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  1. Ferrari 412T2 - V0.1 (2016/03/01) http://asrformula.blogspot.it/2016/03/assetto-corsa-ferrari-412t2-v0.html#links -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Credits: AC Project manager: mati.sala90 Animations: mati.sala90 Physics: ryoner Sounds: ferrari64 Skins: alesanchez & simontek27 Helmet Skins: alesanchez & simontek27 Original model: rf900r Original model tire and rims: alesi_fan Original Sound samples: wolferl ASR CEO: alesanchez F1SR CEO: acestumacher Promotions: f1lover Renders/PDF: mati.sala90 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------
  2. McLaren Racing, il reparto sportivo del gruppo McLaren, ha lanciato oggi un proprio centro gaming denominato McLaren Shadow Studio. Lo studio fornisce uno spazio all'interno del quartier generale della McLaren, il McLaren Technology Center di Woking, per supportare le ambizioni dei piloti virtuali eSport del team, in particolare il team McLaren Shadow, che compete in varie discipline tra cui la F1 Esports. Questo nuovo spazio è una zona dedicata non solo a disputare gare da parte dei ragazzi del McLaren Shadow, ma anche per allenarsi e produrre contenuti eSport. La struttura è basata su quattro simulatori completi, ma non mancano zone relax, anche per consentire ai VIP di guardare le gare in diretta. I partner di McLaren sono parte integrante del McLaren Shadow Studio: Alienware ha fornito i PC e monitor curvi, mentre Logitech G, con cui McLaren collabora anche per la McLaren Logitech G Challenge, fornisce i volanti G923, le cuffie Pro X e le webcam. L'analisi dei dati del partner Splunk aiuterà i piloti. Il partner di digital banking di McLaren, QNTMPAY, svilupperà un programma di coinvolgimento che consentirà ai fan di visitare e persino sperimentare il McLaren Shadow Studio, il partner Blockchain Tezos offrirà NFT come parte dell'esperienza dei fan. Non sappiamo quando i fan potranno accedere allo studio, ma la struttura è ufficialmente già aperta. Lindsey Eckhouse, Director, Licensing, ecommerce ed esports, McLaren Racing ha dichiarato: “Siamo lieti di lanciare McLaren Shadow Studio e di costruire sul fantastico lavoro del team che ha aperto la strada allo spazio degli eSport. Il team di eSport McLaren Shadow è stato lanciato nel 2017 quando abbiamo visto un'opportunità nello spazio tra le corse virtuali e reali, per aumentare l'accessibilità dando alle persone l'accesso a un'esperienza di corsa incredibile. Siamo orgogliosi di colmare questa connessione e aiutarci a evolvere nel prossimo capitolo ampliando la nostra portata oltre gli eSport nei giochi. McLaren Shadow Studio è alla base dell'impegno continuo di McLaren, con il supporto della nostra fantastica rete di partner che guida le nostre prestazioni e i nostri progressi”.
  3. A un mese di distanza dall’ultima vettura che vi abbiamo presentato, quella Benetton-Ford B194 che permise a Michael Schumacher di raggiungere il suo primo iride in carriera, oggi torniamo con la nostra speciale rubrica che vi porterà in un altro, spettacolare, viaggio nel mondo del motorsport. Rimaniamo in Formula 1, ma facciamo un piccolo passettino avanti negli anni, fermandoci al 1998: una stagione contrassegnata dal cambio di regolamento delle vetture che premiò solamente nell’ultimo Gran Premio, a Suzuka, l’impegno del finlandese Mika Hakkinen, al volante della bellissima McLaren MP4/13 motorizzata Mercedes. Un’auto entrata nel cuore degli appassionati e che ha fatto tornare sul tetto del mondo il reparto corse di Woking, dopo gli ultimi successi di Ayrton Senna nel 1991. McLAREN-MERCEDES MP4/13: I PREPARATIVI DEL 1997 La storia della MP4/13 inizia ufficialmente nel 1997, con l’introduzione della precedente MP4/12: una vettura più longilinea e rifinita rispetto a quelle più “grezze” del 1996 e del 1995, anno in cui era iniziata la partnership con la Mercedes-Benz che tornò da motorista dopo gli esordi nella massima serie iridata del biennio 1954-1955. Nonostante i continui progressi, la McLaren continuò a soffrire anche nel 1997 di diversi problemi di affidabilità, che condizionarono pesantemente la competitività della MP4/12 portata in pista da Mika Hakkinen e David Coulthard. Inizialmente testata nella tradizionale livrea arancione del team di Woking, questa monoposto si presentò sulla griglia di partenza dell’Albert Park di Melbourne con una stupenda carrozzeria dipinta in argento con dettagli neri, a dimostrazione del sostegno del nuovo sponsor “tabaccaio” della West. La vettura si mostrò subito estremamente veloce e permise allo scozzese Coulthard di vincere la prima gara della stagione, che divenne anche il primo trionfo della McLaren dopo i successi ottenuti da Senna e della Mercedes-Benz come fornitore di motori. Hakkinen, invece, arrivò terzo dietro alla Ferrari di Michael Schumacher… ma la festa durò ben poco. Il propulsore V10 FO110E si rivelò troppo debole e fragile e questo costò ad entrambi i piloti diversi risultati di rilievo, come l’uno-due mancato al Nurburgring per via dello stesso problema manifestatosi su entrambe le monoposto a distanza di un solo giro l’una dall’altra. McLAREN-MERCEDES MP4/13: QUEL DOPPIO PEDALE DEL FRENO… Due gare più tardi la fatidica doppietta McLaren arrivò sul circuito di Jerez, in occasione dell’ultima tappa della stagione: a causa del contatto intenzionale di Michael Schumacher su Jacques Villeneuve, il finlandese Mika Hakkinen riuscì a vincere il Gran Premio d’Europa davanti al compagno di squadra, gettando le basi per un 1998 decisamente promettente. Il merito, ovviamente, era dei piloti, ma anche di Adrian Newey, designer passato dalla Williams alla McLaren e che potè mostrare il proprio talento sulla MP4/12 solo a Campionato inoltrato. Con la successiva MP4/13 fu tutt’altra storia: Newey seppe interpretare come nessun’altro il nuovo regolamento promosso dalla FIA, creando una monoposto piccola, potente (con il nuovo FO110G da 780 cavalli portato dalla Mercedes) e aerodinamicamente superiore alla concorrenza, tant’è che Coulthard, sui vecchi rettilinei di Hockenheim, stampò il record assoluto di velocità toccando quota 353 km/h. Le chicche della nuova MP4/13, tuttavia, non erano finite qui: la monoposto del 1998, infatti, aveva ereditato il sistema frenante posteriore della vettura precedente, per la prima volta scoperto dal fotografo Darren Heath grazie ai dischi incandescenti al retrotreno durante il passaggio in una zona di accelerazione. Successivamente si scoprì che la McLaren aveva installato nell’abitacolo un secondo pedale del freno, attivabile meccanicamente dal pilota su una delle ruote posteriori in appoggio a seconda della curva percorsa. Questo sistema permetteva di eliminare il sottosterzo in percorrenza e di ridurre il pattinamento delle gomme in uscita dalle curve più lente, dove quindi la vettura poteva ruotare come su un “perno” ottenendo un considerevole vantaggio in termini cronometrici. Chiamato anche “brake-steer”, fu mutuato anche sulla successiva MP4/13, che si dimostrò subito vincente nel primo Gran Premio della stagione a Melbourne: per Hakkinen e Coulthard fu subito doppietta e questo fece riflettere gli avversari della McLaren. Prima tra tutti la Ferrari, che subitò contestò alla FIA il doppio sistema frenante del team di Woking, al punto che la Federazione lo bandì dalla successiva gara in Brasile. Il bello della questione? Che la MP4/13 andava fortissimo lo stesso! McLAREN-MERCEDES MP4/13: FRECCIA D’ARGENTO MONDIALE Il fatto di sfruttare meglio di altre monoposto le nuove gomme scanalate della Bridgestone, che ben si adattavano alle carreggiate ridotte dal regolamento, ponevano la MP4/13 in una posizione di vantaggio, ulteriormente consolidata da un’altra tecnologia unica nel suo genere. La nuova McLaren, infatti, fu la prima Formula 1 ad essere dotata del sistema KERS, quel recupero dell’energia cinetica in frenata che poteva essere immagazzinata in specifiche batterie e che le donava un boost di potenza pari a 30/40 cavalli. Insomma, un sistema che fu antesignano di quello che abbiamo visto nell’era precedente all’attuale turbo-ibrida e che permetteva alla MP4/13 prestazioni davvero inavvicinabili… fintanto che le piste erano a basso carico aerodinamico. Grazie al suo potente motore, la nuova McLaren era superiore alla concorrenza in tutti i circuiti ad alta velocità come Hockenheim e Silverstone, mentre in quelli più guidati faceva fatica a tenere il passo, per esempio, della Ferrari F300, che dopo il primo GP seppe rialzare la testa riportando Michael Schumacher in lizza per il Mondiale. Il tedesco, infatti, piazzò la sua prima zampata in Argentina, seguita dal tris di vittorie in Canada, in Francia e in Gran Bretagna. La McLaren, nel frattempo, monopolizzò il Campionato grazie ai successi di Hakkinen in Brasile, in Spagna e a Montecarlo, con i quali però non riuscì mai a scrollarsi veramente di dosso il rivale ferrarista. Coulthard, nonostante il trionfo ad Imola, gli fece da scudiero e contribuì alla causa facendo doppietta assieme al finlandese in Austria e in Germania. In Belgio, invece, arrivarono le polemiche: dopo la disastrosa prima partenza sotto la pioggia, David Coulthard non potè nulla contro le capacità di guida di Schumacher sul bagnato… tranne quando scartò di lato per lasciarlo passare, provocando invece un incidente che si rivelò determinante per l’esito del Campionato. Schumi, infatti, stava guadagnando terreno su Hakkinen, che a Monza non andò oltre il quarto posto regalando all’avversario e al compagno di squadra Irvine una promettente doppietta. Tutto si risolse nell’ultimo appuntamento in Giappone: Hakkinen si presentò a Suzuka con soli quattro punti di vantaggio su Schumacher, che conquistò la pole ma, a causa di un problema alla frizione, fu poi costretto a partire ultimo. Questo non demoralizzò il futuro Campione della Ferrari, che iniziò una rimonta forsennata fino al settimo posto. I giochi, tuttavia, si chiusero al 31esimo giro, quando la F300 numero 3 passò su alcuni detriti alla chicane Casio Triangle che provocarono l’esplosione della posteriore destra. Con il rivale costretto al ritiro Hakkinen lasciò solamente le briciole ai suoi avversari, andandosi a prendere la sua ottava vittoria stagionale e il suo primo Titolo Mondiale Piloti in carriera. Coulthard, invece, arrivò terzo e garantì alla McLaren la conquista del Titolo Costruttori, il primo dopo il periodo vincente di Ayrton Senna e, ad oggi, anche l’ultimo messo in cassaforte.
