Da non perdere, per tutti gli appassionati di simracing ma non solo loro, l'interessante intervista fatta dal simpatico Ezio Zermiani all'ingegner Andrea Toso della Dallara, per farci conoscere da vicino uno dei più evoluti simulatori Formula 1 utilizzati dal motorsport.
Ingegner Toso, partiamo dall’inizio. L’idea che il mondo si è fatto dalla tv, da Internet, dalla stampa, di questa nuova generazione di piloti nata al simulatore è un po’ quella di una serie di “polli allevati in batteria” rispetto alla preparazione dei piloti di un tempo. Innanzitutto: serve al pilota questa cosa?
Rispetto a oggi è molto diverso. Nella generazione dei Regazzoni o dei Piquet, quando c’erano molti meno piloti e c’erano meno categorie, chi sbagliava la pagava cara rompendosi le gambe se non rimettendoci addirittura la vita. C’era un diverso rapporto con la morte, era una generazione di piloti che durante i weekend aiutavano i meccanici a stringere i bulloni… insomma, era un’altro mondo. Adesso si vuol far tutto più in fretta e quindi per la formazione non c’è tempo di aspettare. Clay (Regazzoni, ndr) a 40 anni guidava ancora mentre oggi a 27-28 anni un pilota è quasi vecchio (se facciamo eccezione per Schumacher) e questa è la prima questione...