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    Speciale: F1 1988 by Carrera4

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    Rilasciato oltre un mese fa, questo mod per rFactor 2 ci permette di rivivere le emozioni al volante di tutte le vetture di F1 del 1988. Sono sicuro che molti di voi lo avranno già scaricato e sapranno di cosa stiamo parlando. Ora, dopo aver provato e sviscerato fino in fondo il mod, sono pronto a raccontarvi le mie impressioni. Gara dopo gara, auto dopo auto, sono stato attratto sempre più dall'ottimo lavoro fatto dal modder italiano, fino a perderci (in realtà a guadagnarci) decine di ore.

    Correva l’anno 1988 e la Formula Uno si apprestava ad abbandonare definitivamente i super potenti motori turbo. Questo non impedì tuttavia ad alcune case costruttrici di affidarsi ancora un’ultima volta all’esplosività dei delicati propulsori: così fecero, infatti, Ferrari, Lotus, le meno acclamate Osella e Zakspeed e poi la McLaren. Fu proprio quest’ultima, la scuderia di Woking, a dominare dall’inizio alla fine il campionato; un susseguirsi di pole position e vittorie, interrotte solamente una volta dalla Ferrari guidata da Berger. Vinse quindi la leggenda Ayrton Senna, davanti al quattro volte campione del mondo, nonché suo compagno di squadra Alain Prost. Nonostante questa evidente monotonia, quello del 1988 fu un campionato ricco di emozioni, auto fantastiche, circuiti bellissimi e ancora emozioni a non finire. È per questo motivo che ero esaltatissimo all’idea di poter finalmente mettere le mani sull’ultima versione del mod di Carrera4 e provare sulla pelle, volante alla mano, le mille sfaccettature delle numerose vetture messe a disposizione. E sì, non ho potuto fare altro che guidare su ogni meraviglioso circuito, perché sono curioso, perché è stato fatto un ottimo lavoro e perché, diciamocelo chiaramente, la maggior parte dei circuiti di allora erano molto più affascinanti di quelli dei tempi odierni.

    Selezionato il mod tra le varie opzioni disponibili, compare nella schermata principale il logo “FIA 1988 F1 World Championship” e come se non bastasse, a denotare la vera e profonda passione profusa dal modder italiano, ogni volta che si carica una sessione vediamo la foto che ritrae il podio, con i vincitori, del gran premio che abbiamo selezionato e accanto la locandina originale del Gp dell’epoca. Sono cose di per sé superficiali, ma si sa che agli appassionati di Formula Uno piacciono queste vere e proprie chicche. Non mi resta quindi che selezionare una vettura e iniziare a guidare. Mai ci fu scelta più ardua, perché di fronte a me si palesa la lista completa delle trentuno auto ufficiali che hanno preso parte al campionato; ecco che allora, come un bambino che si appresta a decidere con quale macchinina giocare sul tappetino, anch’io mi accingo a scegliere la prima auto da guidare: di fronte a me c’è la Rossa, c’è la mitica McLaren ma dopo una veloce carrellata, punto la Benetton b188 (quella di Nannini per l’esattezza). Non so di preciso il motivo. Forse perché mi piacciono le auto particolari o forse per la sua livrea sgangherata, tutta colori sgargianti, verde, gialla, un po’ rossa e un po’ azzurra. Ora che ho deciso che monoposto guidare, scelgo il circuito che conosco meglio in configurazione “1988”, l’Autodromo di Imola.

    Eccoci in pista, o meglio ai box, con il meccanico di fronte che mi fa il segno di partire: accendo il motore, che ha un volume alto, notevolmente alto, però non distorto né contorto; è pulito e acuto, graffiante (del resto è un 3.5 V8 aspirato) e quando premo sull’acceleratore sale di giri in pochi millesimi di secondo, facendo impazzire la lancetta del contagiri quando raggiunge la “zona rossa”. Metto quindi la prima e senza indugi esco dai box, dando inizio alla mia sessione di pratica, seguito da altre monoposto. Superata l’uscita della pitlane, disinserisco il limitatore (in automatico è impostato a 400km/h) e guardo nello specchietto a sinistra, fingendo di essere un vero pilota dell’epoca, perché sì, sono bastati pochi metri, pochi istanti che già questo mod, con la sua atmosfera carica, mi ha stregato e so che mi terrà incollato allo schermo per ore. Il circuito di Imola è da sempre uno dei più affascinanti e impegnativi e nei primi giri con la Benetton, faccio tutto con molta cautela, in primis scaldo le gomme. Non avendo ancora dimestichezza con i vari setup lascio tutto come di default e anche così la monoposto non sembra essere troppo imbizzarrita, nemmeno nelle curve più toste, come alle Acque Minerali. Perde solo trazione fuori traiettoria e ovviamente ha dei freni molto delicati per cui ogni volta che affronto una staccata in modo deciso, le ruote si bloccano leggermente. Inoltre, dopo alcuni giri, quando inizio a fare sul serio, noto che l’auto tende a sbandare in frenata, soprattutto quando inserisco la prima alla Tosa. Rientro ai box e vado a smanettare per la prima volta fra i setup disponibili e decido di modificare il bilanciamento dei freni, oltre che ammorbidire di poco le sospensioni posteriori. Tornato in pista, sento fin da subito un leggero miglioramento, ma la cosa migliore è fare pratica e così sia. Inoltre, grazie al motore aspirato, la Benetton gode di una buona ripresa in uscita dalle curve, non è difficile da domare, non scoda impazzita come una vettura sovralimentata e col passare dei giri, pennellare le curve diventa una soddisfazione piacevole, molto gradevole. Mi bastano ventidue giri per innamorarmi di questa prima vettura, che non sarà la più famosa, né la più veloce, ma forse proprio per questo motivo ha saputo conquistarmi in poco tempo.

