Silverstone è pari a sette, delle quali solamente tre superano i 4g di decelerazione massima: quelle della curva 3, 6 e 16. Il carico che il pilota dovrà imprimere sul pedale del freno per ogni staccata è di 150 kg, per un totale di 30 tonnellate di spinta nell’arco del Gran Premio. Un impegno ridotto rispetto alle 56 tonnellate dell’Hungaroring, che comporta un abbassamento delle temperature dei freni e, quindi, una minore efficacia di dischi e pinze se questi rimangono eccessivamente freddi per lungo tempo. Il rischio è quello di veder diminuita la capacità frenante e aumentata l’usura generale dell’impianto, alle quali si somma la vetrificazione delle pastiglie nel caso in cui si corra sotto la pioggia. SILVERSTONE: I FATTI STORICI PIÙ IMPORTANTI Il 13 maggio del 1950 il circuito di Silverstone ha ospitato la prima gara ufficiale del Mondiale di Formula 1, dando il via a quella che è considerata oggi come la massima serie ed espressione dell’automobilismo internazionale. L’anno successivo, Josè-Froilan Gonzales si è aggiudicato il 4° GP di Gran Bretagna, portando al successo per la prima volta la Scuderia Ferrari. Tra gli altri primati, vale la pena ricordare quello di Keke Rosberg durante l’edizione del 1985: il pilota tedesco, all’epoca su Williams-Honda, centrò la pole position mantenendo quella che è stata la media sul giro più alta di sempre in tutta la storia della Formula 1, di poco superiore alle 160 miglia orarie. Un record durato per quasi vent’anni, per poi essere battuto prima da Juan-Pablo Montoya nel 2002, poi da Rubens Barrichello nel 2004 e, infine, da Kimi Raikkonen nelle qualifiche del GP d’Italia 2018, con una media che ha raggiunto quota 263,587 km/h. In seguito alle modifiche attuate all’inizio degli anni ‘90, Nigel Mansell vinse le edizioni del 1991 e del 1992 al volante della stratosferica Williams-Renault FW14, utilizzata da Ayrton Senna come “taxi” durante il GP del ‘91. Il brasiliano, infatti, rimase senza benzina a un giro dalla bandiera a scacchi, motivo per cui il “baffo più veloce d’Inghilterra” gli diede un passaggio fino ai box. Quella del 1998, invece, fu un’edizione che è entrata nella storia per la vittoria di Michael Schumacher, che raggiunse il gradino più alto del podio transitando dalla pitlane perché doveva scontare uno stop&go di dieci secondi. Nel 2003, infine, ci fu l’invasione di pista del “prete”, quel Neil Horan che percorse a piedi l’Hangar Straight mentre sfrecciavano vicino a lui le monoposto del Circus iridato. Per quanto riguarda le statistiche, sul circuito di Silverstone il pilota più vincente è l’idolo locale Lewis Hamilton, con sei successi all’attivo (uno in più di Jim Clark e di Alain Prost) assieme alle sei pole position, alle nove apparizioni a podio e ai 206 punti conquistati durante le varie stagioni di Formula 1. Il britannico di Stevenage, tuttavia, deve piegarsi a Nigel Mansell in fatto di giri veloci, perché “il baffo” detiene ancora il primato con sette passaggi a tutta velocità. La Ferrari, invece, è la dominatrice della Hall of Fame Costruttori, con 17 trionfi, 16 partenze dalla prima casella, 20 giri veloci, 56 podi e 563,8 punti totali messi in cassaforte dai propri piloti. E ora… ecco il momento tanto atteso da noi simdrivers! Dopo il Red Bull Ring e l’Hungaroring, Esteban Gutierrez ci porta in pista sulla sua Mercedes per svelarci tutti i segreti del circuito di Silverstone. Siete pronti a centrare la pole position?
  17. Codemasters ha rilasciato oggi la patch 1.06 per F1 2020: tra i vari bugfix e miglioramenti spicca il nuovo aggiornamento dedicato alle ormai ex Frecce d'Argento che ora presentano tute e livree di colore nero, come simbolo per la lotta contro il razzismo. Ecco di seguito il changelog completo. Commenti nel topic dedicato F1® 2020 Patch Notes Le tute dei piloti e le livree della Mercedes sono state aggiornate alla nuova colorazione nera. Risolto un problema nel multiplayer non classificato per cui a seguito di una disconnessione dell’host, l’IA aveva dei tempi sul giro irrealistici. Ora Sergio Perez e Lance Stroll indossano i guanti corretti. Risolto un problema di progressione nella modalità carriera La mia squadra, che si poteva verificare dopo un evento a Invito. Risolto un problema di progressione nella modalità carriera La mia squadra, che si poteva verificare al termine di una stagione. Ora lo sponsor Savant effettua i pagamenti correttamente. Apportati alcuni miglioramenti alla stabilità e risolti diversi bug minori.
