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  1. Studio397 ha appena rilasciato per il suo rFactor 2 la nuova Radical SR3 XX che vedete nelle immagini qui sotto. La vettura può essere acquistata direttamente tramite lo Steam Store per 4,99 Euro.
  2. Anche la Formula E, in queste settimane di stop forzato del campionato, ha deciso di organizzare una serie di 9 gare virtuali dove si scontreranno piloti titolari e sim-racers. Il format scelto è in stile battle royale con eliminazioni ad ogni giro. A partire da questo fine settimana e per gli 8 week end successivi, i piloti ufficiali torneranno a sfidarsi sui tracciati di tutto il mondo sfruttando il software rFactor 2. Qui sotto il link Youtube per seguire la diretta. Il progetto, che prende il nome di Race at Home, verrà trasmesso su Twitch, Facebook e Youtube tramite i canali ufficiali della Formula E: insieme ai piloti titolari gareggeranno anche dei sim-racer di assoluto livello. A costoro è riservato un ambito premio: i migliori, al termine delle 9 gare, avranno la possibilità di testare una monoposto di Formula E nel mondo reale una volta che la situazione sarà tornata alla normalità. Particolare il format: una gara ad eliminazione, dove ad ogni tornata l’ultimo classificato sarà costretto a fermarsi. Quando rimarranno solo dieci piloti, si correrà l’ultimo giro per assegnare la vittoria. “Si tratta di un format importante e divertente per intrattenere il nostro pubblico, per farlo sentire ancora più vicino a noi, e per tenere allenati i nostri piloti con il giusto status mentale”, commenta Jamie Reigle. Gli eventi supporteranno inoltre UNICEF, con una raccolta fondi per aiutare le popolazioni più povere del pianeta colpite dal COVID-19. La gara di oggi pomeriggio sarà anche in diretta streaming su Sportmediaset.it dalle 16.30, sul tracciato di Hong Kong, con la cantante Rita Ora che sarà ospite speciale dell'evento, come ambasciatrice inglese di Unicef.
  3. E' chiaramente periodo di grandi annunci e rilasci in casa Studio 397: ieri sera è stato rilasciato l'ePrix di New York, mentre oggi tocca alla prima delle due Ferrari, la Ferrari 488 GTE. La prima Ferrari su rF2 si può quasi definire una vera impresa: richiesta da tantissimi giocatori, ed averla portata dimostra l'impegno e l'amore che lo Studio ci mette per portarci la simulazione più accurata possibile. La Ferrari 488 GTE è la risposta della Scuderia di Maranello alle altre auto che si contendono la vittoria nella prestigiosa 24 Ore di Le Mans. 490 cavalli, motore V8 4L, ma non solo potenza: il pacchetto aerodinamico garantisce massime prestazioni anche in curva. La 488 GTE ha cominciato la sua avventura Endurance nel 2016, sia nel WEC che nel campionato IMSA nella classe GTLM, dove ha portato a casa risultati convincenti. Mente nel WEC la vettura ha portato a casa un 1-2 nel round iniziale a Silverstone, in una stagione che ha visto 2 ulteriori vittorie, 4 secondi posti e 4 terzi posti, abbastanza per vincere il campionato mondiale di classe GT. Nel 2017 la squadra ha bissato il risultato con 5 vittorie e 6 podi totali, portando a casa anche il mondiale piloti con James Calado e Alessandro Pier Guidi. Con l'aggiunta di questa vettura ci sarà un nuovo BoP nei prossimi giorni. La vettura è acquistabile a questo indirizzo al prezzo di 4,99€
  4. Real Series Simulation ha finalmente rilasciato la bellissima Ferrari 488 GTE per rFactor 2! Basata sul modello delle IMSA GTD 2019, questa Rossa ora dispone di una nuova fisica decisamente più realistica, modellata sui dati della vettura che corre nelle competizioni reali. Il pacchetto, scaricabile a questo sito, contiene 10 livree ufficiali e un inedito pacchetto di sound che la rendono ancora più entusiasmante. Qua di seguito il changelog completo: – 2019 IMSA GTD spec car body with GTE physics package; – 10 unique liveries (8 real ones and 2 for RSS); – Latest IBL car body shaders; – New IBL tires shaders; – Ferrari V8 Turbo engine sounds and real samples of shifting; – Realistic curbs sound samples; – GTE class physics with real aero, engine, gears and suspension data from Le Mans winning team; – Le Mans package; – Balanced physics to match S397 GTE class cars; – Rain effects for windows, lights glasses and main car body; – Exterior lights and position leds for GTE, GTLM and GTD classes; – Working interior LCD indicators; – Working lights and animated wipers for night and rain races; – S397 Latest features (tyre model, force feedback, lens flares)
  5. Ve l'avevamo annunciata qualche giorno fa e oggi è finalmente disponibile! Real Series Simulation, noto gruppo di modding per rFactor 2, ha rilasciato la splendida Ferrari 488 GTE: utilizzando come base lo Spec body delle vetture IMSA GTD 2019, questa Rossa di Maranello è stata modellata sui dati della vettura reale e arriverà in un pacchetto con 10 livree ufficiali, nuovi sound e tanto altro. Il changelog completo delle modifiche apportate a questa auto da corsa sono riportate qua sotto, mentre è scaricabile a questo indirizzo: – 2019 IMSA GTD spec car body with GTE physics package; – 10 unique liveries (8 real ones and 2 for RSS); – Latest IBL car body shaders; – New IBL tires shaders; – Ferrari V8 Turbo engine sounds and real samples of shifting; – Realistic curbs sound samples; – GTE class physics with real aero, engine, gears and suspension data from Le Mans winning team; – Le Mans package; – Balanced physics to match S397 GTE class cars; – Rain effects for windows, lights glasses and main car body; – Exterior lights and position leds for GTE, GTLM and GTD classes; – Working interior LCD indicators; – Working lights and animated wipers for night and rain races; – S397 Latest features (tyre model, force feedback, lens flares)
  6. Lo Studio 397 va alla grande e dopo aver rilasciato l'ePrix di Berlino ora tocca anche a quello di New York! La città che non dorme mai ospita da due stagioni il doppio finale del campionato di Formula E: curve cieche molto veloci che si immettono in zone ad altà velocità. Lo Studio non si è risparmiato e propone con questa pista un altissimo livello di dettaglio, dai colori all'ambientazione circostante: si può scrutare l'orizzonte fino a vedere sia il New Jersey che la Statua della Libertà! Ma non è tutto. Ad inizio mese Studio 397 ha rilasciato la versione 2020 di Zandvoort in modo completamente gratuito ed ha promesso degli aggiornamenti ogni qual volta il circuito fosse stato aggiornato anche dal vivo. Con l'update di oggi vengono sistemati dei bug e viene migliorato il livello di dettaglio della pista: sistemato un bump in curva 3, cambiato il layout del paddock, aggiunte le nuove barriere Tec-Pro ed è stata migliorata l'intelligenza artificiale, che ora sarà molto più performante. Queste nuove aggiunte faranno contenti tutti i fan del simulatore e soprattutto tutti gli amanti della vettura 100% elettrica, che chiedevano da tempo più tracciati ufficiali.
  7. Uno tra gli eventi più attesi nel mondo del simracing sta finalmente entrando nel vivo: sabato 13 giugno alle 15, infatti, si spegneranno i semafori rossi sulla Virtual 24h of Le Mans, competizione eSport che replicherà la più famosa gara di durata al mondo utilizzando il simulatore dello Studio 397, rFactor 2. Con la controparte reale slittata al 19-20 settembre a causa del Coronavirus, questa corsa proporrà una line-up di altissimo livello, nella quale saranno presenti alcuni tra i migliori piloti reali e simdrivers oggi in circolazione. Due di questi sono anche piloti di Formula 1 e correranno per il team Redline: stiamo parlando di Max Verstappen e Lando Norris, i quali faranno il loro debutto ufficiale sul Circuit de la Sarthe al volante della Oreca 07 #20 della classe LMP2. I portacolori della Red Bull e della McLaren, tuttavia, non saranno soli: il team Redline, infatti, schiererà anche Atze Kerkhof e Greger Huttu, seguendo la regola secondo cui ogni squadra potrà scendere in pista con un massimo di due piloti professionisti e due simracers di alto livello. Assieme a loro ci saranno anche gli uomini della Ferrari, che hanno puntato tutto sugli ex-piloti di F1 Felipe Massa e Giancarlo Fisichella, sul pilota di GT Francesco Castellacci e sul simdriver Tony Mella; Porsche, invece, ha confermato la presenza di ben 16 piloti tra le proprie fila, dove troveremo anche il pilota di Formula E Andre Lotterer. Le sorprese, tuttavia, non finiscono qui: tra i team che hanno ufficializzato la loro partecipazione alla Virtual 24h of Le Mans ci saranno anche nomi importanti come il Toyota Gazoo Racing, sempre su Oreca 07 LMP2, il team ufficiale della Corvette, con la C7R, e l'Aston Martin, che invece farà affidamento alla propria Vantage GTE. Come la gara reale, anche la Virtual 24h of Le Mans conterà le classi LMP1 e LMP2 per i prototipi con un totale di 30 vetture in griglia di partenza, alle quali si aggiungeranno le 20 GTE che, invece, concorreranno per la loro classifica separata. I piloti totali, quindi, saranno 50, ma sono previste 10 riserve in caso qualcuno rinunci all'ultimo minuto.
