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  1. Un titolo come quello di questo articolo sarebbe stato considerato una follia da deridere solo qualche anno fa. Oggi, grazie all'enorme sviluppo del comparto simracing, non solo a livello professionale dove ad esempio i teams di Formula 1 lavorano con costosissimi hardware già da diversi anni, ma soprattutto in ambito home e gaming, tutto ciò che riguarda la simulazione di guida viene finalmente visto con un ottica diversa, apprezzata e considerata anche da chi, fino a poco tempo fa, l'avrebbe etichettata con un "si certo, i giochini di macchine". La situazione a livello globale è, come detto, in grande crescita e sviluppo, anche se, come spesso accade anche per altri settori, l'Europa (ancor di più l'Italia) si trova molto indietro rispetto in particolare agli Stati Uniti, dove le enormi disponibilità economiche di investimento, la capacità di trasformare ogni cosa in business di altissimo livello ed anche l'estrema semplicità nell'avvio di attività più varie, hanno permesso in pochi anni un vero boom del simracing ludico e professionale. La dimostrazione più lampante è ovviamente quella del ben noto progetto iRacing, non già "solo" un software, ma un vero e prorpio servizio strutturato per piloti virtuali. Uno spunto di riflessione molto interessante riguardo la riduttività ormai di definire il simracing un semplice divertimento, viene da una interessante intervista fatta dall'americana Roots Motorsport al simpatico Gleen McGee, ormai famosissimo "ex" pilota virtuale che, proprio grazie alle vittorie conquistate online con iRacing, si è guadagnato il diritto a correre nella pista vera, nel combattutissimo campionato monomarca USA della Mazda MX-5 Road Shootout 2016. Ed il buon Gleen ha persino ottenuto straordinari risultati ! I moderni simulatori sono ormai in grado di insegnare correttamente tutte le abilità di guida necessarie a qualsiasi tipo di pilota, con differenze fra realtà e simulazioni ormai molto molto ridotte. Tanto è vero che ormai l'interscambio di piloti tra un mondo all'altro è reciproco: cosi come il simracing invia un McGee in pista con la Mazda, la Formula 1 ha un Max Verstappen che si aggrega ad un team virtuale per partecipare alle sue gare online preferite! Ovviamente i piloti reali prestati al sim lo utilizzano anche per motivi di allenamento e testing. Anche Kenton Koch, arrivato al primo posto nella classe Prototype Challenge alla Rolex 24 Daytona 2016, è uno di quei piloti che usa i simulatori come mezzo di formazione mentale tra le gare. "Quando ero in auto da corsa, non avevo mai girato su nessuna delle piste che la serie ha visitato", dice Koch. "Con iRacing, ed i circuiti in laser scan, mi hanno dato l'opportunità di ottenere un'esperienza visiva dal sedile del conducente. Mi ha aiutato a perfezionare la prestazione, quindi posso dedicare il massimo del tempo a cercare di trovare gli ultimi decimi di secondo disponibili, invece di spendere la sessione di apertura per capire la traiettoria migliore della pista ". Glenn McGee invece ha iniziato la sua carriera relativamente presto, circa 10 anni fa, iniziando a correre con iRacing nel 2010. Già nel 2015, è diventato un pro-racer nel mondo virtuale ed è stato invitato a competere contro altri 21 piloti virtuali nella Mazda Road 2015 24 Shootout (una sorta di finalissima online), riuscendo ad ottenere una borsa di 100.000 dollari per sostenerlo economicamente per un anno nella coppa Mazda MX-5 della Tender mondiale altamente competitiva della BFGoodrich Tires. In pratica il successo in virtuale ha dato a McGee l'opportunità di perseguire una carriera nel mondo dei motori sportivi professionali. "In un certo senso, la mia storia è un po 'unica", dice McGee. "Sono un pilota di simulazione professionale, il che significa che corro su iRacing per denaro. Ovviamente tutto il mio sviluppo come pilota si è attuato tramite la simulazione. Non avevo mai girato con un casco in testa, ma si tratta di una situazione per cosi dire familiare. Dal punto di vista mentale, sono probabilmente il più esperto della griglia perché ho guidato per molti più giri in gara di molti altri piloti reali. Mentre sono tecnicamente un rookie, mentalmente sono sullo stesso livello di molti altri piloti professionisti. La Mazda MX-5 Cup è stata un sogno che si è realizzato e la mia prestazione era ben al di là delle mie aspettative. Purtroppo la sfortuna e un'infortunio hanno interrotto la scalata per il titolo di rookie, ricordandomi che la pista vera non è un gioco...". A Watkins Glen, McGee ha avuto un brutto incidente sul bagnato: "Ho avuto compressioni spinali praticamente su ogni vertebra", ricorda. "Ho dovuto attendere ben 6 mesi per tornare in piena forma". Nonostante il crash e lo stop, dei 56 piloti Cup MX-5 che hanno registrato punti nella stagione passata, McGee ha terminato l'anno in 11° posizione. Nel 2017 ha già in programma di continuare a correre con Sick Sideways Racing. Ma come è stato