  18. Avete appena iniziato a giocare a F1 2020 e non siete sicuri su quale sia il livello più adatto per voi? Non preoccupatevi, Codemasters ha pubblicato sul suo canale YouTube un'interessante video-guida per imparare a trovare il proprio livello ideale di difficoltà, così da avere gare sempre al limite e divertenti. Se siete ancora indecisi riguardo F1 2020 ecco la recensione di DrivingItalia.NET e un articolo più approfondito sulle sensazioni al volante
  19. Il nuovo capitolo dedicato alla Formula 1 firmato Codemasters è finalmente tra noi: come i titoli degli anni precedenti, anche F1 2020 non è concentrato esclusivamente sulla guida, visto che tra le sue feature più interessanti introduce la modalità Carriera Scuderia. Un game mode che permette di creare il proprio, personalissimo, reparto corse, in modo da partecipare come 11° team nel Campionato del Mondo (virtuale) della massima serie automobilistica. Tra selezionare e sviluppare le qualità dei piloti messi sotto contratto, gestire le sponsorizzazioni e migliorare i vari reparti della monoposto le cose da fare sono veramente tante… ecco perché vi proponiamo questa guida in cui il game director della Codemasters, Lee Mather, ha fornito tutti i consigli più preziosi per godersi al meglio questa modalità. Qual è il primo aspetto da considerare se si vuole avere successo nella modalità Carriera Scuderia? Lee Mather - Ci sono alcune cose da definire prima di iniziare l’avventura del My Team su F1 2020. Secondo me l’aspetto estetico del proprio reparto corse conta molto, per cui selezionare una buona livrea e l’identità giusta è qualcosa su cui è necessario dedicare del tempo. Anche individuare il nome più appropriato diventa una sfida… più difficile di quanto sembri! La seconda, grande, decisione da prendere sarà in merito allo sponsor e agli obiettivi di fine stagione: la disponibilità iniziale impatterà in maniera considerevole il fornitore della power unit, oltre che il compagno di squadra proveniente dalla F2 con cui si condividerà il box. Concentriamoci proprio sul definire il miglior pacchetto motore: è meglio puntare tutto sulla potenza oppure risparmiare denaro per una power unit meno prestante, che ci permetta di investire i nostri risparmi da un’altra parte? Lee Mather - Ci sono diversi modi per progredire in F1 2020: ogni giocatore dovrà trovare il proprio, con il quale capire cosa è veramente importante. Potresti essere un’egoista e lavorare unicamente al fine di sviluppare la migliore monoposto possibile per vincere il Titolo a fine stagione, ma in questo senso sarà necessario sacrificare il compagno di squadra e la possibilità di mettere in bacheca il Titolo Costruttori. In ogni caso, non sarà possibile vincere se non si faranno gli investimenti necessari per sviluppare la vettura, inoltre un team-mate poco performante non sarà d’aiuto nel migliorare le varie aree del proprio team. Qual è l’aspetto più importante che permette di arrivare al successo? Lee Mather – Sono sicuro che i veri team di F1 sarebbe entusiasti di investire i propri soldi solo su un’area, se questa gli garantisse al 100% di vincere. Proprio come nella realtà, anche in F1 2020 tutto sta nell’efficacia e nell’efficienza del team: anche le altre squadre svilupperanno le loro risorse per migliorare, quindi è necessario portare avanti una squadra come un insieme. Un’altra cosa da tenere a mente è il fatto che il bilanciamento della propria vettura sarà influenzato dalle risposte date durante le interviste: grazie a ciò sarà possibile mitigare alcune aree deboli della monoposto rispondendo positivamente. In alternativa, si potrà puntare tutto su certe aree, per poi lavorare sulle restanti attraverso il settore Ricerca e Sviluppo. Qualche consiglio per continuare il proprio lavoro nella modalità Carriera Scuderia senza perdere motivazione? Lee Mather – Tutto sta nel bilanciamento, ma anche nelle finanze disponibili: gestirle al meglio è la chiave per migliorare al massimo il proprio team. Questo non vuol dire che non bisogna spendere dal momento che investire sarà necessario: a un certo punto, però, bisognerà negoziare per far rimanere il proprio compagno di squadra, oppure ingaggiarne uno nuovo. Su F1 2020 è possibile mettere sotto contratto i piloti di F2 per farli debuttare nella classe regina: è possibile ottenere lo stesso successo con altri piloti più prestigiosi? Lee Mather – Tutti i piloti di F2 tendono al miglioramento personale e questo può essere accelerato e influenzato dagli investimenti effettuati dal giocatore. Portarlo al successo di categoria non è un processo veloce, ma è possibile raggiungerlo se questo è l’obiettivo che ci siamo prefissati. Ovviamente questo è un aspetto sul quale anche altri team si concentreranno, ma bisogna considerare anche l’aspetto del ritiro dei piloti. A un certo punto è molto probabile che alcuni piloti veterani di F1 appenderanno il casco al chiodo durante la carriera, il che significa che ci sarà più spazio per i piloti di F2. Quanto sono importanti i contratti dei piloti quando si parla di attrarre sponsor? Lee Mather – L’impatto delle sponsorizzazioni attraverso i contratti dei piloti è dato da quanto questi sapranno portare all’interno del team. Tutte le entrate, che siano i pagamenti fissi oppure i bonus in denaro, saranno scalati a seconda del livello raggiunto in questo aspetto. Un pilota bravo in pista, alla fine, saprà attirare più soldi per il proprio reparto corse. Ma non è tutto: è molto importante anche migliorare le relazioni con gli sponsor attraverso il reparto marketing. Questo permetterà di aumentare di molto la propria fama, il che contribuirà ad aumentare le entrate. All’inizio della carriera ci sarà posto solo per uno sponsor, ma mano a mano che si proseguirà in questo viaggio si apriranno altri slot con i quali attirare altre sponsorizzazioni. Hai qualche ultimo consiglio da dare ai giocatori di F1 2020? Lee Mather – Finora abbiamo parlato della modalità Carriera Scuderia, che a tutti gli effetti è quella principale del nostro nuovo titolo. In realtà F1 2020 è molto più di questo: si potrà apprezzare anche attraverso la modalità Gran Premio o con i Campionati e, perché no, con il league racing online. Se amate la Formula 1, F1 2020 saprà certamente soddisfare ogni vostro desiderio.