    Decido, però, di cambiare pista, ma non auto, non ora che sono riuscito a trovare un certo feeling con la Benetton; e cosa attira di più la mia attenzione? Ovviamente l’angusto tracciato cittadino di Montecarlo, perfetto per mettere alla prova le caratteristiche della vettura anglo-italiana e i miei fervidi riflessi. Cambio anche il clima, scegliendo temperature più fredde, con cielo grigio e uggioso. Scelta strana ma dettata principalmente dal meteo che intravedo fuori dalle finestre di casa. Di nuovo ai box, attuo subito un cambio al setup, andando ad accorciare le marce, conscio dei numerosi cambi che dovrò effettuare. Premetto che non ho mai corso su questo tracciato così come si trovava nel 1988, quindi nei primi giri sbaglio allegramente alcune traiettorie, finendo a muro ripetutamente (e facendo anche una misera figura). Devo solo stringere i denti e concentrarmi, giacché ho capito come comportarmi con la mia monoposto: alla Sainte Devote freno in leggero anticipo, così facendo posso uscire più veloce e sicuro; è una tattica che adotto nei tratti più concitati del circuito e dopo mezz’ora circa di pratica, la classifica mi vede premiato con il secondo tempo, alle spalle dell’alter ego virtuale di Nelson Piquet.

    Soddisfatto, non smetto di correre ma continuo a infilare giri su giri e mi diverto, eccome se lo faccio. Perché una delle caratteristiche di questo mod, è che ti fa venire voglia di continuare a girare in pista, sa divertire senza troppe pretese; mi sento veramente come un bimbo nel paese dei balocchi.

    È tempo tuttavia di scendere dalla colorita vettura di Nannini e scegliere qualche altra auto con la quale scorrazzare in giro per il mondo. Così, in successione, provo prima la Ferrari f187/88c, che col suo ormai collaudato 1.5 V6 turbo, sprigiona la bellezza di 660 cavalli vapore e mi fa sudare almeno cinque camicie in più rispetto alla Benetton; poi, credendo di aver capito come gestire lo sfogo del turbo, passo alla Camel Lotus, ignaro che il motore Honda che monta, sia ancora più aggressivo. Tuttavia dopo parecchi giri sul circuito di Monza, riesco a comprendere le meccaniche di guida, capisco come sfruttare la prepotenza in uscita di curva del potentissimo motore turbo e inanello una serie di buoni giri. Fiero di me stesso passo allo step successivo, in altre parole mi metto al volante della più vincente di tutte, la McLaren Honda. Con la bellissima livrea bianca e rossa ha fatto impazzire migliaia di tifosi ed io ne ho una identica sulla mensola in cameretta. Carico più che mai decido di intraprendere un intero campionato, fiducioso di conoscere al meglio la suddetta vettura nel corso di poche gare. In realtà va anche meglio, perché la McLaren di Senna e Prost, a parte qualche sbandata di troppo in percorrenza di curve lente, si guida piuttosto tranquillamente e forse questo è dovuto anche al fatto che sono finalmente in grado di gestire per bene la potenza straripante del V6 giapponese.

     La prima gara è in Brasile, e Jacarepagua è una splendida sorpresa per me. Non avevo mai provato il circuito eppure mi sono bastati pochi giri per trovarmi subito a mio agio: il raggio delle curve è adatto sia a me sia alla monoposto e di fatti mi diverto un sacco e vinco pure la gara, nonostante sia partito nelle retrovie, avendo io fatto confusione col regolamento delle qualifiche. E così, in preda alla nostalgia più pura, lotto per la vittoria anche a Imola e Montecarlo. Faccio poi le conoscenze del circuito del Messico, che trovo divertente e ben riprodotto come del resto tutti, e dico tutti, gli altri circuiti del mod. Di certo c’è qualche miglioria da apportare in campo grafico, ma in full hd si gode comunque di un’ottima rappresentazione. Passano i giorni e scorrono sotto i miei occhi anche gli altri circuiti: Montreal, coi suoi muri da campioni; Detroit, Paul Ricard e via via tutti gli altri fino al gran premio del Giappone, che è uno dei miei preferiti e al circuito cittadino di Adelaide, in Australia.

    Dopo ore al volante della McLaren non sono ancora stanco di guidarla, perché ogni occasione offre emozioni diverse e nel  corso del campionato mi ha fatto entrare ancor di più nel mood nostalgico che questo piccolo gioiello che è il mod, ti fa vivere. Per il restante tempo faccio ciò che ho sempre voluto fare fin dall’inizio: provare tutte le monoposto delle varie Scuderie, persino la semi-sconosciuta Eurobrun. Sì, alcune di esse sembrano simili da guidare, sarà che condividono lo stesso motore o la stessa architettura. Sì, molte di esse non sono veloci quanto le più famose McLaren e Ferrari, ma ciò che si prova mettendosi al loro volante è un’emozione veramente difficile da spiegare; solo chi è davvero appassionato di auto e di Formula Uno, può capire. È la gioia di poter guidare auto che hanno fatto a loro modo la storia del Circus; è la soddisfazione che si ha mentre si guida; è la nostalgia che perenne imperversa sui circuiti nervosi. Ecco, questo mod di carrera4 riesce di sicuro in questo, nonostante alcune piccole migliorie tecniche da apportare: ti da soddisfazioni, ma soprattutto ti fa divertire, senza essere sempliciotto né esigente. È un mod per tutti ma ancor di più per chi ama e ha amato uno sport estremo come la Formula Uno e ha davvero le carte in regola per diventare uno dei più grandi mod di successo del mondo di rFactor.

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    A cura di Mauro Stefanoni

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