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Le Mans 24 Ore 2015


VELOCIPEDE

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Il Mondiale Endurance FIA WEC 2015 è cominciato lo scorso 12 Aprile con la 6 Ore di Silverstone, vinta dall’equipaggio Audi Sport Team Joest di Benoît Tréluyer, André Lotterer e Marcel Fässler, arrivati al traguardo davanti alla Porsche 919 Hybrid di Neel Jani, Marc Lieb e Romain Dumas. Con lo stesso ordine si è conclusa la seconda prova di Spa-Francorchamps, con la gara belga da sempre ritenuta un ottimo banco di prova in vista di Le Mans. Ma la 24 Ore di Le Mans è una gara a parte, qualcosa che va oltre il Titolo di Campione del Mondo FIA WEC, conquistato un anno fa dalla Toyota. Audi riuscì a vincere l’Edizione 2014 della 24 Ore di Le Mans nonostante un cammino non certo esaltante nelle restanti prove del Mondiale, confermandosi imbattibile al Circuit de la Sarthe trovando il giusto bilanciamento tra prestazioni, affidabilità e, perchè no, fortuna.

I detentori della 24 Ore di Le Mans sono proprio Lotterer, Fassler e Trelueyer su Audi, vincitori assoluti e di classe LMP1-H. Vittoria in LMP1 (auto senza sistemi ibridi) di Nicolas Prost, Nick Heidfeld e Mathias Beche con la Rebellion Racing, mentre in LMP2 si erano affermati Dolan, Turvey e Tincknell su Jota Sport Zytek Nissan. Tra le vetture Gran Turismo trionfarono AF Corse su Ferrari 458 in Classe LMGTE Pro (Fisichella, Bruni e Vilander) e Aston Martin Racing su Aston Martin Vantage con David Heinemeier Hansson, Kristian Poulsen e Nicki Thiim nella Classe LMGTE Am.

Quest’anno la Toyota non è più la macchina da guerra di un anno fa. Nelle prime due gare il bottino è stato solo un terzo posto a Silverstone con l’equipaggio di Buemi, Davidson e Kazuki Nakajima e con lo Sport-prototipo Campione in carica. A Le Mans Toyota Racing ha rinunciato alla terza vettura e sarà al via con i due equipaggi regolarmente iscritti al FIA WEC. Porsche, invece, si sta confermando Sport-prototipo interessante e dal grande potenziale dopo il positivo debutto nel 2014. Basterà per battere i cugini di Audi? L’obiettivo di Stoccarda è chiaro e si presenta al via con tre Porsche 919 Hybrid in tre colori differenti: rossa, bianca e nera.

Tre vetture LMP1-H anche per Audi, così come per Nissan, la novità assoluta di Le Mans. Nissan Motorsports porta al debutto la discussa Nissan GT-R LM Nismo, Sport prototipo con motore centrale-anteriore, trazione anteriore e ibrido meccanico a volano. Il pacchetto ha dato molti problemi a Team, Piloti e Ingegneri, tanto da costringere Nissan a saltare le prime due gare del FIA WEC e non è nemmeno detto che dopo Le Mans l’impegno dei giapponesi possa rivelarsi costante. La GT-R LM Nismo paga il peso di un progetto inedito e secondo alcuni inadeguato: potenziale da 2.000 cavalli, sì, ma nei Test la LMP1-H fa fatica a tenere il passo dei Prototipi di Classe LMP2. Vedremo come andrà a finire e se ci saranno clamorose sorprese.
Da segnalare la presenza del pilota brianzolo Marco Bonanomi al volante della terza Audi R18 e-tron quattro, insieme a Rast e Albuquerque. Iscritte in Classe LMP1, ma senza impianti ibridi, tre auto: la CLM P1/01 AER del Team Bykolles e le due Rebellion Racing.

24 Ore di Le Mans in Diretta TV.
Anche quest’anno la 24 Ore di Le Mans è in Diretta TV su Eurosport. L’appuntamento con la maratona televisiva è a partire dalle ore 14.15 di Sabato 13 Giugno per vivere Live la gara Endurance più prestigiosa del Mondo.
La Diretta Streaming di Le Mans sarà possibile grazie al servizio Eurosport Player (a pagamento) o su SkyGO, gratuito per tutti gli abbonati Sky Italia che hanno sottoscritto il servizio.