  20. Walker™

    F1 2020: patch 1.05 disponibile per PC

    Arriva la prima patch post rilascio per F1 2020, che porta il gioco alla versione 1.05. La patch, che arriverà sempre questa settimana anche su console, corregge un buon numero di problemi segnalati sin dal primo giorno del rilascio. F1 2020 è disponibile per PC, PS4, Xbox One e Google Stadia in due versione: Seventy Edition e Deluxe Schumacher Edition. Commenti nel topic dedicato F1® 2020 PATCH NOTES – v1.05 Patch 1.05 is now out on PC, and is coming to PS4 and Xbox later in the week. You can check out the notes for this patch below: Fixed a crash that would occur after beating a rival in Time Trial Players will no longer be incorrectly disqualified for not using the mandatory tyres during a race Qualifying times seen on the grid rundown are now correct Gearbox wear is no longer scaled based on season length Fixed the missing heads on the podium in Multiplayer Speeding when the Virtual Safety Car is ending will now correctly penalise clients in a multiplayer session When using a wheel car controls will no longer control the camera at race start Xbox One Hero stats for Race Wins, Podiums and Laps Completed have been reset and will no longer be affected by or affect F1 2019 stats. Vietnam track introduction video now shows the correct number of DRS zones The character walking on water during the introduction cutscene at Australia now correctly has a boat to stand on Fixed Sponsor logos on suits appearing stretched in certain conditions. Fixed several end of season Sponsor payments. Improved abrupt Force Feedback issue under braking on Direct Drive wheels A use flashback prompt will now be shown the first time the player goes off track or collides with another vehicle Numerous text and localisation fixes Various other stability and bug fixes
  21. Dopo due Gran Premi andati in scena sulla pista del Red Bull Ring, il Mondiale di F1 2020 è pronto a proseguire la sua corsa con il terzo round in programma dal calendario. A causa dell’emergenza Coronavirus la scelta di FIA e Liberty Media è ricaduta su un’altra tappa europea, che prenderà il via questo fine settimana sul circuito dell’Hungaroring. Sede di una prima edizione nel 1936 e poi stabilmente in calendario dal 1986, questa pista sarà il teatro del Gran Premio d’Ungheria ed è stata soprannominata nel tempo con il nome di “Monaco senza i palazzi attorno”, per il fatto che le possibilità di sorpasso offerte durante una gara di Formula 1 sono ridotte e di difficile concretizzazione. Ma vediamo nei dettagli che tipo di circuito i piloti del Circus iridato andranno ad affrontare questa domenica! IL PRIMO GRAN PREMIO DELL’UNIONE SOVIETICA Il circuito dell’Hungaroring è ubicato nei pressi della città di Mogyoród, in Ungheria, e ospita il Mondiale di Formula 1 fin dalla prima edizione del 1986. In quell’anno divenne la location del primo GP dietro la famosa “Cortina di Ferro”, perché Bernie Ecclestone voleva a tutti i costi una gara nel territorio dell’ex-Unione Sovietica. Serviva, ovviamente, la costruzione di un circuito dedicato per le monoposto del Circus, possibilmente simile a quello cittadino di Monte Carlo. Una prima ipotesi fu quella di cominciare i lavori nel parco di Népliget, il più grande di Budapest, ma poi la scelta ricadde su una struttura esterna alla città di Mogyoród. Il progetto iniziò il primo ottobre del 1985 e raggiunse la sua conclusione in soli otto mesi, giusto in tempo per ospitare la prima edizione del Gran Premio d’Ungheria il 24 marzo del 1986. NELLA VALLE UNGHERESE DI BUDAPEST Questo appuntamento del Mondiale di Formula 1 si tiene solitamente in estate, in condizioni climatiche calde e secche. A questo punto dell’anno il circuito dell’Hungaroring è generalmente molto impolverato a causa della sabbia circostante trasportata dal vento che contraddistingue la valle in cui è stato costruito. Tranne quando arriva la Formula 1, si tratta di una pista prevalentemente poco utilizzata, con un layout geometricamente complesso e con un asfalto pieno di avvallamenti. Proprio per la sua natura di pista “contorta” rende i sorpassi estremamente difficili da effettuare, quasi fosse una “Monaco senza i palazzi attorno” - anche in fatto di setup, dove conta prevalentemente la ricerca del carico aerodinamico in curva alla volontà di far esprimere alle vetture la loro massima velocità possibile. L’Hungaroring, tuttavia, non è rimasto