  4. Un’altra monoposto classica, un altro gioiello sceso in pista con al volante il mitico Ayrton Senna. Dopo l’affilatissima McLaren-Honda MP4/4 del 1988, che conquistò in quella stagione sia il Titolo Piloti che quello Costruttori, il Mondiale di Formula 1 vide diventare sempre più splendente la stella del pilota brasiliano, costantemente davanti a tutti in qualifica e sempre più aggressivo e determinato in gara. Merito non solo del suo talento cristallino, ma anche di vetture estremamente competitive come quelle messe a disposizione dal team di Woking: queste seguirono un’evoluzione che passò dal V8 della MP4/4 al V10 delle successive MP4/5 e 5B, per arrivare al rabbioso dodici cilindri a V della MP4/6 del 1991, protagonista di questa monografia e, ovviamente, iridata con il driver carioca nel suo abitacolo. McLAREN-HONDA MP4/6: LE ORIGINI Con 15 vittorie su 16 Gran Premi ottenuti al volante della MP4/4 del 1988, il team McLaren-Honda guardava con assoluta fiducia alla stagione successiva, un 1989 in cui la FIA aveva cambiato il regolamento mettendo al bando i motori turbocompressi. Per il reparto corse britannico questo significò che era giunto il momento di ripartire da capo: grazie al profondo legame con il motorista giapponese, la McLaren ottenne un nuovo propulsore per la monoposto di quell’anno, vale a dire un V10 aspirato da 3.5 Litri con angolo tra le bancate di 72° ed una potenza di quasi 700 cavalli. Si trattava dell’unità Honda RA109E che avrebbe equipaggiato la MP4/5, disegnata a da Steve Nichols sotto la supervisione di Neil Oatley: una vettura che si differenziava dalla precedente per una riduzione generale della carrozzeria, soprattutto al retrotreno dove l'effetto “coca-cola” della vecchia MP4/4 era talmente accentuato che andava a scomparire a livello della scocca. Dal momento che utilizzava un motore aspirato, venne reintrodotto sopra la testa del pilota un air-scope maggiorato in modo che garantisse un lieve incremento di pressione dell'aria e, quindi, di potenza erogata alle alte velocità. Inoltre, era ancora una delle pochissime vetture ad essere dotata del cambio manuale a sei rapporti, su trasmissione longitudinale per la prima metà del 1989 passata poi a quella trasversale per tutto il 1990. McLAREN-HONDA MP4/6: SENNA CONTRO PROST I piloti prescelti per portarla in pista erano quelli del 1988: da una parte Ayrton Senna, dall'altra Alain Prost. La loro rivalità aveva raggiunto livelli davvero elevati, ma questo non impedì di far centrare alla nuova arma a quattro ruote firmata McLaren il Titolo Costruttori del 1989, grazie a dieci vittorie messe in cassaforte (sei di Senna e quattro di Prost). Il Titolo Piloti, invece, si risolse nella penultima tappa di Suzuka, entrata nella storia della Formula 1 per quella famosa collisione tra i due Campioni dellla McLaren alla chicane Casio Triangle, dalla quale il pilota carioca ripartì tagliando la variante grazie all’aiuto dei commissari di pista. Tornato ai box per cambiare il musetto danneggiato, Ayrton vinse la corsa… ma venne squalificato a favore di Alessandro Nannini: la manovra da lui compiuta fu ritenuta irregolare e questo sancì la conquista del Terzo Mondiale per il suo rivale francese. Le polemiche non mancarono, ma ormai si stava guardando al 1990: Prost, avvelenato dalla competizione in casa con Senna, lasciò la McLaren e si accasò in Ferrari con la rinnovata 641, mentre al brasiliano venne affidata la versione evoluta della monoposto 1989, la MP4/5B. Nella stagione precedente il modello standard aveva dato qualche problema di affidabilità a livello di lubrificazione, grattacapi che i tecnici di Woking tentarono di risolvere con la nuova versione della vettura inglese. Essenzialmente si trattava di una MP4/5 leggermente rivista nella posizione dei serbatoi del carburante, nell'ala anteriore e posteriore ridisegnate e nel bodywork posteriore riprogettato attorno a dei radiatori allargati. A livello di propulsore si puntò di nuovo a un V10 aspirato, evoluzione diretta del precedente: la MP4/5B fu equipaggiata con l’Honda RA100E, molto simile al “109” ma migliorato sotto l'aspetto, appunto, dell'affidabilità in gara. Questo le garantì nuovamente una stagione ad altissimo livello, con sei vittorie stagionali colte interamente da Ayrton Senna… che a Suzuka si prese addirittura la rivincita sul rivale transalpino. In quell’occasione la loro gara durò solamente poche centinaia di metri dopo il via, quando il brasiliano andò a speronare la Ferrari del francese. In questo modo Senna diventò per la seconda volta in carriera Campione del Mondo, ma in un modo altamente vendicativo, che lui stesso poi ritenne poco corretto. McLAREN-HONDA MP4/6: DA DIECI A DODICI CILINDRI Il 1991, fortunatamente, era alle porte, anche se l’armata delle Williams-Renault con Nigel Mansell e Riccardo Patrese si stava facendo sempre più competitiva: in quella stagione il team britannico portò in scena la mitica FW14 (poi diventata FW14B nel 1992) dotata di un motore V10 che spinse la Honda a rivedere i propri piani. Fino a quel momento la casa giapponese aveva puntato sull'architettura a 10 cilindri, una scelta effettuata in anticipo rispetto alla concorrenza che risultò di una superiorità quasi imbarazzante nel 1989 ma che antepose notevolmente il limite di sviluppo del propulsore nelle stagioni successive. Proprio all'inizio degli anni '90, infatti, i motori Renault V10 e Ferrari V12 cominciavano ad essere decisamente più affidabili e prestanti, il che costrinse la Casa dall'Ala Dorata a puntare per il 1991 su un'unità riprogettata praticamente da zero. La strada intrapresa fu quella di un motore V12, chiamato RA121E e montato per la prima volta su una MP4/5B in versione “muletto” con telaio modificato (rinominata MP4/5C): i tecnici giapponesi lo ritenevano superiore al V10 perchè capace di girare a regimi di rotazione inferiori a parità di potenza erogata, anche se poi si dimostrò molto complesso da gestire per i maggiori ingombri e per il peso aggiuntivo derivante da due cilindri in più. La base, quindi, era un 12 cilindri a V da 720 cavalli con angolo tra le bancate di 60°, sì più pesante rispetto al vecchio V10 ma comunque ben bilanciato per l'assenza dei contralberi di equilibratura. Per quanto riguarda la distribuzione venne scelta la cascata di ingranaggi (il sistema a cinghie sincrone non aveva dato i frutti sperati) che permetteva un regime massimo di rotazione di 15.000 giri/min ma con richiamo delle valvole (in leghe di titanio) gestito da molle d'acciaio senza il ritorno pneumatico. Nella fase di sperimentazione il nuovo motore garantiva un rapporto alesaggio/corsa di 1,54, molto simile al vecchio V10 e che consentiva di raggiungere la potenza massima di quest'ultimo ad un regime di circa 800 giri/min in meno. Tuttavia, risultava comunque meno potente rispetto al 10 cilindri Renault perchè quest'ultimo non soffriva dei fenomeni di risonanza delle molle dal momento che queste erano gestite con il ritorno pneumatico. Per ovviare a ciò, la Honda incrementò il suddetto rapporto a 1,74, introducendo inoltre un sistema di collettori di aspirazione a lunghezza variabile per migliorare la curva di coppia e la qualità di erogazione. L'utilizzo dei carburanti Shell HE (High Energy), tuttavia, fu un'arma a doppio taglio per il reparto corse di Woking: da una parte garantiva un incremento prestazionale di potenza rispetto alle Williams di circa 90 cavalli, ma dall'altra causava all'RA121E dei grossi problemi di lubrificazione. Già l'utilizzo di un V12 sul telaio modificato della MP4/5C, destinato in origine ad un V10 e che poi venne utilizzato per la MP4/6, aveva creato gravi scompensi sulla nuova vettura per via della sua maggior lunghezza e complessità, in più l'eccessivo fenomeno della centrifugazione dell'olio motore nel caso di alti valori di accelerazioni laterali causava frequenti cedimenti dei cuscinetti per il fatto che questi non venivano lubrificati a dovere. Per ovviare a questa mancanza, la McLaren decise di far funzionare la sua nuova monoposto con un eccesso di olio e con un impianto di ricircolo molto complesso che rese evidenti le frequenti fumate azzurrognole durante le prime gare del 1991, sintomo di residui di olio motore che, durante la stagione, vennero drasticamente ridotti con il miglioramento di tale sistema. L'RA121E, comunque, rimase decisamente inaffidabile anche per le modifiche effettuate sui combustibili con valori di densità e viscosità differenti da quelli utilizzati ad inizio Campionato, dei cambiamenti che richiedevano una ritaratura dei flussometri sulle nuove vetture la quale, tuttavia, non venne fatta. Ciò ingannava il computer di bordo, che segnalava più benzina nei serbatoi di quanta in realtà non ci fosse: per questo motivo in diverse gare Senna e Berger rimasero a piedi, e fu eclatante il passaggio che Mansell diede al brasiliano alla fine del GP di Gran Bretagna del 1991, proprio perchè Ayrton era rimasto senza carburante all'ultimo giro. McLAREN-HONDA MP4/6: COMPETITIVA PER MERITO DI SENNA Con questi presupposti prese vita la MP4/6: progettata da Neil Oatley, fu l'ultima vettura a vincere un Campionato del Mondo con un motore V12 ed il tradizionale cambio manuale ad H a sei rapporti. Era esteticamente molto simile alla vecchia MP4/5B, ma presentava delle differenze strutturali ben precise per sostenere il nuovo propulsore 12 cilindri: il telaio era più solido in termini di rigidità torsionale e poteva ospitare dei serbatoi più grandi per soddisfare l'assettato RA121E. Anche le sospensioni vennero modificate, con il sistema pushrod attivo montato proprio davanti all'abitacolo invece che installato verticalmente ai lati delle ruote. Durante la stagione, inoltre, il propulsore Honda fu soggetto a ben tre specifiche di sviluppo, con l'ultima (la Spec 3) che introduceva teste dei cilindri e alberi a camme alleggeriti per una maggiore potenza ai regimi intermedi. Rispetto alle Williams FW14 e alle Tyrrell 020, la MP4/6 era però piuttosto convenzionale (non presentava il musetto rialzato, per esempio), ed il fatto che Senna riuscì a portarla alla vittoria nel Mondiale 1991 fu dovuta soprattutto per i “difetti di gioventù” della nuova arma di Nigel Mansell. L'inaffidabilità, soprattutto a livello di elettronica, della vettura di Grove consentì al brasiliano un inizio stagione con ben quattro vittorie, tra le quali l’indimenticabile impresa che portò a termine sul suo circuito di casa, Interlagos, dove arrivò al traguardo con il cambio bloccato in sesta. Quando poi la FW14 cominciò ad ingranare la marcia giusta, solo la grande freddezza di Ayrton e del team capitanato da Ron Dennis assieme ad alcuni errori commessi da Mansell permise al “Campeao” di mantenere la leadership di Campionato fino alla fine. L'ultima chance per il pilota britannico fu sfumata, una volta di più, sul circuito di Suzuka, quando finì nella sabbia nei pressi della prima curva tentando di rimanere in scia all'ormai sempre meno competitiva MP4/6. Questa, poi, venne riutilizzata in versione aggiornata (MP4/6B) nelle prime gare della stagione 1992, con la quale “Magic” colse un ultimo terzo posto nel GP di Sud Africa, prima di essere rimpiazzata dalla MP4/7. Da quel momento, però, cominciò il declino del team McLaren, proprio perchè il grande binomio Williams-Renault aveva affinato al punto giusto la sua FW14B per portarla a dominare in lungo e in largo in Formula 1. Solamente l’arrivo di un certo Michael Schumacher alla Benetton avrebbe cambiato le carte in tavola… ma questa, ovviamente, è un’altra storia.