Orario e Programma 24 Ore di Le Mans 2015.
Prove Libere Mercoledì 10 Giugno dalle ore 16.00
Qualifiche Mercoledì 10 Giugno dalle ore 22.00
Qualifiche Giovedì 11 Giugno dalle ore 19.00
Qualifiche Giovedì 11 Giugno dalle ore 22.00
Warm Up Sabato 13 Giugno dalle ore 9.00
Gara Sabato 13 Giugno dalle ore 15.00

Live Timing 24 Ore di Le Mans.
Per seguire la 24 Ore di Le Mans in Diretta Live Timing, comprese Prove Libere e Qualifiche, puoi collegarti al sito ufficiale www.24h-lemans.com/live/en/

Con l’App Android e iOS vedi gratis la 24 Ore di Le Mans!
Scaricando l’applicazione ufficiale della 24 Ore di Le Mans potrai guardare la Endurance in diretta e gratis, ovunque tu sia, su Smartphone e Tablet. Per scaricare gratuitamente l’applicazione cerca 24 Heures du Mans sui vari Market e Store del tuo Smartphone. L’App include il servizio GPS Live e Live Timing.

 

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Oggi alle ore 15 prenderà il via l'edizione 2015 della mitica 24 Ore di Le Mans. L'11 giugno di 60 anni fa però, proprio la 24 ore di Le Mans fu funestata dall'incidente più drammatico della storia dell'automobilismo nel quale persero la vita 83 persone, compreso il pilota francese Pierre Levegh, e rimasero ferite 120 persone. Quella tragedia cambiò per sempre l'interesse nei confronti della sicurezza da parte del mondo della velocità.

 

Ci sono giornate nella storia dello sport nelle quali ti rendi conto che le cose non saranno mai più come prima. Nelle corse automobilistiche per trovare quel giorno bisogna tornare indietro di 60 anni, precisamente all’11 giugno 1955 quando durante la 24 ore di Le Mans si verificò l’incidente più drammatico della storia della velocità nel quali persero la vita 83 persone, compreso il pilota francese Pierre Levegh, e rimasero feriti oltre 120 individui accorsi nella città della Loira, esattamente come altre decine di migliaia di appassionati, per vedere sfrecciare i piloti più forti del mondo sulle vetture più evolute e veloci dell’epoca. Dopo quella immane tragedia si iniziò veramente a lavorare in maniera logica e costruttiva sull’importanza di rendere i tracciati sicuri sia per i piloti sia per gli spettatori: se oggi, per fortuna, la percentuale di incidenti drammatici nelle gare di velocità sono decisamente diminuiti e le vie di fuga, piuttosto che gli air fence, hanno fatto capolino su ogni pista è certamente un effetto di quel disastro che svegliò le coscienze di tutti su un tema centrale fino a quel momento trattato con troppa superficialità.

La dinamica
Per raccontare l’incidente più grave della storia dell’automobilismo non si può non partire da Pierre Levegh, un 50enne driver per cui la 24 ore di Le Mans era diventata non una semplice corsa ma una vera e propria ossessione. Sin da quando poco più che ventenne aveva assistito alla prima edizione della leggendaria gara lo scopo della sua vita era diventato quello di vincere la 24 ore di Le Mans. Levegh ci era andato vicinissimo nel 1952 quando la sua Talbot ruppe il motore nell'ultima ora di gara con quattro giri di vantaggio sul secondo classificato, a causa di un cambio marcia errato causato dalla stanchezza del pilota che scriteriamente aveva guidato ininterrottamente per oltre 22 ore senza cedere il volante al compagno di squadra Jean Trevoux. Quella condotta di gara assolutamente folle e scriteriata fu unanimente deplorata da addetti ai lavori e tifosi ma non da Alfred Neubauer, il direttore sportivo della Mercedes Benz che a fine gara entrò nel box di Levegh e gli promise che la prossima volta che la Mercedes si fosse presentata ai nastri di partenza della Le Mans una delle vetture tedesche sarebbe stata guidata proprio da lui.