possibile un simile risultato? "I paralleli tra sim e realtà - spiega Glenn - sono sorprendenti, e anche le caratteristiche generali della vettura al limite sono esatte, sembra assolutamente folle quanto allo stesso modo io possa guidare la vettura nel simulatore rispetto alla vita reale. La vettura ha gli stessi punti di frenata, la pressione del freno, i punti di corda in traiettoria, i picchi, le velocità minime in ingresso e percorrenza, velocità nei rettilinei e tempi sul giro". La sua prima volta a Watkins Glen con la serie Global MX-5 Cup, McGee ha battuto nei tempi sul giro i piloti più esperti nel corso delle prove libere. "Fortunatamente, credo che tutti siano stati colpiti, compreso me stesso, di quanto il simulatore mi abbia preparato per una vera gara", dice McGee. "Sono probabilmente il primo pilota professionista che non aveva mai iniziato una vera gara, e la mia prima gara era un evento a livello professionale! Non avevo mai posseduto nemmeno un casco, HANS, o comprato una tuta prima di quella settimana di gara, e non sapevo neppure come mettere tutte quelle attrezzature di sicurezza senza aiuto ". McGee è convinto che il simracing stia davvero cominciando a raggiungere un nuovo livello di popolarità con la crescita dell'industria del gaming. Oggi Glenn è parte di Radicals Online, una squadra di corse virtuale supportata da Blancpain. "Attualmente, alcuni dei giocatori professionisti con cui ho parlato hanno vinto 2,5 milioni di dollari per aver vinto una gara", dice McGee. "Vorrei che le corse simulate diventassero ancora più grandi, ed hanno la possibilità per farlo! E riguardo proprio al discorso premi e denaro ? "Ho avuto fortuna con le promozioni - dice Glenn -, che possono arrivare anche con il supporto di prodotti e attrezzature, ma la maggior parte dei soldi deriva da borse premio in un campionato ed i soldi possono diventare tanti... L'ultima corsa pro con cui la mia squadra è stata associata, Formula-E, ha visto una borsa da 1 milione di $ con 200K al vincitore!". "In iRacing, dove l'eSport è veramente sviluppato, ci sono campionati sia su strada che ovali che ammontano a $ 100K di montepremi, dai $ 15K a $ 20K vanno al campione. E poi c'è anche un pubblico: se guardi una gara televisiva, le nostre gare online sono quasi uguali". Kenton Koch si spinge oltre: "Il fatto che la tecnologia stia andando avanti cosi velocemente da poter insegnare ai piloti virtuali l'abilità necessaria per saltare in una vera macchina da corsa, dimostra che il simracing è un ottimo posto per iniziare una carriera da corsa". Senza dimenticare il fattore soldi ! Il simracing non richiede un camion, un rimorchio, un equipaggio, un team. "Per diventare un simracer, tutto ciò di cui hai bisogno è un paio di centinaia di dollari per un abbonamento ad iRacing o anche meno per l'acquisto di un altro software, e una postazione decente con un volante, che spesso costa meno di un treno di gomme da corsa", spiega Koch. "Quell'investimento poi ti basta per tutto il tempo che vuoi correre." Koch. "Tradizionalmente, i piloti hanno iniziato in kart e si sono trasferiti in auto. Adesso possono iniziare nel loro salotto, passare dalla Spec Miata virtuale, poi competere in pista con la Mazda. È un'altra opzione per tentare la scalata per il motorsport". E' evidente che il simracing offre ad un maggior numero di persone la possibilità di seguire i loro sogni e gustare il motorsports senza spendere un sacco di soldi. "Ricordate che correre è uno sport molto mentale", dice McGee. "probabilmente lo sport più mentale del mondo. A parte il denaro e il timore di farsi male, non c'è molta differenza tra la corsa simulata e la corsa automobilistica nel mondo reale ". La corsa virtuale ha un altro vantaggio, ovvero una concorrenza quasi illimitata. "Il pool di talenti per una corsa reale è molto limitato, al contrario, uno dei migliori simdriver del mondo può anche vivere in una città di pescatori finlandesi e non ha nemmeno una patente di guida. Il numero di avversari di talento nel simracing è semplicemente gigantesco. Le probabilità di trovare un pilota molto dotato sono molto maggiori, in termini statistici, in ambito simulazione". In molti citano ormai l'esperienza di McGee nella serie Global Mazda MX-5 Cup come testimonianza della legittimità del simracing come un campo di addestramento per i nuovi piloti nel motorsport reale. McGee: "Credo che, alla fine, si arriverà ad una serie ufficiale seguita come un incubatore, inclusa la copertura televisiva e il denaro. Quindi, il campione di stagione avrà l'opportunità di passare alla pista reale. Il simracing avrà un prestigio cosi elevato al punto che sarà considerato come un altro sistema di alimentazione per il motorsport. Potrà essere persino ancor più valido ed efficace, oltre che più popolare, di molte altre serie in pista reale che abbiamo attualmente". Caro Gleen, noi tutti speriamo con tutto il cuore che tu abbia ragione!
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