  5. Vi è piaciuta la Subaru Impreza di Colin McRae? Allora questa vi evocherà ancora più ricordi nostalgici, soprattutto a chi ha vissuto la Formula 1 di fine anni ‘80 – inizi anni ‘90. Siamo nel 1988, stagione che sarà l’ultima a portare in pista i sibilanti motori turbo-compressi a favore dei più rumorosi aspirati con frazionamento V10 e V12. Dopo i successi iridati di Niki Lauda e di Alain Prost nel 1984 e nel 1985 con le MP4/2 motorizzate TAG Porsche, la McLaren stipula quella storica collaborazione con la Honda che darà vita alla leggendaria MP4/4, una tra le monoposto più vittoriose (se non LA monoposto più vittoriosa) di sempre con ben 15 successi ottenuti su 16 round disputati. Il Titolo di quell’anno? Andò al “Campeao” brasiliano, a quell’Ayrton Senna che lottò con le unghie e con i denti con il rivale Prost: una bagarre che, a tutti gli effetti, spianò la strada a uno dei binomi, quello della McLaren e del pilota carioca, più trionfanti di tutti i tempi. McLAREN-HONDA MP4/4: TUTTO È INIZIATO CON LA BRABHAM La storia della MP4/4, ideata dai progetti di Gordon Murray e Steve Nichols, inizia due anni prima della sua comparsa in pista: nel 1986, infatti, l'ingegnere sudafricano portò alla luce la Brabham BT55, una vettura particolarmente competitiva sotto il profilo fluidodinamico ma che non riuscì nel proprio intento di aggredire i migliori della categoria a causa della scarsa affidabilità e delle insufficienti prestazioni del motore BMW inclinato. Il propulsore tedesco era un 4 cilindri in linea con la peculiarità di essere molto alto nel suo sviluppo: proprio il contrario di ciò che era richiesto per ottenere una monoposto filante e con la minima altezza da terra. Al fine di ottenere un miglioramento aerodinamico, fu inclinato di 72° ma questa soluzione comportò gravi problemi di lubrificazione e di combustione, oltre ad essere del tutto sbilanciato per il centro di gravità dinamico posto sopra la linea di cintura della vettura. A livello di prestazioni, in più, il motore BMW non era decisamente all'altezza della concorrenza a causa di una scarsa risposta dell'acceleratore che produceva un ritardo (il famoso “turbo-lag”) nell'entrata in funzione della turbina di circa due secondi. Nonostante ciò, la Brabham BT55 poteva contare su caratteristiche davvero interessanti, che furono poi utilizzate nei progetti McLaren MP4 degli anni successivi: secondo Gordon Murray sfruttare le linee della monoposto britannica avrebbe ridotto del 30% la sezione frontale, il che, assieme alla già citata linea di cintura particolarmente bassa, avrebbe diminuito di conseguenza la resistenza all'avanzamento, a tutto vantaggio della velocità di punta e dei consumi. In aggiunta, un layout del genere avrebbe generato anche una maggiore massa d'aria in direzione dell'alettone posteriore, incrementando il carico aerodinamico sulle ruote motrici. In soldoni? Maggiore trazione e velocità di percorrenza in curva. McLAREN-HONDA MP4/4: L’ULTIMA VERA MONOPOSTO TURBO Di fronte a tanto margine di sviluppo, nel 1987 l'ingegnere sudafricano fece da consulente a Steve Nichols, progettista della MP4/3 per la quale riprese ciò che c'era di buono della precedente MP4/2 di John Barnard. A parte il musetto, tutta la vettura venne riprogettata abbassando il centro di gravità e la linea di cintura, ma anche ridisegnando le fiancate con le prese d'aria di sfogo dei radiatori ai lati anziché sulla parte superiore. La diretta conseguenza fu un abbassamento dell'altezza complessiva della monoposto, che tuttavia non si dimostrò di nuovo al livello della concorrenza per via del suo motore. Il TAG Porsche TTE PO1, un V6 con angolo tra le bancate dei cilindri di 80°, si rivelò poco affidabile a causa delle modifiche al regolamento che videro un abbassamento della capacità massima dei serbatoi da 220 a 195 litri, assieme alla restrizione della pressione di sovralimentazione limitata a soli 4 bar. Questa vettura, tuttavia, servì per dare vita alla successiva MP4/4: era il 1988 e le regole erano cambiate di nuovo, perchè si poteva scegliere tra i motori aspirati di 3500cc senza limiti di consumo oppure quelli turbocompressi (banditi dall'anno successivo) limitati a 1500cc di cilindrata con una pressione di sovralimentazione ulteriormente ridotta a 2,5 bar, oltre a serbatoi da 150 Litri per la distanza di gara. Riservando al 1989 la successiva MP4/5 con motore V10, la McLaren optò per la seconda soluzione: durante l'inverno Ron Dennis riuscì a convincere la Honda a fornirgli i propri motori anziché proseguire la partnership con la Williams e così il nuovo progetto potè partire con un inedito V6 con angolo di bancata di 80°. Si trattava dell'unità RA168E, un biturbo da circa 650 cavalli modificato per limitare al massimo il consumo di carburante e per sfruttare nel migliore dei modi la potenza ai medi regimi. A livello di propulsore, fu l'unica monoposto progettata appositamente per gareggiare con un motore turbo, dal momento che tutte le altre scuderie avevano pensato di adattare ex vetture turbo con la tecnologia aspirata oppure di riutilizzare progetti vecchi dell'anno precedente. Per quanto riguarda l’aspetto della monoposto in questione, la modifica più tangibile fu sicuramente il muso, più slanciato e rastremato: venne ridotta ulteriormente la sezione frontale, il che portò ad un incremento nelle dimensioni dell'alettone anteriore e ad una riduzione dell'altezza da terra, adattamenti necessari per la nuova norma di collocare la pedaliera delle scocche di nuova concezione dietro l'asse delle ruote anteriori. Quest'innovazione ha donato alla MP4/4 anche un'altra caratteristica, ovvero la posizione di guida quasi sdraiata anziché seduta, che ha fatto da precursore a quelle che vediamo nelle monoposto di oggi. Un'altra novità fu l'eliminazione delle prese d'aria delle turbine, perchè si pensava potessero creare dei vortici in grado di disturbare il flusso d'aria verso la superficie alare posteriore. Nella fase pre-stagionale venne testato anche un sistema di sospensioni attive, poi abbandonato perchè ritenuto inaffidabile; inoltre, dal momento che la competitività arrivò subito ai massimi livelli, non furono previsti troppi “upgrade” come possibili evoluzioni durante il Campionato, tranne alcuni profili alari specifici per i circuiti rispettivamente da basso e da alto carico aerodinamico. McLAREN-HONDA MP4/4: SUPERIORITÀ IMBARAZZANTE Già dai primi test pre-stagionali divenne evidente quanto le scelte tecniche portate in dote dalla McLaren MP4/4 la rendessero una monoposto estremamente difficile da battere: ad Imola il record del circuito fu demolito in pochissimi giri, mentre nella prima gara in Brasile Alain Prost portò questo gioiello a quattro ruote subito sul gradino più alto del podio. Dopo la promettente pole position del sabato, invece, Ayrton Senna ruppe il cambio ancora prima di schierarsi in griglia di partenza, il che lo costrinse a partire con il muletto. Risultato? Squalifica da parte della FIA, perché la scelta fatta era vietata dal regolamento. Un vero peccato, perché il brasiliano aveva dato spettacolo con una fenomenale rimonta fino alla seconda posizione, che testimoniava una volta di più la superiorità della MP4/4. A tal proposito, le indagini della FIA a fine gara rivelarono fondate anche le chiacchiere sui consumi bassissimi della McLaren, dal momento che nel serbatoio di Prost era rimasto addirittura un litro e mezzo di carburante (precisamente segnalato dal computer di bordo). Fu nel secondo round di Imola, tuttavia, che gli altri team dovettero piegarsi definitivamente a quanto era in grado di fare la MP4/4: Senna conquistò di nuovo la prima casella con uno stratosferico 1.27.148, seguito da Prost a sette decimi e dal Campione del Mondo in carica Nelson Piquet con la Lotus... a poco meno di tre secondi e mezzo di distacco. Un gap riconfermato nella gara della domenica, in cui il duo McLaren-Honda, che girava costantemente sotto l'1.30, sbaragliò la concorrenza doppiando tutti entro la distanza stabilita dei 60 giri previsti. Una prova di forza schiacciante per una stagione dominata praticamente dall’inizio alla fine, in cui le uniche difficoltà furono incontrate negli appuntamenti di Monaco, Monza e Silverstone. Sul circuito cittadino di Montecarlo Ayrton Senna, dopo l'ennesima pole position con cui si era messo dietro Prost addirittura di 1.4 secondi, era davanti al compagno di squadra francese con un margine di poco meno di un minuto quando al giro 66 andò a sbattere contro le barriere di protezione della curva 8, la Portier prima del tunnel. Un errore dovuto al fatto che, a detta sua, non stava più guidando “coscientemente” e ad ogni tornata voleva essere sempre più veloce: così facendo è caduto nella trappola dell'esagerazione, regalando al rivale una vittoria sul piatto d'argento. A Monza, invece, la battuta d'arresto venne accusata da entrambi: Alain si dovette ritirare per l'unico problema meccanico della stagione (al motore), mentre il brasiliano entrò in contatto durante il doppiaggio della Williams di Jean-Louis Schlesser alla prima variante proprio quando era in testa alla corsa. Questa fu l'unica occasione in cui una vettura che non fosse una MP4/4 riuscì ad arrivare al successo: la doppietta di Gehrard Berger e di Michele Alboreto sul circuito brianzolo fu quasi un miracolo dal cielo, orchestrato da quell'Enzo Ferrari morto due settimane prima. A Silverstone, infine, fu il solo transalpino che tornò ai box con le orecchie basse per via di un GP bagnato che aveva portato ben oltre il suo limite la sua capacità di guida in condizioni difficili. A conti fatti, il 1988 fu un anno magico per il team McLaren e per un Ayrton Senna che vinse il suo primo Titolo Mondiale portando la MP4/4 sul tetto del mondo: ad oggi la monoposto britannica è ancora la più vincente di tutti i tempi, con 15 trionfi su 16 GP disputati, 15 pole position e 199 punti nella classifica Costruttori. Un record ineguagliabile, che la fa entrare di diritto nella Hall of Fame delle vetture più iconiche della storia della Formula 1 come l'ultima a segnare la fine della pazza epoca turbo. I 333 km/h sul lungo rettilineo nella foresta di Hockenheim, così come i giri lanciati di Senna sulle stradine del Principato di Monaco, con quel fischio inconfondibile della turbina in pressione rimarranno sicuramente dei ricordi indelebili nella memoria di tutti gli appassionati!