  8. Se volete simulare la stagione 2019 della Formula 1 con rFactor 2, vi consigliamo di non perdervi la nuova versione gratuita 2.2 del F1 2019 ACFL mod, progetto completamente aggiornato a livello di fisica, gomme e telai dal nostro esperto amico Nicola @acciarri! Per commenti e discussioni fate riferimento a questo link del forum.
  9. Nell'attesa della versione 4.0 dell'Endurance Series, tutti gli appassionati di gare di durata potranno trovare pane per i loro denti con l'ultima iterazione del FIA WEC 2019/2020 mod proposto dal World Endurance Modding team. Inizialmente partito per fornire una serie di livree aggiuntive, questo progetto ora si mostra come un contenuto aggiuntivo completo e molto ben fatto, nel quale le vetture delle classi LMP1 e LMP2 sono le protagoniste. Assieme a queste trova spazio la Ferrari 488 GTE Evo, realizzata sulla base della versione GT3 by simtek ma migliorata nella fisica e nelle performance, oltre alle auto da corsa che compongono le classi LMGTE Pro e Am. Per godere al meglio della qualità di questa mod, gli stessi sviluppatori consigliano di aver installato su rFactor 2 alcuni DLC, che così completano un pacchetto davvero interessante sotto ogni punto di vista. Per tutte le informazioni del caso, basta che seguiate questo indirizzo e che sottoscriviate l'installazione attraverso lo Steam Workshop. E per darvi un'idea delle sue potenzialità, ecco una video-recensione proposta dal noto YouTuber SimRacing604. Buon divertimento!
  10. Dopo averla annunciata, eccola finalmente tra noi! Ve la ricordate? Tra le varie monoposto iconiche della stagione 1991 di Formula Uno c'era anche lei in griglia, la Larrousse LC91: la storia di questo team nel Grande Circo della Velocità inizia nel 1987, quando l'ex pilota Gérard Larrousse decide di fondare una nuova scuderia stipulando un accordo con la Lola per la fornitura del telaio e con la Ford per i propulsori, che spinsero le vetture francesi fino al 1989. I risultati poco incoraggianti convinsero il team a puntare sul poderoso motore V12 prodotto dalla Lamborghini, che però divenne veramente competitivo e affidabile solamente nel 1990. In quella stagione i piloti Eric Bernard e Aguri Suzuki andarono diverse volte a punti, con quest'ultimo tra l'altro capace di salire sul gradino più basso del podio nel suo GP di casa, quello del Giappone. Per la Larrousse il 1990 fu la sua stagione migliore di sempre, a cui seguì un 1991 abbastanza complicato sotto il punto di vista della gestione finanziaria della scuderia. Abbandonata dalla Lamborghini, che sposò la causa della Ligier, la Larrousse stipulò un nuovo contratto di fornitura per motori Ford grazie al sostegno della Hart, che però non si dimostrarono all'altezza dei precedenti V12 italiani. In questo contesto nasce la LC91, sempre su telaio Lola monoscocca in fibra di carbonio su motore Ford Cosworth DFR da 3.5 Litri: una vettura capace di cogliere solamente due punti, nel GP inaugurale degli Stati Uniti grazie al sesto posto di Suzuki. Nonostante lo scarso successo ottenuto in pista, oggi questa monoposto nostalgica è finalmente guidabile su rFactor 2, grazie allo sviluppo del team ASR Formula. Se la volete scaricare basta che seguite questo indirizzo, dove troverete sia il file da inserire nella directory del simulatore sia il link per scaricarla attraverso lo Steam Workshop.
  11. Fernando Alonso ha battuto d'un soffio Jenson Button nella Indianapolis 500 simulata disputata su rFactor 2, valevole per il Legends Trophy del campionato The Race All-Star Series. Il video che potete ammirare qui sotto è probabilmente il miglior spot promozionale per l'intero mondo simracing degli ultimi 20 anni...
  12. VELOCIPEDE

    rFactor 2: nuova build 1118 disponibile

    Il team Studio 397 ha appena rilasciato la nuova build 1118 del suo rFactor 2. La nuova release porta con sè profonde modifiche all'architettura del software, un nuovo sistema di overlay per mostrare classifiche ed informazioni di gara, persino editabile ed infine il circuito di Formula E Berlin E-Prix 2020.
  13. Dopo Sebastian Vettel, ora anche un altro grande Campione della Formula 1 ha dato una chance al mondo del simracing: stiamo parlando di Fernando Alonso, che nello scorso fine settimana è sceso tra i cordoli virtuali del circuito di Zandvoort nella The Race All-Star Series. Al volante della sua Brabham BT44B il pilota spagnolo ha subito fatto vedere di che pasta è fatto, qualificandosi con il quarto tempo: in Gara 1 è partito bene, ma una perdita di aderenza in prima curva gli ha fatto perdere terreno fino all'ottava posizione. Da questo punto ha tentato di ricostruire il suo Gran Premio, rendendosi protagonista di alcuni sorpassi al limite dell'aggressività e del regolamento: prima ai danni di Petter Solberg, poi di Tiago Monteiro... e infine di Adrian Fernandez, centrato nel corso dell'ottavo giro all'altezza della rinnovata S che conclude il secondo settore. Qui "Nando" è andato in testacoda e ha provato a ritornare in pista dopo un'escursione di troppo nella ghiaia, con una dinamica molto simile a quanto fatto l'anno scorso da Sebastian Vettel a Monza alla variante Ascari. Al termine della manovra, però, Alonso è arrivato al contatto con Helio Castroneves, in un incidente che ha posto definitivamente la parola fine alla sua prima gara in quel di Zandvoort. La seconda, tuttavia, non è andata meglio: scattato dalla 21esima casella, il due volte Campione del Mondo di F1 ha recuperato fino alla 17esima piazza, quando all'ultima curva del terzo giro, rinnovata in stile "Nascar" con tanto di inclinazione dell'asfalto, ha toccato l'alettone posteriore della monoposto rossa affidata a Michel Jourdain. La BT44B dello spagnolo, nell'incidente, è finita a ruote all'aria, il che l'ha indotto a un secondo "rage quit" che conclude un weekend di gara decisamente difficile. Forse il simracing non fa per lui?
  14. Un’altra monoposto, un altro gioiello della tecnologia proveniente dal mondo della Formula 1: cari appassionati di DrivingItalia, ben tornati nella nostra serie in cui andremo a vedere quali sono le vetture da corsa che hanno fatto la storia del motorsport e che oggi, fortunatamente, abbiamo il privilegio di poter guidare sui nostri simulatori. Dopo la splendida Formula V10 proposta da Automobilista, oggi vi presentiamo una monoposto che ha segnato un’epoca, sia per via delle sue forme, ancora oggi incantevoli, che per il suo motore, un poderoso V10 prodotto dalla Renault, e per le sue soluzioni ingegneristiche, al punto da essere stata soprannominata da molti come “l’auto venuta da un altro pianeta”. A quale ci stiamo riferendo? Gli appassionati della Formula 1 di inizi anni ‘90 avranno già capito: sì, è proprio lei, la Williams-Renault FW14B del 1992 vincente con Nigel Mansell, che poi si trasformò nella FW15C altrettanto iridata con Alain Prost al volante durante la stagione 1993. Da queste, poi, venne prodotta anche la FW16, al contrario tristemente nota per essere stata la bara di Ayrton Senna nel GP di San Marino del 1994. Ma andiamo con ordine… WILLIAMS-RENAULT FW14: CONTRO L’ARMATA McLAREN-HONDA Le origini della FW14B risalgono al biennio 1989-1990, durante il quale le prestazioni delle precedenti FW12C e FW13 avevano lasciato un po' di amaro in bocca al patron della Williams, Sir Frank Williams. Troppo alte, infatti, erano state le aspettative messe in campo dalla nuova partnership del reparto corse britannico con la Renault, la quale fornì i rinnovati RS01 da 3500cc, dei V10 di 65° da circa 650 cavalli, proprio per mettere una pezza ai disastrosi V8 di 90° marchiati Judd che equipaggiavano la FW12 del 1988. Il paragone con la MP4/4 di Ayrton Senna e le successive McLaren-Honda MP4/5, MP4/5B e MP4/6 non poteva reggere, per questo motivo nel 1991 venne avvertita la necessità di fare un ulteriore salto di qualità. Il primo passo fu quello di arruolare un nuovo talento per il reparto aerodinamico: si trattava del giovane Adrian Newey, appena lasciato a piedi a causa delle false promesse poste in essere dalla March Engineering (poi Leyton House). Fino ad allora l'ingegnere inglese aveva disegnato monoposto molto innovative ma allo stesso tempo fin troppo estreme nella messa a punto; oltre a ciò le scarse risorse economiche messe a disposizione dai vecchi datori di lavoro non gli avevano mai permesso di esprimere il proprio potenziale. Grazie alla nuova collaborazione con la Williams ed affiancato da Patrick Head, uno dei migliori direttori tecnici di sempre, Adrian potè così cominciare a sviluppare quella che sarebbe stata la FW14: una vettura avveniristica, competitiva ma anche facile da regolare e da guidare. WILLIAMS-RENAULT FW14B: UN’ELETTRONICA DA ASTRONAVE Una prima bozza del progetto venne presentata fin da subito a Nigel Mansell, il quale lo ritenne talmente valido da convincersi a rimandare il proprio ritiro dalle competizioni... a data da destinarsi. La nuova