uguale nel corso del tempo, ma è andato incontro ad alcuni lavori di ristrutturazione: il primo è datato 1989, quando la chicane successiva all’attuale curva 3, costruita temporaneamente, fu rimossa definitivamente. Nel 2003, inoltre, il rettilineo principale fu allungato di 200 metri, arrivando a toccare la lunghezza complessiva di 908 metri, mentre la prima curva, che in realtà è un tornante, fu stretta ulteriormente in modo da facilitare le azioni di sorpasso. HUNGARORING: I FATTI STORICI PIÙ IMPORTANTI Nel corso delle sue 35 edizioni, il circuito dell’Hungaroring ha incoronato Campioni del Mondo due piloti di Formula 1: Nigel Mansell durante la stagione 1992 e Michael Schumacher in quella del 2001. Lo stesso si può dire per i Titoli Costruttori, visto che sia la Williams che la Scuderia Ferrari sono arrivate al successo su questa pista rispettivamente nel 1996 e nelle annate del 2001, 2002 e 2004. Tra le edizioni ungheresi passate alla storia vale la pena ricordare quella inaugurale del 1986, in cui Nelson Piquet riuscì a portare a termine quel sorpasso strepitoso con tanto di controsterzo in curva 1 ai danni di Ayrton Senna, quella successiva del 1987, in cui Nigel Mansell perse una gomma della sua Williams in curva 4 a sei giri dalla fine, quella del 1989, con la vittoria del “Baffo” dalla 12esima casella in griglia e quel sorpasso mozzafiato sempre ai danni di Senna, quella del 1997, in cui Damon Hill sfiorò la vittoria con un dito al volante della sua Arrows, e quella del 1998, in cui il cambio di strategia dal muretto Ferrari permise a Schumacher di battere entrambe le McLaren di Hakkinen e Coulthard. La prima gara sul bagnato andata in scena su questo tracciato, invece, è datata 2006: fu un Gran Premio difficile, che vide il ritiro dei principali contendenti al titolo, tra cui Fernando Alonso e Michael Schumacher, e permise a Jenson Button di ottenere la sua prima vittoria con la Honda. Lo stesso Alonso, inoltre, raggiunse il gradino più alto del podio per la prima volta in carriera durante il GP del 2003, definendo l’Hungaroring come il suo circuito preferito. Nel 2009, invece, la pista ungherese fu protagonista di un incidente davvero spettacolare: durante il secondo turno di qualifiche Felipe Massa fu centrato alla testa da una molla delle sospensioni persa ad alta velocità dalla Brawn GP di Rubens Barrichello, facendolo finire contro le barriere di protezione. Il brasiliano della Ferrari perse i sensi e finì in ospedale, dove venne sottoposto a un intervento chirurgico nell’area dell’occhio sinistro. Benchè protetto dal casco e poi capace di riprendersi velocemente dall’incidente, Felipe Massa è stato successivamente costretto a sottoporsi a un altro intervento, necessario per impiantare una placca di titanio nel cranio in modo da poter continuare a correre in F1. HUNGARORING: DATI E STATISTICHE Passiamo ai dati fondamentali dell’Hungaroring: questo circuito è lungo 4,381 km e presenta 14 curve, percorse in 1’14’’572 da Max Verstappen nelle qualifiche del GP 2019. Questo tempo è, di fatto, il record della pista sul giro secco, mentre in gara si ferma sull’1’17’’103, siglato sempre dal giovane pilota della Red Bull durante il Gran Premio dell’anno scorso. Il più vincente sul circuito dell’Hungaroring, invece, è Lewis Hamilton, con ben sette successi all’attivo e 171 punti totali accumulati durante le varie stagioni di F1. Il pilota capace di centrare più volte la pole position, invece, è Michael Schumacher, con sette partenze al palo a cui si aggiungono anche quattro giri veloci in gara. A podio, tuttavia, è arrivato più volte il finlandese Kimi Raikkonen, ben nove contro le otto del capitano della Mercedes. Per quanto riguarda i costruttori, la scuderia più vincente è la McLaren (11 vittorie), che è in grado di accaparrarsi anche il maggior numero di pole position ottenute dai propri piloti (otto in totale). La Williams, invece, se la gioca a tavolino con la Ferrari per il maggior numero di giri veloci (nove per entrambe), mentre la Scuderia del Cavallino Rampante domina per il numero di podi (25) e per i punti conquistati complessivamente sull’Hungaroring (362). Sulla scia di quanto fatto per il Red Bull Ring, ora vi proponiamo la video-guida al circuito realizzata dal team Mercedes AMG Petronas, che grazie all'esperienza del reserve driver Esteban Gutierrez vi porterà in pista per scoprire tutti i segreti dell'Hungaroring. Buona visione!