  6. La prossima edizione del World's Fastest Gamer è pronta ad aprire le danze: dopo le prime due iterazioni che hanno incoronato vincitori rispettivamente Rudy van Buren e James Baldwin, il concorso indetto dalla McLaren e creato per scovare i più veloci talenti del simracing sta per accendere i motori ancora una volta, mettendo in palio un'opportunità da 1 milione di dollari per fare il grande salto dal mondo virtuale al motorsport reale. Come è stato per le prime due edizioni, anche il WFG3 sarà composto da più fasi di qualificazione, che toccheranno più software sia su PC che su altri dispositivi. Tra questi il primo che si potrà utilizzare per conquistare la propria chance è Gear.Club, un videogioco sviluppato da Torque Esports in collaborazione con Eden Games - France appositamente per smartphone e tablet. Tutti i giocatori potranno scaricarlo dall'Apple Store o dal Google Play Store e iniziare la prima fase di qualificazione che scatterà oggi e terminerà il 6 maggio: l'obiettivo, come è stato nelle precedenti edizioni del WFG, è quello di segnare il miglior tempo possibile nella sfida in pista che viene proposta. Questa sarà una delle tre sessioni di qualifica che saranno organizzate nel giro dei prossimi tre mesi, alle quali seguiranno altre sette prove dedicate di cui una sul simulatore rFactor 2. Successivamente i migliori 10 piloti che si saranno qualificati in ogni singola prova saranno chiamati alla Finale di Miami, che si terrà nel mese di novembre 2020 quando saranno organizzate delle intense competizioni online per scovare il vincitore del terzo World's Fastest Gamer. TALENTI DA SMARTPHONE "Siamo veramente entusiasti di aprire la prima fase di qualificazione su Gear.Club in modo da scovare il primo finalista della terza edizione del World's Fastest Gamer - ha sottolineato Darren Cox, fondatore, Presidente e CEO di Torque Esports - Con l'attuale situazione del Coronavirus l'unica cosa che noi appassionati di motori e corse possiamo fare è quello di gareggiare virtualmente. Un sacco di piloti hanno delle gaming rigs allo stato dell'arte, ma ciò che amiamo è il fatto che Gear.Club, nonostante la sua semplicità, è in grado di farci scovare nuovi talenti del volante". "I due finalisti che si sono qualificati con Gear.Club nelle precedenti edizioni del WFG erano veramente eccezionali, ma sono sicuro che stavolta alzeremo ancora di più l'asticella - ha continuato Cox - Il grande numero di persone che giocheranno a Gear.Club espanderà esponenzialmente la quantità di talenti che proveranno a qualificarsi. Sono certo che anche quest'anno ne troveremo un altro che saprà combattere in Finale per vincere il nostro premio da 1 milione di dollari". UN GIOCHINO È IN GRADO DI FAR EMERGERE UN PILOTA? Da quando il World's Fastest Gamer è stato istituito, nel 2017, abbiamo sempre apprezzato il format organizzato dalla McLaren, che per lo più ha preferito l'utilizzo di software il più possibile realistici per mettere alla prova i più veloci simdrivers del mondo eSport. Ciò che non ci è mai piaciuto, invece, è l'utilizzo, per quanto limitato, di videogiochi come Gear.Club: in una competizione seria come questa, che senso ha istituire una fase di qualificazione con un "giochino" pensato per smartphone e tablet? Gear.Club, infatti, non ha niente che possa essere considerato "realistico": le sue caratteristiche sono quelle di un videogame immediato, alla portata di tutti, da utilizzare per svagarsi e con una fisica da arcade, non da simulatore. Per sterzare si utilizzano i giroscopi dello smartphone, che va inclinato a sinistra o a destra a seconda della direzione che vogliamo dare alla nostra vettura, mentre i pedali che contraddistinguono l'abitacolo di una vettura da competizione... sono limitati al solo freno, definito da un semplice pulsante per rallentare la corsa automatica della nostra automobile che, di fatto, accelera praticamente da sola. Con questi presupposti, come è possibile che un potenziale gamer che non sia mai andato veramente in pista nè abbia mai provato una postazione da corsa con volante e pedaliera, una volta avuto l'accesso alla Finale del WFG, sia poi in grado di vincere questo concorso, mettersi al volante di una vettura da corsa ed essere capace di andare anche forte, così dal nulla? Siamo d'accordo che il mondo della guida simulata, attraverso software più o meno realistici come Assetto Corsa, rFactor 2 ed iRacing, sia in grado di dare alcune indicazioni sul possibile talento di un pilota, ma che un "giochino" da smartphone, e la relativa prestazione ottenuta attraverso di esso, possa essere preso come metro di giudizio per selezionare un potenziale candidato rispetto a un altro ci sembra un tantino eccessivo... Che ne pensate?
  7. Tutto ha avuto inizio con un'intuizione: evolvere il classico videogioco di corse automobilistiche, divertente e immediato, in qualcosa di più realistico e fedele alla realtà. “The Real Driving Simulator” recitava il primo capitolo della serie Gran Turismo: un prodotto che pretendeva di essere un simulatore duro e crudo quando, in effetti, si trattava di un gran bel videogame che teneva incollati allo schermo per ore. L'intento, però, dietro a quei pixel che disegnavano le piste e le auto più care al produttore Kazunori Yamauchi era stato perfettamente centrato: la serie Gran Turismo era essenzialmente diversa da tutte le altre nel mondo delle competizioni automobilistiche e nel corso del tempo si è fatta pioniere del fenomeno degli “eSport”, gli sport elettronici che in ambito simracing, oggi, hanno l'obiettivo di formare i piloti di domani. Ma quali sono state le tappe fondamentali di questo fenomeno? GT ACADEMY: MOLTO PIU' DI UN CONCORSO Il primo esperimento che ha lanciato, di fatto, il fenomeno degli eSports in ambito simracing è partito proprio dalla serie Gran Turismo di Kazunori Yamauchi: nel 2008 venne creata la GT Academy, un contest che permetteva ai giocatori europei di Gran Turismo 5 su PlayStation 3 di mettersi in gioco per un posto da pilota ufficiale nel team Nissan Nismo. Dopo una prima fase di eliminazione si passava alle Finali e al Race Camp sul circuito di Silverstone, dove i finalisti avrebbero dovuto mettere in mostra il loro potenziale in diverse prove di abilità e dietro al volante di una vettura reale marchiata Nissan. Il primo vincitore fu lo spagnolo Lucas Ordóñez, che venne inserito nel Driver Development Program della Nissan in modo da affinare la propria preparazione in vista del suo debutto in pista “reale” in una delle più importanti gare di durata al mondo: la 24 Ore di Dubai. Sebbene il risultato finale si dimostrò al di sotto delle aspettative, Ordóñez dimostrò che un pilota virtuale, se opportunamente allenato e seguito da un team di alto livello come l'RJN Motorsport della Nissan, poteva dire la sua anche tra i cordoli di un circuito vero. Successivamente Lucas proseguì la sua carriera da pilota reale grazie a un programma completo nella GT4 European Cup, mentre in parallelo la Gran Turismo Academy continuò la propria attività espandendosi al di fuori dell'Europa proponendo a piloti americani, russi, australiani, provenienti dai paesi dell'est e dal Sudafrica la sfida di poter concretizzare la loro esperienza come piloti virtuali in ambito reale. Di fatto, la GT Academy fu il primo passo verso il mondo degli eSports, nel quale un semplice videogioco di corse si trasformava a tutti gli effetti in un prodotto serio e professionale, che richiamava l'attenzione e metteva in gioco i più grandi talenti di questo settore. WORLD'S FASTEST GAMER: LA “PRIMA VOLTA” DELLA McLAREN Grazie al maggiore interesse verso l'universo delle corse automobilistiche, qualche anno più tardi il team McLaren di Formula 1 fece il secondo, fondamentale, passo in ottica eSports. Nel 2017 fu lanciato il World's Fastest Gamer, un concorso che metteva in palio un posto da pilota al simulatore nel reparto corse di Woking, al fine da avere a disposizione un'ulteriore risorsa per affinare lo sviluppo della monoposto che allora competeva nella massima serie automobilistica. Sviluppato su più piattaforme, tra le quali Forza Motorsport su Xbox One, Gear.Club su smartphone, rFactor 2 e iRacing su PC, il World's Fastest Gamer proponeva delle incessanti fasi di eliminazione con una prima scrematura nel raggiungimento del giro più veloce su piste come Silverstone e Zandvoort, a cui seguivano le relative gare per determinare il vincitore di ogni singola tappa. Una volta ottenuti i 12 finalisti, questi sarebbero stati invitati presso il McLaren Technology Center per la sfida finale, che prevedeva una serie di prove di abilità, di riflessi e, ovviamente, di talento dietro al volante del simulatore. Il vincitore della prima edizione fu l'olandese Rudy van Buren, che poi aiutò nell'organizzazione del successivo Shadow Project, secondo contest proposto dalla McLaren al fine di reclutare i migliori talenti del simracing che sarebbero poi stati impiegati nelle F1 eSports Series e in altri Campionati in ambito eSport. Il fenomeno degli Sport elettronici, a questo punto, era già avviato e ben collaudato: i professionisti di questo settore non vengono più considerati dei videogiocatori, ma degli atleti veri e propri, che dedicano la loro vita a ciò che amano di più inseguendo la prestazione con oltre 15 ore di preparazione al giorno. Per poi, magari, passare un giorno dietro al volante di una vettura reale, come proposto nuovamente dalla McLaren in tempi recenti con la seconda edizione del WFG: vinta da James Baldwin, nome molto conosciuto in ambito simracing grazie al suo palmares nel team Veloce eSports, ora il pilota britannico sarà coinvolto in un programma di allenamento che lo porterà l'anno prossimo al debutto in una stagione completa al volante delle Aston Martin GT4 del team R-Motorsport, in