monoposto britannica avrebbe avuto a disposizione, in primo luogo, l’inedito propulsore Renault RS3C V10 da 3500cc con angolo di bancata tra i cilindri di 67°: in grado di sprigionare quasi 760 cavalli, la distribuzione era dotata inizialmente di valvole a richiamo pneumatico, associate in un secondo momento a tromboncini di aspirazione ad altezza variabile. Il telaio era un monoscocca in fibre composite e carbonio dalle forme molto morbide e proporzionate, che avrebbero lavorato in sinergia con una dotazione elettronica da riferimento. La FW14 del 1991, infatti, divenne ben presto la base della successiva FW14B del 1992, la quale nascondeva “sotto il cofano” tutti quegli assi nella manica che l’avrebbero resa vincente nelle mani di Mansell. In vista del 1992, la Williams diede quindi a Newey la completa gestione del reparto tecnico della scuderia, ottenendo allo stesso tempo dalla Renault un'evoluzione del proprio V10 dotato, stavolta, di oltre 760 cavalli nella versione da gara. L'azienda francese, in aggiunta, mise a disposizione anche una versione ancora più estrema del suo propulsore, chiamata RS4 e in grado di sprigionare quella potenza in più necessaria durante le sessioni di qualifica. Questo miglioramento motoristico permise al progettista inglese di affinare ulteriormente la componente aerodinamica della monoposto: il muso basso “a formichiere” venne esasperato, come del resto anche la zona “coca cola” al posteriore. Ciò che rese la versione Bis ancora più letale della precedente, tuttavia, fu l'elettronica di cui disponeva: assieme al già presente cambio semiautomatico al volante (che per i piloti meno esperti rappresentava un problema dal momento che in curva, sistematicamente, le leve di cambiata venivano urtate per errore), vennero introdotti il controllo di trazione per partenze sempre perfette, le sospensioni attive che regolavano l'altezza da terra e la geometria della vettura a seconda del tratto di pista percorso, l'ABS, la camera car ed il software di diagnostica per il monitoraggio in tempo reale della vettura da parte del muretto box. WILLIAMS-RENAULT FW14B: MANSELL E PATRESE A CACCIA DEL TITOLO Insomma, la Williams-Renault FW14 sembrava essere già sulla carta una monoposto davvero rivoluzionaria… cosa che però, nel 1991, non ebbe modo di dimostrare nel migliore dei modi. Benchè lo shakedown del 21 febbraio a Silverstone fu concluso positivamente, la prima parte del Campionato fu segnata da innumerevoli ritiri e, di conseguenza, pochi risultati di prestigio. La scarsa affidabilità del cambio semi-automatico, infatti, influì molto sul rendimento della FW14 del 1991, che si riprese solo a partire dal GP di Francia: a Magny-Cours, infatti, Mansell inaugurò una tripletta di vittorie che proseguì a Silverstone e a Hockenheim, per poi andare nuovamente “a singhiozzo” fino all’ultima prova di Suzuka, dove il baffo più veloce d’Inghilterra finì dritto nella ghiaia della prima curva. Tutto rimandato al 1992, con la rinnovata FW14B: per essere precisi, la nuova versione era del tutto sperimentale perché già in quella stagione avrebbe dovuto essere presentata la successiva FW15, completamente “attiva” e ancora più competitiva. La “Bis”, tuttavia, si rivelò talmente efficace da indurre la Williams a tenere la FW15 sotto il telo, in vista della stagione 1993. Nella gara d’esordio in Sudafrica, infatti, Nigel Mansell fece scintille con gli aiuti elettronici alla guida, i quali rivelarono anche la sostanziale differenza tra chi si sentiva a suo agio (Mansell) e chi invece preferiva la vecchia versione “passiva” della monoposto (Patrese). Sul Kyalami c'era un lungo curvone a destra dietro la pit-lane dei box, da affrontare, secondo il computer, a tutta velocità: Nigel ci riusciva benissimo, mentre l'italiano tendeva a chiudere il gas accusando una certa instabilità al retrotreno. Patrese era abituato ad una guida “old-style”, in cui quando si muoveva lo sterzo si otteneva una risposta immediata, mentre con una macchina “attiva” si registrava un certo ritardo. Con un beccheggio all'anteriore ridotto al minimo ed il fondo piatto, la FW14B otteneva sempre più grip all'aumentare della velocità, per cui la minima incertezza sull'acceleratore portava ad un ingente calo di carico aerodinamico e di aderenza. WILLIAMS-RENAULT FW14B: MANSELL, FINALMENTE, CAMPIONE Ci si doveva fare l'abitudine, ma la differenza tra Riccardo e Nigel era comunque abissale: il baffo più veloce d'Inghilterra, infatti, vinse le prime cinque gare della stagione una in seguito all'altra, ottenne un secondo posto a Montecarlo per uno pneumatico non perfettamente bilanciato e dovette ritirarsi in Canada per uno scontro con la McLaren di Senna. Fu a Silverstone, tuttavia, che la FW14B toccò l’apice delle proprie potenzialità. In seguito a un già ottimo 1.19.3 ottenuto durante il primo turno di qualifica, Mansell chiese espressamente al team di montare un treno di pneumatici nuovi perchè era convinto che la macchina potesse fare di più. Nel secondo run scese sull'1.18.965, mostrando alla curva Copse una velocità superiore di 29 km/h rispetto a Patrese, e addirittura di 40 km/h rispetto ad Ayrton Senna! La gara, ovviamente, fu perfetta: Nigel centrò un'altra vittoria, replicata poi sull'Hockenheimring tedesco. Nel finale di stagione, tuttavia, il pilota inglese andò in crisi… ma non per colpa della vettura. I contatti della Williams con Alain Prost e Ayrton Senna per il 1993 lo mandarono su tutte le furie, per poi demotivarlo al punto tale da indurlo a prendere la decisione di dover cambiare presto "aria". In questo modo ottenne due secondi posti in Ungheria ed in Belgio, con un'ultima vittoria all'Estoril. Negli altri GP fu sempre costretto al ritiro: a Monza per il cedimento della pompa idraulica, in Giappone per l'unico KO del motore Renault (in una Suzuka in cui trionfò Patrese) ed in Australia per un contatto fin troppo aspro con il solito Senna. Ma nonostante tutto, Nigel raggiunse ciò per cui aveva lottato duramente: era finalmente diventato Campione del Mondo! WILLIAMS-RENAULT FW14B: RICORDANDO LA FORMULA 1 DI UN TEMPO… Rispetto al V10 che abbiamo portato in scena nella scorsa puntata, la Williams-Renault FW14B oggi è apprezzabile attraverso le mod prodotte dal team ASR Formula, che ha realizzato questo gioiellino per Assetto Corsa, per rFactor 2 e anche per Automobilista. La più vicina a quella reale, anche perché maggiormente curata fin nei minimi dettagli, è quella per il simulatore della Kunos: questa, tuttavia, è modellata sulla base della versione del 1991, dal momento che quella del 1992, guidabile sul software degli Studio 397, presenta un livello di grip con l'asfalto talmente elevato che le permette di girare su tempi decisamente poco realistici rispetto a quanto faceva all'epoca la vettura portata in pista da Mansell e da Patrese. Priva della maggior parte degli aiuti elettronici presenti sulla successiva FW14B, la Williams di Assetto Corsa va quindi guidata come una vera monoposto degli anni ‘90, quindi con la giusta sensibilità su pedale dell’acceleratore e del freno. La differenza con le vetture della generazione successiva, quelle dal 2001 in poi, è immediatamente percepibile: più si spinge, più lei genera carico aerodinamico che la tiene incollata all’asfalto. È una vettura che richiede una certa esperienza alla guida, perché non dà troppa confidenza a chi si è avvicinato da poco al mondo della guida simulata. In curva il gas va gestito responsabilmente, al fine di evitare scodate e perdite di aderenza che, altrimenti, sono all’ordine del giorno. Se siete abituati alle monoposto di oggi, come la Formula Hybrid, vi consigliamo un “reset” prima di scendere in pista: in caso contrario, potreste trovarvi spiazzati… e delusi. A livello di programmazione della mod, la filosofia costruttiva della FW14 è molto simile a quella utilizzata per la Formula 2000 del team Race Sim Studio, che invece replica la Ferrari F1-2000 di Michael Schumacher. Non si tratta di una vettura “pronti-via”: per spingerla al limite bisogna entrarci in sintonia e capirla a fondo. Ma come tutte le monoposto di un tempo, è proprio questo il suo valore aggiunto: e se fa i capricci, basta fermarsi a guardarla per perdonarle ogni cosa… vero?
  15. Il modding team Enduracers ha rilasciato per rFactor 2 la versione 1.10 aggiornata del suo set Carrera Cup Series. L'addon è basato sulla Porsche 911 GT3 Cup originale creata da Studio 397, ma il pacchetto aggiunge diversi monomarca della serie Porsche Cup nazionali alla release originale presente nel simulatore. Oltre alla Porsche Mobil 1 Supercup ed alla Porsche Carrera Cup France incluse nella versione 1.0, l'aggiornamento 1.10 ci mette a disposizione l'intero monomarca della Porsche Carrera Cup Gran Bretagna 2019. Il download del Carrera Cup Series 1.1 di Enduracers è disponibile a questo link, ma assicuratevi di avere anche la Porsche 911 GT3 Cup di rFactor 2.