La Mercedes si astenne da Le Mans sia nel 1953 sia nel 1954. Ma nel 1955 tornò prepotentemente in auge con le formidabili 300SLR e tre equipaggi composti da Fangio e Moss come prime guide, André Simon e John Fitch come seconde guide e Karl Kling e proprio Pierre Levegh come piloti dell’ultima vettura. Per Levegh si trattava della chance della vita ma qualcosa non andava: sin dalle prime prove si intuì che quel bolide fenomenale era inadeguato per uno come Levegh che era quasi intimorito dalla potenza della 300SLR e non riusciva ad essere veloce come al solito. Nelle qualifiche era stato il più lento in pista dei piloti Mercedes che si era già pentita di avergli dato fiducia. In cuor suo la casa tedesca era arrivata a sperare nel ritiro ma Levegh era troppo ostinato e cocciuto per fare una cosa del genere. Per lui quella fu l’ultima corsa perché nel corso della terza ora di gara sul rettilineo dopo la chicane Ford la sua Mercedes 300SLR agganciò a velocità altissima la Austin-Healey di Lance Macklin che fu costretto a spostarsi repentinamente verso i box per evitare un tamponamento con la Jaguar D-Type di Mike Hawthorn, rientrata ai box.

Dopo aver urtato un cumulo di terra, la Mercedes di Levegh si schiantò sulla barriera che divideva la pista dalla tribuna davanti ai box, prendendo fuoco. Alcuni pezzi dell'auto (il cofano, l'asse anteriore delle ruote, ed altri) volarono sulla tribuna piombando violentemente sugli spettatori che furono letteralmente falciati e travolti dall’esplosione e dai detriti. Solo la gente sopravvissuta in tribuna e qualche meccanico della Mercedes, che in meno di un quarto d’ora raccolse tutti i pezzi della macchina di Levegh, si accorse con lucidità della portata della catastrofe occorsa di certo la stessa solerzia non la ebbero gli organizzatori e le autorità che decisero di non sospendere la gara per per evitare che la gente, presa dal panico, lasciasse il circuito intasando le strade e ostacolando così l’arrivo dei soccorsi. In un clima surreale la corsa arrivò alla fine e per un beffardo segno del destino proprio Mike Hawthorn, pesantemente implicato nell’incidente, vinse la 24 ore brindando e gioendo fra l’altro come se nulla fosse. Quei festeggiamenti rimasero una macchia indelebile nella carriera di Hawthorn (che dopo quella Le Mans arrivò anche a vincere un titolo mondiale di Formula 1 con la Ferrari).

Le conseguenze del disastro
In seguito all’incidente, molte gare della stagione furono cancellate. Non si disputarono il Gran Premio di Germania, la Coppa Acerbo e il Gran Premio di Svizzera. La Svizzera introdusse una legge per vietare le gare automobilistiche sul suo territorio (una normativa in vigore ancora oggi!) mentre la Mercedes, dopo aver vinto il campionato di F1 con Fangio, si ritirò dalle corse in segno di rispetto per le vittime, e vi fece ritorno solamente 32 anni dopo, nel 1987. Negli Stati Uniti l'American Automobile Association il più prestigioso automobile club della nazione, decise di chiudere qualunque attività sportiva. Nonostante un’inchiesta ancora oggi non si conosce con chiarezza i perché e le colpe di quella strage. Di certo c’è che il disastro di Le Mans ‘55 resta una delle pagine più nere della velocità che, anche a 60 anni di distanza, qualunque appassionato e addetto ai lavori non deve mai dimenticare.

 

fonte Eurosport



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Giovedì 11 giugno 2015, Qualifiche 3 (tempi cumulativi)