vista della partecipazione alle 24 Ore di Daytona e di Spa-Francorchamps. F1 eSport Series: IL CIRCUS IRIDATO SUL GRANDE SCHERMO Il sogno di ogni pilota virtuale, però, è sempre uno: la Formula 1. Se in passato i videogiochi del Circus iridato avevano messo a disposizione una semplice modalità online con cui mettersi alla prova, dal 2017 l'alternativa per dimostrare le proprie potenzialità si chiama F1 eSports Series. Si tratta, di fatto, di un Campionato con delle iniziali prove ad eliminazione grazie alle quali poi solamente i migliori possono accedere alle gare più importanti. Fino al Gran Finale, che nella prima edizione ha incoronato Brendon Leigh il primo Campione del Mondo di F1 virtuale. Un debutto con i fiocchi a tutti gli effetti per la nuova formula proposta da Codemasters, che ha poi proseguito con altre due edizioni nelle quali i veri team della massima serie automobilistica hanno preso parte ai vari Gran Premi con dei loro rappresentanti, appositamente selezionati attraverso i risultati da loro conseguiti nella propria carriera da simdrivers. Per tutti gli amanti delle monoposto, le F1 eSports Series rappresentano l'olimpo degli sport elettronici, nei quali la pratica e il continuo affinamento delle proprie abilità rappresentano la chiave per arrivare al successo. In ogni caso, questo Campionato virtuale non è da considerarsi uno “spin-off” a sé stante nel panorama degli eSport: grazie agli eventi live che si tengono nella Gfinity Esports Arena in Regno Unito, la copertura mediatica di questa serie è garantita, il che permette ai talenti del simracing di mettersi in luce e ottenere la giusta gloria che meritano. iRACING: IL PARADISO DEL SIMRACER PROFESSIONISTA Parallelamente, da anni il mondo degli eSports in ambito simracing si è arricchito con una serie di Campionati virtuali organizzati dalle community dei vari titoli di corse. Dal momento che gareggiare con la modalità online tradizionale non rappresenta più una sfida soddisfacente, gli appassionati hanno creato delle vere e proprie serie che, in alcuni casi, seguono addirittura il calendario reale della disciplina che vogliono replicare. Di cosa stiamo parlando? Del “league racing”, che permette a molti simdrivers di affinare in maniera più efficace la propria abilità di guida mettendosi alla prova in gare più o meno ufficiali nelle quali il rispetto delle regole è uno dei capisaldi più importanti. Assetto Corsa, rFactor 2, Automobilista, Project Cars e la serie F1 della Codemasters sono i titoli preferiti dalle community, anche se ne esiste un altro che ha fatto dell'online e delle competizioni organizzate il proprio punto di forza: iRacing. Avete presente le patenti della serie Gran Turismo, con le quali si iniziava con una semplice vettura stradale assettata con il kit da corsa per arrivare a un mezzo da competizione vero e proprio? Ecco, l'idea di iRacing è proprio questa: partire con una semplice Mazda MX5 Cup Car e, gara dopo gara, incrementare il proprio bagaglio personale di esperienza al volante, scalando l'olimpo dell'automobilismo con l'obiettivo di arrivare a correre con le monoposto. Un'ambizione resa possibile grazie a un eccellente sistema organizzativo che consente di correre praticamente in qualsiasi ora della giornata, all'interno di serie ufficiali nelle quali accumulare punti utili per la vittoria del rispettivo Campionato. Ad alto livello le gare sono trasmesse live sul canale ufficiale di iRacing, oltre ad essere organizzate fisicamente in eventi speciali che si tengono a cadenza regolare. Proseguendo nella propria scalata al successo si ha la possibilità di gareggiare praticamente con qualsiasi mezzo da corsa presente nel mondo reale: dalle vetture GT alle monoposto di Formula 3 o Formula Renault, dalle Nascar alle Porsche Supercup. Non mancano delle carriere “alternative”, come quelle nel Rallycross e nel Dirt track, così come nel mondo Endurance con le vetture di durata. Insomma, ce n'è per tutti i gusti: se volete cominciare anche a voi a cimentarvi nel mondo racing degli eSports, iRacing saprà sicuramente accontentare ogni vostra esigenza!
  8. Gli appassionati di simracing ed esport ricorderanno certamente il torneo World Fastest Gamer organizzato da McLaren nel 2017, che ha portato l'olandese Van Buren a diventare pilota ufficiale del simulatore professionale di base a Woking. Quest'anno la casa inglese ha deciso di rilanciare, con il nuovo Shadow Project, anche questo un torneo che si svolgerà su diversi titoli (iRacing, Forza Motorsport 7, rFactor 2 e Real Racing 3) che partirà ad agosto per concludersi a gennaio 2019 e che porterà i piloti più veloci nel team ufficiale esport della McLaren. McLAREN SHADOW PROJECT: EXPLAINED All you need to know about our new esports programme Welcome to the McLaren Shadow Project, our newly-launched pioneering esports programme. Bigger than ever before, McLaren Shadow is our search for the brightest and the best racing talent in esports. What is McLaren Shadow Project? Shadow Project is the next phase in McLaren’s esports strategy, following the success of its World’s Fastest Gamer competition last year, won by Rudy van Buren. The scope and scale of the competition As before, our program is a champion of champions approach. You can enter McLaren Shadow project via a variety of gaming formats including PC, Xbox One, and mobile (iOS and Android). This is via the best racing games on the planet, including Forza Motorsport, Real Racing 3, iRacing and rFactor 2. The introduction of these new platforms and games opens up the competition to all racing gamers (not just sim racers). The competition is structured to bring the most diverse pool of racers into the semi-finals, allowing us to identify raw talent from anywhere in the world on any platform. The prize The winner of the McLaren Shadow Project championship will get a seat in our new F1 esports team and join our esports development programme, to hone their skills and work with the McLaren F1 team. They will also win a truly unique motorsport experience, including attendance to F1 races, exclusive behind the scenes access to McLaren and a host of physical prizes such as gaming and race kit. The name change World’s Fastest Gamer has now become McLaren Shadow Project – we are still looking for the fastest racing gamers in the world but the new name also speaks to the fact that this expanded esports programme will shadow our real-world equivalent. We want to build an esports programme that is bigger than one competition or winner. Our 2018 programme This year’s competition will be the most open and inclusive esports competition on the planet. The online heats are open worldwide to all racing gamers over the age of 18+ and we are running on-the-ground events in China, Latin America and the Middle East with our partners. The broad range of games and platforms mean this competition is open to anyone, whether they game on mobile, console, PC or VR. All you need is a passion for racing and, of course, skill. Unlike any other sport or gaming genre, the transference of skills between virtual and real racing are both direct and profound. Our programme in 2018 will shadow the on-track activity in that our winner will win a seat in our new esports team that will go on to race against the best race teams around the world online, which will shadow our on-track efforts. How to enter As before, our program is a champion of champions approach. You can enter McLaren Shadow Project via a variety of gaming formats including PC, Xbox One and mobile (iOS and Android). This is via the best racing games on the planet, including Real Racing 3, Forza Motorsport 7, iRacing and Rfactor 2. Qualifiers start in August and run through to the end of October. • August: iRacing, Real Racing 3 • September: iRacing, rFactor2, Real Racing 3 • October: iRacing, rFactor2, Forza, Real Racing 3 • November: Semi-finals/Amateur finals • January: 2019 Finals More details on these qualifiers will be released in the coming weeks, including race format, scoring mechanic, which McLaren car you’ll be driving and which track you’ll be competing on. Keep your eyes glued to mclaren.com/esports for all the information. The winners of those qualifiers on mobile and home console will make it through to our live semi-final at the McLaren Technology Centre in November. The winners of the semi-finals will come back to McLaren in January to compete against the best sim-racers to win the ultimate prize in racing esports. Sign up here to find out more about our esports programme and to be notified when our qualifiers are open for entry. McLaren Shadow Project Partners We are delighted that last year’s partners Logitech G and Sparco are with us again this year. We also have new partners HTC Vive and Alienware. Virtual racing vs real world racing, what’s the deal? With every new game or upgrade, console games and PC platforms become more realistic. Gamers must be able to engineer their cars to compete at the highest levels online. Which means they have great driving skills and are learning about car set-up, use of data and engineering - something that is very much the basis of a successful simulator driver. The new generation of drivers coming through have driven more virtual laps than real ones. Lando Norris races for an online team and spends a huge amount of time in various simulators, including those at McLaren. F1 drivers enjoy gaming too. F1 esports series We are very excited to be part of the F1 esports competition. The winner of McLaren Shadow Project will be part of our esports team and race for McLaren in this competition in 2019
  9. In questa interessante intervista, Rudy Van Buren ci racconta il suo ultimo, passato dal simracing al lavoro del simulatore professionale McLaren di Formula 1.
