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Simracing per tutti: iniziare spendendo poco

I costi nel motorsport reale sono proibitivi... ma nel simracing si può cominciare spendendo poco!
Simracing per tutti
  • Giulio Scrinzi
    Giulio Scrinzi

    DTM ai box? Ci pensa il Simracing! Phillip Eng, pilota BMW, spiega le corse al simulatore

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    Oltre a causare forti disagi sociali e gravi complicazioni economiche, l’emergenza scatenata dal Coronavirus ha letteralmente bloccato tutto il mondo del motorsport. La Formula 1 è stata costretta ad annullare il GP inaugurale d’Australia e a rinviare le successive tappe fino a giugno, la MotoGP ha cancellato tutto fino al Gran Premio di Francia di inizio maggio… e così via tutte le altre serie a due e quattro ruote, nessuna esclusa.

    Un periodo difficilissimo, nel quale il simracing si sta delineando come l’unica alternativa per tutti i piloti (professionisti e non) per scendere in pista, anche se solo virtualmente. Tutto è iniziato con il “Not the Aus GP” ideato dal team britannico Veloce Esports, che essenzialmente ha proposto la tappa dell’Albert Park di Melbourne attraverso il videogioco ufficiale della serie iridata, F1 2019.

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    Un’iniziativa alla quale ne sono seguite esponenzialmente altre, dalla “THE RACE All-Stars Esports Battle” su rFactor 2 alla serie ufficiale creata da FIA e Liberty Media, che nello scorso fine settimana ha dato vita al “F1 Esports Virtual Bahrain Grand Prix”. Competizioni a cui hanno partecipato diversi piloti professionisti, tra i quali quel Phillip Eng che, quest’anno, avrebbe dovuto correre nell’edizione 2020 dello SportsCar Championship americano con la sua BMW M8 GTE.

    Come tanti altri, invece, il pilota austriaco ha dovuto momentaneamente appendere il casco al chiodo, dedicandosi a tempo pieno alla guida simulata. “E’ la mia droga da corsa sostitutiva” - ha dichiarato il top driver BMW che ha partecipato al DTM tedesco - “Le gare virtuali mi aiutano a rimanere in modalità gara, soprattutto mentalmente, oltre a migliorare come pilota professionista”. Volete saperne di più? Continuate a leggere!

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    BMW MOTORSPORT: NEL SIMRACING PER COLTIVARE TALENTI

    Rispetto a tanti anni fa, le corse al computer stanno diventando sempre più un concreto ausilio per i reparti corse di tutto il mondo: un’opportunità che BMW Motorsport ha saputo cogliere facendola diventare un vero e proprio pilastro aggiuntivo al proprio programma di sport motoristici. L’attenzione del team tedesco attualmente si concentra su due piattaforme: iRacing e rFactor 2.

    Sul simulatore a stelle e strisce i piloti BMW, tra cui Bruno Spengler (CAN), Nick Catsburg (NED) e Jesse Krohn (FIN), sono impegnati al volante della M8 GTE, che ha conquistato tutti e tre i gradini del podio nell’IMSA Super Sebring Satuday di sabato scorso, ma anche a bordo della Z4 GT3, che corre sul Nordschleife nel Digital Nürburgring Endurance.

    Su rFactor 2, invece, il nuovo BMW Junior Team partecipa regolarmente alla BMW SIM M2 CS Racing Cup, una serie dove si danno battaglia i più talentuosi piloti del simracing internazionale. Un impegno, quello di BMW Motorsport, che sta dando “un ulteriore impulso alle corse simulate – precisa Phillip Eng - Quando un grande produttore come la BMW viene coinvolto a tal punto, il grande pubblico lo prende in considerazione e la percezione del sim racing cambia in modo positivo. La mia opinione? In futuro questa disciplina diventerà un vero e proprio sport motoristico dove coltivare nuovi talenti”.

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    LA PRATICA RENDE PERFETTI… MA LA REALTA’ E’ DIFFERENTE

    Ma com’è iniziata l’avventura nel simracing di Phillip Eng? “Avevo 17 anni, credo, e il mio simulatore era tale che ho dovuto spostare i miei quaderni su un lato, bloccare il volante sulla scrivania e fissare i pedali sul pavimento usando del nastro adesivo”, ha dichiarato il pilota austriaco, che tuttavia ha notato alcune differenze con la sua reale attività in pista.

    Le sensazioni che provo durante una gara virtuale sono le stesse che provo su una pista reale, così come i miei istinti – ha continuato Eng – Il simulatore, tuttavia, non è esattamente uguale a ciò che si percepisce nella realtà. Noi piloti professionisti non possiamo ancora competere ad armi pari con i migliori simdriver del mondo: ciò è dovuto alla quantità di tempo che questi ragazzi trascorrono giornalmente davanti allo schermo”.

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    Mi piace confrontarlo con l'allenamento fitness – ha precisato Phillip Eng - Se mi alleno regolarmente e faccio, diciamo, 350 chilometri a settimana sulla mia bici, allora sarò abbastanza in forma. Se, tuttavia, ho due settimane di pausa perché sono da qualche parte a correre, allora il mio livello di preparazione atletica scende di nuovo. Questa differenza è la stessa tra me e un simdriver professionista”.

    Insomma, la pratica rende perfetti, ma serve anche una buona dose di talento naturale. Che però, nella realtà, forse non è abbastanza per rendere un simdriver anche un buon pilota di auto da corsa. “Sono sicuro che i migliori abbiano il know-how tecnico e il potenziale di guida necessari – ha commentato il pilota BMW - Tuttavia, in una vera macchina da corsa, devono prima imparare a gestire il fatto che potrebbero ferirsi se commettono un errore. Lo noto con me stesso. Prendo sempre più rischi nel simulatore rispetto a una vera macchina da corsa”.

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    REALTA’ VS SIMULAZIONE: COSA PUO’ FARE UN SIMULATORE PROFESSIONALE?

    Rispetto alla guida di una vera auto da corsa, un simulatore offre l'opportunità di fare molti test e acquisire esperienza senza rischi, in un ambiente controllato e senza costi eccessivi. Caratteristiche che garantiscono alla guida simulata un posto molto importante nei progetti del team BMW Motorsport, che dispone in quel di Monaco di un simulatore professionale utilizzato intensamente per lo sviluppo dei veicoli e per le preparazioni in vista delle competizioni.

    Qualche esempio? Il team BMW i Andretti Motorsport trascorre diversi giorni in Germania al fine di preparare al meglio i propri piloti per le gare di Formula E, analogamente agli ufficiali che prendono parte al DTM. 

    Tutto è dovuto, ovviamente, alle sue caratteristiche costruttive: “Il simulatore che ho a casa è abbastanza buono, per essere un oggetto in commercio. Tuttavia, è a miglia di distanza da ciò che può fare il simulatore BMW Motorsport” ha affermato Phillip Eng. “Dato che questo si muove su una piattaforma flessibile, tu, il pilota, senti ogni ostacolo e urto, proprio come faresti su una pista reale. Per me, il modo in cui l'auto mantiene la strada è appena diverso dalla realtà: è impressionante!”.

     

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