1 - Dumas-Jani-Lieb (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 3'16"887
2 - Bernhard-Webber-Hartley (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 3'17"767
3 - Hulkenberg-Tandy-Bamber (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 3'18"862
4 - Di Grassi-Duval-Jarvis (Audi R18 e-tron) - Audi - 3'19"866
5 - Fassler-Lotterer-Treluyer (Audi R18 e-tron) - Audi - 3'20"561
6 - Rast-Albuquerque-Bonanomi (Audi R18 e-tron) - Audi - 3'20"997
7 - Wurz-Sarrazin-Conway (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 3'23"543
8 - Davidson-Buemi-Nakajima (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 3'23"767
9 - Beche-Heidfeld-Prost (Rebellion R-One) - Rebellion - 3'26"874
10 - Kraihamer-Abt-Imperatori (Rebellion R-One) - Rebellion - 3'28"930
11 - Trummer-Kaffer-Monteiro (CLM P1-AER) - ByKolles - 3'36"825
12 - Tincknell-Buncombe-Krumm (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan - 3'36"995
13 - Pla-Mardenborough-Chilton (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan - 3'37"291
14 - Howson-Bradley-Lapierre (Oreca 05-Nissan) - KCMG - 3'38"032
15 - Matsuda-Ordonez-Shultzhitskiy (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan - 3'38"691
16 - Rusinov-Canal-Bird (Ligier JSP2-Nissan) - G Drive - 3'38"939
17 - Hirsch-Paletou-Lancaster (Gibson 015S-Nissan) - Greaves - 3'38"958
18 - Dolan-Turvey-Evans (Gibson 015S-Nissan) - Jota - 3'39"004
19 - Panciatici-Chatin-Capillaire (Alpine-Nissan) - Signatech - 3'39"699
20 - Thiriet-Badey-Gommendy (Oreca 05-Nissan) - Thiriet by TDS - 3'39"805
21 - Cumming-Vanthoor-Estre (Ligier JSP2-Nissan) - OAK - 3'40"058
22 - Chandock-Patterson-Berthon (Oreca 03R-Nissan) - Murphy - 3'40"690
23 - Yacaman-Derani-Gonzalez (Ligier JSP2-Nissan) - G Drive - 3'40"967
24 - Ragues-Webb-Amberg (Morgan Evo-Sard) - Morand - 3'41"250
25 - Roussel-Tung-Cheng (Morgan-Nissan) - Pegasus - 3'42"023
26 - Mediani-Markozov-Minassian (BR 01-Nissan) - SMP - 3'42"077
27 - Leventis-Watts-Kane (Dome-Nissan) - Strakka - 3'42"237
28 - Aleshin-Ladygin-Ladygin (BR 01-Nissan) - SMP - 3'42"417
29 - Sharp-Dalziel-Henemeier (Ligier JSP2-HPD) - Extreme Speed - 3'42"453
30 - Brown-Van Overbeek-Fogarty (Ligier JSP2-HPD) - Extreme Speed - 3'44"631
31 - Krohn-Jonsson-Barbosa (Ligier JSP2-Nissan) - Krohn - 3'44"854
32 - Bellarosa-Ibanez-Perret (Oreca 05-Nissan) - Ibanez - 3'45"350
33 - Nicolet-Maris-Merlin (Ligier JSP2-Nissan)- OAK - 3'52"843
34 - Rees-MacDowall-Stanaway (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 3'54"928
35 - Bruni-Vilander-Fisichella (Ferrari 458) - AF Corse - 3'55"025
36 - Dalla Lana-Lamy-Lauda (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 3'55"102
37 - Turner-Mucke-Bell (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 3'55"466
38 - Rigon-Calado-Beretta (Ferrari 458) - AF Corse - 3'55"582
39 - Nygaard-Sorensen-Thiim (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 3'55"783
40 - Magnussen-Garcia-Briscoe (Chevrolet Corvette C7R) - Corvette - 3'55"963
41 - Lietz-Christensen-Bergmeister (Porsche 911 RSR) - Manthey - 3'56"618
42 - Perrodo-Collard-Aguas (Ferrari 458) - AF Corse - 3'56"723
43 - Shaytar-Bertolini-Basov (Ferrari 458) - SMP - 3'56"877
44 - Pilet-Henzler-Makowiecki (Porsche 911 RSR) - Manthey - 3'56"922
45 - Gavin-Milner-Taylor (Chevrolet Corvette C7R) - Corvette - 3'57"081
46 - Bleekemolen-Keating-Miller (SRT Viper GTS-R) - Riley - 3'57"836
47 - Dempsey-Long-Seefried (Porsche 911 RSR) - Dempsey - 3'57"842
48 - Ried-Al Qubaisi-Bachler (Porsche 911 RSR) - Proton - 3'58"259
49 - Griffin-Cameron-Mortimer (Ferrari 458) - AF Corse - 3'58"433
50 - Mann-Giammaria-Cressoni (Ferrari 458) - AF Corse - 3'58"695
51 - Sweedler-Bell-Segal (Ferrari 458) - Scuderia Corsa - 3'58"946
52 - Roda-Ruberti-Poulsen (Corvette C7-R) - Larbre - 3'59"522
53 - Al Faisal-Giermaziak-Avenatti (Ferrari 458) - JMW - 3'59"612
54 - Castellacci-Goethe-Hall (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 4'01"146
55 - Chen-Vannelet-Parisy (Porsche 911 RSR) - AII - 4'01"243
56 - Chen-Kapadia-Maasen (Porsche 911 RSR) - AII - 4'01"270

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