  10. La collaborazione con McLaren per lo Shadow Project porta i primi frutti anche per i sim racers. Come promesso, sono disponibili per rFactor 2 tre nuove vetture dello storico marchio: la M23, la MP4/8 e la MP4/13, tutte gratis. Assieme alle nuove auto è stata rilasciata anche una nuova demo (con una di queste monoposto) e l'online, così da dar modo a tutti di provare il sim con i suoi ultimi aggiornamenti (VR inclusa) nel caso si fosse ancora indecisi sull'acquisto. Commenti sul forum. Don´t just admire Icons – become one! The motorsport world is full of heroic stories, iconic cars and unbelievable moments of success. Many of these tales include McLaren. How many times do we as simracers dream about the golden age of motorsport and wish we could have driven in that era. All the myths around specific cars and the strong characters that drove them fuel our ambition to create our own legendary moments, either on virtual or real tracks. What would you have done if it was you sitting in the racecar back then? Read the rest of this announcement here: https://www.studio-397.com/2018/09/mclaren-racecars/
  11. Con un comunicato ufficiale, il team McLaren ha annunciato i suoi tre piloti che parteciperanno al prossimo campionato online della F1 Esports Series. I tre simdrivers prescelti, decisamente molto noti agli appassionati, sono il nostro Enzo Bonito, Bono Huis ed Olli Pahkala. Following last month's announcement that Olli Pahkala will be the first gamer to join our F1 Esports Series team, we are pleased to announce that Enzo Bonito and Bono Huis will complete our 2018 line-up. The F1 Esports Series 2018 will be McLaren Shadow’s esports debut as a team and we look forward to bringing the passion, expertise and dedication of the entire team at McLaren to the series and giving our fans around the world another opportunity to show their support for McLaren. Team Redline are supporting McLaren in the management and coaching of our F1 esports team. Team Redline is a sim-racing team comprised of some of the fastest drivers in the world. Founded over 18 years ago, they have been at the forefront of racing esports having won hundreds of major titles at the highest level - from several iRacing World Championships to the Formula E Visa Vegas eRace. The first F1 Esports Series race will take place in early October. Watch this space for more details on where you can watch and be a part of the excitement. Need to know more about our 2018 line-up? Read about their esports achievements, key stats and interesting facts in our mini-biographies below.
  12. Gli appassionati di simracing ed esport ricorderanno certamente il torneo World Fastest Gamer organizzato da McLaren nel 2017, che ha portato l'olandese Van Buren a diventare pilota ufficiale del simulatore professionale di base a Woking. Quest'anno la casa inglese ha deciso di rilanciare, con il nuovo Shadow Project, anche questo un torneo che si svolgerà su diversi titoli (iRacing, Forza Motorsport 7, rFactor 2 e Real Racing 3) che partirà ad agosto per concludersi a gennaio 2019 e che porterà i piloti più veloci nel team ufficiale esport della McLaren. Commenti sul forum dedicato. McLAREN SHADOW PROJECT: EXPLAINED All you need to know about our new esports programme Welcome to the McLaren Shadow Project, our newly-launched pioneering esports programme. Bigger than ever before, McLaren Shadow is our search for the brightest and the best racing talent in esports. What is McLaren Shadow Project? Shadow Project is the next phase in McLaren’s esports strategy, following the success of its World’s Fastest Gamer competition last year, won by Rudy van Buren. The scope and scale of the competition As before, our program is a champion of champions approach. You can enter McLaren Shadow project via a variety of gaming formats including PC, Xbox One, and mobile (iOS and Android). This is via the best racing games on the planet, including Forza Motorsport, Real Racing 3, iRacing and rFactor 2. The introduction of these new platforms and games opens up the competition to all racing gamers (not just sim racers). The competition is structured to bring the most diverse pool of racers into the semi-finals, allowing us to identify raw talent from anywhere in the world on any platform. The prize The winner of the McLaren Shadow Project championship will get a seat in our new F1 esports team and join our esports development programme, to hone their skills and work with the McLaren F1 team. They will also win a truly unique motorsport experience, including attendance to F1 races, exclusive behind the scenes access to McLaren and a host of physical prizes such as gaming and race kit. The name change World’s Fastest Gamer has now become McLaren Shadow Project – we are still looking for the fastest racing gamers in the world but the new name also speaks to the fact that this expanded esports programme will shadow our real-world equivalent. We want to build an esports programme that is bigger than one competition or winner. Our 2018 programme This year’s competition will be the most open and inclusive esports competition on the planet. The online heats are open worldwide to all racing gamers over the age of 18+ and we are running on-the-ground events in China, Latin America and the Middle East with our partners. The broad range of games and platforms mean this competition is open to anyone, whether they game on mobile, console, PC or VR. All you need is a passion for racing and, of course, skill. Unlike any other sport or gaming genre, the transference of skills between virtual and real racing are both direct and profound. Our programme in 2018 will shadow the on-track activity in that our winner will win a seat in our new esports team that will go on to race against the best race teams around the world online, which will shadow our on-track efforts. How to enter As before, our program is a champion of champions approach. You can enter McLaren Shadow Project via a variety of gaming formats including PC, Xbox One and mobile (iOS and Android). This is via the best racing games on the planet, including Real Racing 3, Forza Motorsport 7, iRacing and Rfactor 2. Qualifiers start in August and run through to the end of October. • August: iRacing, Real Racing 3 • September: iRacing, rFactor2, Real Racing 3 • October: iRacing, rFactor2, Forza, Real Racing 3 • November: Semi-finals/Amateur finals • January: 2019 Finals More details on these qualifiers will be released in the coming weeks, including race format, scoring mechanic, which McLaren car you’ll be driving and which track you’ll be competing on. Keep your eyes glued to mclaren.com/esports for all the information. The winners of those qualifiers on mobile and home console will make it through to our live semi-final at the McLaren Technology Centre in November. The winners of the semi-finals will come back to McLaren in January to compete against the best sim-racers to win the ultimate prize in racing esports. Sign up here to find out more about our esports programme and to be notified when our qualifiers are open for entry. McLaren Shadow Project Partners We are delighted that last year’s partners Logitech G and Sparco are with us again this year. We also have new partners HTC Vive and Alienware. Virtual racing vs real world racing, what’s the deal? With every new game or upgrade, console games and PC platforms become more realistic. Gamers must be able to engineer their cars to compete at the highest levels online. Which means they have great driving skills and are learning about car set-up, use of data and engineering - something that is very much the basis of a successful simulator driver. The new generation of drivers coming through have driven more virtual laps than real ones. Lando Norris races for an online team and spends a huge amount of time in various simulators, including those at McLaren. F1 drivers enjoy gaming too. F1 esports series We are very excited to be part of the F1 esports competition. The winner of McLaren Shadow Project will be part of our esports team and race for McLaren in this competition in 2019
  13. Con il video che potete ammirare qui di seguito, la McLaren ci racconta nel dettaglio il suo MTS Vehicle Dynamics Simulator, un simulatore di guida di ultima generazione pensato per lo sviluppo a livello professionale nel comparto automotive, nato ovviamente dall'esperienza acquisita in Formula 1. The MTS Vehicle Dynamics Simulator (VDS) is a next-generation driving simulator engineered to provide automakers and tier 1 suppliers with revolutionary means for accelerating and streamlining the development processes of road vehicles. For more information about McLaren Applied Technologies, visit our website.
  14. A quanto pare un nuovo evento eSports dedicato al racing games si affaccia sulla scena: la McLaren ha infatti lanciato la comunicazione riguardante il suo nuovo World Fastest Gamer, un torneo che vedrà la partecipazione di utenti PC, console e persino mobile, dedicato ovviamente al marchio inglese, con l'obiettivo di arrivare a gareggiare addirittura presso la sede principale della stessa McLaren. Logitech G (per i volanti) e Sparco Gaming (postazioni Evolve) sono partner dell'iniziativa che, per adesso, viene illustrata unicamente tramite un paio di filmati. Simulator driver for McLaren... a gamer's dream job? Introducing World's Fastest Gamer, in partnership with Logitech G. The hunt for the champion of champions to win the greatest job in esports.
  15. Dopo la Logitech, con la quale la McLaren si è legata già nel 2017 a partire dall'evento del World Fastes Gamer, oggi il team inglese ha annunciato la collaborazione con Dell Technologies, brand ben noto ai piloti virtuali che racchiude vari marchi, specializzati nella fornitura di tecnologie informatiche. La partnership interesserà non solo la Formula 1, su più anni, in quanto l'intero gruppo McLaren utilizzerà sistemi Dell, dalla divisione corse alla branca McLaren Applied Technologies. «E' un accordo che si espande oltre il tradizionale modello di sponsorizzazione. Siamo due organizzazioni, McLaren e Dell Technologies, che hanno la stessa visione, guidata da principi chiave di innovazione tecnica e progresso umano all'avanguardia nella tecnologia fondata sui dati», ha detto Zak Brown, direttore esecutivo di McLaren Technology Group. Naturalmente Dell sarà coinvolta direttamente nel programma eSports di McLaren, quindi anche per la prossima edizione del World's Fastest Gamer, oltre che per l'organizzazione informatica della struttura di Woking. «La Formula 1 è un ambiente che procede inarrestabile, collaborare con Dell Technologies ci offrirà possibilità ai massimi livelli e sarà un supporto per arrivare a quelle efficienze inestimabili che permetteranno a McLaren di esprimersi al massimo sull'intero business. In particolare siamo affascinanti dalle possibilità future che emergeranno con McLaren Applied Technologies, un ramo dell'azienda che cresce rapidamente e offre un potenziale enorme», ha aggiunto Brown. «Non vediamo l'ora di rivestire un ruolo di trasformazione in ogni sfaccettatura del gruppo McLaren, sia a bordo pista che nel McLaren Technology Centre», il commento di Jeremy Burton, di Dell Technologies. A questo punto non ci sorprenderebbe veder arrivare un bel pc gaming dedicato alla simulazione di guida con tanto di marchio McLaren !
