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Simracing per tutti: iniziare spendendo poco

I costi nel motorsport reale sono proibitivi... ma nel simracing si può cominciare spendendo poco!
Simracing per tutti
  • Giulio Scrinzi
    Giulio Scrinzi

    Simracing con il gamepad: quando la guida simulata perde valore (ma non velocità)

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    Il 2021 si è rivelato sicuramente un anno particolare… almeno per me: tante esperienze diverse, tanti cambiamenti ma pochi risultati… e anche tante delusioni. A inizio anno il mio fedele Logitech G29 mi aveva abbandonato e poi, per motivi di lavoro, non ho più potuto continuare in maniera costante la mia esperienza nel simracing: ci sono tornato per poco meno di un mese ad aprile, ma dopo ben tre volanti difettosi ho deciso di lasciar momentaneamente perdere.

    La passione, tuttavia, si è fatta sentire di nuovo. Ma prima di provare un’altra volta a comperare una periferica Logitech, ho deciso di sperimentare il mondo della guida simulata sotto un altro punto di vista. Visto che mi è “avanzato” il gamepad della mia ex-PS3, morta (anche lei purtroppo...) dopo dieci anni di onorato servizio… perché non provarlo sui simulatori più importanti oggi in commercio? Ebbene, il verdetto finale di questo esperimento mi ha regalato delle sensazioni molto differenti tra loro, che ora cercherò di spiegarvi meglio.

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    SIMRACING CON IL GAMEPAD: SUI TITOLI ARCADE VA ALLA GRANDE

    Consapevole che un joystick di una consolle non può sostituire un volante con pedaliera, ho iniziato la mia esperienza partendo da titoli abbastanza semplici e poco impegnativi: sono partito da Forza Horizon 4 transitando per Ride 4, per poi approdare solo in un secondo momento ad Automobilista 2 e a tutto il resto della compagnia.

    Il fatto è questo: quando si tratta di giocare con un arcade, il gamepad della PlayStation (o dell’Xbox) è ancora un ottimo alleato per divertirsi senza troppe pretese. La presenza di una fisica di gioco molto permissiva permette di girare liberamente in circuito senza troppi problemi, e fortunatamente i grilletti posteriori aiutano molto a parzializzare l’utilizzo di acceleratore e freno durante la guida in pista. Con gli stick analogici sinistro e destro, invece, si è in grado di regolare con precisione ogni possibile movimento su volante virtuale di una vettura – così come le varie correzioni per contrastare i fenomeni di sotto e sovrasterzo (quando e se si verificano…).

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    SIMRACING CON IL GAMEPAD: NELLA SIMULAZIONE SERVONO I TITOLI GIUSTI

    I problemi, tuttavia, iniziano a manifestarsi quando si passa a titoli di un altro spessore. Un esempio? Io ho provato Automobilista 2 e, per fortuna, ho trovato un prodotto molto versatile che è godibile anche con un joystick in mano. Il motore del gioco Reiza Studios è infatti in grado di trovare le impostazioni corrette per un’ottima esperienza di guida, che prevede una ridotta velocità di movimento degli stick analogici deputati allo sterzo (rispetto al volante virtuale della vettura) e una buona taratura dei grilletti riservati a gas e freno.

    Una volta tra i cordoli, quindi, il gamepad su un titolo come AMS2 è ancora in grado di dire la sua, tenendo presente però che in alcuni casi è difficile apprezzare le differenze tra un’auto di classe GT e, per esempio, una Formula. Le sensazioni, infatti, si appiattiscono spesso e volentieri e l’unica cosa da fare è “tirare a indovinare” per trovare il momento giusto in cui attaccarsi ai freni oppure per dare gas in uscita di curva.

    Personalmente, il vero problema che ho trovato su titoli di questo livello è la modulazione del pedale del freno: andare in trail braking è davvero un’impresa e questo fa capire che la tecnologia a potenziometri come quella di un gamepad è sicuramente la scelta peggiore per cominciare a praticare simracing come si deve. Certo, ci si può adattare e la sensazione di “flow” arriva anche con una periferica del genere… ma l’immersività non è sicuramente la stessa di quella che regala un volante anche basico come un G29.

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    SIMRACING CON IL GAMEPAD: EVITATE I TITOLI “DURI E CRUDI”

    L’ultimo esperimento che ho fatto con il gamepad è stato anche il più difficile ma, allo stesso tempo, più rappresentativo per avere il vero valore di questa periferica nel simracing. Dopo Automobilista 2, infatti, sono passato rispettivamente ad Assetto Corsa, a Kartkraft e a rFactor 2: con il titolo Kunos Simulazioni ho subito notato l’eccessiva velocità e sensibilità degli analogici deputati allo sterzo, che di fatto rendono l’esperienza di gioco “pronti-via” assolutamente poco significativa.

    L’implementazione del joypad su questo simulatore è meno curata rispetto a quella di AMS2, serve passare più tempo a trafficare con le impostazioni ma anche procedendo così il risultato finale si è rivelato poco soddisfacente: troppa sensibilità e il volante virtuale ruota all’impazzata come un forsennato, troppo poca e sembra di essere alla guida di un camion e non di un’auto da corsa…

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    Su Kartkraft la mia esperienza è forse stata ancora più traumatica: i go-kart, lo sapete benissimo, chiedono un grado di sensibilità sullo sterzo molto elevata, per cui la natura semplicistica di un gamepad fa sì che gran parte degli effetti e delle vibrazioni prodotti dal gioco vanno inevitabilmente persi e non processati. Cosa significa? Che al volante di un monomarcia o di un Kz a marce ogni input sui grilletti provoca dei movimenti da parte del kart che, con questa periferica, non è possibile correggere come si farebbe anche solo con un Logitech. Vuoi sterzare verso destra? La reazione del kart ti chiede contestualmente di gestire il controsterzo opposto quando si va in accelerazione, ma la fisica del gamepad non te lo permette e quindi ti ritrovi in balia di un “toro impazzito” sensibilissimo a ogni tua azione (anche quando si frena).

    L’ultima mia considerazione è stata fatta su rFactor 2 quando ho provato a partecipare alla T4 Esports Series promossa sui kart Tillotson quattro tempi: le sensazioni si sono rivelate molto, molto simili a quelle che ho riscontrato su Assetto Corsa, il che significa troppa sensibilità allo sterzo e sui grilletti di acceleratore e freno. La mia testardaggine nel riuscire a portare al limite il mezzo a mia disposizione mi ha però convinto a continuare l’esperienza, qualificandomi con un buon tempo alla finale di giornata. Ovviamente il risultato in gara non è stato positivo, ma questo mi ha fatto capire che si può essere veloci indipendentemente dalla periferica: prossimamente ve ne darò la dimostrazione!

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