  16. La ACO Le Mans ha appena annunciato la nuova 24 Hours of Le Mans Virtual, ovvero un evento simracing esport ufficiale che si svolgerà appunto il 13/14 Giugno, nell'attesa che poi, il 19/20 Settembre, andranno in pista i veri bolidi della mitica 24 ore francese. Mentre i veri prototipi e GTE scenderanno in pista il 19/20 settembre per l'88a edizione della più grande gara di endurance del mondo, la 24 ore di Le Mans, i piloti professionisti e gli specialisti di eSport si sistemeranno nei loro posti del simulatore il 13/14 Giugno per competere nella più grande gara di endurance mai vista, la 24 Ore di Le Mans Virtual. La 24 Ore di Le Mans Virtual, organizzata da ACO, FIA WEC e Motorsport Games, aprirà una nuova era nelle corse sim. Per la prima volta, le squadre composte da una combinazione di piloti professionisti e campioni di eSport si sfideranno sul famoso circuito della 24 Ore di Le Mans, per 24 ore. Sarà il test più estremo visto nel mondo virtuale e sarà trasmesso in diretta TV in tutto il mondo. Il principio è semplice: Composizione della squadra: le squadre saranno composte da 4 piloti: ogni schieramento dovrà essere composto da almeno due piloti professionisti e un massimo di 2 piloti sim La piattaforma di gioco da utilizzare è rFactor 2 La griglia sarà composta da un massimo di 50 auto Le auto da utilizzare: LMP2 e GTE. I team coinvolti sono liberi di creare la propria livrea. Condizioni di gara: condizioni meteorologiche variabili; corse dinamiche diurne e notturne; le auto danneggiate possono essere riparate nei box; i team lavoreranno per creare i propri setup per ottimizzare le prestazioni. Il rifornimento di carburante e il cambio dei pneumatici sono criteri essenziali. La strategia sarà al centro della gara. Un direttore di gara assicurerà un comportamento sportivo durante l'evento. Il cambio pilota è obbligatorio. Il tempo di guida minimo per l'intero evento è di 4 ore per ciascun pilota. Il tempo di guida massimo per l'intera gara è di 7 ore per ciascun pilota. La grafica, la produzione e le immagini saranno di altissima qualità. I commentatori della gara e i giornalisti dei box saranno in diretta da uno studio televisivo a Parigi e gli ospiti VIP li visiteranno durante la gara. Questa gara unica, che riunirà i migliori piloti del mondo e i giocatori d'élite delle corse simulate, verrà trasmessa su più piattaforme audiovisive in tutto il mondo. L'inizio della 24 Ore di Le Mans Virtual sarà dato il 13 giugno alle 15:00 (ora francese). È tutt'altro che un gioco ... è una vera gara! Nelle prossime settimane verrà svelato l'elenco dei piloti. Pierre Fillon, Presidente dell'Automobile Club de l'Ouest: "Questa prima edizione della 24 Ore di Le Mans Virtual apre un nuovo capitolo per la nostra disciplina. Le circostanze attuali hanno significato che si svolgerà l'88a edizione della 24 Ore di Le Mans il 19-20 settembre 2020. Tuttavia, il 13-14 giugno, data iniziale del nostro evento, ci sarà un evento unico che aumenterà le gare di endurance e i suoi valori: la 24 ore di Le Mans Virtual, con piloti professionisti e specialisti di esporta gareggiare insieme. Per noi, gli organizzatori, i nostri concorrenti, il nostro partner e i nostri fan, stiamo aspettando con impazienza l'inizio di questa gara unica il 13 giugno alle 15:00 ". Gérard Neveu, CEO FIA WEC: "Da quando la serie Le Mans Esports è stata lanciata due anni fa, è stato molto soddisfacente vederla raddoppiare per dimensioni e visibilità anno dopo anno. Ciò ci ha messo in luce l'enorme appetito della comunità degli eSport per le gare di endurance e l'accesso al gioiello nella corona della disciplina, la 24 ore di Le Mans. Questo evento virtuale della 24 ore di Le Mans è unico in molti modi, non ultimo che non fa parte di LMES, ma un evento autonomo. Come nella vita reale, riunirà la crema dei produttori automobilistici, i team e i piloti automobilistici più i migliori piloti di sim del mondo in competizione con questi nomi globali. Davvero qualcosa per tutti! ” Dmitry Kozko, CEO di Motorsport Games: “Motorsport Games è lieto di estendere il suo rapporto con ACO e WEC per offrire la 24 Ore di Le Mans Virtual. È un'ulteriore prova della fiducia che i detentori dei diritti di sport motoristici hanno nei giochi di sport motoristici per offrire esport di classe mondiale. Promette di essere un evento spettacolare che riunisce i mondi delle corse reali e virtuali come mai prima d'ora. ” James Allen, Presidente della Motorsport Network: “L'attuale pandemia ha avuto un impatto su tutte le nostre vite a vari livelli, ma ha anche dato alle corse di sim ed esporta il suo momento di brillare e questo evento ne sarà la massima espressione. Adoro il campo di applicazione: la più grande corsa del mondo ha preso vita nel suo weekend programmato originale come la più grande corsa di eSport del mondo. Siamo diventati il fornitore di eSport preferito da molti dei maggiori detentori di diritti di corse e siamo orgogliosi di lavorare con ACO e WEC per supportare questo, non solo con la nostra operazione di eSports di livello mondiale sui Motorsport Games, ma con il nostro intero ecosistema mediatico globale. ”
  17. Come un fulmine a ciel sereno arriva un annuncio incredibile da parte di Studio397: gli sviluppatori hanno stretto una partnership con ACO, l'organizzatore della celebre 24 Ore di Le Mans, per portare la prima vera 24 Ore di Le Mans ufficiale nel virtuale: veri team e veri piloti con copertura totale dell'evento il 13 e 14 Giugno 2020. Ma le sorprese non sono finite, perchè lo Studio ha annunciato un nuovo pack dedicato a questo evento, con un nuovo costruttore: Ferrari! Le Ferrari 488 GT3 e GTE verranno infatti aggiunte al già grande roster endurance presente nel simulatore. Nelle prossime settimane arriveranno più notizia riguardo questo evento. Una grandissima sorpresa per tutti gli appassionati di motorsport che potranno assistere per la prima volta ad una 24 Ore di Le Mans virtuale ufficiale. Stando alle prime informazioni provenienti dal sito ufficiale del WEC la gara avrà un massimo di 50 auto, verranno usate auto LMP2 e GTE e ogni team sarà composto da 4 membri: almeno due dovranno essere piloti professionisti e ci potranno essere massimo due simracers. Il cambio pilota sarà ovviamente obbligatorio, ogni pilota potrà guidare per un minimo di 4 ore ed un massimo di 7 ore. A dirigere la gara ci sarà ovviamente un direttore di gara che si assicurerà che non vengano tenuti atteggiamenti antisportivi. Per quanto riguarda la copertura dell'evento ci saranno dei commentatori e dei reporter dai pit live da uno studio televisivo situato a Parigi con degli ospiti VIP che faranno la loro comparsa durante la gara. Questa gara unica unirà i migliori piloti del mondo ai migliori simracer del mondo e verrà trasmessa in diretta su diverse piattaforme audiovisive in tutto il mondo.
  18. In questo periodo di quarantena forzata a causa del Coronavirus quasi tutti i piloti professionisti hanno dirottato le proprie energie nel simracing, in modo da tenersi in allenamento in vista del loro ritorno in pista. Charles Leclerc, Max Verstappen, Lando Norris e tanti altri hanno dato il buon esempio... ma, come al solito, anche in questo settore si sono distinte alcune "pecore nere", che di guida simulata non ne hanno voluto proprio sapere. Kimi Raikkonen ha affermato di non essere interessato ai simulatori, mentre Daniel Ricciardo ha sostenuto che il simracing lo porterebbe a distogliere la sua attenzione dai propri allenamenti. Tra di loro c'era anche un certo Sebastian Vettel, che però alla fine ha ceduto alla tentazione acquistando una postazione virtuale per dare una chance al mondo degli eSports. Al pilota tedesco della Ferrari sono bastate giusto un paio di settimane per prenderci la mano, lo stretto necessario per essere pronto al suo debutto ufficiale... su rFactor 2. "Seb", infatti, ha partecipato recentemente al Legends Trophy organizzato da The Race, assieme a tanti altri piloti professionisti tra cui Juan Pablo Montoya, Jenson Button, Emanuele Pirro, Jan Magnussen, Emerson Fittipaldi e Vitantonio Liuzzi. Al volante della sua Brabham BT44B, Vettel ha dovuto fare i conti con una prima gara decisamente travagliata, contraddistinta da diversi incidenti che lo hanno fatto transitare sotto la bandiera a scacchi solamente in 15esima posizione. Davanti a tutti, invece, ha trionfato Montoya, che ha preceduto con un discreto margine Button e Pirro. Grazie alla griglia invertita, Sebastian ha però potuto beneficiare della settima casella in griglia per la seconda gara: alla partenza il quattro volte Campione del Mondo ha rimontato subito fino alla quarta piazza... prima di scivolare nuovamente nelle retrovie a causa di un contatto scatenato dal trio Solberg - Button - Magnussen. Per lui il Legends Trophy è terminato con un 12esimo posto come miglior piazzamento: un risultato che sicuramente non rispecchia le sue qualità da pilota professionista, ma che fa capire quanto sia difficile per un "novizio" come lui l'adattamento alla guida simulata. Nonostante ciò, Vettel ha potuto far emergere il suo talento di combattente: speriamo di rivederlo presto di nuovo in pista!
  19. Il team Studio 397 ha appena rilasciato per il suo rFactor 2 il nuovo circuito olandese di Zandvoort, nell'attuale configurazione 2020 adatta anche per le moderne Formula 1, che vedete protagonista del trailer qui sotto. Il tracciato è disponibile gratuitamente, basta quindi collegarsi a Steam e scaricarlo.