  16. E' partita ufficialmente la fase finale del torneo World Fastest Gamer organizzato dalla McLaren, che si svolge dal vivo presso la sede di Woking del team inglese. Come ricorderete, il torneo mette in palio un intero anno di contratto per il simulatore professionale Formula 1 della stessa McLaren, per il vincitore finale fra 12 piloti virtuali arrivati fino a Woking. Fra questi 12, 6 piloti sono stati scelti direttamente per i loro meriti da una "giuria di esperti" composta da Dom Duhan (boss del Team Redline), Davide Brivio (di Sparco), Andreas Schicker (di Logitech) e Wolfgang Reip (vincitore GT Academy e pilota professionista): Bono Huis (Olanda) – 23 anni Greger Huttu (Finlandia) – 37 Harry Jacks (Gran Bretagna) – 22 David Le Garff (Francia) – 40 Aurélien Mohammedi-Mallet (Francia) – 23 Ryan Moore (USA) – 22 Gli altri 6 invece sono risultati vincitori dei vari tornei online con diversi titoli disputati negli ultimi 6 mesi: Henrik Drue (Danimarca) – 34 anni (Gear.Club) David Hoch (USA) – 23 (Forza Motorsport 6) Yordi Maldonado (Messico) – 20 (Forza Motorsport 6) Isaac Price (Gran Bretagna) – 22 (Forza Motorsport 6) Freek Schothorst (Olanda) – 20 (iRacing) Rudy Van Buren (Olanda) – 25 (rFactor) Come potete scoprire guardando i vari video di presentazione pubblicati dalla stessa McLaren, i 12 piloti virtuali che si giocheranno il premione sono decisamente molto diversi fra loro, non solo per l'età (andiamo dai 20 ai 40 anni!), ma anche per esperienza e passioni: dal famosissimo "Alieno" del simracing Huttu, a Bono Huis vincitore della Vegas eRace, passando per appassionati di gokart ed un medico radiologo! Ben 3 olandesi, 2 inglesi, francesi ed americani, 1 a rappresentare Finlandia, Danimarca e Messico, mentre purtroppo fra i 12 non troviamo neppure un pilota italiano, eppure almeno qualcuno avrebbe meritato certamente di essere presente... I piloti non dovranno solo dimostrare bravura al volante, ma anche superare varie prove fisiche, tecniche e psicologiche, sottoponendosi all'attento giudizio di esperti come Zak Brown (executive director McLaren), Michael Collier (head human performance), Mark Temple (ingegnere di pista di Lewis Hamilton), Jenson Button e Fernando Alonso. Le Sfide Come vedete dai video qui sotto, la prima gara in rete lan si è disputata con iRacing ad Interlagos, vinta da Huttu, con Price 2° e Van Buren 3°. La seconda gara, disputata con le Indycar di rFactor 2, è stata invece vinta da Bono Huis, con Price 2° e Jacks 3°, non sono mancati però lo spettacolo ed i colpi di scena. La terza gara si è corsa con iRacing a Suzuka ed ha visto primo sul traguardo nuovamente Bono Huis, con Jacks 2° e Van Buren 3°. Dopo le gare ed un incontro con il campione del mondo Mika Hakkinen, la giuria di esperti ha deciso di promuovere alla seconda fase i seguenti 6 piloti: Bono Huis (Olanda) – 23 anni Greger Huttu (Finlandia) – 37 Rudy Van Buren (Olanda) – 25 (rFactor) Freek Schothorst (Olanda) – 20 (iRacing) Harry Jacks (Gran Bretagna) – 22 Isaac Price (Gran Bretagna) – 22 (Forza Motorsport 6) Oggi, a partire dalle ore 15 italiane, i 6 semifinalisti vengono divisi in due team da 3 piloti ognuno e dovranno disputare una incredibile 24 Ore di Le Mans con iRacing, che potrete seguire in diretta dal video qui sotto. Ovviamente non conterà tanto il risultato finale (le auto in pista sono solo 2!), quanto il fatto che tutti i drivers dovranno dimostrare concentrazione, controllo, pazienza, forza mentale. We're down to the final six finalists... Our gamers have been split into two separate three-driver teams for arguably the most gruelling of all WFG’s tests – a full-length Le Mans 24 Hours simulation. Using the iRacing platform, this classic 1995 enduro will be replicated in full - including real-time day-to-night racing! Our racers will not only need skill, but the stamina, patience and mental toughness to sweat it out with two other racers for a full 24 hours. They’ll need to tactically plan ahead, choosing when to rest, recharge and race. Follow @TheWFGamer on Twitter and McLaren's official channels to watch the competition unfold. Completata la 24 Ore di Le Mans non è mancato un grande colpo di scena: la giuria di esperti ha scelto Bono Huis, Rudy Van Buren e Freek Schothorst, tutti olandesi, come ultimi tre finalisti (invece dei previsti unici 2) per contendersi la vittoria, eliminando quindi il superfavorito, Greger Huttu! I simdrivers, come riassunto nel trailer day 8, hanno dovuto superare la prova del simulatore Carlin, hardware che vedete nel video qui sotto. Alle 21 di sabato 18 arriva finalmente la decisione finale: And then three became two. After a long discussion by the judges, @RvBuren and @FreekSchothorst are the two finalists chosen to progress to the final stage. Ennesimo colpo di scena quindi, visto che ancora una volta viene eliminato il superfavorito Bono Huis. Dopo l'ultima giornata di test svolti oggi, peraltro non comunicati, la giuria della McLaren ha dichiarato vincitore assoluto proprio Rudy Van Buren, pilota olandese emergente di grande talento e concentrazione, caratteristiche queste che probabilmente lo hanno portato al trionfo, consistente soprattutto in un contratto di 1 anno intero per guidare il tecnologico simulatore McLaren di Formula 1. Van Buren, che da ragazzino aveva iniziato a correre e vincere coi kart, ma poi si era dovuto fermare per mancanza di soldi, ha dichiarato dopo la vittoria: "Cerchi un’alternativa perché hai ancora quella voglia di corse dentro di te. Vuoi andare avanti, ma non ci sono opzioni o percorsi disponibili. Dentro di te bruci per vincere, per fare un giro veloce sempre più veloce, è una sensazione che non puoi esprimere. Ogni ragazzo che inizia sui kart sogna la Formula 1 e a un certo punto quel sogno svanisce. Ora, vincendo il ‘World’s Fastest Gamer’, posso rivivere quel sogno!". Vince quindi un giovane, ma esperto simdriver, qualificatosi con merito per la fase eliminatoria grazie alla fase del torneo dedicata ad rFactor 2, dimostrando una volta di più che il simracing "vero" ha senza dubbio una marcia in più rispetto al classico racing gaming. Non per niente i piloti arrivati alla sede della McLaren grazie ai giochi, hanno semplicemente recitato la parte dei comprimari, cosi come alcuni ragazzi scelti addirittura dalla giuria di esperti, che non si è ben capito quali merito avessero... Proprio i 6 piloti scelti direttamente per i loro "meriti" rappresentano una nota di buio e tristezza che la McLaren avrebbe dovuto e potuto evitare: è strano per esempio che, con in giuria un Dom Duhan boss del Team Redline, siano stati chiamati proprio 2 piloti Redline come Huis e Huttu, peraltro poi clamorosamente eliminati, mentre gli altri 4 scelti hanno mostrato delle performance a tratti imbarazzanti. Si poteva benissimo allargare a tutti i 12 semifinalisti la fase di qualificazione online coi vari titoli, Huis e Huttu non avrebbero di certo avuto difficoltà a qualificarsi con merito. Forse la McLaren si è limitata a 6 scelti dalla pista per una questione di tempo? Può darsi, ma si poteva partire prima oppure stringere i tempi! Ancora di più per un evento cosi importante, con un premio incredibile, l'idea della giuria di esperti non doveva neppure essere pressa in considerazione (infatti ha dimostrato sul campo il suo fallimento): speriamo che nel 2018, visto che la McLaren ha già annunciato che l'evento si ripeterà, tutti i piloti in gara saranno scelti unicamente dalla pista per le loro performance! Altrettanto sbagliato è stato mescolare veri simulatori come iRacing con giochi di guida (Forza 6) o addirittura giochini divertenti (Gear.Club): visto che si doveva individuare un pilota valido per un simulatore professionale di Formula 1 che senso può avere cercarlo fra i piloti con i cellulari in mano !? In questo modo si è solamente resa la vita (e la qualificazione) molto più semplice ai vari simdrivers esperti. Gestita invece in modo molto intelligente, serio e professionale la fase finale nella sede McLaren: i piloti sono stati giudicati non solo per le loro prestazioni in pista e in gara, ma anche sotto l'aspetto dell'allenamento fisico, psicologico, mentale, e cosi via. Peccato però che nelle gare virtuali, come potete vedere dai video qui sotto, non sono mancati i momenti di autoscontro, ma del resto la tensione era altissima, quindi è comprensibile che, soprattutto i driver gaming meno esperti, abbiano sofferto tantissimo in gara con un iRacing o rFactor 2. Lo spettacolo è stato sempre garantito ed anche la "regia" dell'evento è stata impeccabile e molto attiva anche sui social. Non ci resta che sperare che nel 2018 ci saranno dei piloti italiani per cui fare il tifo, visto che quest'anno è stato un vero assalto "olandese" ! Per le ultime notizie potete seguire il profilo Twitter WFG. Invece voi cosa ne pensate di questo suggestivo torneo McLaren?
  17. La McLaren Formula 1 sta seguendo in modo molto attento e professionale l'evolversi del torneo World Fastest Gamer, che ricordiamo porterà un simdriver per un anno intero sul simulatore ufficiale F1 della casa inglese. Fra i numerosi video che la McLaren ha pubblicato in queste settimane di gare del torneo, vi segnaliamo alcuni filmati che ci fanno scoprire alcuni interessanti dettagli proprio sull'uso del simulatore professionale, con protagonisti come Lando Norris, gli ingegneri ed i preparatori atletici dedicati ai piloti del simulatore.