  22. Sono passati solamente pochi giorni dall’uscita di F1 2020, ultima edizione del tradizionale titolo di corse marchiato Codemasters: un prodotto, come dettagliatamente analizzato nella nostra recensione, che servirà da trampolino di lancio alla prossima generazione di videogiochi racing della software house britannica, ma che porta in dote un sacco di novità che sicuramente hanno incontrato i favori di tutti gli appassionati della Formula 1. Questo, tuttavia, è ciò che un utente medio è in grado di cogliere in superficie. Cosa troviamo, invece, scavando in profondità? Questa è la domanda che ci siamo posti dopo averlo provato, che ha portato a questo articolo in cui andremo ad analizzare i cambiamenti che sono stati apportati a livello di gameplay, fisica e dinamica di guida e di tutte le più importanti sensazioni al volante. Che, per un pilota virtuale, rappresentano il metro di giudizio fondamentale per prendere in considerazione un titolo di corse. Siete curiosi di sapere qual è il nostro giudizio? Continuate a leggere! F1 2020: EVOLUZIONE DELLA SPECIE Negli ultimi anni Codemasters sembrava aver perfezionato per la sua serie di Formula 1 un force feedback… strano, poco realistico ma anche decisamente poco apprezzabile e godibile. Dopo un F1 2017 poco brillante e quasi anonimo, ci siamo trovati tra le mani un F1 2018 rivisto, più guidabile e capace di trasmettere delle sensazioni al volante quantomeno vicine a quelle, invece, sapientemente realizzate da titoli come Assetto Corsa e rFactor 2. Poi è stata la volta di F1 2019: un passo indietro notevole, con delle monoposto fortemente inclini al sottosterzo in tutte le fasi di avvicinamento e percorrenza di curva che hanno fatto storcere il naso anche ai fan più sfegatati della serie. Da una vettura di Formula 1 attuale ci si aspetta tanto, tantissimo carico aerodinamico che la mantiene saldamente al suolo anche ad alta velocità… un’aspettativa che, su F1 2019, si trasformava puntualmente nella necessità di togliere il piede dall’acceleratore per riuscire a chiudere senza inconvenienti la traiettoria impostata. Un’impostazione di guida a cui ci siamo tutti adattati, ma che per fortuna è stata drasticamente rivista per il nuovissimo F1 2020: pronti, via e… cavolo, che bella da guidare questa Mercedes! Anche lasciando le impostazioni di base, il nuovo capitolo firmato Codemasters si distingue per uno sterzo assolutamente più reattivo e comunicativo, che fornisce delle sensazioni in un certo senso “parenti alla lontana” di quelle del recente Automobilista 2. F1 2020: FINALMENTE UN FFB COME SI DEVE! Con un Logitech G29 tra le mani il feeling è quello di sentire maggiormente il contatto delle gomme con l’asfalto e con tutte le altre parti della pista, cordoli e “bumps” compresi. Questo non succedeva nei precedenti capitoli della serie, solitamente anonimi sotto questo punto di vista per un modello di guida in cui la vettura sembrava poter passare sopra a qualsiasi cosa senza battere ciglio. Salvo poi intraversarsi tutta d’un colpo per un’improvvisa perdita di aderenza al posteriore dovuta, magari, a un’esagerazione di troppo sul pedale del gas. Ora, invece, la nostra Mercedes è ben piantata a terra, soffre molto meno di sottosterzo e permette uno stile di guida molto più aggressivo, in cui il pilota può finalmente dire la sua. La sensazione è quella di un maggior controllo complessivo della vettura, che può essere molto più facilmente spinta al limite con grande soddisfazione da chi sta dietro al volante. La tanto ricercata “pesantezza” progressiva dello sterzo è stata finalmente implementata ed è immediatamente percepibile anche su periferiche di fascia medio-bassa, che quindi saranno molto meno penalizzate rispetto alle concorrenti più evolute. Fare hotlapping con queste nuove sensazioni di guida diventa, quindi, un vero piacere, così come frenare all’ultimo metro disponibile per guadagnare centesimi preziosi in staccata. Mentre nel precedente F1 2019 il problema dei bloccaggi era all’ordine del giorno, ora su F1 2020 si potrà affondare sul pedale del freno senza troppi timori, ma piuttosto con quella fiducia necessaria per andare a caccia del proprio miglior tempo sul giro. F1 2020: CALIBRAZIONE (INCERTA) DELLE PERFORMANCE Quanto riportato finora, però, vale per la monoposto attualmente in vetta al Mondiale di F1 2020: la Mercedes di Hamilton e Bottas. Sia in gara che in qualifica la W11 EQ Power+ si è dimostrata nelle nostre mani un’arma affilatissima, con la quale siglare giri veloci a ripetizione anche solo utilizzando il setup di base. Lo stesso discorso, in linea generale, lo possiamo replicare anche per la Ferrari di Vettel e Leclerc, sempre guidabilissima e molto reattiva ad ogni nostro input. Rispetto alla Freccia d’Argento, però, la SF1000 paga qualche decimo di dazio, un gap prestazionale che aumenta a sua volta se prendiamo in considerazione la Red Bull di Verstappen e Albon. La RB16, tuttavia, già