  20. Walker™

    rFactor 2: roadmap di Aprile 2020

    E' una roadmap un po' diversa dal solito questa, diversa come i tempi che stiamo vivendo, dove il motorsport reale è stato sostituito da quello virtuale ed rFactor 2 è uno dei protagonisti con le sue All Star Battle, Formula E Race at Home e la GT Series. E' una roadmap che si apre con il ricordo della nascita del team 4 anni fa in questo mese, la scelta del nome che rappresentava il desiderio di portare un giorno l'iconico tracciato di Le Mans nella simulazione (397 è infatti il record di giri percorsi in una 24 ore). Ma non c'è solo spazio per i ricordi, come in ogni roadmap che si rispetti c'è anche spazio per ciò che verrà. A causa della pandemia alcuni piani sono cambiati: il team che si occupa di lavorare ai tracciati ha terminato Portland, che non verrà rilasciato fino a che non verrà finito il lavoro sull'illuminazione con il rilascio di una nuova build. Nel frattempo il team si sta dedicando a due nuovi tracciati oltre a vari aggiornamenti per quelli già esistenti. Il team che si occupa delle vetture ha completato una nuova vettura che doveva essere annunciata nello stesso giorno dell'annuncio della controparte reale, lancio posticipato a causa della pandemia. Anche questo team ha cominciato ad lavorare sul prossimo progetto che non può ancora essere annunciato, ma si tratta di una grossa opportunità per tutto il team di sviluppo. Gli sviluppatori hanno continuato a lavorare alla nuova grafica per i broadcast e si stanno assicurando che sia completamente personalizzabile, e ci sono dei miglioramenti alla fisica di gioco in programma. Il team che si occupa della parte esport sta pianificando la nuova gara della BMW M2 CS Cup e le nuove stagioni della GT Series. Per questo mese è tutto. Commenti nel topic dedicato
  21. Giulio Scrinzi

    Qual è il miglior simulatore di Formula 1?

    L’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo ormai da due mesi ha fatto emergere il mondo del simracing come mai fatto prima d’ora. Gare online, Campionati, eventi speciali e chi più ne ha, più ne metta: tra le serie ufficiali non possiamo non menzionare quelle organizzate dall’universo della Formula 1, che fin dall’annullamento del Gran Premio d’Australia a marzo si è dato da fare per continuare il proprio show… sul grande e piccolo schermo. Prima ci ha pensato il Veloce eSport team a dar fuoco alle polveri, un ruolo che successivamente è stato incarnato anche dalla serie ufficiale della F1 con le Virtual Grand Prix Series. Ovviamente il software utilizzato per queste gare è il tanto amato/odiato F1 2019, che prossimamente sarà sostituito dal suo successore F1 2020. Un prodotto firmato Codemasters che negli anni ha saputo far divertire migliaia di appassionati, ma che agli occhi di molti piloti professionisti è considerato distante anni luce da alcuni dei più simulativi software attualmente in circolazione. Il dito di tale affermazione è puntato in special modo alla fisica di gioco, troppo arcade e poco incline a soddisfare i puristi del settore. A questo punto la domanda sorge spontanea: esiste un’alternativa concreta a F1 2019 tra tutti i simulatori oggi disponibili? ASSETTO CORSA: RACE SIM STUDIO, QUALITÀ AI MASSIMI LIVELLI Per rispondere a questa domanda iniziamo ad analizzare ciò che propone attualmente il mercato del simracing, cominciando dal sempreverde Assetto Corsa. Il titolo firmato Kunos Simulazioni propone di base alcune monoposto da Formula 1, gran parte targate Ferrari: la mitica F2004 di Schumacher e Barrichello, la 312T di Niki Lauda, ma anche le più recenti F138, SF15-T e SF70H. Assieme a queste trovano spazio altri modelli sapientemente realizzati, tra cui la Tatuus FA01 (o Formula Abarth), le Lotus Exos 125 (replica delle F1 motorizzate V8 del 2012) e la 98T, con livrea John Player Special in onore di Ayrton Senna. Assetto Corsa, tuttavia, è ben conosciuto per la grande quantità di mod con le quali è possibile arricchirlo, un mondo che in fatto di monoposto è dominato dalla qualità dei lavori firmati Race Sim Studio. Tra questi i più importanti sono rappresentati sicuramente dalla famiglia delle Formula Hybrid, oggi capeggiate dall’ultimo modello, quello del 2020, che è accompagnato dalla proposta futuristica per la stagione 2021. A livello di fisica niente è comparabile a queste vetture, capaci di far vivere al pilota che le guida un’esperienza in pista davvero unica. Sempre facendo riferimento al mondo F1 e monoposto, possiamo citare anche la splendida Formula 2000 V10, fedele replica della Ferrari F1-2000 di Michael Schumacher, così come le varie Formula 2 e Formula 3 che rappresentano la porta d’ingresso al Circus iridato. Ognuna di loro ha le sue peculiarità e, su Assetto Corsa, va guidata con rispetto e dedizione, proprio come nella realtà: in questo modo, sapranno regalarvi tanta soddisfazione e ore di divertimento. Tuttavia, il titolo Kunos Simulazioni non è stato studiato appositamente per rappresentare le peculiarità di una gara (o, più in generale, di un Campionato) di Formula 1. I veri problemi, infatti, sorgono quando si vuole tentare di far scendere in pista queste vetture una contro l’altra su un dato circuito e in determinate condizioni. Per quanto riguarda le piste, bisogna affidarsi ancora una volta a componenti di terze parti, che possono variare molto in fatto di qualità e fedeltà nella loro rappresentazione rispetto alle controparti reali. Passando alle condizioni simulate, tutto dipende dalla combinazione di auto-circuito prescelta: Assetto Corsa, purtroppo, tende a non garantire una simulazione davvero consistente quando si aumenta troppo la difficoltà in termini di velocità e aggressività dell’IA, che in tanti, troppi casi, può risultare o troppo lenta… o eccessivamente veloce, al punto da terminare la propria corsa nella ghaia o contro le barriere di protezione. L’unica soluzione in questo senso si può trovare nelle competizioni online: le monoposto su Assetto Corsa, tuttavia, sono utilizzate quasi esclusivamente nel “league racing”, per cui a meno di non impegnarsi seriamente in un Campionato vero e proprio, è molto difficile trovare dei server tradizionali dove scendere in pista con queste splendide, quanto ingiustamente poco apprezzate, vetture… Sempre che non vogliate accontentarvi del contenuto di base. RFACTOR 2: POCHI CONTENUTI MAL IMPLEMENTATI Passiamo a un altro “mostro sacro” della simulazione su quattro ruote: stiamo parlando di rFactor 2, che da sempre è apprezzatissimo per la sua fisica in-game al punto da essere utilizzato, nella sua versione professionale, da alcuni team reali nel mondo del motorsport. Il modo in cui è replicata la dinamica di flessione del telaio di una vettura, assieme al funzionamento delle gomme in ogni parte di un circuito lo rendono estremamente appetibile per tutti i puristi del settore… ma come se la cava in fatto di monoposto di Formula 1? Il contenuto originale messo a disposizione dallo Studio 397, per quanto estremamente curato e vicino alla sua controparte reale, è in realtà piuttosto scarno e ormai in circolazione da troppo tempo. La vettura più recente è la ISI Formula 2012, recentemente utilizzata nella competizione ufficiale “The Race All-Star Esport Battle”, affiancata dai modelli storici della McLaren come la M23 di James Hunt, la MP4/8 di Ayrton Senna e la MP4/13 di Mika Hakkinen. Oltre a queste, ancora una volta bisogna affidarsi ai mod di terze parti, che tuttavia su rFactor 2 sono decisamente meno curati rispetto a quelli che troviamo su Assetto Corsa. Tranne alcune eccezioni, come le F1 del 1991 realizzate dal gruppo ASR Formula, i contenuti third-party per il simulatore dello Studio 397 soffrono di alcuni problemi di implementazione, non tanto a livello di fisica di gioco (in questo, ormai, tutti hanno raggiunto uno standard qualitativo più che buono), ma piuttosto in termini di utilizzo offline. Come su AC, anche su rF2 queste mod difficilmente riescono a funzionare bene quando si tenta di effettuare una gara in singleplayer, per via di un’IA poco curata che sminuisce l’intera esperienza di guida. In questo senso, di nuovo l’unica alternativa è cimentarsi nelle competizioni online, ancora più rivolte verso il “league racing” di quelle disponibili sul rivale prodotto da Kunos. Un open server con delle F1 su rFactor 2? Un miraggio di questi tempi. IRACING: MEGLIO ORIENTARSI SULLE FORMULE MINORI Il terzo simulatore che prendiamo in considerazione è il famosissimo iRacing, apprezzato dalla community e da molti piloti professionisti per la sua consolidata struttura online, che propone gare a cadenza regolare praticamente ogni ora. Non solo, queste competizioni sono regolamentate da un safety rating che permette di correre contro avversari del proprio livello, un punto a favore che premia la correttezza e la pulizia in pista piuttosto che la foga di vincere a tutti i costi. In fatto di monoposto di Formula 1, però, iRacing non riesce ad arrivare al livello dei suoi rivali. Per la cronaca, sul simulatore americano ci sono solo quattro vetture della classe regina: le classiche Lotus 49 e 79 e le più avveniristiche Williams FW31 e McLaren MP4/30. Stop. Ben poca cosa rispetto a quanto offerto, per esempio, da Assetto Corsa. Tra l’altro, ci troviamo di fronte a contenuti (a pagamento) che è possibile utilizzare online solo da aver fatto tutta la gavetta dalla Rookie class fino alle “patenti” più prestigiose. A rincarare la dose, queste vetture sono tutt’altro che semplici da guidare: in particolare le due monoposto più moderne, nervose e poco amichevoli anche dopo aver passato ore a trovare il setup corretto. Insomma, la F1 su iRacing è tutt’altro che popolare, oltre che poco accessibile per chi è abituato a utilizzare una monoposto di questo