  18. Prende il via da oggi la fase del torneo Worlds Fastest Gamer che si disputerà fino al 9 ottobre con la McLaren F1 di iRacing. Qui di seguito tutti i dettagli ed un trailer di lancio dell'iniziativa. McLaren has become the first Formula 1 team to enter the esports arena, announcing World’s Fastest Gamer – the world’s most intense and demanding competition for virtual racers. It’s a contest that will see the winner offered the best job in esports – a role with the Formula 1 team as one of its official simulator drivers. McLaren is partnering with iRacing to host a four-week online series featuring the McLaren MP4-30 Formula 1 car where the winner will earn an invitation to the World’s Fastest Gamer Finals to be held in November at the McLaren Technology Centre in Woking, Surrey, UK. Thanks to the unprecedented access to McLaren’s CAD files and data, iRacing’s digital McLaren MP4-30 incorporates current Formula One technology at a level never before seen in sim racing. As a result, iRacing redesigned its engine model to incorporate the ERS and MGU as well as the accompanying energy “storage” and “depletion”. As well, implementing the DRS necessitated the creation of overtaking zones based on a competitor’s proximity to the car ahead. In short, iRacing’s McLaren MP4-30 is the most sophisticated digital race car yet created and represents an exciting new frontier for sim racing. Suzuka Circuit September 12 – 18 One of the world’s truly great race tracks, Suzuka has been the home of the Japanese Grand Prix since the 1980s and its flowing layout regularly puts the circuit at or near the top of the list of most Formula One drivers’ favorites. As if that weren’t enough, Suzuka boats three different configurations – Suzuka East, Suzuka West and Suzuka Full, the latter two featuring a rare figure eight layout where the back straightaway crosses the front section track on an overpass. Circuit of the Americas September 19 – 25 It can fairly be said that American road racing entered the 21st century with the debut of Circuit of the Americas as host of the 2012 U.S. Grand Prix. The first facility in the United States designed specifically for Formula One, CoTA (as it is familiarly known), was conceived by promoter Tavo Hellmund and World Motorcycle Champion Kevin Schwantz and designed with the assistance of noted race circuit architect Hermann Tilke. Autodromo Nazionale Monza September 26 – October 2 Known to racing aficionados and car buffs alike simply as “Monza,” the Autodromo Nazionale Monza is among the most fabled motor racing circuits in all the world. Constructed in Monza’s Royal Villa park in the early 1920s, the circuit has hosted the Italian Grand Prix Formula One race every year but one since the series’ inception and holds the record for the fastest (153.842mph/247.585kph) and closest finish (.18s covering the top four) in Formula One history in 2003 and 1971, respectively. Autódromo José Carlos Pace October 3 – 9 Interlagos (or as it is officially known, Autódromo José Carlos Pace in memory of the Brazilian driver who perished in a 1977 plane crash) is among the most celebrated of all Formula One circuits. Known for its serpentine layout and dramatic elevation changes, the circuit has been the home of the Brazilian Grand Prix since 1973 but for the period from 1978-1989. Sign up on iRacing today and join over 65,000 simracers in the world’s premier online racing game. Purchase a one year membership plus the car and tracks you need for the competition for 70% off! Offer expires September 19, 2017. Valid for new accounts only.
  19. Nuovo trailer di anteprima dedicato al prossimo Project CARS 2, ma questa volta decisamente particolare: Slightly Mad Studios ci mostra infatti il lavoro fatto con Chris Goodwin, capo test driver della McLaren, per lo sviluppo della spettacolare McLaren 720S. Goodwin, all'inizio molto scettico e perplesso, dopo i vari aggiornamenti del software provati, si dice molto soddisfatto del lavoro svolto. "La 720S in Project CARS 2 è quanto di più vicino si possa avere alla sua controparte reale". Dobbiamo credergli ? How one final session with McLaren’s chief test-driver Chris Goodwin changed the feel of Project CARS 2 With the release of the ‘Project CARS 2: BUILT BY DRIVERS – “As Close As It Gets” Featuring Chris Goodwin’ film this week, Vehicle Lead Casey Ringley, and Physics R&D Lead Andrew “AJ” Weber recall the one pivotal moment that altered the trajectory of handling and feel in Project CARS 2
  20. Mentre è in corso la fase del torneo dedicata ad rFactor 2, e nella prima gara di Silverstone le cose sono andata davvero male per i nostri piloti italiani, la McLaren ha annunciato una nuova fase del suo torneo Worlds Fastest Gamer, che si disputerà dal 12 settembre con la McLaren F1 di iRacing. Qui di seguito tutti i dettagli ed un trailer di lancio dell'iniziativa. iRacing and McLaren have announced a partnership in the World’s Fastest Gamer competition. iRacing, the world’s leading online racing simulation, will host a four week series featuring the McLaren MP4-30 Formula One car where the winner will earn an invitation to the World’s Fastest Gamer finals to be held in November at the McLaren Technology Center in Woking, Surry, UK. The iRacing qualification series will begin on Tuesday, September 12 and run through October 9. Featuring races in the McLaren MP4-30 the series will have multiple races each day allowing iRacing members ample opportunity to qualify for an invitation to the finals and the ultimate prize – to be named the McLaren F1 simulator driver. Get complete details on this competition here: http://www.iracing.com/wfg/
  21. Un nuovo video di anteprima ci mostra oggi in azione il prossimo F1 2017: questa volta possiamo ammirare la McLaren sul tracciato corto di Suzuka, con le impressioni ed il parere di un pilota virtuale particolare, ovvero Lando Norris, giovane tester proprio del team McLaren che ha stupito tutti nei recenti test in Ungheria. Lando Norris takes the McLaren cars of F1™ 2017 for a spin around Japan Short We’ve shown you Max Verstappen taking the Red Bull cars around Silverstone short, and now we have another driver taking you for a spin around the new Japan Short circuit! McLaren Young Driver Lando Norris recently test drove a host of his team’s classic F1 cars around the shortened Suzuka circuit, as well as taking on this year’s striking MCL32. For those of you who followed the recent F1 testing at the Hungaroring, you’ll recognise Lando’s name from the timing sheets. The exciting young driver – only 17 years of age – set the second fastest time at the test session, just behind the Ferrari of 2017 World Championship leader and four-time Formula One World Champion Sebastian Vettel. “Getting behind the wheel for the first time was a really great feeling – after my test in the 2017 car in Hungary, I’m happy to confirm that these cars are much faster and more intense to drive, and that really comes across in the new game,” commented Norris. “I think people are going to have a lot of fun driving the new breed of Grand Prix car in F1 2017.” He continued: “It was also a really nice experience to get to re-live several chapters of McLaren’s past by driving classic cars from 1988, 1991, ’98 and 2008, each representing a world championship success for the team. The 2008 title-winning car has tons of downforce, and is a lot of fun to throw about. The heritage cars are really the icing on the cake.” In addition to all the official teams, cars, drivers and circuits from the current hotly-contested season, F1 2017 features 12* classic cars from McLaren, Ferrari, Williams, Renault and Red Bull Racing. There are also four brand new shortened circuits in Britain, Bahrain, USA and Japan (the one Lando impressively showcases in this video), as well as the chance to race around the famous Monaco street circuit at night.
  22. Dopo la fase di qualifica dedicata ad rFactor 2 e Silverstone, dopo averci mostrato vari filmati con la presentazione di alcuni piloti, la McLaren lancia la nuova fase di qualificazione del suo torneo eSport denominato Worlds Fastest Gamer, che questa volta utilizza la piattaforma mobile. Come annunciato sul blog ufficiale, il titolo scelto è Gear.Club della Eden Games (scaricabile da qui), che offre la possibilità di gareggiare con la McLaren 570S GT4 su 3 diversi circuiti, da oggi fino al 17 agosto. Il commento del Executive Director McLaren, Zak Brown: “McLaren’s aim from the start of this project was to engage as many gamers from as many countries as possible. With a mobile-based qualifying series we tick that box. Our competition focuses on skill and determination, not merely the ability to have the best equipment.”
  23. Dopo averne anticipato il prossimo arrivo in rFactor 2 con l'ultimo roadmap update di Luglio, il team Studio 397 ci presenta le prime immagini di anteprima, decisamente spettacolari, della prossima McLaren 650S GT3, realizzata con licenza ufficiale McLaren.
  24. Dopo averci presentato Red Bull, Ferrari, Williams e Renault, la Codemasters ci mostra oggi ufficialmente le 4 monoposto McLaren "storiche" che saranno protagoniste nel prossimo F1 2017. We’ve been reading all your guesses about what the final few classic cars featured in F1™ 2017 might be, and today we’re very happy to be able to fill in those last gaps for you. We’ve also released a brand new trailer that showcases the four iconic McLarens (including three previously unannounced cars!), which you can watch just below Zak Brown, McLaren Group Executive Director, said: “It’s pretty hard to pick just four significant McLaren Formula 1 cars – so all credit to the people at Codemasters for choosing these iconic, championship-winning machines. “I don’t think you’d be able to get away without choosing 1988’s MP4/4 – it’s probably the most iconic F1 car of the last 40 years, a machine that looks as sleek and fast today as when it was first raced. And it’s superbly complemented by another Senna car, the V12-engined MP4/6; Mika Hakkinen’s beautiful, silver-liveried MP4-13, and Lewis Hamilton’s jaw-droppingly complex MP4-23. “If you’re a gamer, or a McLaren fan of any era, then I think you’re going to want to race these cars in Codemasters’ F1 2017.” So, what are the final few classic cars of F1 2017? Read all about them below! 1988 McLaren MP4/4 – as driven by Alain Prost and Ayrton Senna during the 1988 Formula 1™ season. The Honda-powered MP4/4 is one of the most iconic and dominant Formula One cars ever built, winning all but one race (15 out of 16) and claiming all but one pole position in the 1988 season. It was the car that powered Senna to his first world championship title. 1991 McLaren MP4/6 – During the 1991 season, this was driven by the then reigning World Champion Ayrton Senna and Gerhard Berger, and was considered by some to be the most competitive car ever at the time, taking eight wins and ten pole positions, and scored 148 points, with Senna winning his third and final world championship title. 1998 McLaren MP4-13 – In the 1998 F1™ season the MP4-13 was driven by Mika Häkkinen and David Coulthard and again proved to be the dominant car of the season, with Häkkinen winning his first Drivers’ Championship, and McLaren’s securing their first constructor’s title since 1991. 2008 McLaren MP4-23 – the MP4-23 was driven by Lewis Hamilton and Heikki Kovalainen in the 2008 season, and is notable for being the car in which Hamilton won his first World Drivers’ Championship in dramatic fashion at the Brazilian Grand Prix by overtaking Toyota’s Timo Glock on the final corner of the final lap of the final grand prix of the season, to claim the required 5th-place finish and win the Drivers’ title by a single point from Ferrari’s Felipe Massa, and become at the time the youngest driver ever to win the title. These complete the twelve classic cars that feature in F1 2017, and if you fancy a reminder of all the classic cars, here’s a list: 1988 McLaren MP4/4* 1991 McLaren MP4/6 1992 Williams FW14B 1995 Ferrari 412 T2 1996 Williams FW18 1998 McLaren MP4-13 2002 Ferrari F2002 2004 Ferrari F2004 2006 Renault R26 2007 Ferrari F2007 2008 McLaren MP4-23 2010 Red Bull Racing RB6
  25. Lando Norris, talento britannico diventato il più giovane campione di kart della storia, campione MSA Formula e, nel 2016, campione Formula Renault 2.0 Eurocup, Formula Renault 2.0 NEC e Toyota Racing Series, entrato a far parte del programma di sviluppo McLaren-Honda (non perdetevi questa intervista in italiano), ci parla della sua esperienza nell'uso del simulatore e della partecipazione alle gare online eSport, ovviamente facendo riferimento al torneo McLaren del World Fastest Gamer.
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