mostra qualche differenza di handling con le altre due monoposto prese in considerazione: è più imprecisa e sostanzialmente più “leggera” al volante, il che la rende di conseguenza anche meno stabile e meno percepibile attraverso i sensi del pilota. Volete la verità? Dal momento che il Mondiale 2020 è partito solamente due settimane fa e i test pre-stagionali di Barcellona non potevano essere presi come metro di giudizio, Codemasters ha pensato bene di fare “copia & incolla”, riproponendo le stesse performance delle monoposto 2019 nel suo nuovo titolo a quattro ruote. Così facendo la Mercedes è rimasta sempre la più veloce e consistente, seguita dalla Ferrari, dalla Red Bull e via via da tutte le altre. Insomma, le belle sensazioni che vi abbiamo enunciato nei paragrafi precedenti andranno drasticamente scemando con il nostro allontanamento dalla parte alta della griglia di partenza. Certo, l’handling di base rimarrà sostanzialmente quello della Mercedes, ma pur sempre con delle belle differenze che, in un Gran Premio tarato su performance realistiche, vi faranno rimpiangere di non essere al volante della splendida Freccia d’Argento tedesca. F1 2020: SIAMO SICURI CHE SIA UNA FORMULA 2? Al fianco della classe regina, anche quest’anno Codemasters propone la griglia completa della categoria “cadetta”, la Formula 2… anche se del 2019. Nell’attesa che la software house britannica introduca le vetture del 2020, vi possiamo raccontare come sono quelle dell’anno scorso. Senza troppi giri di parole… avete presente cosa aveva detto Alain Prost nei confronti della Ferrari 643 del 1991? Chi è un appassionato nostalgico non può dimenticare quel commento del Professore, che gli procurò il licenziamento in tronco dalla Scuderia del Cavallino Rampante in seguito al GP del Giappone. Ecco, le Formula 2 sono essenzialmente come la “vecchia” 643: un camion. Se avete letto la nostra comparativa tra la Formula Hybrid 2020 e la RSS2 V6 2020 su Assetto Corsa, vi possiamo assicurare che le F2 modellate da Codemasters non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle realizzate dal team Race Sim Studio. Sullo sterzo sono pesantissime (proprio come su F1 2019) e per essere guidate al limite devono essere inserite in curva con una velocità (bassa) molto ben tarata… altrimenti il risultato è quello di finire nell’erba (o nella ghaia) senza che alcuna correzione possa mitigare l’errore compiuto. Anche la distribuzione di potenza e coppia sono da rivedere: essendo dotate di un V6 turbo-ibrido ci aspettavamo un certo “nervo” a bassi regimi, cosa che invece è sostanzialmente assente. Anzi, per massimizzare il guadagno di tempo in alcune curve strette è necessario scalare in prima e far schizzare in alto gli RPM: se facessimo così nella realtà, molto probabilmente il propulsore avrebbe una vita media di pochi giri, non di alcuni Gran Premi! Per quanto riguarda, invece, le monoposto classiche, come negli anni passati Codemasters ha differenziato notevolmente l’handling di ciascuna di esse: quelle di inizi anni ‘90 sono nettamente diverse da quelle degli anni 2000, così come queste sono un altro mondo rispetto alle ultime vetture Campioni del Mondo presenti nel garage, come la Red Bull di Sebastian Vettel. Le più difficili da guidare, ovviamente, sono le prime che abbiamo menzionato, ma anche qua non capiamo bene la base di partenza per un modello di guida così complicato e poco comunicativo di quanto accade tra la vettura e il contatto delle sue gomme con l’asfalto. Guidare la Jordan 191 di Schumacher su Assetto Corsa non ci era sembrato così impossibile come su F1 2020, dove sembra di stare costantemente sul ghiaccio! F1 2020: GRAN PREMIO O DRAG RACING? Passiamo al gameplay. Benchè quest’anno Codemasters abbia voluto aumentare la carne al fuoco con la modalità Carriera Scuderia e con tante altre chicche che rendono F1 2020 sicuramente più appetibile, il nuovo titolo di corse della software house britannica propone un’esperienza di gioco sostanzialmente molto vicina, se non identica, a quella del suo predecessore. In modalità Gran Premio F1 2020 si distingue da F1 2019 solamente per le sensazioni al volante differenti (a seconda della vettura scelta) e per la modalità ERS semi-automatica, che facilita sicuramente la vita del pilota… ma che sminuisce in un certo senso l’intero prodotto a un banale titolo arcade. Sì, la modalità Sorpasso permette di concentrarsi di più sulla guida e, quando necessario, garantisce un livello aggiuntivo di potenza… che però finisce quasi subito, proprio come accadeva su F1 2019 con i livelli di erogazione più elevati. Soprattutto quando ci troviamo coinvolti in una gara a cui teniamo molto, dove il nostro risultato può fare la differenza: in un contesto del genere, la nostra scelta sarà quella di gestire sapientemente l’energia a nostra disposizione… oppure di dare tutto quello che abbiamo fin da subito pur di metterci davanti a tutti, comandare