tipo fin da subito. Al contrario, iRacing propone delle invitanti alternative in fatto di auto a ruote scoperte mettendo a disposizione, per esempio, le più semplici Dallara F3, che da qualche mese sono anche protagoniste di un Campionato dedicato a cui si può partecipare con la licenza di classe D, quella che si ottiene subito dopo aver fatto i conti con gli avversari della categoria Rookie. Si chiama “Pure Driving School Formula Sprint” ed è una serie a setup fissi che, oggigiorno, è molto popolare, nonché divertente. Oltre a ciò, iRacing porta in scena anche le Formula Renault (2.0 e 3.5), le Skip Barber Formula 2000 e le Pro Mazda, tutte monoposto con le quali è possibile correre dopo aver ottenuto la relativa licenza. Certo, le gare organizzate in questi Campionati sono molto distanti da quelle di F1, ma sta il fatto che il divertimento e la competizione in pista di cui sono capaci sono sicuramente di alto livello. RACEROOM E AUTOMOBILISTA: FOCUS SULLE EMOZIONI Gli ultimi due simulatori da noi presi in considerazione sono, da una parte, RaceRoom Racing Experience, e dall’altra il famoso Automobilista, che recentemente si è evoluto nel suo secondo capitolo chiamato AMS 2. Entrambi condividono lo stesso intento nel replicare il mondo della Formula 1: proporre alcuni dei modelli più iconici mettendoli a disposizione dei propri appassionati e facendo leva in special modo sul lato “emozionale” che deriva dalla loro guida. RaceRoom, per l’appunto, propone essenzialmente due tipi di monoposto: la Formula X17, che è una F1 del 2017, e le Formula 1 degli anni ‘90, declinate nelle varie motorizzazioni dell’epoca (V8, V10 e V12). A livello di circuiti, invece, questo simulatore (gratuito di base ma poi a pagamento a seconda dei contenuti che si vuole utilizzare) si basa sulle vetture da turismo, per cui l’ambiente in cui le monoposto disponibili devono interfacciarsi è certamente molto lontano da quello che noi conosciamo attraverso i titoli della Codemasters. Sulla stessa lunghezza d’onda si piazza Automobilista: questo simulatore sud-americano fonda le proprie origini su vetture e circuiti di stampo brasiliano, anche se tra le sue fila possiamo trovare alcune delle monoposto più gloriose della storia del Circus iridato. Tra queste le Formula Vintage e Retro, la Formula Classic degli anni ‘80, la Formula V10 del 2001, la Formula Reiza (replica dei V8 del 2013) e le più recenti Formula Extreme e Formula Ultimate, motorizzate con propulsori turbo-ibridi. Assieme a queste, il nuovo capitolo AMS 2 propone anche altri modelli, come quelli caratteristici dei primi anni ‘90, che rendono l’offerta complessiva davvero appetibile per tutti gli appassionati più nostalgici. Come RaceRoom, tuttavia, l’esperienza in pista è molto, molto diversa da quella che siamo abituati a vedere su F1 2019, che in sostanza replica in tutto e per tutto ciò che succede in un weekend di gara del Circus iridato. Aspettiamoci gare più semplici, ampiamente modificabili a seconda delle proprie preferenze ma comunque meno autentiche di quelle reali. Se però ci brillano gli occhi a vedere e sentire una F1 storica di una certa epoca, questi due simulatori possono diventare ben presto i nostri titoli preferiti. CONCLUSIONE All’inizio dell’articolo eravamo partiti con una domanda: esiste un’alternativa concreta a F1 2019 tra tutti i simulatori oggi disponibili? Credo che la risposta, a questo punto, l’avete già capita. A meno di “accontentarsi” di tutta una serie di compromessi e differenze, il titolo della Codemasters rimane ancora un caposaldo inavvicinabile in termini di fedeltà nella rappresentazione di un weekend, o più in generale, di una stagione del Circus iridato. Assetto Corsa, Automobilista e tutti gli altri riescono esclusivamente ad avvicinarsi a una rappresentazione “verosimile” della Formula 1, tramite vetture generiche che possono essere personalizzate con le apposite skin. Le competizioni che è possibile allestire, inoltre, sono altrettanto vaghe, certamente prive di tutti quegli aspetti regolamentari che solamente F1 2019, da videogioco ufficiale del Grande Circo della Velocità, è in grado di offrire. Più nello specifico, i titoli che abbiamo chiamato in causa in questo articolo sono capaci di replicare bene le sessioni di pratica con una vettura da Formula 1, le quali alla fine si traducono nel tanto amato/odiato hotlapping che, come ben sappiamo, non è vero “racing”. Quindi, a questo punto, non possiamo fare altro che rendere onore a quanto è riuscita a fare Codemasters in questi anni, regalandoci un titolo fedele alla realtà e altamente godibile da una vasta platea di piloti virtuali. I puristi del settore potranno anche storcere il naso, ma in fin dei conti questa è la pura, incontestabile, realtà.
  22. Il team Studio397, sviluppatore del simulatore rFactor 2, annuncia la sponsorizzazione del pilota Rudy Van Buren, già vincitore del torneo Worlds Fastest Gamer, tester McLaren e pilota Formula E, nella nuova stagione del campionato (reale) Porsche Carrera Cup tedesco. L'appoggio economico permetterà al simpatico olandese di disputare anche un paio di gare nel prestigioso Porsche Supercup che affianca il mondiale di Formula 1.
  23. Oggi scriverò un articolo diverso. E lo scriverò in prima persona. Nella mia carriera di pilota virtuale non ho fatto tantissime gare: tra le competizioni più importanti ho partecipato alla prima edizione del World’s Fastest Gamer, del McLaren Shadow (qualificandomi per due eventi su tre) e recentemente del Karting eSports Championship. Sono un appassionato di motori e corse, adoro i go-kart e le monoposto. In realtà, nel corso del tempo ho cercato più che altro di sfruttare il simracing per affinare le mie capacità di pilota e la mia concentrazione dietro al volante, in tutte quelle occasioni che non sono realmente in pista. Perchè in garage ho un KZ a marce, acquistato con mille sacrifici e che mi manca tanto, troppo. Almeno finché non guardo il cronometro. Ma torniamo a noi. Di recente ho voluto rimettermi in gioco partecipando al Karting eSports Championship su rF2: partito con l’entusiasmo a mille, ho iniziato a girare a Buckmore Park per passare la prima fase di qualificazione, basata sul famigerato “hotlapping” a suon di millesimi di secondo. E qua ho capito che prima o poi un articolo così l’avrei scritto, per elencare tutti i problemi attuali del mondo eSport a quattro ruote. QUANDO TUTTO SI RIDUCE A UNA PROVA IN STILE “GUITAR HERO”… Il primo problema della guida simulata che ho riscontrato si è manifestato proprio nella prima sfida che ho dovuto affrontare. Quattro giorni di hotlapping per far segnare il miglior tempo in assoluto e qualificarsi nei primi 60 piloti che avrebbe avuto accesso alle Semi-Finali sul circuito di Glan-Y-Gors. Già dopo la prima ora ero stufo da una parte… e indiavolato dall’altra. Tra l’altro, sapete benissimo che un X30 monomarcia ha solamente un freno dietro… quindi per andare il più veloce possibile ho praticamente annullato il fenomeno del bloccaggio dell’assale posteriore, calibrando il pedale del freno con una forza frenante da Formula 1. Il risultato? In curva il mio kart rimaneva molto più stabile e potevo utilizzare il trail braking come niente fosse fino all’apice della curva. Realistico? Neanche per idea: su un monomarcia si frena diversamente. Praticamente ho snaturato il comportamento di un kart, pur di andare veloce. Tra l’altro, passando nella chicane centrale del circuito tagliandola tranquillamente in entrata… perché rFactor 2, non si sa perché, non è stato in grado di rilevare questa traiettoria come un “cut track”. Splendido, vero? Alla fine, con un tempo di 37’’998 mi sono qualificato 48esimo, ma questa prima prova mi ha lasciato un bel po’ di amaro in bocca. Rispetto ai tempi del WFG e del McLaren Shadow, niente è cambiato. Chi ha il miglior hardware, ovviamente, ha quei due-tre decimi di secondo garantiti su tutti coloro che si sono arrangiati con un G29 attaccato alla scrivania, ma in ogni caso una fase di hotlapping spalmata su più giorni si traduce in… continuare a girare in tondo all’infinito sperando che, su 100 giri, almeno uno riesca bene e permetta di migliorare il proprio best lap. Avete presente i giocatori di Guitar Hero che si dilettano nel fare record su record con delle combo pazzesche? Ecco, siamo di fronte più o meno alla stessa cosa. Anche loro passano le ore a provare, provare e provare ancora, sperimentando fasi mentali che vanno dall’entusiasmo iniziale alla noia mortale, per terminare nella frustrazione più assoluta che può sfociare in un odio profondo verso quello che si sta facendo. Tornando a noi… ma la guida virtuale non dovrebbe essere, sulla carta, una simulazione di ciò che si fa in realtà? In una pista vera, quando ci sono le qualifiche, si hanno a disposizione due, tre giri quando va bene, esclusi quelli di in-lap e di out-lap. E quei tre giri si fanno in apnea. Sempre a seconda di quanto le gomme riescono a rendere in termini di massima prestazione possibile. Non si pensa, non si ha il tempo, anche perché così facendo perdi decimi preziosi e, nel caso peggiore, puoi arrivare all’errore. Si diventa un tutt’uno con il proprio mezzo da corsa. Si usano i sensi che ci ha dato Madre Natura, ci si connette con il proprio Io interiore che vuole correre, sempre più veloce. Questo, di fronte a una prova di simracing del genere, ti dà una mano i primi dieci minuti. Poi si stufa anche lui. Ah già, dimenticavo! La fase di hotlapping in questione è stata settata senza il consumo di carburante, così ci è stata data la possibilità di girare con il minimo sindacale senza preoccuparci minimamente di finire la benzina. Il tyre wear, invece, è rimasto attivo, ma con le gomme di questo X30 virtuale si può girare praticamente senza limiti prima di intravedere un minimo di degrado in termini di prestazione. Mah… LE GARE SI VINCONO ALLA PRIMA CURVA. O FORSE NO… Un po’ a sorpresa, quindi, sono riuscito a passare alle Semi-Finali. Sì, perché in realtà ho girato solamente un pomeriggio: quando mi sono accorto di quanto era irrealistico quello che stavo facendo, ho mollato lì. Poi, però, ecco la mail per la gara a Glan-Y-Gors. Va bene, sono in ballo, corriamo. La pista, tuttavia, è una di quelle che non mi piacciono. Comincio a girare sui server dedicati, allungo il rapporto dell’X30 a sfinimento e alla fine, poco prima dell’inizio dell’evento, comincio a intravedere un barlume di speranza di poter essere, finalmente, competitivo. Sono lontano solo mezzo secondo dai più veloci e correrò nella Semi-Finale C. Mi qualifico al settimo posto: se riesco ad arrivare sesto, rientro nei sei posti disponibili per la Finale al Paul Fletcher International. Vale la pena provare, dai. Prima di partire mi faccio il segno della croce. No, non imito Ayrton Senna, ma in quelle poche gare che ho fatto nella mia vita il primo giro è sempre stato un calvario. Questa volta, invece, tutto sembra filare tranquillamente. Trovo il mio ritmo e sono a un passo dal scavalcare il sesto classificato per andare a prendermi la qualificazione. Nella parte finale del circuito il mio avversario mi frena davanti e io lo tocco: perdo terreno, un altro pilota mi scavalca e… volano i Santi. Ora sono ottavo, ma stavolta il destino decide di farmi un regalo: i due davanti a me commettono un errore e vanno a muro, e io mi involo verso il sesto posto assoluto al traguardo. Ce l’ho fatta! In realtà è stata anche una bella gara… chissà come sarà a PFI! L’avessi mai detto… Qui comincio a fare un po’ di setup e, cercando di guidare il più pulito possibile, riesco a centrare costantemente un tempo che, idealmente, mi metterebbe in lizza per la Top 5. Mi sento motivato, sono pronto per le qualifiche. Ma non si sa il perché, rispetto alla gara a Glan-Y-Gors, vengono disputate non in “sede separata”, cioè ogni pilota per conto suo… ma tutti assieme! Venti piloti in un kartodromo che tentano l’assalto al tempo in otto minuti. Non mi è mai successo. Ci provo, ma guido male e partirò dalla nona casella. Il tempo? 56’’810, ma potevo tirare giù almeno un decimo e mezzo. In gara mi gioco il tutto per tutto: si fa per dire perché, onestamente, sul podio non ci sarei comunque arrivato, in ogni caso. Si spengono i semafori rossi e cerco di stare attento agli altri piloti in pista, lasciando il giusto spazio senza cercare il contatto. Ma nelle prime due curve tocco il cordolo e, di rimbalzo, finisco contro il kart rosso alla mia destra. Disastro assoluto. Riesco a proseguire, ma capisco che sono stato io a commettere l’errore. Rallento, mi sento colpevole. Gli altri, intanto, continuano a gareggiare come niente fosse successo. Ovviamente i danni sono disabilitati. Così facendo creo più casino che altro. Mi tocco ancora un paio di volte, passo vicino ai box e mi verrebbe da ritirarmi… Ma perché scusa? Qui entra in gioco il mio ego, che mi fa ripartire incurante di chiunque stia in pista in quel momento. Comincio a battagliare: gestisco il mio ego e rispetto comunque i miei avversari, ma il bello è che sono loro a non rispettare me. Entrano dentro in curva come non ci fosse un domani, mi spingono, mi fanno sbagliare. I miei errori non sono finiti qui e tra escursioni nell’erba e lunghi in staccata, sono solamente 11esimo. Provo qualche attacco, sorpassando nella maniera più corretta possibile, ma la manovra mi viene restituita con una serie di sportellate che a momenti avrebbero potuto porre fine, stavolta definitivamente, alla mia corsa. Ora davanti a me ho un paio di avversari che mi bloccano. Mi prendo due, tre giri per studiarli. Provo ad attaccare il primo quando ormai il mio kart è davanti al suo, ritardo la frenata ma lui, non si sa come, riesce ad entrare più forte, mi chiude la traiettoria e… ci manca poco che mi giro e vado a muro. Recupero ancora, mi rifaccio sotto. Mancano tre giri. Finalmente i due davanti a me commettono degli errori, che mi permettono di scalzarli senza troppi problemi. Sono nono, manca un giro e mezzo. Aumento il ritmo e sotto il traguardo passo a meno di un secondo dall’ottavo classificato. Dalla rabbia, dalla delusione e dallo sconforto chiudo la mia corsa in retromarcia sotto la bandiera a scacchi. Meno male è finita. COSA NON HA FUNZIONATO? Questa è stata la mia esperienza nella prima edizione del Karting eSports Championship, che in fin dei conti ha riproposto tutto quanto avevo già visto nelle gare a cui ho partecipato in questi anni. Tralasciando la parte di hotlapping che abbiamo già affrontato, posso dire che in questa competizione il rispetto dell’avversario è stata una delle gravi mancanze che si sono notate in pista. D’altronde, quando un pilota vuole vincere, ci prova a tutti i costi. Anche a discapito degli altri? Certamente. Nel simracing è concesso. Tanto al limite chiedi scusa e, nei casi più eccezionali, ti danno una squalifica, che vuoi che sia. Io ho corso proprio come avrei fatto nella realtà: ho sbagliato, soprattutto ad inizio gara, non ci sono dubbi. Ma poi ho lasciato sfilare quei piloti che ho danneggiato, tentando infine di ricostruire la mia gara. Ad un certo punto ho dovuto tirare fuori un po’ di coraggio, perché sinceramente le mille sportellate che ho ricevuto mi hanno fatto capire che in questo mondo, come nella vita, “o mangi, o vieni mangiato”. Nel motorsport reale è la stessa cosa, ma almeno lì i piloti hanno un po’ di buonsenso. Capiscono quando c’è la possibilità di effettuare un sorpasso senza rovinare la gara del proprio avversario. Capiscono quando una manovra ha un senso oppure no. Ma soprattutto, non cercano a tutti i costi di ostacolarti speronandoti per farti uscire di pista. Magari a PFI gli avversari contro cui ho corso non l’hanno fatto di proposito, ma questa è un’eventualità a cui ci credo poco. Forse questi comportamenti sono dovuti alla consistenza ancora acerba di questo Campionato? Mah, con il sostegno di Motorsport UK, Motorsport Games e il British Karting Championship, sinceramente non ci sono scuse che tengano. Come nella fase di qualificazione, anche in gara nessun consumo di carburante e danni disattivati. Una gara ideale, insomma. E di nuovo, dover farmi piacere quel comportamento dell’X30 tutt’altro che realistico, pur di farlo correre il più velocemente possibile. Forse per un gamer o per un pilota virtuale che non ha mai provato realmente questi piccoli missili a quattro ruote l’intero Campionato è stato divertente… ma non per me. Tante cose non hanno funzionato, tra le quali anche un sistema di detection dei tagli della pista che si attivava praticamente quando voleva lui. Ciò che mi ha deluso di più, tuttavia, è stata la condotta irrispettosa di coloro con cui ho avuto a che fare, quasi fosse una semplice garetta online in uno dei tanti server pubblici di rFactor 2 o di Assetto Corsa. Già tanto che non si è palesato il solito “fenomeno” impazzito che ti centra di proposito, giusto perché gli va di fare così… CONCLUSIONE L’avevo detto che quest’articolo sarebbe stato diverso. Anche stavolta mi sono messo in gioco e, a momenti, ne sono uscito peggio di come sono partito. Nel mezzo qualche spiraglio di luce l’ho visto, forse dato dal fatto che, con il giusto impegno e determinazione, si può arrivare a competere anche a un livello parecchio elevato nonostante un equipaggiamento tutt’altro che al top. Complessivamente, però, mi sarei aspettato una maggiore professionalità da parte di tutti coloro che hanno partecipato a una competizione di questo tipo. Se volevo fare gli autoscontri, avrei giocato a Wreckfest. Ma sono un pilota, per cui è normale che io abbia cercato di vivere l’intera faccenda nella maniera più seria possibile. Tuttavia, ho avuto a che fare con degli avversari che, forse, sono ben più giovani di me e hanno preferito divertirsi piuttosto che… allenarsi. Sì, perché per me è stato un allenamento, come al solito. Ma forse dovrei ricredermi. Guardare insistentemente la delta bar giro dopo giro durante la fase di hotlapping non esiste nella realtà, così come effettuare una standing start su un kart X30 monomarcia che, di solito, inizia una gara in modalità partenza lanciata (rolling start). Per non parlare del “racecraft”: avessi corso nella realtà come ho fatto a PFI, avrei rotto il telaio almeno 5-6 volte. Per non parlare delle migliaia di danni e di insulti contro i miei avversari che avrei dovuto affrontare una volta tornato ai box. Forse avrei dovuto vivere l’intera faccenda con più spensieratezza, ma non è il mio stile. Probabilmente sarò l’unico a pensare così nel mondo della guida virtuale, ma non mi interessa. Allora mi faccio una domanda: mi è servito il simracing fino a questo momento? Ni. Fare una cosa perché ti serve a farne un’altra va bene fino a un certo punto. Poi ti accorgi che, in realtà, sei solamente davanti a uno schermo che ti arrabbi, insulti tutti e giri un volante da solo nella tua camera… e fondamentalmente sei fermo sulla tua sedia. Non in pista. In ogni caso, con questo articolo mi piacerebbe che il simracing ad alto livello, quello che viene praticato come eSport, cambiasse radicalmente faccia. Un conto è prendere parte a un Campionato amatoriale, un altro è partecipare a una competizione come questa, che certamente ha avuto una discreta importanza visto che ha ricevuto il sostegno della divisione Motorsport Games e del British Karting Championship. Vi sembra un deja vu? Avete fatto centro: quanto accaduto è già successo nella prima gara ufficiale organizzata dalla Formula 1 in Bahrain qualche settimana fa. Chissà adesso cosa succederà...