la corsa e, possibilmente, creare un certo margine sui nostri avversari? Quello che vogliamo dire è questo: temiamo che la modalità Sorpasso induca i piloti a trasformare un Gran Premio in una gara di velocità da pochi giri. L’adrenalina che si prova in una competizione ci porta a voler utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione, quindi perché voler gestire il nostro potenziale quando possiamo sfruttarlo a nostro piacimento fin da subito? Nella modalità Online questo aspetto sarà sicuramente estremizzato, il che non farà certamente del bene alla nostra tanto amata Formula 1… F1 2020: IMPRESA FALLITA PER MEZZA GOMMA FUORI DAL CORDOLO Un altro aspetto che non ci ha per niente convinto di F1 2020 è l’implementazione di un sistema di “corner cutting” fin troppo stringente e severo. Nelle nostre prove a Melbourne, sul Red Bull Ring e a Silverstone durate all’incirca una ventina di giri, vi possiamo dire che quelli validati si potevano contare sulle dita di una mano. Immaginatevi la scena: dopo alcuni passaggi di familiarizzazione con il tracciato, con la vettura e la dinamica di guida, cerchiamo di dare il tutto per tutto come fossimo in qualifica. Terzo settore, ultima curva: la prendiamo aggressivamente, mettiamo mezza gomma (mezza!) fuori dal limite esterno del cordolo… e Tac! Giro invalidato. Ci riproviamo e lo stesso copione si ripete, si ripete e si ripete ancora. Non è un’assurdità? Possiamo capire se il nostro “taglio” ci abbia dato un significativo vantaggio in termini cronometrici, ma in alcuni casi gli errori commessi sono accaduti in parti del tracciato che ci avrebbero comunque fatto perdere tempo per via di una traiettoria tutt'altro che ottimale. Siamo di fronte a un bug? Purtroppo no. Codemasters ha scelto consapevolmente di programmare la modalità Sfida a tempo con un “corner cutting” settato su regole “strict”, il che sicuramente premierà i più bravi a rimanere dentro i limiti della pista… ma farà anche spazientire la maggior parte dei piloti virtuali in circolazione. Per fortuna che nelle altre modalità si possono impostare i track limits su Realistic, come nella realtà… F1 2020: SEMPRE LA SOLITA STORIA? Allora, a conti fatti, qual è il nostro verdetto? F1 2020 è un prodotto effettivamente nuovo, fresco e innovativo… o è la solita “minestra riscaldata”? La risposta è… dipende, dal punto di vista attraverso il quale vogliamo vedere il nuovo titolo firmato Codemasters. Se siamo dei principianti della guida simulata, F1 2020 sarà una bella sorpresa per noi: un modello di guida godibile, divertente e ben riprodotto, una modalità Carriera completa e articolata e tutto quello che serve per apprezzare il magico mondo della Formula 1, del presente e del passato. Se, invece, abbiamo già giocato ai precedenti capitoli, l’unico aspetto che rende valido l’acquisto di questo prodotto è la possibilità di costruire da zero la propria Scuderia, con la quale diventare protagonisti con l’11esimo team in griglia di partenza. Viceversa, tutti coloro che provengono dai titoli Kunos Simulazioni, rFactor 2 o iRacing, potranno trovare in F1 2020 una nuova sfida in cui cimentarsi, a patto di adattarsi praticamente a un mondo diverso e tutto nuovo. A livello simulativo, le differenze con titoli più quotati si sentono tutte, ma fortunatamente si stanno assottigliando anno dopo anno. Così come anno dopo anno Codemasters fa dei progressi in alcune aree ma sbaglia in altre: fiduciosi che le performance (e le livree attuali) delle vetture saranno aggiornate quanto prima, il nostro timore è essenzialmente quello di vedere la Formula 1 trasformarsi sempre di più in una competizione lontana dai suoi valori originari. Tra DRS, modalità Sorpasso, azione in pista che, tante volte, si traduce nel saper sfruttare la migliore strategia possibile con gli under-cut (o gli over-cut) ai box e pit-stop programmati con i quali andare a caccia, a tre giri dalla fine del Gran Premio, del giro veloce della corsa, chi ha più la voglia di essere costanti in ogni passaggio con differenze entro un decimo tra una tornata e l’altra? Oppure di guadagnarsi veramente un sorpasso al limite staccando quella frazione di secondo dopo il tuo avversario, solo avendo preso la scia sul rettilineo precedente? A conti fatti, la Formula 1 oggi è così. Una serie automobilistica in cui il progresso ha ridotto la componente sportiva in favore di quella tecnologica, dove conta sì la prestazione… ma anche, e soprattutto, la gestione del proprio potenziale. E se ci troviamo ad affrontare una parte di gara in cui sentiamo di poter andare più veloci ma non possiamo per limitare l’usura delle componenti… bè, dobbiamo accettarlo. In questo F1 2020 è il titolo migliore che riproduce nei minimi dettagli il Grande Circo della Velocità. Sicuramente il migliore degli ultimi anni, nonostante tutti quei difetti a cui, volendo, ci si può adattare e… passarci sopra. Come in tutte le cose. Ma fino a che punto?
  23. A pochi giorni di distanza dalla release ufficiale di F1 2020, sia nella versione speciale dedicata a Schumacher che nella "classica" Seventy Edition, Codemasters vuole deliziarci proponendoci il "making of" che ha portato alla creazione di uno dei due nuovi circuiti che ospiteranno in futuro il Mondiale della massima serie automobilistica: il circuito olandese di Zandvoort. Chiamato "Zandvoort in F1 2020 - The making of a race against time", si tratta di un documentario che ci porterà nel dietro le quinte sotto il punto di vista di Codemasters, che ha inserito anche i commenti dell'ex-pilota di F1 Jan Lammers e di Hans Hugenholtz jr, che è il figlio del creatore del circuito originale John Hugenholtz. Non mancano le parole di Lee Mather, Game Director di Codemasters, e di Stuart Campbell, che ci proporrà alcuni footage esclusivi dello sviluppo portato a termine della software britannica.
  24. Codemasters® celebra oggi il lancio di F1® 2020, il videogioco ufficiale della FIA FORMULA ONE WORLD CHAMPIONSHIP ™ 2020 per PlayStation®4, Xbox One, inclusa Xbox One X, PC Windows (DVD e Steam ) e Google Stadia. Con due nuovi circuiti, l'introduzione della funzione pilota-manager, il Mio Team, le opzioni in pista migliorate e la reintroduzione dello split-screen e molto altro, F1® 2020 si rivolge agli appassionati di gare di tutti i livelli ed esperienza. Attualmente uno dei giochi con il punteggio più alto secondo Metacritic, ecco il trailer di lancio di F1® 2020 Nuovi menu e assist semplificati consentono ai piloti di trascorrere più tempo a gareggiare e meno tempo sulla ghiaia. I miglioramenti in pista includono l'attivazione dell’ERS, che, come nella vita reale, si attiva premendo un pulsante e l'introduzione del retrovisore virtuale. Dopo il successo della scorsa stagione, F2 ™ ritorna con opzioni a tre gare, metà e piena stagione. L'aggiornamento della stagione F2 ™ 2020 verrà aggiunto prossimamente come download digitale gratuito. Per celebrare il Settantesimo anniversario della Formula 1®, i fan che acquisteranno la Seventy Edition di F1® 2020 riceveranno items di gioco esclusivi per personalizzare l’auto e il team. Per i fan di Michael Schumacher, è disponibile anche una Deluxe Schumacher Edition con contenuti di gioco aggiuntivi e quattro auto iconiche della sua leggendaria carriera. Entrambe le edizioni hanno una valuta virtuale aggiunta che può sbloccare il Podium Pass VIP. I giocatori possono correre, guadagnare e sbloccare più items e raccogliere abbastanza valuta per la successiva stagione VIP. Il Mio Team, la nuova feature pilota-manager, offre ai giocatori l'opportunità di creare un nuovo team di Formula 1® e prendere posto accanto alla formazione di piloti 2020 stabilita. Dalla progettazione dell'auto, all'assunzione di un compagno di squadra, alla ricerca di uno sponsor, i giocatori hanno ora la pressione aggiuntiva di assicurarsi che tutto funzioni senza intoppi sia in pista che fuori pista. I giocatori possono anche scegliere tra la stagione completa originale con 22 gare e le opzioni di stagione più brevi da 10 e 16 sia nel Mio Team che nella carriera di 10 stagioni. F1® 2020 comprende tutte le 10 squadre, i 20 piloti e le auto della stagione 2020. Le ultime livree delle auto e i colori dei team, tra cui Mercedes AMG Petronas, verranno aggiunti come aggiornamento digitale gratuito. "F1® 2020 è in sviluppo da due anni e siamo entusiasti del livello di innovazione per i giocatori di tutti i tipi", ha dichiarato Lee Mather, F1® Franchise Game Director di Codemasters. "Sia che qualcuno voglia una gara in split-screen con gli amici, oppure una stagione di 10 gare o un'esperienza completa da pilota-manager, F1® 2020 offre ai giocatori la possibilità di correre a modo loro."
  25. Siete dei principianti della guida simulata e volete davvero scendere in pista con il nuovissimo F1 2020... ma non sapete da dove iniziare e come approcciare correttamente le monoposto del Circus iridato? Allora in questo breve articolo abbiamo la soluzione che fa al caso vostro: Codemasters ha voluto rendere il suo nuovo titolo di punta un prodotto accessibile praticamente a tutti, grazie a una scalabilità della difficoltà del gameplay su più livelli. Per i novizi del simracing, la cosa migliore da fare è non solo imparare dai migliori... ma anche prendere appunti guardando il video qua sotto, che vi fornirà passo dopo passo i consigli più utili per diventare gradualmente dei piloti sempre più bravi. Buona visione!
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