  24. La prossima edizione del World's Fastest Gamer è pronta ad aprire le danze: dopo le prime due iterazioni che hanno incoronato vincitori rispettivamente Rudy van Buren e James Baldwin, il concorso indetto dalla McLaren e creato per scovare i più veloci talenti del simracing sta per accendere i motori ancora una volta, mettendo in palio un'opportunità da 1 milione di dollari per fare il grande salto dal mondo virtuale al motorsport reale. Come è stato per le prime due edizioni, anche il WFG3 sarà composto da più fasi di qualificazione, che toccheranno più software sia su PC che su altri dispositivi. Tra questi il primo che si potrà utilizzare per conquistare la propria chance è Gear.Club, un videogioco sviluppato da Torque Esports in collaborazione con Eden Games - France appositamente per smartphone e tablet. Tutti i giocatori potranno scaricarlo dall'Apple Store o dal Google Play Store e iniziare la prima fase di qualificazione che scatterà oggi e terminerà il 6 maggio: l'obiettivo, come è stato nelle precedenti edizioni del WFG, è quello di segnare il miglior tempo possibile nella sfida in pista che viene proposta. Questa sarà una delle tre sessioni di qualifica che saranno organizzate nel giro dei prossimi tre mesi, alle quali seguiranno altre sette prove dedicate di cui una sul simulatore rFactor 2. Successivamente i migliori 10 piloti che si saranno qualificati in ogni singola prova saranno chiamati alla Finale di Miami, che si terrà nel mese di novembre 2020 quando saranno organizzate delle intense competizioni online per scovare il vincitore del terzo World's Fastest Gamer. TALENTI DA SMARTPHONE "Siamo veramente entusiasti di aprire la prima fase di qualificazione su Gear.Club in modo da scovare il primo finalista della terza edizione del World's Fastest Gamer - ha sottolineato Darren Cox, fondatore, Presidente e CEO di Torque Esports - Con l'attuale situazione del Coronavirus l'unica cosa che noi appassionati di motori e corse possiamo fare è quello di gareggiare virtualmente. Un sacco di piloti hanno delle gaming rigs allo stato dell'arte, ma ciò che amiamo è il fatto che Gear.Club, nonostante la sua semplicità, è in grado di farci scovare nuovi talenti del volante". "I due finalisti che si sono qualificati con Gear.Club nelle precedenti edizioni del WFG erano veramente eccezionali, ma sono sicuro che stavolta alzeremo ancora di più l'asticella - ha continuato Cox - Il grande numero di persone che giocheranno a Gear.Club espanderà esponenzialmente la quantità di talenti che proveranno a qualificarsi. Sono certo che anche quest'anno ne troveremo un altro che saprà combattere in Finale per vincere il nostro premio da 1 milione di dollari". UN GIOCHINO È IN GRADO DI FAR EMERGERE UN PILOTA? Da quando il World's Fastest Gamer è stato istituito, nel 2017, abbiamo sempre apprezzato il format organizzato dalla McLaren, che per lo più ha preferito l'utilizzo di software il più possibile realistici per mettere alla prova i più veloci simdrivers del mondo eSport. Ciò che non ci è mai piaciuto, invece, è l'utilizzo, per quanto limitato, di videogiochi come Gear.Club: in una competizione seria come questa, che senso ha istituire una fase di qualificazione con un "giochino" pensato per smartphone e tablet? Gear.Club, infatti, non ha niente che possa essere considerato "realistico": le sue caratteristiche sono quelle di un videogame immediato, alla portata di tutti, da utilizzare per svagarsi e con una fisica da arcade, non da simulatore. Per sterzare si utilizzano i giroscopi dello smartphone, che va inclinato a sinistra o a destra a seconda della direzione che vogliamo dare alla nostra vettura, mentre i pedali che contraddistinguono l'abitacolo di una vettura da competizione... sono limitati al solo freno, definito da un semplice pulsante per rallentare la corsa automatica della nostra automobile che, di fatto, accelera praticamente da sola. Con questi presupposti, come è possibile che un potenziale gamer che non sia mai andato veramente in pista nè abbia mai provato una postazione da corsa con volante e pedaliera, una volta avuto l'accesso alla Finale del WFG, sia poi in grado di vincere questo concorso, mettersi al volante di una vettura da corsa ed essere capace di andare anche forte, così dal nulla? Siamo d'accordo che il mondo della guida simulata, attraverso software più o meno realistici come Assetto Corsa, rFactor 2 ed iRacing, sia in grado di dare alcune indicazioni sul possibile talento di un pilota, ma che un "giochino" da smartphone, e la relativa prestazione ottenuta attraverso di esso, possa essere preso come metro di giudizio per selezionare un potenziale candidato rispetto a un altro ci sembra un tantino eccessivo... Che ne pensate?
  25. Un altro tassello nel mondo del simracing è stato posizionato: tutti gli appassionati di karting conosceranno sicuramente la ROK Cup, Campionato monomarca di proprietà del gruppo OTK che, in questo periodo di emergenza, ha fatto il passaggio dal reale al virtuale come tante altre serie del motorsport. Un "salto" voluto dalla divisione statunitense della ROK Cup e da RTD Media & Management, che hanno collaborato in partnership con Torque Esports per dare vita... alla ROK Cup Sim Challenge! Si tratta del primo esperimento in assoluto in questo specifico settore, quello del karting a stelle e strisce, sostenuto tra l'altro dall'agenzia assicurativa Conrad Group che, assieme agli altri partner, ha messo in campo un montepremi complessivo di 60.000 dollari da dividere nelle varie classi che prenderanno il via della pista (virtuale) nella giornata del 27 aprile. La volontà è quella di dar vita a una competizione basata su tre distinte gare, da disputarsi sul simulatore Kart Racing Pro che sarà allestito specificamente per ospitare le dieci classi della ROK Cup, dalla Micro ROK alla Junior passando per la Senior, la Masters e la Veteran, opportunamente frazionate a seconda dell'utilizzo di un kart monomarcia o con il cambio. Ciò che differenzierà la ROK Cup Sim Challenge da tutte le altre sarà il suo speciale time-table: rispetto alle più blasonate serie eSport, questa baserà il suo programma di gare in blocchi da quattro ore per giornata, che racchiuderà le varie fasi che solitamente contraddistinguono un "race weekend" nel mondo del karting, vale a dire prove libere, qualifiche, pre-finale e finale. Il primo appuntamento, come già anticipato, scatterà il prossimo 27 aprile sul NOLA Motorsports Park e sarà seguito dalla seconda tappa del 29 aprile sul kartodromo di Sonoma Raceway. Le danze, infine, si chiuderanno il 3 maggio sulla pista di Charlotte Motor Speedway. Come partecipare? Basta compilare il modulo di registrazione a questo indirizzo e versare la quota di partecipazione di 500 dollari, necessari per sostenere i costi di gestione del Campionato e i premi in palio. Per ogni classe, infatti, saranno stanziati 2000 dollari al vincitore, 1500 dollari al vice-campione, 1000 dollari al terzo classificato, 750 dollari al quarto e 500 dollari a chi ha conquistato l'ultimo posto della Top 5. Sicuramente un'occasione da non lasciarsi scappare per chi è appassionato di go-kart e ha mire agonistiche, che tra l'altro potranno trovare uno sbocco futuro dal momento che questa ROK Cup Sim Challenge farà parte del programma della prossima edizione del World's Fastest Gamer. Coloro che hanno centrato, in ogni classe, il gradino più alto del podio e hanno a disposizione una licenza agonistica in corso di validità potranno infatti prender parte alla futura competizione "America's Fastest Gamer", con la quale potranno poi accedere alla serie mondiale. Questa, ormai, si avvicina alla sua terza iterazione, con un montepremi di 1 milione di dollari e la possibilità di fare il passaggio definitivo dal virtuale... al mondo reale delle quattro ruote. Che ne dite, vale la pena tentare?
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